LA MIA GIOVINEZZA CON LA MADONNA

di Jakov veggente di Medjugorje. Intervista di Padre Livio.

 

Medjugorje, dopo La Salette, Lourdes, Fatima...

PADRE LIVIO: Un caro saluto a tutti i nostri ascol­tatori, in modo particolare ai giovani. Questa sera la catechesi giovanile presenta una gradita sorpre­sa. Abbiamo, infatti, come ospite, un giovane molto speciale, del quale molti di voi avranno già sentito parlare. Si tratta di Jakov di Medjugorje, che ringraziamo di cuore per aver accettato di venire qui a Radio Maria, percorrendo, gentilmen­te accompagnato dai suoi suoceri, molti chilometri di strada.

È un grande piacere e un onore averlo qui fra noi e naturalmente approfittiamo della circostanza per chiedere una testimonianza qualificata su quello straordinario evento dell'epoca moderna che è Medjugorje.

Si tratta di un avvenimento che ci interpella da quasi due decenni e che sta lasciando tracce non più eludibili nella vita della Chiesa e in quella degli uomini.

Credo che un'emittente come la nostra, che porta il nome della Madre di Dio, non possa non inte­ressarsi a una realtà mariana così importante, che coinvolge la vita di numerosi fedeli e di tanti ascoltatori. Il nostro intento non è certo quello di fare della facile propaganda, di cui fra l'altro Medjugorje non ha assolutamente bisogno.

Noi vorremmo, piuttosto, mettere il Popolo di Dio nel suo insieme, non solo i laici, ma anche i sacer­doti, nella condizione di conoscere una realtà di cui tanto si parla, per poterla valutare a partire dalla viva voce dei suoi protagonisti.

Non siamo qui, dunque, a fare pubblicità a una apparizione sulla quale la Chiesa fra l'altro non si è ancora pronunciata e neppure per dare noi dei giudizi personali su un evento così complesso. Lo scopo che ci proponiamo è quello di informare, nel più serio e immediato dei modi, tutti coloro che, nell'ambito di libertà che lascia la Chiesa al riguardo, intendono farsi un'opinione seria e fon­data.

Nessuno più dei veggenti è in grado di fornire ele­menti di riflessione su quella che è senza dubbio una delle esperienze più significative e coinvol­genti del nostro tempo.

Non vi è dubbio che ormai il nome di Medjugorje, nell'opinione pubblica mondiale, si affianchi a quelli di La Salette, Lourdes e Fatima ad indicare i luoghi delle grandi epifanie mariane del nostro tempo. Non è certo cosa da poco aver qui fra noi un testimone diretto, che ci aiuti a comprendere questo evento, unico nella storia del cristianesimo, di una presenza di Maria che ormai dura da circa due decenni.

Ciò che lascia perplessi alcuni, che pure sono sen­sibili al fascino della Madonna, è il carattere ine­dito di queste apparizioni. Non era mai accaduto che la Madonna venisse per così tanto tempo e lasciasse così numerosi messaggi. Eravamo abi­tuati ad apparizioni dalla durata breve, durante le quali la Madre di Dio ci rivolgeva soltanto alcune parole.

A La Salette ci tu soltanto un'apparizione, a Fatima sei, a Lourdes diciotto. Qui abbiamo un ragazzo a cui la Madonna è apparsa tutti i giorni per quasi diciotto anni. Ora vede la Madonna sol­tanto una volta all'anno, ma ad altri tre ragazzi (Vicka, Marija e Ivan) la Vergine appare, ancora, ogni giorno.

Questo modo assolutamente nuovo di manifestarsi da parte della Madre di Dio non è compreso da alcune persone, che lo ritengono impossibile.

Ebbene, credo che la cosa migliore sia quella di ascoltare e di cercare di capire. Le vie di Dio non sono le nostre e i suoi pensieri sovrastano infinita­mente i nostri poveri schemi mentali. Viviamo in tempi particolarmente difficili e insidiosi e non si può certo impedire a Dio di manifestare la sua Misericordia nei modi che Egli ritiene necessario.

L’ultima apparizione quotidiana della Madonna a Jakov

Conosco Jakov fin da quando era piccolino. Tante volte, da quando mi sono recato a Medjugorje per la prima volta nel 1985, ci siamo incontrati nella casa di Marija e da lì andavamo tutti insieme in Chiesa, per il Santo Rosario, l'Apparizione e la santa Messa.

Non abbiamo quindi particolari difficoltà a dialo­gare insieme, anche se questo incontro è assoluta­mente improvvisato e si svolgerà "a ruota libera" sia da parte mia, come da parte sua. Credo che in questi casi la spontaneità rechi un grande servizio alla verità. Forse ci sarà qualche sorpresa, ma non ci rammaricheremo per questo.

Se tu, Jakov, sei d'accordo, incomincerei col chie­derti una tua testimonianza sull'ultima volta che hai visto la Madonna. Tu, infatti, come già prima Mirjana e poi Ivanka, sei passato da un incontro quotidiano con la Madonna a quello che potremmo chiamare un incontro una volta all'anno. Potresti parlarci di come si è svolto questa ultima tua apparizione quotidiana, durante la quale fra l'altro hai ricevuto il decimo segreto?

JAKOV: Sì. Prima di tutto voglio salutare tutti quelli che sono venuti qui questa sera e anche quelli che ci ascoltano. Come Padre Livio ha detto prima, non siamo qui a fare della pubblicità né per Medjugorje, né per noi stessi, perché non abbiamo bisogno di pubblicità, e a me personalmente non piace farla né a me stesso e neppure a Medjugorje. Facciamo piuttosto conoscere la Madonna e, ciò che è ancora più importante, la Parola di Gesù e ciò che Gesù vuole da noi. Lo scorso anno, nel mese di Settembre, mi trovavo in America, per degli incontri di preghiera e di testimonianza con la gente.  [1]

          [1] Vorrei far notare come questo ragazzo, che è stato preso alla scuola della Madonna fin da quando aveva dieci anni, sia stato orientato dal materno insegnamen­to di Maria a centrare la sua vita su Gesù. Quando si dice "Ad Jesum per Mariam», si vuole innanzi tutto sot­tolineare che tutti i veri devoti della Madonna e coloro che si affidano a lei nel cammino spirituale, sono edu­cati a centrare la loro vita su Gesù Cristo.

Questo è assolutamente logico e normale, perché Maria è l'Ancella del Signore e tutta la sua persona è protesa verso quella di Gesù, il Verbo di Dio fatto uomo. Incontrando Maria, noi incontriamo necessariamente Gesù, di cui è la Madre e l'intima collaboratrice nell'o­pera della redenzione. La Madonna non trattiene mai per sé, ma porta incessantemente a Gesù Cristo.

Per quanta consuetudine abbiano avuto con la Madonna, che hanno contemplato ogni giorno per tanti anni, i veggenti di Medjugorje hanno una spiritualità squisitamente cristocentrica, come d'altra parte è quella di Maria. La Madonna ha dato loro, e dà anche a noi, ciò che di più intimo vi è in lei.

 

PADRE LIVIO: America, nel senso di Stati Uniti...

JAKOV: Sì. Mi trovavo in Florida, insieme a Mirjana, per dare la nostra testimonianza delle apparizioni. Dopo essere stati in diverse chiese, per pregare e parlare con i fedeli, la sera preceden­te alla partenza di Mirjana, siamo stati accompa­gnati dal signore che ci aveva invitato, ad un incontro di un gruppo di preghiera.

Vi siamo andati senza pensare a niente e durante il tragitto abbiamo scherzato e riso pensando che l'America è un paese molto grande e tanto nuovo per noi. Giunti così ad una casa dove erano pre­senti molti fedeli, durante la preghiera comune ho ricevuto l'apparizione.

La Madonna mi disse che l'indomani mi avrebbe confidato il decimo segreto. Già, sul momento rimasi senza parole... Non potevo dire niente. (2)

Mi era venuto in mente che, non appena Mirjana aveva ricevuti il decimo segreto, per lei le appari­zioni quotidiane erano cessate e lo stesso era stato per Ivanka. Però la Madonna non aveva mai detto che dopo il decimo segreto non sarebbe più appar­sa. [3]

          [2] Mirlana non ha avuto l'apparizione, perché lei dal 25 Dicembre 1982 non ha più le apparizioni quotidiane, ma una sola volta all'anno, il 18 Marzo.

           [3] A lvanka le apparizioni quotidiane sono cessate il 6 Maggio 1985 e ora ha l'apparizione ogni 25 Giugno, gior­no dell'anniversario della prima apparizione ai sei veggenti, che ha avuto luogo il 25 Giugno 1981. Sia a Mirjana come a lvanka la Madonna, in occasione dell'ul­tima apparizione quotidiana, ha dato il decimo segreto. Jakov è molto scosso al pensiero che la Madonna non gli apparirà più ogni giorno e spera che a lui la "Gospa" confidi il decimo segreto, pur continuando le apparizio­ni quotidiane.

 

PADRE LIVIO: Quindi speravi...

JAKOV: C'era un pizzico di speranza nel mio cuore che la Madonna sarebbe tornata ancora, anche dopo avermi confidato il decimo segreto.

Nonostante fossi rimasto talmente male da inco­minciare a pensare: "Chissà come farò dopo...", c'era ancora quel poco di speranza dentro il mio cuore. (4)

           [4] L'apparizione quotidiana, come si vede, riempie completamente la vita di Jakov, il quale non riesce a immaginare un futuro in cui la giornata non sia illumi­nata da questo incontro. L'appuntamento con la Madre di Dio è dunque una pienezza di luce alla quale è ben difficile rinunciare. Non diventa mai, anche dopo molti anni, un'abitudine, ma è come se ogni volta fosse un'e­sperienza nuova e irripetibile.

 

PADRE LIVIO: Ma tu non potevi sciogliere subito il dubbio, chiedendo alla Madonna....

JAKOV: No, in quel momento non potevo dire pro­prio niente.

PADRE LIVIO: Capisco, la Madonna non permette che le facciate delle domande...

JAKOV: Non potevo dire più niente. Non usciva neanche una parola dalla mia bocca.

PADRE LIVIO: Ma lei come te l'ha detto? Era seria? Severa?

JAKOV: No, no, mi ha parlato con dolcezza. [5]

JAKOV: Quando è terminata l'apparizione sono uscito e mi sono messo a piangere, perché non potevo fare altro. [6]

          [5] I veggenti sono concordi nell'affermare che la Madonna parla sempre con grande dolcezza, anche quando dice cose estremamente serie, come pure nel caso dovesse fare qualche richiamo o rimprovero. D'altra parte questo lo si vede anche dal tono dei messaggi dati per tutti. Da una attenta analisi di essi si può notare come Maria, anche nelle circostanze in cui deve dire qualcosa di spiacevole, cerca sempre di addolcirlo, col suo inimitabile tocco di tenerezza materna, e di renderlo più accettabile.

          (6) Anche Mirlana e lvanka, che hanno l'apparizione sol­tanto una volta all'anno, sono scoppiate spesso in lacri­me dopo l'incontro con la Madonna.

 

PADRE LIVIO: Chissà con quale ansia hai atteso l'apparizione del giorno successivo!

JAKOV: Il giorno seguente, cui mi ero preparato con la preghiera, la Madonna mi confidò il decimo e ultimo segreto, dicendomi che non mi sarebbe più apparsa tutti i giorni, ma soltanto una volta all'anno.

PADRE LIVIO: Come ti sei sentito?

JAKOV: Penso che quello sia stato il momento più brutto della mia vita, perché improvvisamente mi vennero in mente tanti interrogativi. Chissà come sarà la mia vita adesso? Come potrò andare avanti?

Crescere alla scuola di Maria

JAKOV: Perché posso dire che sono cresciuto con la Madonna. L’ho vista fin dall'età di dieci anni e tutto quello che ho imparato nella mia vita sulla fede, su Dio, su tutto, l'ho appreso proprio dalla Madonna. [7]

          [7] Da quanto dice Jakov, si può certamente ritenere che la Madonna, oltre a parlare alla Chiesa e al mondo come Madre e come Maestra, si è assunta il compito molto concreto di educare e formare i sei veggenti alla vita cri­stiana, in modo tale che diventassero, pur nei limiti della natura umana e della loro età, dei testimoni credibili.

Effettivamente i sei veggenti di Medjugorje hanno per­corso il periodo più difficile della vita di un essere umano, che è quello della adolescenza e della giovinez­za, senza sbandamenti nella fede e nella morale e, pur apparendo persone molto normali e ordinarie, manife­stano una serietà, una serenità e un equilibrio psicolo­gico che colpisce un osservatore attento. Non dimenti­chiamo a quali e quante seduzioni oggi i giovani siano soggetti.

La Madonna non li ha certo preservati dai difetti e ha lasciato che maturassero le loro esperienze, qualche volta anche scottandosi. Però, grazie anche alla loro cor­rispondenza alla grazia, li ha saldamente mantenuti sul cammino della fede. Va anche detto però che la Madonna non ha certo voluto sostituire i normali canali che educano alla fede, come la famiglia e la parrocchia, che hanno dovuto svolgere anch'essi il loro ruolo.

 

PADRE LIVIOI: Ti ha educato proprio come una mamma.

JAKOV: Sì, come una mamma vera. Ma non solo come una mamma, ma anche come un'amica: a seconda di quello che hai bisogno nelle varie cir­costanze la Madonna è sempre con te. [8]

In quel momento mi sono trovato nella condizione di non sapere che cosa fare. Ma poi è la Madonna che ci dà tanta forza per superare le difficoltà, e ad un certo punto, sono arrivato a pensare che forse più che vedere la Madonna con gli occhi della carne , è più giusto averla nel loro cuore.

          [8] Anche Vicka, in un'intervista analoga, trasmessa a Radio Maria, ha sottolineato che lei sente la Madonna non solo come madre, ma anche come amica. Non biso­gna dimenticare che a questo contribuisce il fatto che la Madonna si manifesta come una giovane sui vent'anni, quasi coetanea dei veggenti, che, ad eccezione di Jakov, all'epoca della prima apparizione avevano circa sedici anni.

Soprattutto nei primi anni, che furono anche i più tribo­lati, i veggenti si confidavano con la Madonna, la quale, racconta Marija, li ascoltava come un confessore. Dobbiamo però considerare che la Madonna come madre e come amica è un'esperienza che nella fede può fare ogni giovane, anzi, ogni cristiano.

 

PADRE LIVIO: Certamente!

JAKOV: Questo l'ho capito dopo. Ho visto la Madonna per più di diciassette anni, però ora sto sperimentando e sto pensando che forse è meglio vedere la Madonna interiormente e averla nel cuore, che vederla con gli occhi. [9]

          [9] I veggenti riferiscono che la Madonna ha detto che tutti noi possiamo vederla con gli occhi del cuore. E’ chiaro che la visione esteriore, non è fine a se stessa, ma è ordinata a una inabitazione interiore. La cessazio­ne delle apparizioni ha condotto Jakov alla scoperta di questa presenza intima di Maria, che forse prima non gli era così chiara.

Questo non toglie nulla alla grande grazia della visione, ma ne rivela la sua finalità ultima, che è quella di dispor­re il cuore dell'uomo a divenire il tempio del Dio viven­te. Chi era presente alla conversazione, ha potuto nota­re come si illuminava il volto di Jakov quando parlava di questa presenza di Maria nel cuore, che per lui era chia­ramente altrettanto preziosa quanto l'incontro con la Madonna nell'apparizione.

 

Portare Maria nel cuore

PADRE LIVIO: Capire che noi possiamo portare la Madonna nel nostro cuore è senza dubbio una gra­zia. Ma certamente sei anche consapevole che vedere la Madre di Dio tutti i giorni per più di diciassette anni, sia una grazia che pochissimi, anzi nessuno, nella storia cristiana, al di fuori di voi sei veggenti, abbia mai avuto. Sei consapevole della grandezza di questa grazia? [10]

JAKOV: Sicuramente, ci penso tutti i giorni e mi dico: "Come potrò mai ringraziare Dio per questa grazia che mi ha dato di poter vedere quotidiana­mente la Madonna per diciassette anni?" Non avrò mai parole per ringraziare Dio per tutto quello che ci ha dato, non solo per il dono di aver visto la Madonna con i nostri occhi, ma anche per tutto il resto, per tutto quello che abbiamo imparato da lei. [11]

          [10]  Ci sono delle testimonianze nella vita di alcuni santi che riferiscono di apparizioni di Gesù e Maria per lunghissimi periodi della loro vita. Qui però si tratta di qualcosa di molto diverso. Le apparizioni di Medjugorje sono pubbliche, cioè rivolte alla Chiesa e al mondo e mai prima un evento del genere si era verificato.

          [11]  Non dobbiamo dimenticare che una grazia analo­ga è stata donata a tutti noi di questa generazione, a cui è stato concesso di avere per un così lungo periodo la Madonna come Madre e come Maestra, che ci ha guida­to con i suoi messaggi. La Madonna in alcune occasioni ci ha rimproverato di non essere coscienti di questa gra­zia straordinaria e ha aggiunto che, se non avessimo risposto ai suoi messaggi, avremmo rimpianto questo lungo tempo in cui lei è rimasta con noi.

 

PADRE LIVIO: Permettimi di toccare un aspetto che ti riguarda più personalmente. Tu hai detto che la Madonna per te è tutto: mamma, amica e maestra. Ma nel tempo in cui hai avuto le apparizioni quo­tidiane si occupava anche di te e della tua vita?

JAKOV: No. Molti pellegrini pensano che noi, che abbiamo visto la Madonna, siamo dei privilegiati, perché abbiamo potuto interrogarla sulle nostre cose private, chiedendole consiglio su che cosa dovessimo fare nella vita; ma la Madonna non ci ha mai trattato differentemente da nessun altro. [12]

          (12) L'apparizione è una grazia straordinaria, che però non sostituisce i mezzi ordinari con i quali Dio guida la nostra vita. Noi, quando abbiamo bisogno di prendere una decisione importante, ci raccogliamo in preghiera e invochiamo la luce dello Spirito Santo e il dono del con­siglio. Poi, se necessario, ci rivolgiamo al confessore o al direttore spirituale. Nel lungo tempo delle apparizioni la Madonna, nei confronti dei veggenti non si è affatto sostituita a questi mezzi che Dio ha messo disposizione di tutti per illuminare le anime. Anche per quanto riguar­da la loro scelta vocazionale, la Madonna ha ribadito che si trattava di una loro libera scelta, per la quale dovevano pregare come tutti gli altri.

 

PADRE LIVEO: Per voi quindi valgono i messaggi che la Madonna dà per tutti?

JAKOV: I messaggi sono per tutti e la Madonna ci tratta tutti allo stesso modo perché siamo tutti suoi figli. È una vera mamma che ama tutti gli uomini e non fa differenze fra di loro. Come la Madonna si è comportata con me, come mi è stata accanto da amica, madre e maestra, così lei fa con tutti, e ciascuno di noi, se veramente si è aperto alla Madonna dovrebbe sentirla allo stesso modo. [13]

          [13] I veggenti di Medjugorje insistono molto su questo amore della Madonna per ogni uomo, anche il non cri­stiano, affermando che lei ama tutti allo stesso modo, come d'altra parte fa qualsiasi madre nei confronti dei suoi figli. Attraverso il suo amore materno verso i sei ragazzi, che ha scelto come destinatari delle apparizioni, la Madonna vuole renderci consapevoli dell'infinito amore che lei ha per ciascuno di noi.

 

PADRE LIVIO: Certo, ed ora che non hai più le appa­rizioni, stai scoprendo che questa sua presenza materna continua nella tua vita, come d'altra parte anche nella nostra.

JAKOV: Ma sicuramente. Penso che ogni cristiano che prega, si è aperto a Dio e ha conosciuto il suo amore, dovrebbe sentire questa presenza della Madonna nel suo cuore. [14]

          [14]  Infatti è Maria che prepara il nostro cuore ad acco­gliere la presenza del Signore.

 

PADRE LIVIO: Quindi, anche se non ricevi più le apparizioni giornaliere, tu parli lo stesso con la Madonna?

JAKOV: Sicuramente, perché penso che la preghie­ra non consiste soltanto nella recita del Padre nostro, dell'Ave Maria e del Gloria al Padre, ma è preghiera anche la nostra conversazione con Dio e con la Madonna.

Nel povero nostro fratello, la presenza di Maria

PADRE LIVIO: Senti Jakov, dopo quel 12 Settembre, che era la festa del giorno di Maria, e quindi la Madonna ha scelto un giorno a lei dedicato per darti il decimo e ultimo segreto, come sono stati i giorni successivi per te?

JAKOV: Poi è successa una cosa strana. Il giorno dopo, il 13 Settembre, dovevo partire per paesi lì vicini: l'isola di Haiti e l'isola di Santo Domingo, paesi che dicono essere i più poveri del mondo. Dopo il termine delle apparizioni non sapevo che cosa fare. Non sapevo se partire o meno, perché non me la sentivo, ma d'altra parte la gente mi aspettava. Allora ho deciso di andare. Solo in seguito ho capito che forse era stato un progetto della Madonna a portarmi proprio lì, perché vedendo tanta gente che dormiva per le strade, gente che non aveva niente, bambini che vivevano e dormivano sulla strada, allora ho capito che cos'è veramente l'amore di Dio.

Lì ho capito veramente come dobbiamo compor­tarci verso quelle persone; non guardarle solo come poveri, ma guardarle proprio come nostri fratelli e far conoscere Dio a ciascuno di loro.

Poi alla sera, all'incontro che abbiamo tenuto, sono venute 70.000 persone e quando ho visto tutta quella gente che pregava e che cantava, allo­ra mi sono detto che certamente lì c'era la mano della Madonna e che quello era un suo progetto. [15]

          [15] Jakov, ha imparato a capire come la Madonna istruisca e guidi proprio attraverso gli avvenimenti della vita, e non necessariamente attraverso l'apparizione. Con la visita ad Haiti la Madonna gli ha fatto compren­dere che per lui era giunto il momento di dare agli altri, specialmente ai più poveri, l'amore che Dio aveva dato a lui.

Inoltre ha anche compreso come i più poveri, proprio perché il loro cuore non è prigioniero dei beni materiali e della comodità della vita come spesso è il nostro, sono più aperti degli altri ai messaggi della Madonna. La scoperta del mondo della povertà e dei fratelli indi­genti da amare è stato certamente un grande dono che la Madonna ha fatto a Jakov, proprio quando gli toglie­va la grazia della apparizione quotidiana. È come se gli avesse indicato un nuovo orizzonte di vita, più aperto al dono verso gli altri.

 

PADRE LIVIO: Allora in quella gente povera e aper­ta a Dio hai sentito la presenza di Maria?

JAKOV: Sicuramente, sì.

PADRE LIVIO: Fermiamoci un momento a quel mes­saggio che hai ricevuto il 12 Settembre. Tu hai riferito che la Madonna, mentre ti affidava il deci­mo segreto, era triste. Per quale motivo?

JAKOV: Adesso del segreto non posso parlare...

PADRE LIVIO: No, no, senz'altro. Chiedevo solo una conferma della sua tristezza.

JAKOV: Del segreto non posso dire niente. Ho detto che la Madonna era triste. Lasciamo la cosa così come sta. (16)

          [16]  Come si vede, i segreti di Medjugorje sono dav­vero segreti e mai nessuno ha potuto saperne nulla, salvo qualcosa che i veggenti hanno riferito, col per­messo della Madonna, riguardo al terzo e al settimo segreto.

 

PADRE LIVIO: D'accordo. Ma era davvero triste?

JAKOV: Sì, in quel momento.

PADRE LIVIO: In quel momento lei era triste e tu eri preoccupato.

JAKOV: Ero preoccupato, perché pensavo a che cosa sarebbe successo dopo.

PADRE LIVIO: Ho capito, tu più che per il segreto che ti aveva rivelato, eri preoccupato...

JAKOV: Ero preoccupato di che cosa mi avrebbe detto dopo.

PADRE LIVIO: Temevi che non ti apparisse più?

JAKOV: Sì, perché dei segreti non ho mai avuto paura, perché penso che ciascuno di noi, se vera­mente ha accettato Dio, ed ha accolto i messaggi della Madonna, non dovrebbe aver paura di niente, neppure dei segreti. [17]

PADRE LIVIO: Sono d'accordo. D'altra parte che tu non abbia paura del futuro lo dimostra il fatto che, a soli 28 anni, hai una bella famiglia con tre bam­bini.

JAKOV: Penso che se portiamo la nostra famiglia a una santità come la chiede la Madonna, se pre­ghiamo, se diamo un'educazione santa ai nostri figli, perché dobbiamo avere paura? [18]

          [17] Non ho mai visto in nessuno dei veggenti di Medjugorje paura o preoccupazione per i segreti. Questo d'altra parte non ha nulla di strano. Il vero male è il pec­cato e la nostra separazione da Dio. Ma se noi siamo con Dio che cosa dobbiamo temere? "Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?'; esclamava l'apostolo Paolo. Neppure la morte è un male per chi ama Dio.

          [18] Va sottolineato questo atteggiamento di grande serenità dei veggenti di Medjugorje nel guardare al futu­ro. Si distingue nettamente dalle prospettive pessimisti­che e, non di rado, di vero e proprio terrorismo psicolo­gico che contrassegnano numerosi messaggi di dubbia provenienza, i quali prosperano in un certo sottobosco pseudoreligioso, dove a volte rimangono irretiti persino alcuni religiosi.

Il messaggio del 12 dicembre

PADRE LIVIO: Bene, dei segreti potremo parlare dopo. Vorrei fermarmi un momento sul messaggio che la Madonna ti ha dato il 12 Dicembre, che è di una bellezza straordinaria. (19)

In questo messaggio di commiato, la Madonna ti dice: "Io sono tua madre e ti amo incondizionatamente". Ecco, Jakov, mi ha molto colpito questa parola "incondizionatamente". Che cosa significa per te?

JAKOV: Penso che in quel momento la Madonna voleva darmi un po' di forza...

          [19]  Ecco il resoconto ufficiale dell'ultima apparizione quotidiana avuta da Jakov: "Venerdì 11 Settembre, durante l'apparizione, la Madonna mi ha detto di prepa­rarmi in preghiera in modo particolare per l'apparizione del giorno successivo, perché mi avrebbe affidato il 10° segreto. Sabato 12 Settembre la Madonna è venuta alle 11.15 (ora locale). Quando è venuta mi ha salutato come sempre col saluto: "Sia lodato Gesù Cristo".  Mentre mi affidava il decimo segreto era triste.

Dopo, con un dolce sorriso mi ha detto: "Caro figlio! lo sono tua Madre e ti amo incondizionatamente. Da oggi non ti apparirò più ogni giorno, ma soltanto il giorno di Natale, il giorno della nascita di mio Figlio. Non essere triste, perché io sarò sempre con te come madre e, come ogni vera madre, non ti abbandonerò mai. Tu continua a seguire la via di mio Figlio, via di pace e di amore, e cerca di perseverare nella missione che ti ho affidato. Sii esempio di un uomo che ha conosciuto Dio e l'amore di Dio. Gli uomini vedano sempre in te un esempio di come Dio opera negli uomini e di come opera attraverso di loro. lo ti benedico con la mia benedizione materna e ti ringrazio di aver risposto alla mia chiamata». L'apparizione è terminata alle h.11.45.

 

PADRE LIVIO: Ti rassicurava del suo amore.

JAKOV: Sicuramente. Però lei ci aveva già dimo­strato a Medjugorje che il suo amore è immenso, apparendo per diciotto anni. Per chi? Ma per tutti noi. Lei ci dimostra il suo amore con le sue appa­rizioni.

PADRE LEVIO: Non c'è dubbio!!

JAKOV: Penso che qualsiasi madre che ripete per diciotto anni a suo figlio: "Fai questa cosa", ed il figlio non l'ascolta, alla fine rimarrebbe molto male. La Madonna però è ancora con noi e conti­nua a invitarci col suo amore ad accettare i mes­saggi che è venuta a portare. [20]

          [20] Jakov vede l'immenso amore della Madonna per noi nel fatto che, Ella, nonostante i pochi progressi che in tanti anni abbiamo tatto nel cammino spirituale, tuttavia non ci abbandona e non si stanca di invitarci. La Madonna effettivamente ha dimostrato nei confronti della nostra generazione una pazienza sconfinata e si è accontentata di ben poca corrispondenza da parte nostra. E anche per quel poco che le abbiamo dato ha voluto ogni volta ringraziarci. Tuttavia non si può nega­re che, nonostante le nostre pigrizie e i non pochi tradi­menti, il suo piano di misericordia si sta attuando. Chi infatti non vede quale grazia è stata Medjugorje per la Chiesa intera?

 

PADRE LIVIO: Questa parola "incondizionatamente" vuoi forse dire che, anche se noi non siamo sempre dei buoni figli, lei continua lo stesso ad amarci come una madre?

JAKOV: Certo. La Madonna ci ama sempre. Lei è venuta proprio per portarci a Gesù e non vuole perderci. Anche se noi siamo lontani, lei ci vuole recuperare. [21]

          [21]  Jakov ha molto chiaro qual è il ruolo di Maria nel­l’opera della salvezza. Il suo compito è quello di con­durci a Gesù, che è il Salvatore. Questo è anche il moti­vo per cui Gesù in croce, ormai completata l'opera della redenzione, ce l'ha donata come nostra Madre. Inoltre Jakov dimostra di essere molto consapevole delle visce­re di misericordia di Maria per ognuno dei suoi figli. Lei, in uno dei messaggi del 25 del mese ha detto che ci ama, anche quando siamo lontani da lei e che la ragio­ne della sua venuta è quella di salvare tutte le anime e di presentarle a Dio.

 

PADRE LIVIO: Nel messaggio inoltre la Madonna ti esorta a non essere triste, dicendoti che lei, come una vera madre, non ti avrebbe mai abbandonato.

JAKOV: E’ proprio quello che ho detto prima. La Madonna è dentro il mio cuore, vi rimarrà sempre e sarà sempre mia madre. (22)

          [22]  Forse non è superfluo far notare che questo è vero per ogni cristiano, il quale, ospitando Maria nel suo cuore, si dispone nel migliore dei modi ad essere il tem­pio del Dio vivente. In questo campo non ci sono privi­legi, perché Dio si dona tutto a tutti. Gli uomini però non si aprono tutti nel medesimo modo, anzi ci sono di quelli che si chiudono al dono di un amore così grande.

“Basta che voi vi apriate a Me, Io sono lì, vicino a voi”

PADRE LIVIO: Senti Jakov permettimi una piccola curiosità. Tu hai avuto certamente un'infanzia sof­ferta, perché eri un figlio unico di madre vedova. Poi è morta anche tua madre, già durante le appa­rizioni, e sei rimasto orfano. È vero quello che si dice, che quando è morta tua mamma la Madonna ti ha detto che ti avrebbe fatto lei da madre?

JAKOV: No, questo non è vero.

PADRE LIVIO: Non te lo ha detto?

JAKOV: No. Come tu hai detto prima, ho perso entrambi i genitori, e in momenti come questi, qualsiasi persona umana prova dispiacere nel per­dere i suoi cari, specialmente quando si perdono i genitori all'età di 12 o 13 anni. Però in quel momento per me c'era la Madonna, che mi ha aiu­tato tanto, grazie a Dio, perché a quell'età tanti ragazzi quando perdono i genitori, prendono stra­de sbagliate e cercano la felicità in cose sbagliate. Grazie a Dio, io ho avuto la Madonna, che poi mi ha condotto sempre lungo una strada sana, una strada di preghiera. (23)

          [23]  Jakov vuol dire innanzi tutto che la Madonna, anche se non gli ha detto che le avrebbe fatto lei da madre, in realtà lo aveva già realizzato nei fatti anche prima, perché lei, come ha fatto notare anche Marija nel­l'intervista a Radio Maria, è infinitamente più Madre delle nostre madri.

La Madonna, in altre parole, non sostituisce nostra madre quando manca, ma è lei quella Madre che Dio ci ha dato, e lo è in misura infinitamente superiore delle nostre madri secondo la carne. Jakov si mostra molto consapevole dell'aiuto che gli ha dato la Madonna in quei momenti di prova, sostenendolo e indirizzandolo sulla via del bene. È soprattutto in questo che le madri qui sulla terra dovrebbero imitare la Madonna.

 

PADRE LIVIO: Questo che vale per te, che in quel periodo vedevi la Madonna, vale anche per tutti noi? Cioè tutti noi, anche quando non abbiamo i nostri genitori, possiamo però affidarci alla guida materna della Madonna?

JAKOV: Ma sicuramente! La Madonna dice tante volte: "Basta che voi vi apriate a me, io sono lì vicino a voi". Purtroppo però noi tante volte non la vogliamo vicino.

PADRE LIVIO: Si, non ci pensiamo.

JAKOV: Non ci pensiamo.

PADRE LIVIO: Non ci affidiamo.

JAKOV: Purtroppo spesso è così! (24)

           [24] Jakov, come gli altri veggenti, insiste molto sulla nostra responsabilità nel rispondere alla chiamata. Questo è indubbiamente uno degli aspetti più significa­tivi del messaggio spirituale di Medjugorje. La Madonna, nei suoi messaggi, insiste moltissimo sul nostro libero arbitrio, senza il quale lei non può fare nulla per portar­ci sulla via del bene.

Ripete più volte l'imperativo “decidetevi”; riguardo a Dio, al cammino di santità, alla preghiera e alla salvez­za eterna. Una volta arriva persino ad affermare che lei, nella sua umiltà, si inginocchia davanti alla nostra libertà, nell'atto di supplica affinché ci convertiamo. "Vi supplico, convertitevi!" arriva a dire in una occasione.

Questo non significa che è sottovalutato il ruolo fonda­mentale della grazia. Le apparizioni infatti sono esse stesse una grande grazia. Il vero problema è che noi non le accettiamo, o diventiamo tiepidi sulla via della conversione. Dio ha potuto creare l'uomo senza l'uomo, ma non lo può salvare senza la sua collaborazione.

Portare nel mondo la Parola di Dio e i Messaggi della Madonna

PADRE LIVIO: Vorrei continuare a esaminare alcuni punti dell'ultimo messaggio che la Madonna ti ha dato. Qui ci sono delle parole molto impegnative nei tuoi confronti. Dice, infatti: "Tu continua a seguire la via di mio Figlio, via di Pace e di Amore e cerca di perseverare nella missione che ti ho affi­dato".

Ecco, Jakov, tu certamente hai una tua vocazione, che è poi la vocazione ordinaria di tanti cristiani. Hai, infatti, una vocazione laicale, che stai realiz­zando con una bellissima famiglia. Però la Madonna parla anche di una missione che lei ti ha affidato. Quale sarebbe?

JAKOV: La missione della Madonna consiste nel portare i suoi messaggi nel mondo e dobbiamo essere grati a lei e grati a Dio per averci affidato questo compito. Penso, però, che questo compito non è stato affidato soltanto a noi sei che abbiamo avuto il dono da Dio di vedere la Madonna, ma anche a tutti quelli che hanno accettato i suoi mes­saggi.

Tutti dobbiamo portare nel mondo la Parola di Dio e la parola dei messaggi che la Madonna ci ha dato. Purtroppo tanti, oggi, hanno dimenticato ciò a cui la Madonna ci invita. Se ci pensiamo fino in fondo, ci rendiamo conto che quello a cui la Madonna ci invita non è nulla di nuovo e doveva­mo già farlo prima. (25)

          [25]  Iakov ha ben chiaro che la Madonna è venuta a "risvegliare" la fede, come lei stessa afferma in uno dei suoi primi messaggi del Giovedì. Non è venuta a dire cose nuove, ma a richiamare quelle verità che Dio ci ha rilevato e a spronarci verso quella santità di vita che il Vangelo ci propone.

A Medjugorje manca assolutamente quei clima tipico di certe sedicenti rivelazioni private, dove prevale la curio­sità per che cosa verrà rivelato, specialmente riguardo al futuro. Nell'arco dei due decenni in cui la Madonna ha dato messaggi, la prospettiva è stata piuttosto quella di un cammino spirituale, in particolare di preghiera, sul quale la Madonna ci ha avviato, accompagnandoci e tenendoci per mano, come una madre fa con i suoi figli. In tanti messaggi che ha dato, non ha mai fatto previ­sioni sul futuro o comunicato rivelazioni particolari, ma ha svolto piuttosto il ruolo di catechista, richiamandoci a quelle verità della fede che sono il fondamento della vita cristiana. Si è comportata come un buon parroco, prima di tutti nei confronti dei parrocchiani di Medjugorje e poi verso tutti coloro che hanno risposto alla sua chiamata.

Medjugorje non ha mai avuto quelle caratteristiche dei gruppi ristretti e tendenti alla setta, ma piuttosto uno stile e un clima da grande parrocchia del mondo, dove tutti i cristiani che vengono si trovano a loro agio, quasi respirassero un'aria di casa.

 

PADRE LIVIO: Sono tutti insegnamenti che sono già presenti nel Vangelo.

JAKOV: Sicuramente. E la Madonna chiama ad essere missionari tutti quelli che sono venuti a Medjugorje ed hanno accettato i messaggi, e non soltanto me. [26]

          (26) La Regina della pace, infatti, si rivolge a tutti noi, invitandoci ad essere "portatori di pace", "apostoli del­l'amore", "messaggeri di gioia", "testimoni dei messaggi", ecc. Lei stessa afferma che il suo scopo è quello di diffondere in tutto il mondo il suo richiamo evangelico, mediante la nostra cooperazione. Per questo in più occasioni chiede esplicitamente il nostro aiuto, sottoli­neando che ognuno di noi ha una grande importanza nel piano di Dio.

 

PADRE LIVIO: Naturalmente tutti siamo chiamati ad aiutare la Madonna, ma mi pare che voi veggenti abbiate una responsabilità maggiore.

JAKOV: Sì, forse sì. Penso di sì, perché noi, veden­do la Madonna, comprendiamo forse un po' meglio le questioni di fede. Bisogna anche dire che a volte ci troviamo ad affrontare momenti un po' più difficili. Però dobbiamo avere una grande responsabilità verso gli altri, verso i messaggi della Madonna e verso la gente.

PADRE LIVIO: Mi pare logico che la vostra respon­sabilità sia maggiore. Se infatti qualcuno di noi, che viene a Medjugorje, incomincia il cammino di conversione, ma poi non persevera, la gente non si scandalizza più di tanto vedendo che è diventato tiepido. Ma se voi veggenti, che siete quelli che avete visto per così tanto tempo la Madonna, non siete coerenti con i suoi messaggi, è chiaro che la meraviglia della gente sarebbe grande.

JAKOV: Sicuramente. Dobbiamo sentirci impegnati a dare tutto di noi stessi per testimoniare i messag­gi della Madonna a quelli che vengono a Medjugorje e a quelli che ci invitano nelle loro parrocchie. [27]

          [27] Effettivamente per tutti questi anni i sei veggenti, pur portando avanti i loro impegni, prima di studio e di lavoro, ora di padri e madri di famiglia, hanno testimo­niato i messaggi della Madonna con molta disponibilità e generosità, non solo a Medjugorje, ma anche nei luo­ghi più lontani nel mondo. In particolare Vicka, l'unica che non si è sposata, ha dedicato tutto il suo tempo e la sua vita a questa che è una vera e propria missione affidata da Maria ai suoi sei testimoni.

Le parole umane non riescono a descriverla

PADRE LIVIO: Senti un po' Jakov. Secondo te la Madonna non ha rischiato un po' troppo a sceglie­re dei ragazzi per essere i suoi messaggeri in un mondo così difficile?

JAKOV: Come ho detto prima, non potrò mai rin­graziare abbastanza Dio perché la Madonna mi ha scelto. Però ho chiesto, anzi ho pregato la Madon­na di apparire a tutti, perché a noi che la vediamo non è possibile descriverla. [28]

          [28] Jakov, come gli altri veggenti, sottolinea che non è possibile con le risorse del linguaggio umano descri­vere la Madonna. Si tratta di affermazioni molto perti­nenti, perché il soprannaturale supera il nostro modo di pensare e di esprimerci.

PADRE LIVIO: Le parole umane non riescono a descriverla!

JAKOV: Ognuno dovrebbe sperimentarlo. Certo che se tutti vedessero la Madonna, ci lascerebbero più tranquilli. Così avremmo più pace anche noi. [29]

          [29]  Si intravede qui la sofferenza dei veggenti di non riuscire a tradurre in parole quello che loro sentono, quando vedono la Madonna. Non si tratta soltanto di "vedere", ma di "sperimentare" col cuore una realtà che è "ineffabile" e che le espressioni umane, anche le più belle, finiscono in qualche modo per sciupare.

“Ho visto la Madonna”

PADRE LIVIO: Ritengo che la testimonianza dei veggenti sia fondamentale. Infatti, quando si parla di Cristianesimo ci si muove sempre in un ambito di fede. Oggi però la gente, specialmente la più lontana e di fede vacillante, ha bisogno di sentire delle persone che dicano: "Sì, quello in cui noi cri­stiani crediamo è vero, perché io l'ho visto".

Ebbene, noi qui abbiamo un ragazzo, ed è uno di quelli che non è cresciuto sotto una campana, ma è un ragazzo normalissimo, concreto, equilibrato, limpido, credibile nella sua testimonianza, come in realtà è Jakov, quando dice: "Ho visto la Madonna". Non vi è dubbio che tutto questo sia un aiuto importante per la fede di molti. Tutti, vicini e lontani, si sentono aiutati e rafforzati nel loro cam­mino in questo mondo incredulo e dicono: "Ma allora, se c'è la Madonna, tutta la nostra fede è vera".

JAKOV: Sicuramente. Mi ricordo che quando abbia­mo visto la Madonna per la prima volta, siamo tor­nati dalla montagna e siamo rientrati a casa e io dicevo a me stesso: "Ma io ho visto la Madonna" e poi mi coprivo col piumone sopra la testa. [30]

          [30]  Per i sei veggenti di Medjugorje deve essere stata un'esperienza indicibile il primo incontro con la Madonna. Nei primi giorni si chiedevano, trepidanti, per quanto tempo sarebbe apparsa ancora. Un giorno lo chiesero anche alla Madonna, la quale però eluse con elegante umorismo la domanda rispondendo: "Vi siete forse già stancati?". Jakov, che è un bambino di dieci anni, esprime la sua gioia straripante e incontenibile coprendosi col piumone. Tuttavia, i ragazzi affermano che dopo tanto tempo l'incontro con la Madonna non diventa mai un'abitudine, ma è come se fosse sempre nuovo.

 

PADRE LIVIO: Eri tutto contento?

JAKOV: Ero contento, ma nel medesimo tempo ero come sorpreso e continuavo a dirmi: "Ma io ho visto la Madonna!". Prima di allora non avevo mai pensato di poter vedere la Madonna e non ho mai cercato di vederla. Sapevo che esisteva, come sapevo che esiste Dio, ma soltanto da quello che mi avevano insegnato i miei genitori.

Non appena, però, conosci la Madonna, incominci a conoscere tutto il resto, incominci a conoscere Gesù, a conoscere Dio e tutte le responsabilità che ha un cristiano. [31]

          [31]  Come si vede, Jakov descrive la Madonna come una sapiente catechista che ha aiutato i veggenti a pren­dere coscienza delle verità fondamentali della fede. Anche Marija, nella sua intervista a Radio Maria, ha sot­tolineato questo aspetto pedagogico della Madonna nei confronti dei veggenti. La medesima cosa potrebbero testimoniare tutti coloro che hanno accolto e approfon­dito i messaggi della Regina della pace, i quali hanno aiutato molti fedeli a ritornare al cuore della fede e della pratica cristiana.

Uno potrebbe anche chiedersi perché mai la Madonna si sia sobbarcata un tale compito nei confronti della nostra generazione. Evidentemente il motivo è da ricercare nella grande crisi di fede e dei valori che sta attraver­sando il nostro tempo.

La prima apparizione

PADRE LIVIO: Abbiamo parlato del tuo ultimo incontro con la Madonna, quando ti ha dato il decimo segreto. Ora però ritorniamo indietro nel tempo e raccontaci come è avvenuto il tuo primo incontro con la Madonna, che non si è verificato il 24, bensì il 25 Giugno.

Infatti il giorno precedente l'hanno vista Ivanka, Mirjana, Vicka e Ivan. Tu e Marija vi siete uniti al gruppo il giorno dopo; giorno che poi, su indica­zione della Madonna stessa, è divenuto 1° anniver­sario delle apparizioni. Raccontaci del tuo primo incontro con la Madonna in quel 25 Giugno 1981.

JAKOV: Marija ed io, quando abbiamo visto la Madonna per la prima volta, siamo rimasti lì. Gli altri, invece, quando l'hanno vista per la prima volta, essendo molto coraggiosi, sono scappati subito!

PADRE LIVIO: Perché sono scappati subito?

JAKOV: Eh, perché erano molto coraggiosi! [32]

          [32] Jakov ama scherzare sul fatto che il primo giorno, il 24 Giugno, Jvanka, Mirjana, Vicka e Ivan, dopo aver visto la Madonna, sono fuggiti, senza attendere che l'apparizione terminasse, mentre lui e Marija, il giorno dopo, insieme agli altri quattro, si sono avvicinati alla Madonna, salendo il pendio scosceso e pieno di rovi spi­nosi della montagna.

Va sottolineato che proprio Jakov, il più piccolo dei sei veggenti, che aveva allora solo 10 anni, si è distinto nei primi giorni per il fervore e il coraggio della testimo­nianza, in un contesto molto difficile e pieno di intimi­dazioni e di minacce, come era quello della Jugoslavia comunista.

 

PADRE LIVIO: In un primo momento avranno avuto paura.

JAKOV: Sicuramente la prima volta hanno avuto paura.

PADRE LIVIO: Si trattava di un evento assolutamen­te insolito.

JAKOV: Ma sì, perché... prova a immaginare di vedere la Madonna, anzi di vedere una figura di donna sulla montagna che ti invita a salire... E chiaro che scappi, perché non pensi...

PADRE LIVIO: La paura iniziale al manifestarsi del soprannaturale è una reazione sottolineata anche dalla Bibbia. Infatti nei testi sacri, quando Dio o un suo messaggero si manifestano, l'espressione usuale è quella di: "Non temere". In un primo mo­mento il soprannaturale causa timore... anche se dopo rimane la gioia.

JAKOV: Sì. Il giorno dopo sono passati a chiamare me e Marija e ci siamo riuniti in gruppo. [33]

          [33] La Madonna ha ritenuto che l'anniversario delle apparizioni fosse il 25 Giugno e non il 24, perché è solo nel secondo giorno che si è formato il "collegio" dei sei veggenti. La Madonna in questo modo ha voluto sotto­lineare che questi sono i sei ragazzi che lei ha scelto e nessuno, per nessun motivo, può aggiungerne altri, come qualcuno ha tentato di fare, aprendo spiragli peri­colosi all'eterno ingannatore.

 

PADRE LIVIO: Come mai ti trovavi in casa di Marija?

JAKOV: Noi siamo anche cugini lontani. Mi trovavo lì per caso, perché se guardiamo l'età degli altri veggenti, sono tutti più grandi di me.

PADRE LIVIO: Sì, certo.

JAKOV: Eh, sai, quando sono un po' più grandi non ti vogliono neanche in compagnia, perché sei più piccolo.. ti mandano via. [34]

          [34]  Come si vede tutto il mondo è paese. Fa riflette­re però il fatto che la Madonna abbia scelto cinque ragazzi sui quindici - sedici anni, quindi affiatati fra loro come età, ai quali ha aggiunto un bambino di dieci anni. Le ragioni possono essere molteplici. Un bambino, in aggiunta, dà più credibilità al gruppo. Inoltre, avendolo preso prima dell'età burrascosa della crescita, la Madonna ha potuto impostarlo fin dal principio secondo i suoi criteri. O forse ci sono altri motivi che a noi sfuggono.

 

PADRE LIVIO: I ragazzi in gruppo sono uguali dap­pertutto.

JAKOV: È passata Vicka dalla casa di Marija e ci ha spiegato come il giorno prima avevano visto la Madonna e che in quel momento andavano ancora al medesimo posto nella speranza di vederla anco­ra. Noi abbiamo detto: "Se vedete qualcosa, chia­mateci". Dopo un po' di tempo è venuta Vicka a chiamarci e così siamo andati con lei. (35)

          (35)  Da notare come Vicka si sia mostrata attiva nel l'occasione. lnlatti è- per merito suo se Ivan il giorno prima si era unito al gruppo e se Marila e Iakov si sono aggiunti il giorno dopo

 

PADRE LIVIO: Era il 25 Giugno?

JAKOV: Sì, era il 25 Giugno.

PADRE LIVIO: Poi che cosa è successo?

JAKOV: Marija ed io siamo andati con Vicka sotto il Podbrdo e lì abbiamo visto la figura di una donna.

PADRE LIVIO: Chi c'era con voi tre? C'erano anche lvanka, Mirjana e Ivan?

JAKOV: Sì, sì, c'eravamo tutti e sei. E lì, da sotto, abbiamo visto sulla collina una figura di donna che ci invitava con la mano a salire.

PADRE LIVIO: Ma era già una figura luminosa, già una figura soprannaturale?

JAKOV: Sì, però non abbiamo visto chiaro la Madonna, abbiamo solo visto la figura di una donna. (36)

          [36]  I ragazzi vedevano la Madonna da lontano. Vicka racconta che Marija e Jakov hanno visto con chiarezza la Madonna soltanto quando sono stati vicini ad essa, salendo sulla montagna.

 

PADRE LIVIO: Ho capito.

L’esperienza del primo incontro

JAKOV: Dentro di noi avevamo una paura grandis­sima però, nello stesso tempo, sentivamo il deside­rio di andare incontro a quella persona, di cono­scerla. Così tutti e sei siamo saliti e poi, quando ci siamo avvicinati per la prima volta...

PADRE LIVIO: Chiedo scusa se ti interrompo. Ho sentito dire che siete saliti lungo quel pendio del Podbrdo, pieno di spine e di sassi, dove non c'era neanche un sentiero.

JAKOV: Sì, ci hanno raccontato dopo che non ci potevano raggiungere e che era una cosa molto strana che fossimo andati così veloci.

PADRE LIVIO: Lì, fra l'altro, ci sono dei cespugli con spine lunghissime.

JAKOV: Sì, adesso, guardando il Podbrdo, è diverso.

PADRE LIVIO: Ora si può salire tranquillamente attraverso diversi sentieri...

JAKOV: Prima però era tutta montagna, tutta roccia e tutte quelle spine.

PADRE LIVIO: Era impraticabile.

JAKOV: Sì, sicuramente. Però dicevo, quando ci siamo avvicinati per la prima volta alla Madonna, per noi in quel momento non esisteva più niente.

PADRE LIVIO: Ho sentito dire che sei caduto in un cespuglio di spine e che non ti sei fatto male.

JAKOV: Me l'hanno detto dopo.

PADRE LIVIO: Mi pare che lo racconti anche Vicka in una intervista. Lei, che evidentemente osserva ogni cosa, ti ha visto cadere in uno di quei tremen­di cespugli spinosi.

JAKOV: Sì, sì. Ma per me in quel momento non esi­steva più niente. Ero come solo, guardavo la Madonna e sentivo quella gioia e quella pace che lei mi trasmetteva in quel momento. Non potevi dire una parola. Non potevo dire una parola. [37]

          [37]  Si può parlare di un vero e proprio stato di esta­si nel momento in cui i veggenti vedono la Madonna. Tuttavia si tratta di una realtà molto dignitosa e com­posta. L'atteggiamento del veggente è di rispetto e di preghiera. Il viso è sereno e a volte sorridente. Lo sguar­do è assorto nella visione, senza che nulla all'esterno possa distrarlo.

Nei primi giorni la gente presente poteva ascoltare la voce dei veggenti, ma poi, fino ad oggi, la loro voce è scomparsa e si può notare soltanto il movimento delle

 

 

labbra, senza poter afferrare nulla di quello che dicono. Lo svolgimento dell'apparizione, nella sua bellezza e nella sua singolarità, è già in se stesso un segno di cre­dibilità. Iakov è soprattutto attento a descrivere gli effet­ti interiori dell'apparizione, che sono la pace e la gioia celesti che la Madonna comunica al loro cuore.

La grazia di riconoscere la Madonna

PADRE LIVIO: Permettimi una curiosità. Mi ha molto colpito il fatto che, mentre a La Salette i veggenti parlavano di una bella Signora e a Lourdes la stessa Bernadette si rifiutò di identifi­care l'apparizione con la Madonna, fino a quando non rivelò di essere l'Immacolata Concezione, voi invece avete avuto subito la grazia di capire che si trattava della Madonna. Come avete fatto?

JAKOV: Anch'io ci ho pensato tanto tempo dopo, domandandomi come fossi così sicuro.

Poi però ho capito che era lei che ti trasmetteva quella certezza in quel momento.

PADRE LIVIO: Indubbiamente.

JAKOV: Solo Dio può donare quella pace e quella gioia che fanno sparire ogni preoccupazione di questa vita terrestre.

Fin dal primo momento eravamo sicuri che era la Madonna.

Poi, per sicurezza hanno dato a Vicka un po' di acqua benedetta da aspergere sulla Madonna, chiedendole se fosse veramente lei.

Però fin dal primo momento noi eravamo sicuri che fosse la Madonna. [38]

          [38]  Jakov è molto attento agli effetti interiori dell'ap­parizione. Per lui la prova che si tratta di un'autentica esperienza soprannaturale, sono la pace e la gioia divi­ne che vengono infuse nel cuore.

Si tratta di un criterio di verifica indiscutibile. Gli occhi, infatti, possono ingannare.

Ma quando tu senti nel cuore i frutti dell'azione dello Spirito, allora giungi alla certezza interiore che lì c'è il dito di Dio.

Colpisce la certezza con la quale i sei ragazzi di Medjugorje hanno concordemente testimoniato fin dal primo momento di aver visto la Madonna.

La prima a vederla e a riconoscerla è stata lvanka, ma anche gli altri, non appena l'hanno vista, non hanno avuto dubbi o incertezze sulla sua identità. Evidentemente è stata la Madonna a farsi riconoscere fin dal primo momento, illuminando il loro cuore.

 

PADRE LIVIO: Avevate la certezza interiore.

JAKOV: Sicuramente.

“Adesso che ho visto la Madonna, posso anche morire”

PADRE LIVIO: È vero che in quel momento tu avre­sti detto: "Adesso che ho visto la Madonna, posso anche morire"?

JAKOV: Sì, è vero, perché me lo ricordo. In quel momento, come ho detto prima, non esisteva più niente per me. Avevo il desiderio di stare sempre con lei. Quella sensazione prima non l'avevo mai sentita. L’ho sperimentata allora per la prima volta. Di solito, quando incontriamo una cosa bella, vuoi averla per te e stare sempre con quella. Così anch'io quando ho incontrato la Madonna, ho tro­vato una realtà bellissima, ho provato una sensa­zione bellissima e volevo stare sempre con lei. [39]

          [39]  Si coglie nelle parole di Jakov il grande impatto esistenziale che ha avuto e che ha l'apparizione sui veg­genti. L'incontro con la Madonna non è soltanto un "vedere", ma anche e soprattutto un "partecipare" alla stessa vita intima che la Madre di Dio porta nel suo cuore. Naturalmente la Madonna si colloca nell'ambito della creaturalità, tuttavia la sua partecipazione alla glo­ria divina è già tale da ricolmare di felicità coloro che la possono contemplare. Ci chiediamo quale potrà essere l'esperienza di quando in Cielo potremo, con Maria, vedere Dio faccia a faccia.

Testimonianze come queste scuotono quegli uomini, spesso "immersi nelle tenebre e nell'ombra di morte", che hanno perso l'abitudine di guardare in alto e di attendersi qualcosa di diverso dalla vita, che non sia la solita routine quotidiana. In realtà qualcosa di grande ci sovrasta e la felicità che l'uomo desidera non è un'uto­pia irraggiungibile.

Come appare chiaro da tutta la narrazione, questa pie­nezza di luce, di pace e di felicità, non è qualcosa che l'uomo raggiunge con le sue forze o con tecniche parti­colari, ma è un dono gratuito che viene dal cielo. La feli­cità che l'uomo desidera e a cui aspira con tutta la sua anima è un dono di grazia che lo sorprende e lo rag­giunge quando meno se lo aspetta.

 

PADRE LIVIO: Certo. Ma come mai la Madonna ci attira così tanto?

JAKOV: È una madre. Il motivo è perché è una madre. [40]

          [40]  Si tratta di una risposta molto profonda. La bel­lezza della Madonna non è qualcosa di freddo e di astratto, ma assume il volto concreto di una madre che ci ama incondizionatamente. È una bellezza che si comu­nica a noi mediante l'amore.

 

PADRE LIVIO: Capisco.

JAKOV: E perché ci dà tantissimo amore. La Madonna ci ama moltissimo e per questo ci dà così tanto.

PADRE LIVIO: Si, ma come lo si vede che ci ama?

JAKOV: Bisogna provarlo dentro, nel nostro cuore e aprirsi verso di lei. In questo modo la Madonna può entrare nel nostro cuore e lavorare tramite noi. Può riempire il nostro cuore di quella gioia che può dare soltanto Dio. [41]

          (41) Appare sempre più chiaro, nella presentazione che ne fa Jakov, che l'apparizione non è soltanto una "visione" esteriore della Madonna, ma è anche e soprattutto una esperienza interiore. Si tratta di un incontro in cui la Madonna chiede l'apertura del cuore per poterlo riempire di quella pace e di quella gioia di cui è ricolmo il suo.

“La Madonna mi ha portato a Gesù”

PADRE LIVIO: Allora potremmo dire che la gioia viene da Dio, ricolma il cuore di Maria e dal cuore di Maria giunge fino a noi?

JAKOV: Per mia esperienza posso dire che la Madonna è stata quella che mi ha portato a Gesù. È stata un tramite. (42)

          (42)  Sotto il profilo teologico si può e si deve dire che Gesù è venuto a noi attraverso Maria e che, per il com­pito materno che lui le ha affidato, noi a nostra volta andiamo a Gesù attraverso di lei.

 

PADRE LIVIO: Come ha fatto?

JAKOV: Se non avessi conosciuto la Madonna, chis­sà che cosa avrei fatto nella mia vita. Basta guar­dare anche al cambiamento di tanti pellegrini che sono venuti a Medjugorje. All'inizio sono venuti perché hanno sentito parlare delle apparizioni della Madonna e hanno incominciato a leggere i suoi messaggi. Ma poi è nato in loro il desiderio di confessarsi e di andare a Messa. E in questo modo hanno conosciuto più profondamente Gesù.

PADRE LIVIO: Si vede proprio come la Madonna è sempre l'ancella del Signore.

JAKOV: Alcuni ci criticano perché dicono che par­liamo poco di Gesù. Ma è logico che noi parliamo della Madonna, perché abbiamo avuto la grazia di vederla. Ma la Madonna non ha mai detto di pre­gare perché lei ci avrebbe concesso della grazie, ma ci ha detto sempre: "Pregate che io possa pre­gare mio Figlio per voi". La Madonna mette sem­pre al primo posto Gesù. (43)

          (43) Certe critiche nascono da pregiudizi e non dalla conoscenza di chi è in realtà la Madonna. Lei si è defi­nita l'Ancella del Signore fin dal primo momento della sua elezione. La Madonna è la prima credente e la prima seguace di Gesù Cristo. Nessuno come lei arde di amore per Gesù e dal desiderio di servirlo.

Quelle persone che temono che la Madonna ci allontani da Gesù sono molto indietro nel cammino spirituale. Non hanno capito né Gesù, Maria.

 

PADRE  LIVIO: È naturale. Quindi è proprio la Madonna che vi ha condotto a Gesù.

JAKOV: Sicuramente. È lei che ci ha fatto conosce­re e amare Gesù.

“La bellezza che si comunica mediante l'amore”

PADRE LIVIO: Senti Jakov; ho notato che tu vai subi­to all'essenziale delle cose. Non ti sei affatto dilungato a descriverci la Madonna nel suo aspet­to esteriore, ma hai voluto cogliere la sostanza, dicendoci che la Madonna è una madre e come tale si manifesta nei nostri confronti. Ma ora cerca, se ti è possibile, di descriverci anche nei suoi tratti esteriori come appare questa madre.

JAKOV: Penso che queste sono le domande più dif­ficili che si possano fare.

PADRE LIVIO: Mi rendo conto che non ti è facile trovare le parole, ma fai quello che ti è possibile.

JAKOV: Penso che nessuno potrà mai descrivere la bellezza della Madonna o quella gioia e quella pace che la Madonna ti trasmette in quel momen­to. Tutto ciò che di bello c'è in lei tu in quel momento lo senti nel tuo cuore.

Ma soprattutto è madre. Noi tutti abbiamo speri­mentato che cosa sia l'amore per la nostra mamma. Tutti, quando abbiamo avuto bisogno, siamo andati dalla mamma. Allo stesso modo la Madonna è una madre che è sempre disponibile

verso di noi, sempre disponibile ad ascoltarci, sempre disponibile per darci un consiglio e per difenderci da quelle situazioni brutte che oggi ci circondano. Dobbiamo chiederle aiuto. (44)

          (44)  A Medjugorje la Madonna si manifesta soprattutto come madre. Anche se fin dai primi giorni ha voluto attribuirsi il titolo di Regina della pace, non viè  dubbio che nei suoi messaggi sottolinei innanzi tutto il Suo compito materno. Già all’inizio di ogni messaggio, con la dizione di “Cari figli”; ripetuta spesso nel medesimo messaggio, a volte col tenerissimo “figliolini”; ci richiama alla sua presenza di madre di Gesù e madre nostra. Numerose volte ci ricorda, quasi lo avessimo dimenticato, che lei "È nostra madre". Questa sottolineatura di chiara impostazione ecclesiale. Infatti la maternità di Maria nei confronti della Chiesa e di ognuno di noi è stato uno dei temi che hanno caratterizzato il Concilio Vaticano Secondo. Come a Lourdes la Madonna ha voluto confermare quanto la Chiesa aveva  dichiarato  col dogma  della  Immacolata Concezione, così a Medjugorje ha reso concreto nella nostra vita l’insegnamento del Concilio riguardo a Maria, Madre della Chiesa.

 

PADRE LIVIO: Senti Jakov tu ami sottolineare l'a­spetto di Maria come madre. D'altra parte è lei stessa che desidera presentarsi cosi a noi, secondo il compito che Gesù le ha affidato. Però tu, che hai 28 anni, sei più vecchio di lei. Secondo te quanti anni sembra avere la Madonna?

JAKOV: La Madonna ha la fortuna di non invec­chiare mai!

PADRE LIVIO: Non è mai invecchiata in tutti questi anni che vi appare?

JAKOV: La Madonna, come noi la vediamo, appare sempre molto giovane: 21 o 22 anni.

PADRE LIVIO: Molto giovane dunque. Ma come fai a sentirla come mamma, essendo cosi giovane?

JAKOV: Ma è proprio questo che si sente. Lo si sente proprio nel cuore, perché la Madonna non è come noi pensiamo, una ragazza di vent'anni come le nostre, come le ragazze che troviamo qui sulla terra. La Madonna è diversa... si vede pro­prio che è mandata da Dio. [45]

          [45]  Straordinaria questa osservazione che coglie ciò che vi è di specifico in Maria nel Suo intimo e particola­re rapporto con Dio. La sua stessa giovinezza è una partecipazione dell'eterna giovinezza di Dio. Ma soprattutto la sua maternità è un riflesso della divina paternità e maternità.

Maria, nell'esercizio del suo compito materno, manifesta a noi, in un modo unico e irripetibile, le sfumature di tenerezza e di amore infinito per le creature del Padre celeste. Jakov mette molto bene in luce il ruolo di Maria come segno di Dio.

 

PADRE LIVIO: Lei stessa ha detto che è venuta per­ché mandata da Dio.

JAKOV: Si vede che è mandata da Dio e che vuole realizzare i suoi piani nei confronti di ciascuno di noi. Vuole aiutare ognuno di noi e, come una vera madre che si occupa dei suoi figli, lei vuole occu­parsi di tutti noi.

PADRE LIVIO: Dal suo atteggiamento e dalla sua preoccupazione Si sente tutto il suo amore mater­no...

JAKOV: Sicuramente. Ma anche dai suoi occhi.

PADRE LIVIO: Dai suoi occhi?

JAKOV: Basta guardare la Madonna e in quel momento quello sguardo ti trasmette tutto ciò che di bello vi è in lei.

PADRE LIVIO: Non si possono descrivere i suoi occhi?

JAKOV: No, sicuramente, no.

PADRE LIVIO: Non basta dire che sono azzurri? [46]

          (46) Anche Bernardette ci ha testimoniato che gIi occhi della Madonna sono azzurri. Lo ha fatto proprio quando la Madonna, il 25 Marzo 1858, ha rivelato il suo nome di Immacolata Concezione. Prima la Madonna ha abbas­sato le mani verso terra, poi le ha innalzate, congiun­gendole, all'altezza del petto, e, mentre alzava gli occhi al cielo, in atteggiamento di profondissima umiltà e gra­titudine, ha rivelato il suo nome.

 

JAKOV: Si, non basta dire che gli occhi sono azzurri.

PADRE LIVIO: Ma che cosa c’è nei suoi occhi? Che cosa vedi di straordinario nei suoi occhi?

JAKOV: Nei suoi occhi si vede tutta la bellezza che la Madonna può trasmettere, tutta la bontà di una madre, tutto l'amore di una madre, tutto quello che può dare una madre, tutto ciò che vi è di bello, tutto ciò che di bello una madre desidera per suo figlio. Tutto questo vedo negli occhi della Madonna. [47]

          (47) Ci voleva forse un orfano per dire cose così straordinarie sugli occhi materni di Maria. A mia conoscenza nessuno dei veggenti è riuscito come Jakov a descrivere la Madonna nella sua figura di madre in termini così efficaci. Credo che dopo questa testimonianza dovremo fare maggiore riferimento agli occhi materni di Maria. Per la verità lei stessa vi fa accenno in un suo messaggio, laddove afferma che lei guarda con apprensione ad ogni nostro passo sulla via della santità E’ un icoraggiamento per tutti pensare che lo sguardo vigile e pieno di amore di Maria ci segue momento per momento, passo per passo, sul cammino della vita. Nulla più di questa consapevolezza ci può aiutare ad affrontare le difficoltà e incoraggiare dei momenti in cui ci sentiamo deboli e soli. 

 

PADRE LIVIO: E nel suo sorriso che cosa vedi?

JAKOV: Anche in quello vedo la stessa cosa. Le nostre madri tante volte sono arrabbiate con noi e ci sgridano, ma la Madonna mai. Tante volte però anche la Madonna è triste. Ha anche pianto per i non credenti.

Il pianto della Madonna

PADRE LIVIO: Tu l'hai vista piangere?

JAKOV: Sì, l'ho vista. Al riguardo vorrei rivelare un fatto che forse pochi sanno. Come sappiamo, ora la Madonna viene ogni secondo giorno del mese da Mirjana a pregare insieme per i non credenti. Una volta molti anni prima di questo, non mi ricor­do esattamente quando, ho visto la Madonna che piangeva, mentre diceva: "Piango". Io le ho chiesto: "Madonna, perché piangi?". Lei mi ha risposto: "Piango perché c'è ancora tanta gente che non ha conosciuto l'amore di Dio". Dopo non so quanti anni, la Madonna ha dato il medesimo messaggio a Mirjana e viene a pregare con lei per i non credenti. [48]

          [48]  Questa notizia che la Madonna è apparsa a Jakov piangendo a causa dei non credenti (da intendere nel senso di coloro che rifiutano Dio e vivono nel peccato) è, a mia conoscenza, assolutamente inedita. Si sapeva finora che la Madonna era apparsa piangendo a Marija il 26 Giugno 1981, con una croce grigia dietro le spalle, mentre invitava gli uomini alla pace con Dio e fra di loro. La Madonna in un suo messaggio aveva fatto anche accenno alle lacrime di sangue che lei versa per ogni suo figlio che si perde nel peccato. Resta comunque il fatto che la Madonna, per quanto ci è dato di conoscere fino a questo momento, a Medjugorje è apparsa in pianto due volte: la prima volta a Marija, la seconda a Jakov. A pensarci bene, la causa delle lacrime di Maria è la medesima in ambedue le occasioni. Si tratta della situa­zione di peccato, che allontana gli uomini da Dio e li mette in guerra fra di loro. Anche a La Salette, nell'uni­ca apparizione, la Madonna è apparsa a Massimino e Melania in un pianto dirotto, seduta per terra, con la testa fra le mani come una madre desolata che versa lacrime sulla rovina dei suoi figli

 

PADRE  LIVIO: Che impressione ti ha fatto la Madonna che piange?

JAKOV: Anch'io ero triste, molto triste, perché, conoscendo la Madonna e conoscendo la sua gioia abituale, anche tu rimani triste e ti chiedi che cosa sia successo, che cosa abbiamo fatto. Ma nello stesso momento sai che cosa abbiamo fatto e sai perché la Madonna piange: piange per me, per i miei peccati, per questo mondo.

PADRE LIVIO: Anche per i tuoi?

JAKOV: Assolutamente, anch'io li ho. [49]

          [49] Merita di essere sottolineata la grande maturità spirituale di Jakov nell'interpretare il pianto della Madonna. Troppe volte si riferiscono le lacrime della Madonna a chissà quali avvenimenti futuri, di carattere apocalittico, che colpiranno il mondo. Ci si chiede quali catastrofi si abbatteranno sull'umanità e su questo tema si fantastica e si terrorizza. Jakov, al vedere le lacrime della Madonna, non si domanda che cosa accadrà, ma che cosa abbiamo fatto e con grande sicurezza di giudizio attribuisce quelle lacrime prima ai suoi peccati, poi a quelli del mondo intero. La verità è che non esiste nessuna catastrofe paragonabile a quella del peccato, col quale perdiamo Dio e noi stessi, sulla via della rovina eterna. Per la perdita di un 'anima le lacrime versate non sono mai troppe. Gesù non ha forse anch'egli pianto perché Gerusalemme aveva rifiutato la venuta del Salvatore? Le lacrime della Madonna hanno come scopo di renderci consapevoli di quale tremenda minaccia sia per noi una vita di peccato.

 

PADRE LIVIO: Ma dal volto della Madonna scendo­no lacrime vere?

JAKOV: Sì, sono lacrime vere.

PADRE LIVIO: Quando uno vede la Madonna pian­gere, che cosa vorrebbe fare?

JAKOV: Vorrebbe aiutarla e vorrebbe che quelle lacrime sparissero per sempre dal viso della Madonna e tornasse quel suo sorriso bellissimo. [50]

          [50] Finora abbiamo sottolineato quanto infinitamente la Madonna sia madre. Occorre però anche notare il sen­timento filiale che in questo lungo tempo si è sviluppa­to nel cuore di Jakov, il quale vorrebbe che sul volto materno di Maria ritornasse il sorriso. Naturalmente si tratta di un sentimento che dovrebbe radicarsi nel cuore di tutti noi.

 

PADRE LIVIO: E che cosa possiamo fare?

JAKOV: Possiamo accettare tutti i messaggi che lei ci rivolge. L'unico aiuto è questo: aprirsi veramen­te verso di lei, aprirsi verso Gesù, accettare quan­to la Madonna ci dice e poi aiutare gli altri, ma non come facciamo noi tante volte, spesso solo parlan­do, parlando, parlando, ma piuttosto testimonian­do con la nostra vita.

PADRE LIVIO: Cioè noi dobbiamo asciugare le sue lacrime essendo dei figli fedeli e aiutandola...

JAKOV: Aiutandola a realizzare ciò per cui la Madonna è venuta. (51)

          [51]  La Madonna nei suoi messaggi chiede spesso il nostro aiuto, affermando che ognuno di noi ha una gran­de importanza nel piano di Dio. In più occasioni ha riba­dito che senza di noi non può aiutarci e che conta su di noi per portare la preghiera, la conversione, la pace e l'amore in ogni parte della terra.

E’ venuta a portarci Gesù e a salvarci tutti

PADRE LIVIO: Secondo te la Madonna per quale scopo è venuta per così tanto tempo qui sulla terra?

JAKOV: È venuta, padre, a portarci da Gesù e a sal­varci tutti. [52]

          (52)  Jakov dimostra di avere idee molto chiare sul significato ultimo di queste apparizioni così straordina­rie e inedite nella storia del cristianesimo. Si tratta dello scopo stesso della redenzione, cioè della salvezza eter­na delle anime. Dovremmo meditare di più su questa chiarezza di fini, che oggi, specialmente noi sacerdoti, abbiamo un po' perso nella nostra azione sacerdotale, la quale non di rado si perde nelle sabbie mobili dell'attivismo. La ragione ultima per cui Gesù ha istituito la Chiesa è perché cooperasse con lui nell'opera della salvezza eter­na delle anime e non per altre finalità. La Madonna con le sue apparizioni non fa che ricordarcelo.

 

PADRE LIVIO: Proprio a salvarci tutti?

JAKOV: Sicuramente, come ha detto una volta in un suo messaggio: "Voglio salvare tutti e voglio donarvi tutti, come il più bel bouquet di fiori, a mio Figlio Gesù".

PADRE LIVIO: Senti, ma non ti sembra che sia un po' troppo... che la Madonna voglia un po' trop­po? Come fa a salvarci tutti in questo mondo in cui ci sono così tanti peccati? Come farà a salvare tutti in un mondo dove ci sono così tanti peccatori, tanti che non credono, tanti che sembrano morire impe­nitenti. Secondo te, come farà la Madonna a realizzare questo piano di salvezza?

JAKOV: La Madonna, come ho detto prima, ci ama tutti e quindi ci vuole salvare tutti.

PADRE LIVIO: Essendo mamma di tutti, non vuole perdere nessuno dei suoi figli.

JAKOV: Sicuramente. Lei è mamma di tutti.

PADRE LIVIO: Anche dei non cristiani?

JAKOV: Anche dei non cristiani. Lei non ha mai detto "Cari cristiani...", ma ci ha sempre trattato tutti come figli.

PADRE LIVIO: Effettivamente nei suoi messaggi si rivolge a tutti gli uomini, dicendo: "Cari figli".

JAKOV: "Cari figli", sì, perché in realtà siamo tutti suoi figli. Siamo tutti uguali davanti a lei. [53]

          [53]  Come appare con chiarezza, qui siamo ben lonta­ni da quell'affermazione superficiale e in fondata, di coloro che sostengono che tutti gli uomini si salvano. La Madonna a Medjugorje ha portato proprio Jakov, insie­me a Vlcka, all'inferno, affinché vedessero con i loro occhi che la perdizione eterna è una ben triste realtà, non solo per i demoni, ma anche per gli uomini. Qui invece si sottolinea la volontà salvifica universale di Dio, che vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità. Come pure si sottolinea l'u­niversalità della redenzione, che riguarda tutti gli uomi­ni di tutti i tempi, nessuno escluso. È anche evidenziata la maternità universale di Maria, alla quale Cristo in croce ha affidato il compito materno di portare alla salvezza ogni uomo che viene al mondo. È proprio il suo amore di madre che spinge la Madonna a fare tutto ciò che è possibile perché nessuno si perda. Certo che se tutti si salvassero, non si sarebbe mostra­ta in lacrime.

 

PADRE LIVIO: Certamente, ma come fa a salvarci tutti?

JAKOV: La Madonna chiede anche il nostro aiuto.

PADRE LIVIO: Vuole che l'aiutiamo?

JAKOV: Chiede aiuto a tutti quelli che hanno accet­tato i suoi messaggi e che hanno conosciuto Dio e il suo amore. Chiede loro di aiutarla a realizzare i suoi progetti, a portare la Parola di Gesù nel mondo, senza avere vergogna di Gesù, perché noi purtroppo tante volte abbiamo proprio vergogna di Gesù e abbiamo vergogna di dire che siamo cri­stiani. [54]

          [54]  I veggenti hanno ben chiaro che sono stati scelti dalla Madonna per aiutarla a realizzare il suo piano e bisogna dire che ognuno di essi, sia pure con sfumatu­re diverse, è un piccolo e grande apostolo di Maria. Tuttavia insistono in ogni occasione nel sottolineare che tutti coloro che hanno risposto alla chiamata si devono sentire impegnati ad essere gli apostoli e i messaggeri di Maria, cooperando così al piano divino di salvezza per la nostra generazione.

Forse non sarà male ricordare, poiché spesso in questo campo siamo afflitti da vuoti di memoria, che la testi­monianza data dai veggenti, dalle loro famiglie, dai fran­cescani del ramo maschile e femminile, in particolare dal parroco di allora, Padre Jozo, e da tutta la parrocchia di Medjugorje, ha avuto tratti di vero e proprio eroismo nei primi dieci anni in cui dominava il regime comunista. Allora, professarsi apertamente cristiani significava l'e­marginazione e, per quanto riguarda i veggenti, la loro testimonianza ha spesso comportato una vera e propria persecuzione.

 

PADRE LIVIO: Abbiamo ben evidenziato questo volto materno di Maria, che abbraccia e accarezza col suo sguardo ogni uomo che vi è al mondo. Ma ora, se ti è possibile, toglimi una piccola curiosità: secondo te quale significato hanno queste dodici stelle che la Madonna ha intorno al suo capo?

JAKOV: Non ho mai pensato a questo.

PADRE LIVIO: Eppure la Madonna le ha sempre quando appare.

JAKOV: Sì, però non mi ha mai interessato sapere il perché. Tanti pellegrini ci chiedono: perché non avete chiesto alla Madonna, questo… o quello...

PADRE LIVIO: È una domanda inutile secondo te?

JAKOV: No, ma quando c'è la Madonna, non ti viene in mente di fare quelle domande. Tu in quel momento pensi alla Madonna, guardi il suo viso, guardi i suoi occhi, e non pensi di chiederle perché ha dodici stelle, perché ha questo, o...

PADRE LIVIO: Capisco, ma sai, anche queste cose avranno pure un significato. Ma mi rendo conto che in quel momento per voi perdono di interesse.

JAKOV: A noi, almeno a me, non hanno mai inte­ressato, non abbiamo mai chiesto. [55]

          [55] Queste risposte non fanno che confermare il fasci­no materno di Maria, che sprigiona soprattutto dal suo viso, tanto che il veggente non ha occhi se non per quel­lo. L'apparizione è un incontro nel quale il veggente è rapito in quell'oceano di amore, che è la vera caratteri­stica del mondo soprannaturale.

La Madonna guarda al cuore

PADRE LIVIO: Senti, Jakov; tu hai trascorso un'inte­ra vita insieme alla Madonna e certamente hai avuto i tuoi momenti difficili. Qualche volta la Madonna si è occupata personalmente dite, dandoti dei consigli, e dicendoti: "Stai attento a que­sto.. .stai attento a quest'altro; fai così...", ecc... È intervenuta qualche volta nella tua vita personale, oppure mai?

JAKOV: È successo nei primi tempi delle apparizio­ni, però, preferisco non parlare di ciò.

PADRE LIVIO: Scusami un'impertinenza, ma lo fac­cio per far capire alle mamme quanto devono esse­re pazienti con i loro figli. Ho sentito dire che una volta sei andato all'apparizione con i capelli petti­nati col gel. È vero?

JAKOV: Ah, ah, ah... (risata di gusto)

PADRE LIVIO: Ridi? Penso che non sia male che si sappia, affinché ci rendiamo conto che la Madon­na non guarda a quello a cui guardiamo noi. Lei guarda al cuore.

JAKOV: Sicuramente. Ma non ci vedo nulla di strano perché il gel lo metto sempre e non ho mai pen­sato che fosse un problema presentarsi davanti alla Madonna col gel, né lei mi ha mai detto: "Perché sei venuto con il gel?".

PADRE LIVIO: Non te lo ha mai detto?

JAKOV: Piuttosto che andare spettinato, mi metto il gel. No, a parte gli scherzi, come tu hai detto prima...

PADRE LIVIO: Dammi pure del tu, Jakov.

JAKOV: Sì. Dicevamo che la Madonna ci guarda non come siamo all'esterno, ma come siamo nel cuore. Tuttavia dobbiamo avere anche un limite. Penso che a ogni giovane piace avere una vita bella, vestirsi bene, avere delle cose nuove e que­sto piace anche a me. Però non dobbiamo essere affezionati a queste cose, non dobbiamo essere attaccati alle cose materiali, ma piuttosto essere attaccati a Dio. Questa mi sembra la cosa più importante. [56]

          (56) messaggi di Medjugorje esce una proposta di vita come cammino di santità, incarnato però nella vita normale della gente. Si tratta di mettere Dio e la pre­ghiera al primo posto e vivere la pace e l'amore in fami­glia, sul lavoro e nella vita quotidiana. Quando si dà il primato a Dio, anche le cose belle della creazione ven­gono recuperate e valorizzate. Non sono più idoli, ma doni di Dio, utili per la vita.

La credibilità delle apparizioni

PADRE LIVIO: Senti Jakov a favore della credibilità delle apparizioni di Medjugorje si possono portare molti argomenti. Uno di questi è la testimonianza concorde e senza mai alcuna contraddizione, che voi sei veggenti avete sempre dato sui messaggi della Madonna. Avete sempre riferito i vostri incontri con lei con perfetta identità di vedute, anche se ognuno di voi ha la sua personalità e la sua particolare sensibilità nell'esporre le sue espe­rienze.

La grazia della perseveranza nella fede

PADRE LIVIO: Una delle cose che però mi ha colpi­to di più e che fa riflettere, è il fatto che voi, in questi quasi due decenni di apparizioni, avete tra­scorso gli anni difficili dell'età evolutiva e della giovinezza senza mai deviare dalla fede e dalla via di Dio. E questo nonostante viviate in un mondo pieno di seduzioni, specialmente per i giovani; un mondo molto diverso ad esempio dall'ambiente in cui Bernadette ha trascorso gli anni della sua cre­scita, prima di entrare in convento. Non ti pare, Jakov; che questa sia una grazia speciale che la Madonna ha ottenuto per voi?

JAKOV: Sicuramente. Se ora guardiamo indietro e torniamo ai tempi delle prime apparizioni, quando c'era ancora il comunismo, possiamo dire che ne abbiamo passate tantissime. Fin dall'inizio ce ne hanno fatto passare proprio tante. Ci hanno porta­to negli ospedali psichiatrici, ci hanno sottoposto agli esami più vari, ma hanno dovuto ammettere che siamo dei ragazzi normali.

Il  comunismo proibiva di frequentare liberamente la chiesa, perché se andavi in chiesa rischiavi di perdere il posto di lavoro o di essere buttato fuori dalla scuola. Mi ricordo di quando eravamo a scuola. C'era un direttore che stava alla porta e, se ti vedeva con una crocettina, te la strappava e te la buttava via.

Tante volte hanno fatto pressione perché dicessi­mo che non avevamo visto la Madonna. Ma nel mio cuore non potevo dire che non l'avevo vista. "Io l'ho vista", dicevo, e questa è una grazia, pro­prio quella di cui tu parlavi prima. (57)

           [57]  L'aver creduto alle apparizioni non ha reso la vita facile né ai veggenti, né al villaggio. Per la verità anche in altre occasioni come a Fatima e a Lourdes, i veggen­ti hanno avuto delle difficoltà da parte dell'autorità civi­le. A Medjugorje sono state molto più gravi e prolunga­te a causa del regime comunista, ateo e repressivo, che si è ostinato per anni a vedere in questo fenomeno squi­sitamente religioso chissà quale complotto politico. Benché gli abitanti di Medjugorje non ne parlino volen­tieri, non vi è dubbio che l'atteggiamento del Vescovo di Mostar, Mons. Zanic, prima favorevole e poi contrario alle apparizioni, è stato motivo di profonda e intima sof­ferenza, alleviata in parte dalla decisione della Santa Sede di avocare a sé il caso. Tutte queste difficoltà alla fine sono state superate e, poiché la Sapienza Divina sa trarre il bene dal male, alla fine esse hanno contribuito a rendere ancora più credi­bili le apparizioni. Accanto alla persecuzione vi è stata però anche la sedu­zione che ha insidiato questi ragazzi con l'arrivo del mondo occidentale, con le sue comodità e i suoi miti.

 

PADRE LIVIO: Si, la grazia della testimonianza e della perseveranza.

JAKOV: Sicuramente. Infatti non mi è mai capitato di dire: "Ma perché è successo proprio a me?" oppure "O Dio non ti voglio più. Sono stanco." Proprio mai!

PADRE LIVEO: Beh, non bisogna dimenticare che ci sono dei profeti, ad esempio Geremia, che si lamen­tano che il Signore abbia dato loro il compito della testimonianza e gli chiedono di essere esonerati. Lui preferiva una vita privata più tranquilla. [58]

          (58) Noi giustamente riteniamo fortunati questi ragazzi che hanno avuto la grazia straordinaria di vedere la Madonna ogni giorno, per così tanto tempo. Non bisogna però dimenticare le croci che hanno dovuto portare e l'impegno di generosità che la Madonna ha loro chiesto. Oltre a rendersi disponibili ogni giorno per l'incontro con la Madonna (con la preghiera che lo precede e lo segue), hanno dovuto dedicare ogni giorno tempo e energie per la testimonianza davanti ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Questa disponibilità è stata condivisa in modo ammirevole anche dalle loro famiglie. In pratica la Madonna si è presa la vita di questi ragazzi, i quali però hanno nel frattempo dovuto affrontare gli studi e poi pensare al proprio futuro, al lavoro e alla famiglia. La loro giornata è sempre stata molto piena e personal­mente li ho visti impegnati nell'apostolato assai più di molti sacerdoti o religiosi. La Madonna ha dato loro molto, ma non ha chiesto di meno.

La testimonianza quotidiana

JAKOV: Qualche volta, quando ci sono tanti pelle­grini a Medjugorje e bussano ogni momento alla porta, ci capita di dire: "Ma come facciamo. ..?" A volte si creano delle situazioni difficili, perché siamo tutti uomini e tutti ci stanchiamo. Ma non ci siamo certo lamentati con la Madonna perché ci ha scelto per dare testimonianza.

PADRE LIVIO: Forse la gente non si rende conto quanto sia impegnativa la testimonianza quotidia­na e continuata davanti ai pellegrini. Non dico che è difficile, ma certo richiede tanta pazienza.

JAKOV: Molto dipende dai gruppi che vengono a Medjugorje. Ve ne sono alcuni che vengono solo per sentire i messaggi della Madonna. Ma ce ne sono altri che fanno strane domande, come ad esempio se ci saranno i tre giorni di buio, se biso­gna preparare le candele e cose di questo genere. Dipende molto dalle persone che vengono. Certo che se tu vedi gente che vuole accogliere i mes­saggi della Madonna, tu nel tuo cuore senti una immensa gioia, ma se vengono rivolte domande strane... (59)

          (59) Jakov vuole alludere a quei gruppi che fanno rife­rimento a sedicenti rivelazioni private, i quali vengono a Medjugorje per desiderio di morbosa curiosità e non per crescere nella fede, come chiede la Madonna. Una delle loro caratteristiche è la ricerca di profezie sui particolari dell'imminente fine del mondo. I pellegrini di questo genere non sono certo numerosi, ma sono fastidiosi, perché non hanno il cuore aperto a ricevere il messag­gio della Regina della pace.

 

PADRE LIVIO: Mi ha molto colpito il comportamen­to di Bernadette, la quale, prima di entrare in con­vento è rimasta otto anni a Lourdes per rendere testimonianza delle apparizioni. Anche per lei la penitenza più grande era quella di ricevere i pelle­grini, pur facendolo con grande generosità e dol­cezza. Evidentemente si tratta di un impegno stressante.

JAKOV: Eh, questo dipende dalla gente.

PADRE LIVIO: Ce n'è di ogni genere e specie.

La conversione: il messaggio centrale

JAKOV: Dipende molto dalla gente che viene giù. Vi posso fare una confidenza. Un giorno, prima di venire qui da Medjugorje, ero seduto davanti alla casa di mia zia. Passa un uomo e mi dice: "Posso salutarti?". Allora, lo saluto tranquillo col sorriso. Ma in realtà mi voleva riprendere con la telecame­ra. Gli dico: "Per favore non registrami", perché ero li privatamente con gli amici, ma lui insisteva. Allora mi sono messo dietro una tenda, per non farmi riprendere. E lui mi dice: "Ecco, noi in Argentina, anche se non abbiamo la Madonna, abbiamo più fede di voi".

Dipende dalla gente, da come essa è e dal motivo per cui viene a Medjugorje. Per questo dico sem­pre ai pellegrini. "Quando venite a Medjugorje non è per vedere com'è, non è per vedere i veg­genti, non è per cercare dei segni, ma è per la vostra conversione. Questa è la cosa più grande". (60)

          [60] Comunque va detto che la pazienza dei veggenti, specialmente di alcuni di loro, e delle loro famiglie ha raggiunto in tutti questi anni le vette dell'eroismo. La Madonna può essere ben fiera di una testimonianza così limpida, serena e generosa, davanti a gente provenien­te da ogni parte del mondo, fra cui molti malati, anche mentali. Personalmente non ho visto da nessun'altra parte della Chiesa un'accoglienza così semplice e familiare. Questa è una delle ragioni per cui, chi va a Medjugorje, torna a casa quasi sempre contento e toccato nel cuore. Indubbiamente la Madonna fa la sua parte, ma questo le è consentito da un ambiente molto accogliente, che spinge la gente a ritornare più volte.

 

PADRE LEVIO: Potremmo dire che la conversione è il messaggio centrale di Medjugorje.

JAKOV: Questa è la cosa più grande, l'unica per la quale un pellegrino deve venire a Medjugorje. [61]

          [61]  Jakov dimostra di aver colto il cuore del messag­gio della Regina della pace, la quale è venuta per richia­mare il mondo sulla via di Dio. Da questo punto di vista Medjugorje rappresenta l'appello più accorato della Madonna, incominciato con La Salette e proseguito con Lourdes e Fatima. Si tratta di un crescendo continuo sfo­ciato in quel grido: “Vi supplico, convertitevi”; che costituisce uno dei momenti più alti e drammatici del tempo di grazia di Medjugorje.

 

PADRE LIVIO: Senti Jakov, proprio ieri mi ha telefo­nato un giornalista di un grande quotidiano italia­no, che voleva conoscere più a fondo e avere una documentazione di una trasmissione che aveva ascoltato alcuni giorni prima a Radio Maria. Si trattava dell'intervista fatta a Vicka, durante la quale lei racconta l'esperienza di quando siete stati portati col corpo dalla Madonna a vedere il Paradiso, l'inferno e il Purgatorio. Mi diceva che, come uomo che riflette sul suo destino, questa testimonianza l'aveva colpito molto, rimanendo, inoltre, impressionato dalla sincerità e dalla sem­plicità della testimonianza.

Viaggio nell’aldilà con il corpo

PADRE LIVIO: Quello che abbiamo sentito da Vicka, vorremmo ascoltarlo ora anche dalla tua viva voce. Credo che le due testimonianze insieme divente­ranno non solo più credibili, ma anche più com­plete.

Vorrei però prima osservare che mai era successo, in due millenni di cristianesimo, che due persone fossero state portate nell'aldilà col loro corpo e poi riportate fra di noi, affinché ci riferissero quanto avevano visto. Indubbiamente la Madonna ha voluto dare un forte richiamo all'uomo moderno, che spesso pensa che con la vita finisce tutto. Questa testimonianza sull'aldilà è indubbiamente una delle più forti che Dio ci abbia mai rivolto, ed è da ritenere a mio giudizio un atto di grande mise­ricordia nei confronti della nostra generazione.

Vorrei sottolineare il fatto che qui ci troviamo di fronte a una grazia straordinaria che avete ricevu­to e che a noi credenti non è lecito sottovalutare. Infatti, lo stesso apostolo Paolo, quando vuole ricordare ai suoi denigratori i carismi che ha rice­vuto da Dio, menziona proprio il fatto di essere stato trasportato in Paradiso; non sa dire però se col corpo o senza corpo. Si tratta indubbiamente di un dono rarissimo e straordinario, dato da Dio a voi, ma soprattutto a noi. Ora chiediamo a Jakov di raccontarci questa incre­dibile esperienza nel modo più completo possibile. Quando è avvenuto? Quanti anni avevi allora?

JAKOV: Avevo undici anni.

PADRE LIVIO: Ti ricordi che anno era?

JAKOV: Era il 1982.

PADRE LIVIO: Non ti ricordi in che mese?

JAKOV: Non mi ricordo.

PADRE LIVIO: Neanche Vicka si ricorda il mese. Forse era Novembre?

JAKOV: Non posso dirlo.

PADRE LIVIO: Comunque eravamo nel 1982?

JKOV: Sì.

PADRE LIVIO: Il secondo anno delle apparizioni, dunque.

JAKOV: Io e Vicka eravamo nella mia casa vecchia.

PADRE LIVEO: Sì, mi ricordo di averla vista. Ma c'è ancora adesso?

JAKOV: No, non c'è più adesso. C'era mia mamma dentro. La mamma è uscita fuori un attimo, men­tre io e Vicka abbiamo parlato e scherzato.

PADRE LIVIO: Dove eravate stati prima? Ho sentito dire che eravate andati a Citluk.

JAKOV: Sì.. Penso che gli altri erano rimasti là, mentre noi siamo tornati a casa. Non mi ricordo bene adesso.

PADRE LIVIO: Dunque voi due eravate nella casa vecchia, mentre tua mamma era uscita un momen­to.

JAKOV: Vicka ed io abbiamo parlato e scherzato.

PADRE LIVIO: Che ore erano più o meno?

JAKOV: Era pomeriggio. Ci giriamo e vediamo in mezzo alla casa la Madonna e subito ci inginoc­chiamo. Lei ci saluta come sempre e dice...

PADRE LIVIO: Come saluta la Madonna?

JAKOV: Saluta dicendo "Sia lodato Gesù Cristo Poi subito ci ha detto: “Adesso vi porto con me “. Ma immediatamente ho risposto di no. [62]

          [62] Già nel suo consueto saluto la Madonna volge la nostra attenzione alla persona divina di Gesù. Questo saluto di Maria è una bella consuetudine della Chiesa, che va rinverdita ed estesa, come anche il Santo Padre ci invita a fare col suo esempio.

 

PADRE LIVIO: "Vi porto con me" ... Dove?

JAKOV: A farci vedere il Paradiso, l'inferno e il Purgatorio.

PADRE LIVIO: Vi ha detto: "Adesso vi porto con me a farvi vedere il Paradiso, l'inferno e il Purga­torio", e tu ti sei spaventato?

JAKOV: Le ho detto: "No, io non vado". Ho pensa­to, infatti, che avevo già accettato la Madonna, le sue apparizioni e i suoi messaggi. Ma adesso che dice: "Ti porto a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l'inferno", per me è già un'altra cosa...

PADRE LIVIO: Un'esperienza troppo grande?

JAKOV: Si e le ho detto: "No, Madonna, no. Tu por­tati Vicka. Loro sono otto, mentre io sono figlio unico. Anche se di loro ne rimane uno in meno ...

PADRE LIVIO: Tu pensavi che...

JAKOV: Che non sarei tornato più giù. Ma la Madonna ha detto: "Non dovete avere paura di niente. Io sono con voi" [63]

          [63] Questa "no', di Jakov alla Madonna rende tutta la narrazione altamente credibile. Jakov era un bambino di undici anni, ma nonostante ciò si rende conto che l'esperienza che sta per affrontare è troppo grande per lui. Già aveva dovuto aprirsi a realtà incredibili e straordi­narie, che avevano radicalmente cambiato la sua vita. Ora è normale che la natura umana tremi di fronte a un orizzonte sconosciuto e in un certo senso temibile come l'aldilà. È la grazia della presenza di Maria che aiuta i due ragazzi ad affrontare questo mondo ignoto, oltre i limiti della nostra esperienza.

 

PADRE LIVIO: Certo che la presenza della Madonna dà grande sicurezza e serenità.

“Ti porto a vedere il Paradiso…”

JAKOV: Ci ha preso per mano.. è durato proprio...

PADRE LIVIO: Senti Jakov; vorrei una precisazione. Ti ha preso per la mano destra o per quella sini­stra?

JAKOV: Non mi ricordo.

PADRE LIVIO: Sai perché te lo chiedo? Vicka dice sempre che la Madonna ha preso lei per la mano destra.

JAKOV: E allora ha preso me per la mano sinistra.

PADRE LIVIO: E poi che cosa è successo?

JAKOV: Dopo è proprio durato pochissimo... Abbiamo visto subito il cielo...

PADRE LIVIO: Senti, ma come avete fatto ad uscire di casa?

JAKOV: La Madonna ci ha preso e si è aperto tutto.

PADRE LIVIO: Si è aperto il tetto?

JAKOV: Sì, tutto. Poi siamo subito arrivati in Paradiso.

PADRE LIVIO: In un istante?

JAKOV: In un istante.

PADRE LIVIO: Mentre andavate su in Paradiso, guardavate giù?

JAKOV: No.

PADRE LIVIO: Tu non hai guardato giù?

JAKOV: No. [64]

          [64] Vicka, più grande e più osservatrice di Jakov, rac­conta di aver guardato in basso e di aver visto la terra molto piccola. Ambedue concordano nel dire che sono arrivati in Paradiso in un attimo. Per comprendere cor­rettamente questa straordinaria testimonianza, occorre tener conto della pedagogia divina, che mostra l'aldilà così come la nostra natura umana di pellegrini sulla terra lo può comprendere e recepire. D'altra parte non bisogna dimenticare che in Paradiso, in Purgatorio e all'inferno ci sono le anime senza i corpi, i quali risusciteranno alla fine del mondo. Di questa testimonianza a mio parere occorre cogliere l'esattezza teologica, in quanto la descrizione della sostanza del­l'aldilà corrisponde in tutto alla fede della Chiesa. Bisogna anche sottolineare l'estremo realismo, quasi a voler sottolineare la concretezza di queste verità riguar­danti il nostro destino ultimo.

 

PADRE LIVIO: Non hai visto niente mentre salivate in alto?

JAKOV: No, no, no. Entriamo in questo spazio immenso...

PADRE LIVIO: Un momento. Ho sentito dire che prima siete passati da una porta. C'era una porta o non c'era?

JAKOV: Sì, c'era. Vicka dice che lei ha visto anche..., come si dice...

PADRE LIVIO: San Pietro.

JAKOV: Si, San Pietro.

PADRE LIVIO: Tu, l'hai visto?

JAKOV: No, non ho guardato. Ero così spaventato in quel momento che nella mia testa non so cosa... (65)

          [65]  Jakov fin dall'inizio aveva mostrato la sua rilut­tanza a fare questa esperienza e ha bisogno di tempo per ritrovare la calma. Ciò avverrà fra poco, quando gusterà la gioia del Paradiso che lui ha descritto in un modo insuperabile, con pochi profondissimi accenni.

 

PADRE LIVIO: Vicka invece guardava tutto. Per la verità lei vede sempre tutto, anche su questa .terra. 

JAKOV: Lei era più coraggiosa.

PADRE LIVIO: Lei dice di aver guardato giù e di aver visto la terra piccola, e dice anche che, prima di entrare in Paradiso, c'era una porta chiusa. Era chiusa?

JAKOV: Sì, e dopo man mano si è aperta e siamo entrati.

PADRE LIVIO: Ma chi l'ha aperta?

JAKOV: Non so. Da sola...

PADRE LIVIO: Si è aperta da sola?

JAKOV: Sì, sì.

PADRE LIVIO: Sì è aperta davanti alla Madonna?

JAKOV: Sì, si, proprio così. Entriamo in questo spa­zio... [66]

          [66] Mi sono permesso di insistere su questo partico­lare della porta che si apre davanti alla Madonna, per­ché forse qui è simboleggiata la bellissima invocazione con la quale chiamiamo Maria "Porta del cielo".

 

PADRE LIVIO: Senti, camminavate su qualcosa di solido?

JAKOV: Cosa? No, non sentivo niente.

PADRE LIVIO: Eri proprio preso da una grande paura.

JAKOV: Eh, non sentivo proprio né i miei piedi, né le mie mani, niente in quel momento.

PADRE LIVIO: Vi ha tenuto per mano la Madonna?

JAKOV: No, dopo non mi ha più tenuto per mano. (67)

          [67]  La Madonna aveva preso per mano Jakov e Vicka, in precedenza, quando dalla casa li aveva portati in Paradiso.

 

PADRE LIVIO: Lei vi precedeva e voi la seguivate.

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: È ovvio che fosse lei a precedervi in quel regno misterioso.

JAKOV: Entriamo in questo spazio...

PADRE LIVIO: Anche se c'era la Madonna, avevi lo stesso paura?

JAKOV: Oh!

PADRE LIVIO: Incredibile, avevi paura!

JAKOV: Perché, come ho detto prima, pensi...

PADRE LIVIO: Si trattava di un'esperienza tutta nuova.

JAKOV: Tutta nuova, perché non avevo mai pensa­to… Lo sapevo, perché ce lo hanno insegnato fin da bambini, che c'è il Paradiso, come pure l'infer­no. Ma sai, quando a un bambino parlano di que­ste cose, ha una paura grandissima.

 

PADRE LIVIO: Non dobbiamo dimenticarci che Vicka aveva sedici anni e Jakov soltanto undici. Una diversità di età importante.

JAKOV: Eh, infatti.

PADRE LIVIO: Certo, è perfettamente comprensibi­le.

JAKOV: E quando dici a un bambino: "Adesso ti porto a vedere quelle cose là", penso si spaventi.

PADRE LIVIO: (rivolto ai presenti): "C'è un bambi­no qui di dieci anni? Eccolo. Guardate com'è pic­colo. Portatelo nell'aldilà e vedrete se non si spa­venta".

JAKOV: (rivolto al bambino): Non te lo auguro.

PADRE LIVIO: Hai provato, dunque, un' emozione grandissima?

JAKOV: Sicuramente.

La gioia del Paradiso

PADRE LIVIO: Che cosa hai visto in Paradiso?

JAKOV: Entriamo in questo spazio immenso.

PADRE LIVIO: Uno spazio immenso?

JAKOV: Sì, una luce bellissima nella quale si può vedere dentro... Gente, tanta gente.

PADRE LIVIO: È affollato il Paradiso?

JAKOV: Si, c'è tanta gente.

PADRE LIVIO: Per fortuna sì.

JAKOV:  Gente che era vestita con vesti lunghe.

PADRE LIVIO: Vesti, nel senso di tuniche lunghe?

JAKOV: Si La gente cantava.

PADRE LIVIO: Cosa cantava?

JAKOV: Cantava delle canzoni, ma non abbiamo capito che cosa.

PADRE LIVIO: Immagino che cantassero bene.

JAKOV: Si, si. Le voci erano bellissime.

PADRE LIVIO: Voci bellissime?

JAKOV: Sì, voci bellissime. Però la cosa che più mi ha colpito è stata proprio quella gioia che vedevi sul viso di quella gente.

PADRE LIVIO: Si vedeva la gioia sul volto delle per­sone?

JAKOV: Si, sul viso della gente. Ed è quella gioia che senti dentro, perché finora abbiamo parlato della paura, ma quando siamo entrati in Paradiso, in quel momento si sentiva solo la gioia e la pace che si possono sentire nel Paradiso.

PADRE LIVIO: Anche tu nel tuo cuore la sentivi?

JAKOV: Anch'io nel mio cuore.

PADRE LIVIO: E quindi hai in un certo senso gusta­to un po' di Paradiso.

JAKOV: Ho gustato quella gioia e quella pace che si sentono in Paradiso. Per questo tutte le volte che mi chiedono com'è il Paradiso, non mi piace molto parlarne.

PADRE LIVIO: Non è esprimibile.

JAKOV: Perché ritengo che il Paradiso non è quello che noi vediamo veramente con i nostri occhi.

PADRE LIVIO: Interessante quello che stai dicen­do..

JAKOV: Il Paradiso è quello che vediamo e che sen­tiamo nel nostro cuore. [68]

          [68] Jakov è perfettamente consapevole che la Madonna ha fatto vedere il Paradiso, e successivamente il Purgatorio e l'inferno, nel modo in cui a noi, che siamo ancora nella fragilità della carne, è possibile capire e vedere. Le immagini non sono necessariamente da pren­dere alla lettera, ma piuttosto da interpretare nel loro valore simbolico. Lo spazio immenso sta a indicare che siamo oltre i limi­ti della finitezza e siamo entrati nel mondo dell'infinito. La luce richiama la divina presenza che ci avvolge. lì grande numero dei salvati ricorda la moltitudine immen­sa di cui parla l'Apocalisse. lì canto esprime la preghie­ra e la lode di Dio, che si contrappone alle bestemmie dell'inferno. La pace e la gioia sui volti rendono molto bene il concetto di beatitudine eterna che è data come ricompensa ai giusti. Jakov non sotto valuta affatto ciò che la Madonna ha fatto vedere, però la vera misura di ciò che è il Paradiso l'ha avuta non dai suoi occhi, ma dal suo cuore. È col cuore che ha pregustato qualcosa di quella gioia divina del Paradiso, di cui però anche qui sulla terra ci viene data la caparra, se ci apriamo alla grazia di Dio.

 

PADRE LIVIO: Questa testimonianza mi pare ecce­zionale e molto profonda. Infatti Dio deve adattar­si alla debolezza dei nostri occhi di carne, mentre è nel cuore che può comunicarci le realtà più subli­mi del mondo soprannaturale.

JAKOV: È quello che si sente dentro la cosa più importante. Per questo, anche se volessi descrive­re quello che ho sentito in Paradiso, non potrei mai, perché non è esprimibile ciò che ha sentito il mio cuore.

PADRE LIVIO: Il Paradiso quindi non era tanto quel­lo che hai visto quanto quello che per grazia hai sentito dentro dite.

JAKOV: Quello che ho sentito, sicuramente.

PADRE LIVIO: E che cosa hai sentito?

JAKOV: Una gioia immensa, una pace, una voglia di rimanere, di stare sempre lì. E uno stato in cui non pensi a niente e a nessun altro. Ti senti rilassato in tutti i modi, una esperienza incredibile. [69]

          [69]  Qui Jakov cerca di descrivere lo stato esistenziale in cui una persona è liberata da ogni paura, preoccupa­zione e angoscia. L'Apocalisse descrive la medesima realtà con le celebri espressioni: "Non vi sarà più la morte, lutto, lacrima, lamento, perché le cose di prima sono passate" (22,4). Nei suoi messaggi la Madonna ha accennato più volte al Paradiso, senza descriverlo, ma dicendo che “Nel cielo c'è la gioia”; che noi possiamo già sperimentare in anticipo, nel pellegri­naggio della vita, quando camminiamo sulla via della salvezza.

 

PADRE LIVIO: Eppure eri un bambino.

JAKOV: Ero un bambino, sì.

PADRE LIVIO: Ma sentivi tutto questo?

JAKOV: Sì, sì.

PADRE LIVIO: E che cosa ha detto la Madonna?

JAKOV: La Madonna ha detto che in Paradiso va la gente che è rimasta fedele a Dio. È per questo che, quando parliamo del Paradiso, ora possiamo richiamare questo messaggio della Madonna che dice: "Io sono venuta qui per salvarvi tutti e por­tarvi tutti un giorno da mio Figlio". Così tutti potremo conoscere quella gioia e quella pace che si sentono dentro. Quella pace e tutto ciò che Dio ci può dare si sperimentano in Paradiso. [70]

          [70]  A jakov non sfugge il motivo per cui la Madonna lo ha portato col corpo in Paradiso insieme a Vicka. Si tratta di ricordare a noi uomini che cosa Dio ha prepa­rato per coloro che si aprono a lui. Si dischiude così ai nostri occhi lo sbocco dell'eterna gioia, verso cui la nostra vita è diretta, quando persevera sulla via di Dio. Oggi gli uomini hanno perso queste prospettive e la Madonna è ricorsa a una esperienza così forte e unica nel suo genere per richiamarci all'essenziale. L'obiettivo di salvare tutte le anime e portarle in Paradiso è anche la ragione addotta dalla Madonna per spiegare la sua lunga permanenza in mezzo a noi.

 

PADRE LIVIO: Senti Jakov: in Paradiso avete forse visto Dio?

JAKOV: No, no, no.

PADRE LIVIO: Avete solo gustato la sua gioia e la sua pace?

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: La gioia e la pace che Dio dà in Paradiso?

JAKOV: Sicuramente. E dopo questo...

PADRE LIVIO: C'erano anche gli angeli?

JAKOV: Io non li ho visti.

PADRE LIVIO: Tu non li hai visti, ma Vicka dice che in alto c'erano dei piccoli angeli che volavano. Osservazione assolutamente giusta, visto che in Paradiso ci sono anche gli angeli. Solo che tu non guardi troppo ai particolari e vai sempre all'essen­ziale. Sei più attento alle esperienze interiori che alle realtà esteriori. Quando hai descritto la Madonna, non hai fatto tanto riferimento ai tratti esterni, ma hai subito colto il suo atteggiamento di madre. Allo stesso modo per quanto riguarda il Paradiso, la tua testimonianza riguarda in primo luogo la grande pace, l'immensa gioia e il deside­rio di restare li che si provano.

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: Ecco, che altro puoi dire del Paradiso, Jakov?

JAKOV: Nient'altro del Paradiso.

PADRE LIVIO: Senti, Jakov; quando tu vedi la Madonna non senti già un po' di Paradiso nel cuore?

JAKOV: Sì, ma è diverso.

PADRE LIVIO: Ah sì? E qual è la diversità?

JAKOV: Come abbiamo detto prima, la Madonna è Madre. Nel Paradiso non senti quel tipo di gioia, ma un'altra.

PADRE LIVIO: Vuoi dire una gioia diversa?

JAKOV: Si sente un'altra gioia, diversa da quella che si prova quando si vede la Madonna.

PADRE LIVIO: Quando si vede la Madonna che gioia si prova?

JAKOV: Una gioia di madre.

PADRE LIVIO: Invece in Paradiso com'è la gioia: e maggiore, minore o uguale?

JAKOV: Per me è una gioia più grande.

PADRE LIVIO: Quella del Paradiso è più grande?

JAKOV: Più grande. Perché penso che il Paradiso è il massimo che si possa avere. Però anche la Madonna ti dà tantissima gioia. Sono due gioie diverse. [71]

          [71] Dobbiamo essere grati a Jakov che, per grazia della Madonna, con questa descrizione, semplice ma unica nel suo genere, ha fatto pregustare a tutti coloro che lo ascoltavano un po' di quella gioia che Dio ci ha preparato in Paradiso. Nessuno può raccontare queste cose se non le ha spe­rimentate. Nulla come questo tipo di testimonianze rende credibili le apparizioni. Infatti, queste cose si pos­sono riferire solo se la bocca parla col cuore pieno e tra­boccante. A mia conoscenza è la prima volta che Jakov ha dato pubblicamente una testimonianza di questo genere sull'aldilà.

 

PADRE LIVIO: Si tratta di due gioie diverse, ma quella del Paradiso è proprio una gioia divina, che nasce dalla contemplazione di Dio faccia a faccia. A voi ne è stato dato un anticipo, nella misura in cui potevate sostenerlo. Personalmente posso dire che, nei molteplici testi mistici che ho letto duran­te la mia vita, non ho mai sentito descrivere il Paradiso in termini cosi sublimi e coinvolgenti, anche se improntati alla più grande semplicità e veramente comprensibili da tutti.

PADRE LIVIO: Bravo, Jakov! Adesso andiamo a vedere il Purgatorio. Dunque siete usciti dal Paradiso... Come è avvenuto? La Madonna vi ha condotto fuori?

JAKOV: Si, si. E ci siamo trovati...

PADRE LIVIO: Scusami, ma ho ancora una doman­da: il Paradiso secondo te è un luogo?

JAKOV: Sì, è un luogo.

PADRE LIVIO: Un luogo, ma non come ce ne sono sulla terra.

JAKOV: No, no, un luogo senza fine, ma non è come un nostro luogo qui. È un'altra cosa. Tutta un'altra cosa.

La sofferenza del Purgatorio

JAKOV: Poi ci siamo trovati in uno spazio pieno di nebbia. Non posso dire altro per descriverlo se non dicendo che era una specie di nebbia. Lì dentro abbiamo visto solo dei movimenti, ma la gente, le persone, non le abbiamo viste. La Madonna ci ha detto che dobbiamo pregare tanto per le anime del Purgatorio, perché hanno veramente bisogno delle nostre preghiere.

PADRE  LIVIO: Senti un po': ma uscendo dal Paradiso è scomparsa anche quella gioia?

JAKOV: Sì, ma non è scomparsa del tutto. Quando però entri nel Purgatorio non senti più ciò che hai sentito prima.

PADRE LIVIO: No? Che cosa si sente?

JAKOV: Si sente... Quando vedi questi movimenti dentro la nebbia, subito pensi che sono le anime della gente e anche tu senti fastidio. Senti fastidio, ma anche pena per loro.

PADRE LIVIO: Senti anche la pena per loro?

JAKOV: Ti dispiace per loro perché sono finiti lì e perché un attimo prima eri in quella gioia immen­sa e in quella pace e vedevi la gente che era pro­prio contenta. Poi vedi queste anime che soffrono e subito provi pena per loro.

PADRE LIVIO: Certo, e quindi dobbiamo pregare per loro.

JAKOV: La Madonna ha raccomandato tanto di pre­gare per le anime del Purgatorio, perché hanno bisogno delle nostre preghiere.

PADRE LIVIO: In questo modo il Purgatorio viene abbreviato?

JAKOV: Sì. Oggi tante volte affermiamo, e anch'io spesso l'ho sentito, che un nostro caro, che è morto, è andato sicuramente in Paradiso. Solo Dio sa dove sono i nostri morti. [72]

          [72]  Osservazione piena di saggezza, ed impressiona il fatto che sia un ragazzo a farla. Anche noi sacerdoti, quando celebriamo i funerali, siamo molti facili ad asse­gnare il Paradiso a chiunque. Sarebbe molto più giusto e più utile invece invitare i fedeli alla preghiera inces­sante per le anime dei nostri cari morti e per tutte le anime più abbandonate del Purgatorio.

 

PADRE LIVIO: Secondo te allora in che modo pos­siamo aiutarli?

JAKOV: Possiamo pregare per i nostri morti. Offrire sante Messe per loro.

PADRE LIVIO: Molto giusto...

JAKOV: È per questo che la Madonna si rivolge a noi. (73)

           [73] La descrizione che Jakov fa del Purgatorio rispec­chia fedelmente gli insegnamenti della fede. Si tratta infatti di un luogo di sofferenza, ma non senza speran­za. La stessa nebbia, che si contrappone alla luce del Paradiso, sta a indicare che non siamo in una oscurità senza sbocchi. È nel medesimo tempo un luogo di puri­ficazione, la quale può essere abbreviata dalle nostre preghiere. L'invito della Madonna a pregare per le anime del Purgatorio pare essere uno dei motivi che l'hanno spin­ta a portarvi due ragazzi. Si tratta di una forma squisi­ta di carità, che corrisponde alla grande tradizione della Chiesa, ma che deve essere riscoperta in tutto il suo valore dai fedeli. La Madonna anche nei messaggi rivolti tramite la veg­gente Marija ha invitato a pregare per le anime del Purgatorio, sottolineando che esse a loro volta ci aiuta­no a comprendere che le cose della terra non sono cosi importanti per noi e che il Cielo è la sola meta a cui dob­biamo tendere.

Il fuoco dell’inferno

PADRE LIVIO: Certo. E poi...

JAKOV: Poi dopo non farmi più domande. Dell'inferno non ne ho mai parlato. Non mi è mai piaciuto farlo e non ho nemmeno guardato tanto.

PADRE LIVIO: Sì? Perché?

JAKOV: Per me è stato...

PADRE LIVIO: Forse perché eri piccolino?

JAKOV: Ero piccolino ed è molto impressionante. Non appena mi sono avvicinato, subito non ho voluto più guardare.

PADRE LIVIO: E hai guardato da un'altra parte?

JAKOV: Sì. Al solo ripensare all'inferno, mi vengono i...

PADRE LIVIO: Ti vengono i brividi?

JAKOV: Mi vengono i brividi e mi viene da star proprio male.

PADRE LIVIO: Ti viene da star male? Ma che cosa hai visto, che cosa hai visto, così con un colpo d'occhio al primo momento?

JAKOV: Abbiamo visto un fuoco.

PADRE LIVIO: (rivolto al pubblico della catechesi giovanile): Ragazzi scusate, vale la pena sottoli­neare che in due millenni di storia del cristianesi­mo nessuno è mai andato nell'aldilà a vedere l'in­ferno e poi è tornato nell'aldiqua. E per di più lo sta dicendo a Radio Maria che si sente non solo in tutta Italia, ma anche in America. Stiamo vivendo indubbiamente un momento importante ed emo­zionante. Scusa Jakov... Eri piccolino e fortemen­te impressionato?

JAKOV: Sicuramente. Perché penso che ogni bam­bino piccolo, quando vede una cosa brutta, ne rimane seriamente impressionato, assai più delle persone grandi.

PADRE LIVIO: Sì, certo.

JAKOV: Noi abbiamo visto... Nell'istante in cui ho guardato ho visto un fuoco e dentro il fuoco…

PADRE LIVIO: Era grande il fuoco?

JAKOV: Sì. E ho visto gente, ma non era gente. Era un tipo di gente che si trasformava, e poi subito mi sono...

PADRE LIVIO: Che si trasformava in che cosa?

JAKOV: In un tipo di animali...

PADRE LIVIO: In figure orribili?

JAKOV: Sì. Allora mi sono girato e non ho più guar­dato queste cose.

PADRE LIVIO: Non hai più guardato?

JAKOV: No. Ecco quella scena è rimasta sempre impressa nella mia testa. Infatti ai pellegrini non racconto mai dell'inferno.

Dio non vuole nessuno all'inferno

PADRE LIVIO: Si, ho capito. Ma la Madonna in quell'occasione ha detto qualcosa?

JAKOV: No, a me no.

PADRE LIVIO: A Vicka ha detto che all'inferno ci vanno quelli che ci vogliono andare.

JAKOV: Ecco, sicuramente.

PADRE LIVIO: Sei d'accordo anche tu?

JAKOV: Dio non ci vuole nessuno all'inferno. Siamo noi che ci vogliamo andare.

PADRE LIVIO: La Madonna vuole che nessuno vada all'inferno?

JAKOV: Ma sicuramente. Lei ci vuole tutti in Paradiso.

PADRE LIVIO: Senti Jakov, non pensi che la Madonna ti abbia portato nell'aldilà, come per dire: "Attenzione perché...?"

JAKOV: Certamente. Non è detto che io, che ho visto la Madonna, vada direttamente in Paradiso.

PADRE LIVIO: Nessuno può essere sicuro di niente, se non si impegna. Ma io volevo dirti che la Madonna forse desiderava farvi vedere l'inferno affinché poi, come d'altra parte ha fatto Gesù con la sua parola, voi metteste in guardia gli uomini del nostro tempo su dove porta la via del peccato.

JAKOV: Sicuramente. Però finora ho parlato solo del Paradiso e del Purgatorio. L’inferno lo lascio a Vicka, che lo racconta così bene... [74]

          [74]  La testimonianza di Jakov sull'inferno, benché meno completa di quella di Vicka, ha tuttavia un grande valore. Innanzi tutto coincide nell'essenziale. L'inferno è stato presentato evangelicamente ai ragazzi come un grande fuoco. La trasformazione degli uomini in figure di animali orribili e spaventosi sta a indicare la perversione spirituale della creatura che rifiuta irrevocabilmente Dio. La grande paura che l'insolito e terrificante spettacolo ha suscitato nel bambino ci là capire più di ogni altra cosa quale tremenda realtà sia mai l'inferno. E bastato uno sguardo per far capire a Jakov la cosa più importante che la Madonna voleva comprendesse, e cioè che la per­dizione eterna è una realtà, ma tuttavia noi con un po' di buona volontà possiamo evitarla, perché Dio ci vuole salvi con sé in Paradiso.

 

PADRE LIVIO: Comunque anche la tua testimonian­za è stata molto efficace. Ci hai detto che ti ha fatto così impressione, che ti ha così colpito, che ti ha arrecato una così grande pena...

JAKOV: Sì, una grande pena per la gente....

E’ difficile salvarsi?

PADRE LIVIO: Ti faceva pena quella gente che era là dentro?

JAKOV: Sì. Tu in quel momento pensi: ma ci voleva così tanto per salvarsi?

PADRE LIVIO: È proprio così!

JAKOV: Ci voleva così poco. Solo...

PADRE LIVIO: Ci vuole poco per salvarsi?

JAKOV: Ci vuole poco per ciascuno di noi per sal­varsi e quel poco lì consiste nell'aprire il nostro cuore a Dio.

PADRE LIVIO: Basterebbe almeno chiedere la sua misericordia.

JAKOV: Sicuramente, chiederla.

PADRE LIVIO: Dunque Jakov non è poi così diffici­le salvarsi?

JAKOV: Sicuramente ci vuole poco. La Madonna ha detto, come ho accennato prima, che basta che noi ci apriamo e per il resto fa tutto lei. [75]

          (75) Questa impostazione del discorso è assolutamen­te valida dal punto di vista teologico. È, infatti, la grazia di Dio che salva. Noi non possiamo salvarci con le nostre sole forze. Tuttavia dobbiamo collaborare con la buona volontà alla grazia che ci viene data.

 

PADRE LIVIO: Dobbiamo metterla nella condizione di poterci aiutare.

JAKOV: Con noi fa tutto la Madonna, ma noi dob­biamo aprirci a lei e donarle il nostro cuore.

PADRE LIVIO: È chiaro che non ci può salvare se noi non vogliamo.

JAKOV: Se noi le doniamo il cuore, lei poi può lavo­rare tramite noi.

PADRE LIVIO: D'accordo Jakov, ma, secondo te, perché queste persone che si trovano all'inferno non hanno voluto aprirsi?

JAKOV: Forse non hanno mai conosciuto l'amore di Dio.

PADRE LIVIO: Dio però va alla ricerca di tutti.

JAKOV: Oppure non hanno creduto che Dio esiste, non hanno mai sentito il desiderio di Dio.

PADRE LIVIO: Alla radice però c'è sempre una chiu­sura.

JAKOV: O forse non hanno corrisposto alle grazie. Purtroppo tanti dicono: "Alle apparizioni non cre­diamo". Ma come mai non ci si crede? Eppure sappiamo che sono avvenute tante volte nel mondo: a Lourdes, a Fatima, la Madonna ha lasciato dei segni. E purtroppo tanti ancora non credono. [76]

          [76] Questa osservazione è assolutamente valida. Infatti, è vero che non si è tenuti a credere alle rivela­zioni private, ma tuttavia, specialmente quando la Chiesa le approva o permette che i fedeli le seguano, esse sono una grazia che ci viene donata e della quale dovremo rispondere a Dio, come di ogni altra grazia. Più in generale, va detto che ad ognuno Dio dà i mezzi necessari per salvarsi e nessuno si perde per difetto della Divina Misericordia. La perdizione eterna di un'ani­ma avviene per scelta propria, libera e consapevole, e si consuma nella resistenza fino all'ultimo istante alla gra­zia della conversione.

 

PADRE LIVIO: Il mistero della libertà umana è grande.

JAKOV: Ma penso che chi non crede, più che di segni per i suoi occhi, ha bisogno di segni nel suo cuore. E noi queste persone le possiamo aiutare con la nostra preghiera e con il nostro esempio. [77]

          (77)  Jakov giustamente osserva che, quando il cuore è chiuso, i segni esterni non servono a molto. Il Vangelo ci ricorda che, quando Gesù risuscitò Lazzaro morto da quattro giorni compiendo il più grande dei miracoli i suoi nemici decisero di uccidere sia lui che lo stesso Lazzaro. Solo la grazia di Dio che tocca il cuore può smuovere una situazione esistenziale di chiusura a Dio. Ma essa va ottenuta anche con la nostra preghiera, col nostro esempio e con i nostri sacrifici.

 

PADRE LIVIO: Quindi possiamo aiutare le persone a salvarsi con la preghiera, con l'esempio e penso anche con i nostri sacrifici.

JAKOV: Anche con i sacrifici, perché penso che, come ho detto prima, oggi, purtroppo, gli uomini parlano tanto e dicono: "Dobbiamo fare in questo modo, dobbiamo fare in quest'altro", ma poi non mettono in pratica le loro parole. Invece dobbiamo parlare con la nostra vita, in modo tale che la gente conosca Dio che agisce dentro di noi.

PADRE LIVIO: Hai perfettamente ragione.

JAKOV: E gli uomini devono vedere e conoscere dentro di loro come Dio opera tramite noi.

PADRE LIVIO: Così deve essere.

JAKOV: Penso che questa sia la nostra testimonian­za più bella.

Con la Madonna verso la salvezza

PADRE LIVIO: Bene Jakov ora vediamo quali mes­saggi la Madonna ci ha dato per guidarci verso la salvezza eterna. Non vi è dubbio infatti che lei, come madre, sia stata cosi tanto tempo con noi per aiutarci, in un momento difficile per l'umanità, sulla via che conduce al Cielo. Quali sono i mes­saggi che la Madonna ha dato a te?

JAKOV: Sono i messaggi principali.

PADRE LIVIO: Quali?

JAKOV: Sono la preghiera, il digiuno, la conversio­ne, la pace e la santa Messa.

PADRE LIVIO: Dieci qualcosa sul messaggio della preghiera.

JAKOV: Come tutti sappiamo la Madonna ci invita ogni giorno a recitare le tre parti del rosario. E quando ci invita a pregare il rosario, o in genere quando ci invita a pregare, vuole che lo facciamo col cuore. (78)

(78)  La recita del rosario è l'invito pressante di Maria nelle grandi apparizioni dei tempi moderni. A Lourdes la Madonna è apparsa con la corona appesa al braccio destro e assisteva, sfilando i grani con la mano, al rosa­rio recitato da Bernadette. A Fatima la santa Vergine si presenta come la Madonna del Rosario. A Medjugorje chiede a tutti di recitare ogni giorno il rosario completo: i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. La recita del rosa­rio rende presente Maria nel cuore di chi prega e le per­mette di agire nell'ordine soprannaturale della grazia.

Pregare con il cuore

PADRE LIVIO: Secondo te che cosa vuoi dire prega­re col nostro cuore?

JAKOV: È una domanda difficile per me, perché io penso che nessuno potrà mai descrivere la pre­ghiera con il cuore, ma solamente provarla.

PADRE LIVIO: È quindi un'esperienza che uno deve cercare di fare.

JAKOV: In realtà penso che quando sentiamo il bisogno nel nostro cuore, quando sentiamo che il nostro cuore ha bisogno della preghiera, quando sentiamo la gioia nel pregare, quando sentiamo la pace nel pregare, allora preghiamo col cuore. Non dobbiamo però pregare come se fosse un obbligo, perché la Madonna non forza nessuno. Infatti, quando lei è apparsa a Medjugorje e ha chiesto di seguire i messaggi, non ha detto: "Dovete accettar­li", ma ha sempre invitato. [79]

          [79] Il rispetto per la nostra libertà è uno dei motivi ricorrenti nei messaggi della Regina della pace. In più occasioni lei dice che non ci vuole forzare e che il digiu­no e la preghiera devono essere un atto di amore verso di lei e verso suo Figlio Gesù. In una circostanza arriva perfino a dire: "Dio vi ha dato il libero arbitrio: dunque, fatene uso". Una delle espressioni che lei ama di più è l'imperativo "Decidetevi". "Decidetevi per Dio", "Decidetevi per la preghiera", "Decidetevi per la santità". È singolare che, in un mondo dove si parla tanto di libertà, la Madonna abbia dovuto intervenire per ricordarci che il destino eterno di ognuno dipende dalle sue libere decisioni.

Anche la Madonna prega

PADRE LIVIO: Senti un po' Jakov: la Madonna prega?

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: Come prega?

JAKOV: Certamente lei prega Gesù perché...

PADRE LIVIO: Ma tu non l'hai mai vista pregare?

JAKOV: Lei prega sempre con noi il Padre nostro e il Gloria al Padre.

PADRE LIVIO: Suppongo che preghi in un modo tutto particolare.

JAKOV: Si.

PADRE LIVIO: Se ti è possibile, prova a descrivere come prega. Sai perché ti faccio questa domanda? Perché Bernadette rimase così impressionata dal modo con cui la Madonna aveva fatto il segno della santa croce, che quando le dicevano: "Mostraci come la Madonna fa il segno di croce", lei si rifiutava dicendo: "È impossibile fare il segno della santa croce come lo fa la santa Vergine". Ecco perché ti chiedo di tentare, se ti èpossibile, di raccontarci come la Madonna prega.

JAKOV: Non possiamo, perché prima di tutto non è possibile rappresentare la voce della Madonna, che è una voce bellissima. Inoltre, anche il modo con cui la Madonna pronuncia le parole è bellissi­mo.

PADRE LIVIO: Intendi dire le parole del Padre nostro e del Gloria al Padre?

JAKOV: Si, le pronuncia con una dolcezza che non riesci a descrivere, a tal punto che se l'ascolti poi desideri e cerchi di pregare come lo fa la Madonna.

PADRE LIVIO: Straordinario!

JAKOV: E si dice: "Ecco come è la preghiera col cuore! Chissà quando arriverò anch'io a pregare come fa la Madonna". (80)

          (80) La preghiera del cuore è, dunque, qualcosa di concreto ed è la stessa preghiera di Maria. Lei è rimasta, per così tanto tempo, per pregare con noi e per insegnarci a pregare. I messaggi di Medjugorje contengono i più profondi e, nel medesimo tempo, i più semplici insegnamenti che siano mai stati dati sulla preghiera. A Medjugorje Maria è innanzi tutto Maestra di preghiera, con la sua persona e i suoi messaggi.

 

PADRE LIVIO: La Madonna prega col cuore?

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: Quindi anche tu, vedendo la Madon­na pregare, hai imparato a pregare?

JAKOV: Un po' ho imparato a pregare, ma non potrò mai pregare come la Madonna.

PADRE LIVIO: Sì, certo. La Madonna è la preghiera fatta carne.

“II Credo”: la preghiera preferita cella Madonna

PADRE LIVIO: Oltre il Padre nostro e il Gloria al Padre quali altre preghiere ha recitato la Madon­na? Ho sentito dire, mi pare da Vicka, ma non ne sono sicuro, che in alcune occasioni ha recitato il Credo.

JAKOV: No, la Madonna con me no.

PADRE LEVIO: Con te no? Mai?

JAKOV: No, mai. Qualcuno di noi veggenti ha chie­sto alla Madonna quale era la sua preghiera prefe­rita e lei ha risposto: "Il Credo".

PADRE LIVIO: Il Credo?

JAKOV: Sì, il Credo. (81)

          [81]  La risposta non deve meravigliare essendo la fede il primo dei messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje. Fin dai primi tempi lei ha detto di essere venuta per "risvegliare la lede". Il Credo, recitato col cuore, è, in effetti, un grande atto di fede in tutte le verità fondamentali del cristianesimo.

 

PADRE LIVIO: Non hai mai visto la Madonna fare il segno della santa croce?

JAKOV: No, come me no.

PADRE LIVIO: Evidentemente ci deve bastare l'e­sempio che ci ha dato a Lourdes. Allora, oltre il Padre nostro e il Gloria al Padre, non avete recita­to altre preghiere con la Madonna. Ma senti, la Madonna non ha mai recitato 1'Ave Maria?

JAKOV: No. Infatti a noi all'inizio questo sembrava strano e ci chiedevamo: "Ma perché non recita l'Ave Maria?". Una volta, durante l'apparizione, dopo aver recitato insieme alla Madonna il Padre nostro, ho continuato con l'Ave Maria, ma quando mi sono reso conto che la Madonna, invece, reci­tava il Gloria al Padre, mi sono fermato e ho con­tinuato con lei.

PADRE LIVIO: Senti, Jakov, che altro potresti dire della grande catechesi che la Madonna ci ha offer­to sulla preghiera? Quali sono gli insegnamenti che tu ne hai tratto per la tua vita?

JAKOV: Penso che la preghiera è qualcosa di fonda­mentale per noi. Diventa come un cibo per la nostra vita. Ho accennato anche prima a tutte quel­le domande che ci poniamo sul senso della vita: penso che non esista nessuno al mondo che non si è mai posto degli interrogativi su se stesso. Le risposte possiamo averle soltanto nella preghiera. Tutta quella gioia che noi cerchiamo in questo mondo la possiamo avere soltanto nella preghiera. [82]

PADRE LIVIO: E’ vero!

         [82] Sono osservazioni molto profonde, frutto di una esperienza personale. Quegli interrogativi che salgono dal profondo del cuore sul senso della vita, possono avere una vera risposta solo trovando Dio dentro di noi con la preghiera. Come pure la fame di felicità può esse­re saziata solo nutrendoci con l'infinito amore di Dio, che Egli ci dà in modo sovrabbondante nella preghiera.

Insegnare ai bambini a pregare

JAKOV: Le nostre famiglie possiamo averle sane soltanto con la preghiera. I nostri bambini cresco­no sani soltanto con la preghiera. [83]

          [83]  Qui Jakov fa eco ad una delle preoccupazioni più pressanti della Madonna, che è la preghiera familiare. E la preghiera che tiene unite le famiglie: i figli con i geni­tori e i genitori fra di loro. Essa è ancora più importan­te in quanto satana oggi opera in modo speciale per dividere le famiglie e per sedurre i giovani. Per questo la Madonna ha dedicato un anno di preghiera per le famiglie e poi un altro ancora per i giovani e le famiglie insieme.

 

PADRE LIVIO: Quanti anni hanno i tuoi bambini?

JAKOV: I miei bambini hanno uno cinque anni, uno tre e uno due mesi e mezzo.

PADRE LIVIO: A quello che ha cinque anni hai già insegnato a pregare?

JAKOV: Sì, Arianna è capace di pregare.

PADRE LIVIO: Quali preghiere ha imparato?

JAKOV: Per ora il Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria al Padre.

PADRE LIVIO: Prega da sola o con voi in famiglia?

JAKOV: Prega con noi, si.

PADRE LIVIO: Voi, in famiglia, che preghiere reci­tate?

JAKOV: Preghiamo il rosario.

PADRE LIVIO: Tutti i giorni?

JAKOV: si e anche i "sette Pater, Ave e Gloria", che quando i bambini sono andati a letto, recitiamo insieme alla loro mamma.

PADRE LIVIO: I bambini non inventano qualche pre­ghierina?

JAKOV: Si, a volte, li lasciamo pregare da soli. Vediamo che cosa vogliono dire a Gesù o alla Madonna.

PADRE LIVIO: Dicono anche delle preghiere spon­tanee?

JAKOV: Spontanee, proprio inventate da loro.

PADRE LIVIO: Certo. Anche quella piccola di tre anni?

JAKOV: Quella di tre anni si arrabbia un po'.

PADRE LIVIO: Ah sì? Fa qualche capriccio?

JAKOV: Si, quando le diciamo: "Adesso dobbiamo pregare un po'"

PADRE LIVIO: E allora insisti?

JAKOV: Penso che la cosa più importante è che i bambini devono ricevere l'esempio in famiglia.

PADRE LIVIO: l'esempio fa più di qualsiasi parola.

JAKOV: Non li possiamo obbligare, perché ai bam­bini di tre anni non puoi dire: "Mettiti qui seduto per quaranta minuti", perché non lo accetta. Però penso che i figli debbano vedere l'esempio della preghiera nella famiglia. Devono vedere che esiste Dio nella nostra famiglia e che gli dedichiamo il nostro tempo.

PADRE LIVIO: Certo e comunque i genitori devono, con l'esempio e l'insegnamento, incominciare con i bambini fin da quando sono molto piccoli.

JAKOV: Ma sicuramente. Fin da quando sono pic­coli bisogna far loro conoscere Dio, conoscere la Madonna e parlare loro della Madonna come loro madre, come ne abbiamo parlato noi prima. Bisogna far sentire al bambino che la "Madon­nina" è la sua mamma che sta nel Paradiso e che lo vuole aiutare. Però i bambini devono conoscere queste cose fin dall'inizio.

La preghiera in famiglia

JAKOV: Conosco tanti pellegrini che vengono a Medjugorje. Si chiedono dopo venti o trent'anni: "Perché i miei figli non pregano?". Però se tu chie­di loro: "Avete pregato qualche volta in famiglia?", rispondono di no. Allora come si può aspettare che un figlio di venti o trent'anni preghi, quando non ha mai vissuto la preghiera in famiglia e non ha mai sentito che esiste Dio nella famiglia?

PADRE LIVIO: Dai messaggi emerge con chiarezza una grande preoccupazione della Madonna per la preghiera in famiglia. Si vede come lei insiste mol­to su questo punto.

JAKOV: Sicuramente, perché penso che tutti i pro­blemi che abbiamo in famiglia li possiamo risol­vere soltanto con la preghiera. È la preghiera ciò che fa rimanere unita la famiglia, evitando tutte quelle separazioni che oggi avvengono poco tem­po dopo il matrimonio.

PADRE LIVIO: Purtroppo è una ben triste realtà

JAKOV: Perché? Perché non c'è Dio, perché nelle famiglie non abbiamo i valori. Se abbiamo Dio,

nelle famiglie ci sono i valori. Certi problemi, che noi pensiamo essere gravi, si minimizzano, se li possiamo risolvere insieme, mettendosi davanti alla croce e chiedendo a Dio la grazia. Si risolvo­no mettendosi a pregare insieme.

PADRE LIVIO: Vedo che hai ben assimilato l'invito della Madonna per la preghiera in famiglia.

L’impegno della chiamata

PADRE  LIVIO: Senti, come vi ha condotto la Madonna a scoprire Gesù, l'Eucarestia e la santa Messa?

JAKOV: Nel modo che ho detto, come una madre. Perché se noi abbiamo avuto quel dono di Dio di vedere la Madonna, pero abbiamo anche dovuto accettare quello che la Madonna ci diceva. Non posso dire che tutto sia stato subito facile fin dal­l'inizio. Quando si ha dieci anni e la Madonna ti dice di pregare tre rosari, pensi: "Oh mamma, come faccio a pregare tre rosari?". Oppure ti dice di andare a Messa e nei primi tempi stavamo in chiesa per sei o sette ore. Andando in chiesa vedevo i miei amici giocare a pallone sui campi e una volta mi sono detto: "Ma perché non posso giocare anch'io?". Però adesso, quando penso a quei momenti e considero tutto quello che ho ricevuto, mi pento per averlo pensa­to, sia pure per una sola volta.

PADRE LIVIO: Mi ricordo che, quando venni a Medjugorje nel 1985, tu verso le quattro eri già lì nella casa di Marija per aspettarla e andare insie­me in chiesa per i rosari, l'apparizione e la santa Messa. Si tornava alla sera verso le nove. In prati­ca la tua mattinata era dedicata alla scuola e il pomeriggio era per i compiti e la preghiera, senza poi contare gli incontri con i pellegrini. Non è male per un ragazzo di dieci anni.

JAKOV: Quando, però, conosci l'amore della Madonna, quando capisci quanto Gesù ti ama e quanto lui ha fatto per te, allora anche tu rispondi con il cuore aperto.

JAKOV: Sicuramente, per i nostri peccati.

PADRE LIVIO: Anche per i miei e per i tuoi.

JAKOV: Per i miei e per quelli degli altri.

PADRE LIVIO: Certo. Senti, Marija e Vicka hanno detto in più occasioni che la Madonna vi ha fatto vedere Gesù il Venerdì Santo. Anche tu l'hai visto?

JAKOV: Sì. È stata una delle prime apparizioni.

PADRE LIVIO: Come l'avete visto?

JAKOV: Abbiamo visto Gesù sofferente. l'abbiamo visto fino a mezzo busto. Sono rimasto molto impressionato... Sai quando i genitori ti raccontano che Gesù è morto in croce, che Gesù ha soffer­to e che anche noi, come si racconta ai bambini, lo abbiamo fatto soffrire quando non siamo stati bravi e non abbiamo ascoltato i genitori? Ebbene, quando tu vedi che realmente Gesù ha sofferto così, allora ti dispiace anche per le minime cose sbagliate che hai fatto nella tua vita, anche per quelle così piccole che forse eri innocente o le avevi fatte con innocenza... ma in quel momento lì, ti dispiace per tutto. [84]

          [84]  La croce sta al centro del messaggio di Medju­gorje. Non è un caso che i due monti "santi" di Medjugorje siano il Podbrdo, dove si sono avute le prime apparizioni e dove la Madonna lascerà il segno, e il Krizevac, il monte con in cima una grande croce di cemento, che gli abitanti costruirono nel 1933 in ricordo dell'anniversario della redenzione.

La Madonna nei suoi messaggi richiama spesso alla con­siderazione delle ferite inferte a Gesù, in particolare al suo Cuore, da ogni peccato mortale, e invita i parroc­chiani a onorare le piaghe che Gesù ha ricevuto dai pec­cati della stessa parrocchia.

La grande catechesi di Maria a Medjugorje ha al centro la croce, la confessione, la santa Messa e la santità della vita. Sono i punti cardine della fede cristiana che si sono un po' offuscati nella coscienza di molti, anche sacerdo­ti e religiosi, che si sono lasciati prendere da una visio­ne troppo sociologica e mondana del cristianesimo.

 

PADRE LIVIO: Mi pare che in quella occasione la Madonna vi avrebbe detto che Gesù ha sofferto per i nostri peccati?

PADRE LIVIO: Non dovremmo dimenticarlo.

JAKOV: Però la cosa che ti fa soffrire di più è che purtroppo ancora tanti fanno soffrire Gesù con i loro peccati. [85]

          (85) Pascal diceva che Gesù è in agonia fino alla fine del mondo. In realtà si può e si deve dire che lui è in croce fino alla fine del mondo. La Madonna in alcuni suoi messaggi arriva ad affermare che il suo cuore e il cuore di Gesù vengono oggi trafitti dall'odio, dalle bestemmie e dalle ingratitudini degli uomini. Di qui la necessità della riparazione da parte di tutti coloro che hanno avuto la grazia delle fede e della conversione, affinché le sofferenze di Gesù e Maria siano alleviate.

L’apparizione di Gesù il Venerdì Santo

PADRE LIVIO: Dal mistero della Passione passiamo a quello del Natale. È vero che avete visto Gesù Bambino, appena nato?

JAKOV: Sì, ogni Natale.

PADRE LIVIO: Nell'ultimo Natale, quando hai visto la Madonna per la prima volta, dopo quel dodici Settembre in cui ti ha dato il decimo segreto, la Madonna ti è apparsa ancora col Bambino?

JAKOV: No, è venuta da sola.

PADRE LIVIO: È venuta da sola, senza il Bambino?

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: Mentre quando ricevevi le apparizio­ni quotidiane veniva ogni Natale col Bambino Gesù?

JAKOV: Sì, veniva col Bambino Gesù.

PADRE LIVIO: E com'era il Bambino Gesù?

JAKOV: Gesù Bambino non si vedeva tanto perché la Madonna l'aveva sempre coperto col suo velo.

PADRE LIVEO: Col suo velo?

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: Quindi non l'avete mai visto proprio bene?

JAKOV: Ma la cosa che fa più tenerezza è proprio l'amore della Madonna verso questo Figlio.

PADRE  LEVIO: Ti ha colpito l'amore materno di Maria per Gesù?

JAKOV: Vedendo l'amore della Madonna per questo Figlio, subito senti l'amore della Madonna verso di te. [86]

          [86] È straordinaria questa sensazione che Jakov è riusci­to a captare e a descrivere. Oltre che essere profondissi­ma sotto il profilo teologico è anche di una grande bellez­za sentimentale e poetica. È certamente per una speciale grazia che Jakov ha potuto comprendere tutto questo.

 

PADRE LIVIO: Cioè dall'amore che la Madonna ha per il Bambino Gesù tu senti...

JAKOV: E anche come tiene questo Bambino...

PADRE LIVIO: Come lo tiene?

JAKOV: In un modo che tu senti subito l'amore che lei ha anche per te.

PADRE LIVIO: Sono ammirato e colpito da quanto hai detto. Ma ora ritorniamo al tema della preghie­ra.

La santa Messa

PADRE LIVIO: Secondo te perché la Madonna tiene così tanto alla santa Messa?

JAKOV: Penso che durante la santa Messa abbiamo tutto, riceviamo tutto, perché è presente Gesù. Gesù dovrebbe essere, per ogni cristiano, il centro della propria vita e insieme a lui dovrebbe divenir­lo la chiesa stessa. È per questo che la Madonna ci invita ad andare alla santa Messa e dà ad essa così tanta importanza. [87]

           [87]  Con parole molto semplici Jakov espone la profonda unità del mistero di Cristo e della Chiesa. Il cri­stiano è pietra viva della Chiesa, la quale a sua volta è il Corpo di Cristo. Non è possibile separare o perfino opporre Gesù Cristo alla Chiesa. È nella Chiesa che gli uomini possono incontrare Gesù Cristo e ricevere la pie­nezza della sua grazia.

 

PADRE LIVIO: l'invito della Madonna è solo per la Messa festiva o anche per la Messa quotidiana?

JAKOV: Anche nei giorni feriali, se è possibile. Sì.

PADRE LIVIO: Alcuni messaggi della Madonna invi­tano anche alla confessione. A te la Madonna non ha mai parlato della confessione?

JAKOV: La Madonna ha detto che dobbiamo confessarci almeno una volta al mese. Non c'è uomo su questa terra che non abbia bisogno di confes­sarsi, perché, parlo della mia esperienza, quando ti confessi ti senti proprio puro nel tuo cuore, ti senti come più leggero. Perché quando tu, andando dal sacerdote e chiedendo scusa al Signore, a Gesù, anche per i peccati più lievi, prometti e cerchi di non ripeterli più, allora ricevi il perdono e ti senti puro e leggero. [88]

          [88] In queste lapidarie affermazioni ci sono gli ele­menti fondamentali del sacramento della riconciliazione:

1. Esso viene amministrato dalla Chiesa mediante il sacerdote. In altre parole non ci si confessa da soli.

2. Richiede da parte dei fedeli il pentimento e il propo­sito, oltre che la confessione dei peccati.

3. L'assoluzione del sacerdote ti libera dal lardello del male e tu sperimenti la grande gioia del perdono ricevuto.

4. La raccomandazione della Madonna di confessarsi una volta al mese (e poi naturalmente secondo le neces­sità di ognuno) sottolinea l'importanza di questo sacra­mento per il cammino spirituale.

L'osservazione di Jakov che non c'è nessun uomo sulla terra che non abbia bisogno di confessarsi è assoluta­mente esatta dal punto di vista teologico. Solo Gesù e Maria infatti non hanno mai commesso nessun peccato, anche minimo, mentre tutti gli altri uomini hanno sem­pre molto da farsi perdonare.

 

PADRE LIVIO: Molti evitano di confessarsi con questa scusa: "Perché devo confessarmi dal sacer­dote, quando potrei confessare i miei peccati diret­tamente a Dio?"

JAKOV: Penso che questo atteggiamento dipende dal fatto che purtroppo, oggi tante persone hanno perso il rispetto per i sacerdoti. Non hanno capito che qui su questa terra il sacerdote rappresenta Gesù.

Pregate per i sacerdoti

JAKOV: Tanti rivolgono ai sacerdoti delle critiche, ma non capiscono che anche il sacerdote è un uomo come tutti noi. Gli rivolgiamo delle critiche, invece di andare a parlare con lui e di aiutarlo con la nostra preghiera. La Madonna ha detto tante volte che

dobbiamo pregare per i sacerdoti, proprio per avere dei sacerdoti santi, quindi, dobbia­mo pregare per loro, invece di criticarli. Ho senti­to tante volte i pellegrini che si lamentano dicen­do: "Il mio parroco non vuole questo, il mio par­roco non vuole quello.. .11 mio parroco non vuole pregare...". Ma tu vai a parlare con lui, chiedigli perché succede questo, prega per il tuo parroco e non criticarlo.

JAKOV: I nostri sacerdoti hanno bisogno del nostro aiuto.  (89)

          [89] Si sente in queste parole la scuola della Regina della pace e della Madre dei sacerdoti. Lei ha fatto capi­re ai veggenti una verità grande e semplice nel medesi­mo tempo e cioè che il sacerdote rappresenta Gesù. Abbiamo bisogno nella Chiesa di riscoprire tutta la gran­dezza di questa affermazione.

 

PADRE LIVIO: Quindi la Madonna più volte ha sol­lecitato a pregare per i sacerdoti?

JAKOV: Si veramente tante volte. In modo partico­lare attraverso Ivan, la Madonna ci invita a prega­re per i sacerdoti.

PADRE LIVIO: Tu personalmente hai mai sentito la Madonna invitare a pregare per il Papa?

JAKOV: No, a me non l'ha detto mai, ma agli altri si.

PADRE LIVIO: Dopo la preghiera qual è il messag­gio più importante?

JAKOV: La Madonna ci chiede anche il digiuno.

PADRE LIVIO: Che tipo di digiuno chiede?

JAKOV: La Madonna ci chiede il digiuno a pane e acqua, il mercoledì e il venerdì. Però, quando la Madonna ci chiede il digiuno, desidera che si fac­cia veramente con amore verso Dio. Non diciamo, come tante volte succede, "Se digiuno mi sento male", oppure digiunare tanto per farlo, piuttosto è meglio non farlo. Noi dobbiamo veramente digiu­nare col nostro cuore e offrire il nostro sacrificio.

Ci sono tanti malati che non possono fare il digiu­no, però loro possono offrire qualcosa, ciò a cui sono attaccati di più. Però deve essere fatto veramente con amore.

Vi è certamente un po' di sacrificio quando si digiuna, però se guardiamo a che cosa Gesù ha fatto per noi, che cosa ha sopportato per tutti noi, se guardiamo alle sue umiliazioni, il nostro digiu­no che cos'è? È soltanto una piccola cosa.

Penso che dobbiamo cercare di capire una cosa, che, purtroppo, in molti non abbiamo ancora capi­to: quando digiuniamo o quando preghiamo, per l'utilità di chi lo facciamo?

A pensarci bene lo facciamo per noi stessi, per il nostro futuro, persino per la nostra salute. Non vi è dubbio che tutte queste cose sono a nostro vantaggio e per la nostra salvezza.

Lo dico spesso ai pellegrini: la Madonna sta benis­simo in Paradiso e non ha nessun bisogno di scen­dere qui sulla terra. Però lei ci vuole salvare tutti, perché il suo amore verso di noi è immenso. (90)

Noi dobbiamo aiutare la Madonna affinché noi stessi possiamo salvarci. (91)

Ecco perché dobbiamo accettare ciò a cui ci invita nei suoi messaggi. (92)

          [90]  Il digiuno ha valore in quanto è un atto di amore. Questo vale per le rinunce, le mortificazioni. i fioretti, e ogni forma di sofferenza: tutto questo acquista un gran­de significato davanti a Dio se è donato con amore e con gioia.

          [91]  La giustificazione più profonda della rinuncia è dunque, un atto di amore per Gesù crocifisso. Con esso alleviamo le sue sofferenze. Nel cristianesimo la mortifi­cazione e il sacrificio non sono fine a se stessi, ma sono una partecipazione alle sofferenze di Gesù. Senza amore nulla ha valore davanti a Dio.

          [92]  In un suo messaggio la Madonna ha detto:"Aiutatemi ad aiutarvi". Lei non chiede per sé, ma per noi. Su invito riguardano l'unica cosa che per noi conta: la nostra salvezza eterna.

Aiutare la Madonna a salvare le anime

PADRE LIVIO: C'è una cosa in quello che dici che mi colpisce molto. È cioè la chiarezza con cui hai capito che la presenza della Madonna per così tanto tempo fra noi ha come fine ultimo la salvez­za eterna delle anime. Tutto il piano della Redenzione è orientato a questo fine ultimo. Nulla infatti è più importante della salvezza della nostra anima. Ecco, mi colpisce e in un certo senso mi edifica il fatto che un ragazzo di 28 anni lo abbia capito, mentre tanti cristiani, compresi anche alcu­ni sacerdoti, non l'hanno forse ancora compreso come dovrebbero.

JAKOV: Sicuramente. l'ho capito perché la Madonna viene proprio per questo motivo, per sal­varci, per salvare noi, per salvare le nostre anime. Poi, quando noi abbiamo conosciuto Dio e il suo amore, allora anche noi possiamo aiutare la Madonna a salvare tante anime.

PADRE LIVIO: Certo, dobbiamo essere strumenti nelle sue mani per la salvezza eterna delle anime dei nostri fratelli.

JAKOV: Sì, suoi strumenti, sicuramente. [93]

          [93] Leggendo l'insieme dei messaggi della Regina della pace appare chiaro il suo progetto. Innanzi tutto lei si è preoccupata della rinascita spirituale della parroc­chia di Medjugorje, sollecitandola alla conversione e a incominciare il cammino di santità. Ha poi chiamato da ogni parte della terra coloro che lei ha scelto, affinché anch'essi si convertissero e formassero così la grande parrocchia spirituale di Maria. Nei messaggi più recenti la Madonna invita con sempre più forza questi suoi figli ad essere i testimoni della fede, i portatori della pace e gli apostoli dell'amore in ogni parte della terra, affinché lei possa salvare tutte le anime e presentarle a Dio.

 

PADRE LIVIO: Quindi quando la Madonna dice: "Ho bisogno di voi", lo dice in questo senso?

JAKOV: Lo dice in questo senso. Però, dobbiamo capire che, per essere di esempio verso gli altri, per aiutare a salvare le altre anime, noi per primi dobbiamo essere quelli che sono stati salvati, noi per primi dobbiamo essere quelli che hanno accet­tato i messaggi della Madonna. Poi, dobbiamo viverli nelle nostre famiglie e cercare di convertire la nostra famiglia, i nostri figli e poi tutto il resto, tutto il mondo.

La cosa più importante è di non obbligare nessuno, perché purtroppo tanti litigano per Dio, ma Dio non è nei litigi, Dio è amore e quando noi parlia­mo di Dio dobbiamo parlarne con amore, senza forzare nessuno.

PADRE LIVIO: Certo, dobbiamo dare la nostra testi­monianza in modo gioioso.

JAKOV: Sicuramente, anche nei momenti difficili.

PADRE LIVIO: Dopo i messaggi della preghiera e del digiuno, che cosa chiede la Madonna?

JAKOV: La Madonna dice di convertirci.

Il significato della conversione

PADRE LIVIO: Che cosa è, secondo te, la conversio­ne?

JAKOV: È difficile parlare della conversione. Conversione è conoscere qualcosa di nuovo, senti­re il nostro cuore riempirsi di qualcosa di nuovo e di più, almeno così è stato per me quando ho cono­sciuto Gesù. L'ho conosciuto nel mio cuore e ho cambiato la mia vita. Ho conosciuto qualcosa di più, una cosa bellissima, ho conosciuto un nuovo amore, ho conosciuto un'altra gioia che prima non conoscevo. Questa è nella mia esperienza la con­versione.

PADRE LIVIO: Quindi anche noi che già crediamo dobbiamo convertirci?

JAKOV: Certamente anche noi dobbiamo convertir­ci, aprire il nostro cuore e accettare e accogliere Gesù. La cosa più importante per ogni pellegrino è proprio la conversione, il cambiamento della pro­pria vita. Purtroppo tanti, quando vengono a Med­jugorje, cercano oggetti da comprare per portarli a casa. Acquistano rosari o madonne bianche, (come quella che ha pianto a Civitavecchia).

Ma dico sempre ai pellegrini che la cosa più gran­de da portare a casa da Medjugorje sono i messag­gi della Madonna. Questo è il più prezioso souve­nir che possono portare. È inutile portare a casa rosari, madonne e crocefissi, se poi non preghiamo il santo Rosario o non ci inginocchiamo mai in preghiera davanti al Crocifisso. Questa è la cosa più importante: portare i messaggi della Madonna. Questo è il più grande e il più bel souvenir da Medjugorje.

La preghiera davanti al crocifisso

PADRE LIVIO: Da chi hai imparato a pregare davan­ti al Crocifisso?

JAKOV: La Madonna ci ha chiesto tante volte di pregare davanti al Crocifisso. Sì, penso che dob­biamo renderci conto di quello che abbiamo fatto, di quello che stiamo facendo ancora, di come fac­ciamo soffrire Gesù.

La pace, primo frutto della conversione

PADRE LIVIO: Frutto della conversione è la pace.

JAKOV: Si, la pace. La Madonna, come sappiamo, si è presentata come Regina della pace. Già al terzo giorno, tramite Marija, la Madonna sulla montagna ha ripetuto tre volte "Pace" e ci ha invi­tato, non so quante volte nei suoi messaggi, a pre­gare per la pace.

PADRE LIVIO: Di quale pace la Madonna intende parlare?

JAKOV: Quando la Madonna invita a pregare per la pace, per prima cosa dobbiamo avere noi la pace nel nostro cuore, perché, se non abbiamo la pace nel nostro cuore, non si può pregare per la pace.

PADRE LIVIO: Come si fa ad avere la pace nel pro­prio cuore?

JAKOV: Avendo Gesù e chiedendo grazie a Gesù, come abbiamo detto prima parlando della preghie­ra dei bambini, quando i bambini pregano inno­centi, ognuno con le proprie parole. Dicevo prima che la preghiera non è solo quella del "Padre nostro", "Ave Maria" e "Gloria al Padre". La nostra preghiera è anche la nostra conversazione con Dio. Chiediamo a Dio la pace nel nostro cuore, chiediamogli di sentire lui nel nostro cuore, perché solo Gesù è quello che ci porta la pace. Solo tramite lui possiamo conoscere la pace nel nostro cuore. [94]

           [94] Non ci deve sfuggire la profonda impostazione cri­stologica che emerge dalla spiritualità di questo disce­polo di Maria. Jakov, più di tutti gli altri veggenti, è stato alla scuola di Maria, avendolo la Madonna preso fin da quando era un bambino. La santa Vergine lo ha pla­smato a sua immagine e somiglianza, orientandolo con la fede e con l'amore verso la persona del Figlio di Dio fatto uomo, nostro Salvatore e Signore.

 

PADRE LIVIO: Dunque Jakov, se uno non ritorna a Dio non può avere la pace. Senza conversione non c'è la vera pace, quella che viene da Dio e che dà tanta gioia.

JAKOV: Sicuramente. È così. Se vogliamo pregare per la pace nel mondo, dobbiamo prima avere la pace in noi stessi e poi la pace nelle nostre fami­glie e poi pregare per la pace in questo mondo. Quando poi si parla della pace nel mondo, sappia­mo tutti quale bisogno di pace abbia questo mondo, con tutto ciò che succede ogni giorno. Però, come tante volte ha detto la Madonna, voi, con la vostra preghiera e col vostro digiuno potete ottenere ogni cosa. Potete persino fermare le guer­re. È questa l'unica cosa che possiamo fare.

PADRE LIVIO: Senti Jakov, perché secondo te la Madonna è stata così tanto tempo? Perché sta ancora per così tanto tempo?

JAKOV: Non mi sono mai posto questa domanda e rimango male quando me la fanno. Dico sempre di rivolgersi alla Madonna con queste parole: "Grazie Madonna perché stai così tanto tempo con noi e grazie perché è una grande grazia che noi possiamo avere". [95]

          [95]  La Regina della pace ha provveduto lei stessa di tanto in tanto a dare ragione della sua permanenza così straordinaria, come mai è avvenuto prima e avverrà dopo nella storia del mondo. Lei ha detto che ci vuole insegnare a pregare, che ci vuole sostenere nel momen­to della prova, che vuole aiutarci nel cammino di con­versione, che vuole accompagnarci sulla via della santità e, infine, che vuole salvare tutte le anime e presentarle a Dio: "Evidentemente si tratta di un momento eccezio­nale che richiede un intervento della Madre della Chiesa e dell'umanità altrettanto eccezionale".

 

PADRE LIVIO: È senza dubbio una grande grazia.

JAKOV: È una grande grazia che ci viene donata e infatti ci rimango male quando mi rivolgono que­sta domanda. Dobbiamo ringraziare Dio e chie­dergli che la Madonna stia ancora a lungo con noi.

PADRE LIVIO: È normale che un intervento così nuovo, insieme a gratitudine, sollevi anche stupo­re. A volte mi chiedo se questo non avvenga per­ché il mondo ha un bisogno estremo dell'aiuto della Madonna.

JAKOV: Sì, veramente. Se guardiamo ciò che suc­cede: terremoti, guerre, separazioni, droga, aborti, vediamo che forse queste cose non sono mai avve­nute come oggi e penso che questo mondo non abbia mai avuto bisogno di Gesù come in questo momento. La Madonna è venuta per questo moti­vo e rimane per questo motivo. Noi dobbiamo ringraziare Dio, perché la invia per offrirci ancora una volta l'occasione di convertirci.

Uno sguardo al futuro

PADRE LIVIO: Guardiamo un po' al futuro Jakov. Guardando all'avvenire la Madonna ha delle espressioni che aprono il cuore alla speranza. Lei, nei messaggi del 25 del mese, afferma che vuole costruire con noi il nuovo mondo della pace e lei dice che è impaziente di realizzare questo proget­to. Secondo te ce la farà?

JAKOV: A Dio tutto è possibile.

PADRE LIVIO: È una risposta molto evangelica!

JAKOV: A Dio tutto è possibile, però dipende anche da noi. Mi viene sempre in mente una cosa. Voi sapete che in Bosnia Erzegovina, prima che scop­piasse la guerra, la Madonna ci invitò per dieci anni a pregare per la pace.

PADRE LIVIO: Dal 26 Giugno 1981, giorno in cui la Madonna piangendo diede il messaggio della pace a Marija, al 26 Giugno 1991 giorno in cui scoppiò la guerra, sono dieci anni esatti.

JAKOV: Per tanti anni la gente si chiedeva perché mai questa preoccupazione per la pace. Ma, quan­do è scoppiata la guerra, allora si diceva: " Ecco perché ci ha invitato". Ma che non fosse scoppiata la guerra dipendeva da noi. La Madonna ci invita ad aiutarla a cambiare tutto questo.

PADRE LIVIO: Dobbiamo fare la nostra parte.

JAKOV: Però non dobbiamo aspettare l'ultimo momento e dire: "Ecco perché la Madonna ci ha chiamato". Penso che anche oggi, purtroppo, tanti di noi si chiedono che cosa succederà nel futuro, chissà quali punizioni Dio ci darà e cose di questo genere... [96]

          [96]  Jakov vuol dire che, ascoltando i messaggi della Madonna, noi costruiamo con lei un futuro di pace. Fantasticare sul futuro non serve a niente, perché come sarà il futuro domani dipende molto da come ci com­portiamo noi oggi. L'avvenire non è qualcosa che si aspetta passivamente, ma che si costruisce con Dio ora, attraverso l'impegno quotidiano della conversione.

 

PADRE LIVIO: La Madonna ha mai parlato della fine del mondo?

JAKOV: No e neppure dei tre giorni di buio e quin­di non dovete preparare né cibo, né candele. Alcuni mi chiedono se provo la pesantezza di man­tenere i segreti. Ma, penso che ogni persona che ha conosciuto Dio, che ha scoperto il suo amore e che porta Gesù nel suo cuore, non deve avere paura di niente e dovrebbe essere pronta ogni momento della sua vita per Dio.

PADRE LIVIO: Se Dio è con noi, non dobbiamo avere paura di nulla, tanto meno di incontrarlo.

JAKOV: Dio ci può chiamare ogni momento della nostra vita.

PADRE LIVIO: Certo!

JAKOV: Non dobbiamo guardare avanti dieci anni o cinque anni.

PADRE LIVIO: Può essere anche domani.

JAKOV: Noi dobbiamo in ogni momento essere pronti per lui. (97)

           [97]  Jakov ha ben appreso la lezione salutare, datagli dalla Madonna, di guardare la vita "Sub specie aeterni­tatis'; cioè "dal punto di vista dell'eternità'; come si esprimeva la spiritualità antica. Il tempo della vita ci è dato come prova, passa presto ed è in esso che si deci­de del nostro destino eterno. Averlo dimenticato, anche nella predicazione, è una delle grandi debolezze del cri­stianesimo contemporaneo.

Le ultime apparizioni sulla terra

PADRE LIVIO: Teniamo sempre lo sguardo sul futu­ro e spiegami, se ti è possibile, che cosa significa l'affermazione della Madonna, secondo la quale queste sarebbero le sue ultime apparizioni sulla terra.

JAKOV: Penso che la gente abbia interpretato male questo messaggio.

PADRE LIVIO: Che cosa intendi dire?

JAKOV: Penso che la Madonna volesse dire che queste sono le sue ultime apparizioni "così".

PADRE LIVIO: "Così", cioè?

JAKOV: Così lunghe.

PADRE LIVIO: Ah, così lunghe!

JAKOV: Così lunghe e a così tanti.

PADRE LIVIO: Spiegati meglio.

JAKOV: Noi eravamo in sei... Le apparizioni dura­no tantissimo, con così numerosi messaggi. Penso che la gente abbia interpretato male. Penso che la Madonna intendesse questo.

PADRE LIVIO: Cioè la Madonna voleva dire che questo tipo di apparizioni sono le ultime sulla terra?

JAKOV: Sì, questo tipo di apparizioni.

PADRE LIVIO: Non ci saranno più in questo modo. Sono una cosa unica.

JAKOV: Sì, infatti. Però la gente ha interpretato diversamente.

PADRE LIVIO: Ho capito. Quindi, quando la Madonna dice: "Queste sono le mie ultime appari­zioni sulla terra", vuoI dire "questo tipo" di appa­rizioni?

JAKOV: Sì, così lunghe, a così tanti veggenti, con così tanti messaggi.

PADRE LIVIO: Una cosa così grandiosa...

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: La Madonna in pratica ha fatto da Maestra a un' intera generazione! [98]

          [98] Non era mai accaduto nella storia delle apparizio­ni mariane che la Madonna apparisse per così tanto tempo - ogni giorno a partire dal 24 Giugno 1981- e gui­dando come Madre e Maestra un’intera generazione sulla via della salvezza. La Regina della pace in più occa­sioni ci ricorda questo grande privilegio, avvertendoci che avremmo un giorno rimpianto questo tempo di gran­de grazia, se l'avessimo lasciato passare senza accoglie­re i suoi messaggi.

La nostra generazione ha avuto indubbiamente la grazia unica e irripetibile di essere guidata personalmente da Maria, ma proprio per questo la nostra responsabilità è grande. Dai tempi di Gesù forse mai era stata concessa all'umanità un dono più grande.

    

JAKOV: Ah, sicuramente, perché tanti sono cresciu­ti a Medjugorje con la Madonna. Per esempio, sol­tanto adesso posso dire di essere un uomo. Al momento delle apparizioni ero un bambino. Appartengo a una generazione che è cresciuta pro­prio con la presenza della Madonna lì.

PADRE LIVIO: Quindi solo la nostra generazione avrà questa grande grazia?

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: Non ci sarà più un evento così gran­de, ma se non avremo accolto questa grazia, ci sarà un rimpianto.

Testimoni nelle proprie case

JAKOV: Sicuramente. In tanti abbiamo accettato questa grazia, ma purtroppo anche in tanti non l'hanno accettata. Vorrei toccare anche un altro problema, di tanti che vengono a Medjugorje e che poi vogliono sta­bilirsi qui. Sono d'accordo che qui vengano pelle­grini a cercare Dio e a pregare, però poi ognuno deve ritornare a casa sua, perché la Madonna ci vuole testimoni nelle nostre case.

PADRE LIVIO: Questo fa parte del suo piano...

JAKOV: ... Ed è nel nostro ambiente che dobbiamo testimoniare la Parola di Dio, i messaggi della Madonna.. tutto. Ci sono dei pellegrini che, arri­vando a Medjugorje, dicono: "Noi qui ci troviamo bene, preghiamo tanto..."

Sicuramente, perché tanti lasciano i loro problemi quotidiani a casa ma, quando ritornano, dimenti­cano tutto quello che hanno imparato qui e questo è un problema.

La Madonna ci vuole testimoni nelle nostre case ed è li che dobbiamo coltivare quello che lei ci ha dato a Medjugorje e sono sicuro che nessuno parte da Medjugorje a mani vuote. Tutti siamo stati invi­tati dalla Madonna e a tutti lei dà qualche cosa. [99]

          [99] La Madonna nei suoi messaggi sviluppa ampia­mente il tema della missione. Nella sua strategia in primo luogo deve convertirsi la parrocchia  di Medjugorje, affinché, ed è il secondo momento, tutti quelli che vengono si possano convertire a loro volta. Quindi, ed è il terzo momento, ogni pellegrino nelle pro­prie case, nei luoghi di lavoro, presso gli amici e i cono­scenti, deve essere "portatore di pace" "apostolo", "messaggero" e "testimone" dell'amore. In questo piano di salvezza Maria ha bisogno di ognuno di noi e lei sot­tolinea in più occasioni che tutti siamo importanti. Non si tratta tanto di propagandare, quanto di vivere i mes­saggi.

Ogni pellegrino che torna da Medjugorje deve diventare, nell'insegnamento della Gospa, “il segno dell'amore di Dio”, "il testimone della gioia ,  “un missionario dei messaggi”, "un apostolo della fede". I suoi seguaci la Regina della pace li vuole come delle "mani tese di Dio" verso i fratelli. In questo modo, aiutando gli altri a sal­varsi noi stessi troveremo la nostra salvezza.

Mai pellegrini per caso

PADRE LIVIO: E’ vero quello che si dice e cioè che non si arriva mai per caso a Medjugorje?

JAKOV: Non si arriva per caso. Basti guardare al "Festival dei giovani". Credo che siano arrivati in circa ventimila giovani.

PADRE LIVIO: È una cifra che cresce ogni anno.

JAKOV: Se guardiamo al mondo, noi vediamo che tanti vanno in ben altri posti, alle Maldive, ai mari esotici, ecc... Ma quei ventimila perché sono venuti a Medjugorje, a stare dodici ore al sole, per ascoltare noi veggenti? Sono venuti perché sono stati invitati dalla Madonna.

PADRE LIVIO: Sono davvero, ognuno di loro, stati chiamati dalla Madonna?

JAKOV: Sicuramente.

PADRE LIVIO: La Madonna ci chiama al suo servi­zio, perché ha bisogno di noi.

JAKOV: Sì, ci chiama tutti e ci utilizza tutti.

PADRE LIVIO: Ci valorizza tutti nel suo piano di sal­vezza.

JAKOV: Sì, in seguito, però, quello che la Madonna ci ha donato dobbiamo coltivarlo nelle nostre case e farlo crescere dentro di noi, ma purtroppo, tanti lo perdono.

“Comincio oggi stesso!”

PADRE LIVIO: Che cosa consigli tu a coloro che, ritornando a casa, rischiano di perdere quello che hanno ricevuto?

JAKOV: Di incominciare subito a vivere. Non dire: "Domani incomincio a recitare il rosario".

PADRE LIVIO: "Domani" e la parola preferita dal demonio.

JAKOV: Oppure: "Domani comincio a digiunare".

PADRE LIVIO: Da qui a domani la decisione si dis­solve.

JAKOV: Devo dire: "Comincio oggi stesso!" e rin­graziare Dio di quello che abbiamo ricevuto.

PADRE LIVIO: Consiglio eccellente!

JAKOV: E poi chiedere sempre l'aiuto di Dio e donarsi alla Madonna e dire: "Ti dono il mio cuore, ti dono la mia vita". Questo è importante! [100]

          [100] Qui Jakov paria riflettendo sulla sua lunga espe­rienza di incontro con i pellegrini. Benché ancora solo un ragazzo, non gli è sfuggito l'éssenziale di ogni autentco pellegrinaggio a Medjugorje, che deve essere la decisio­ne di cambiare vita e di proseguire il cammino di con­versione, una volta ritornati alle proprie case. Il veggen­te dimostra una grande capacità di cogliere in profondità il piano di Maria, che è venuta per risvegliare la fede e portare a salvezza le anime, avvalendosi della nostra collaborazione.

Invitati alla santità

PADRE LIVIO: Senti, Jakov tu sei stato alla scuola della Madonna dai dieci fino agli attuali ventotto anni. La Madonna molte volte ci ha invitato alla santità. Tu come hai preso questo invito? Ai tuoi occhi di ragazzo non ti è sembrato qualcosa di troppo impegnativo?

JAKOV: Ma, non penso che diventerò santo. Quando la Madonna ci invita alla santità non significa che dobbiamo diventare tutti dei santi...

PADRE LIVIO: Dei santi canonizzati ed elevati agli altari...

JAKOV: Penso che la sanità è una vita, una vita cri­stiana, una vita che la Madonna ci invita a fare con. Dio, una vita con Gesù, una vita di preghiera, di santa Messa, di conversione. Questa è la santità. [101]

          [101] Con parole semplici Jakov ci ricorda che la santità non è dunque qualcosa di eccezionale, ma è la stessa vita cristiana nel suo svolgimento ordinario. In questo senso tutti siamo chiamati alla santità. nessuno escluso.

 

PADRE LIVIO: Non ti sembra che sia un po' barbo­so per dei giovani questo tipo di vita?

JAKOV: No, perché posso garantirvi che anch'io ero e sono giovane e...

PADRE LEVEO: Anche adesso sei giovanissimo.

JAKOV: Sono giovane anche adesso e non rinuncio a niente. Vivo la mia giovinezza come mi è sempre piaciuto viverla.

Giovane tra i giovani

PADRE LIVIO: Che cosa vuol dire "Non rinuncio a niente"? [102]

          [102] Non bisogna equivocare sul reale significato delle affermazioni di Jakov. Egli vuole dimostrare ai giovani, rispondendo alla mia domanda, che il cammino cristia­no non è affatto "barboso" e non ti isola dai tuoi coe­tanei. D'altra parte la Madonna non si è certo mostrata una Madre ansiosa e possessiva e ha lasciato che i veg­genti (come d'altra parte lascia anche noi) facessero le loro esperienze nel mondo, preservandoli però sempre da gravi deviazioni, come dimostra la loro fedeltà nel cammino di fede e nel comportamento morale, che è rimasto irreprensibile lungo tutto il travagliato cammino della crescita e della giovinezza

 

JAKOV: Per esempio, se mi piace andare in un bar a bere un caffè, ci vado. Se mi piace un paio di cal­zoni, lo compro. Però quello che conta è che tu abbia dei valori nella vita. Se vai in discoteca, tu sai come da cristiano devi comportarti in quel­l'ambiente. Quando esci con gli amici non dici le bestemmie, perché tu hai i tuoi valori. [103]

           [103] Jakov vuoI dire ai suoi coetanei che la fede non li separa dal mondo in cui i giovani si ritrovano e vivono normalmente, ma caso mai li impegna a un comporta­mento coerente con i propri ideali.

 

PADRE LIVIO: Senti, non so come siano le discote­che in Erzegovina, ma qui da noi mi pare che l'ambiente sia molto più degradato. Non c'è solo musica, ma anche sesso e droga. Sono spesso luo­ghi in cui satana tende le sue reti.

JAKOV: Ve lo posso dire, nella mia vita sono stato due volte in discoteca.

PADRE LIVIO: È una confessione?

JAKOV: Sì, lo confesso. Sono stato due volte e non mi è piaciuto. Forse però non tutti i posti sono uguali. Penso che fra amici possiamo trovarci benissimo insieme in un bar a bere un caffè. Quando hai Dio, puoi stare con gli amici, avendo, però, dei valori dentro. [104]

          [104] È evidente che a Jakov, come ai giovani in gene­re, preme molto frequentare i suoi coetanei e avere delle amicizie. Però questo deve avvenire, come lui stesso sottolinea, non rinunciando, ma restando fedeli ai propri ideali di vita.

 

PADRE LIVIO: Dobbiamo però distinguere fra luo­ghi moralmente sani e luoghi pericolosi per l’anima.

JAKOV: Si, sicuramente.

Il terzo segreto

PADRE LIVIO: Volevo ritornare su un argomento che forse voi veggenti non gradite molto, ma alla gente interessa e non solo per vana curiosità: quello dei segreti. Mi pare che di essi qualcosa si sappia. Per esempio per quanto riguarda il terzo segreto.

JAKOV: Adesso, ti dico tutto quello che posso dirti e poi basta.

PADRE LIVIO: Ci è sufficiente sapere ciò che la Madonna vuole che si sappia.

JAKOV: Come molti sanno, la Madonna fin dall'i­nizio ci ha detto che avrebbe dato dieci segreti a tutti (i sei veggenti).

PADRE LIVIO: È qualcosa di molto più impegnativo di Fatima, almeno per quanto concerne il numero.

JAKOV: Fino a questo momento siamo in tre che abbiamo ricevuto i dieci segreti (Mirjana, Ivanka, Jakov) e non riceviamo più le apparizioni quoti­diane. Questi segreti che la Madonna ci ha rivela­to non sappiamo se sono uguali gli uni con gli altri, perché fra noi non ne abbiamo mai parlato. [105]

          [105] Gli altri tre veggenti, cioè Vicka, Ivan e Marila, che ricevono ancora le apparizioni quotidiane, sono deposi­tari di nove segreti.

 

PADRE LIVIO: Niente?

JAKOV: Niente. Noi li possiamo rivelare solo quan­do la Madonna ci dà il permesso.

PADRE LIVIO: Anche tu?

JAKOV: Anch'io. Quando la Madonna mi dà il per­messo, li posso dire agli altri. Non penso a questi segreti e non ho paura. Non mi pesa di portali. Questo è tutto quello che posso dire.

PADRE LIVIO: E per quanto riguarda il terzo segre­to? Gli altri veggenti hanno potuto rivelare qualco­sa, parlando di un segno che la Madonna lascerà sulla montagna delle apparizioni.

JAKOV: Sì, posso dire che la Madonna ha promes­so di lasciare un segno sulla montagna delle appa­rizioni, che sarà permanente e visibile a tutti.

PADRE LIVIO: E sarà bello?

JAKOV: Bellissimo. [106]

           [106] Anche da ManIa e da Vicka ho sentito dire che il segno è bello, ma Jakov lo ha affermato con un entu­siasmo che mi ha sorpreso.

 

PADRE LIVIO: Bellissimo? Ah, caspita! E potremo vederlo da qui?

JAKOV: No, no. Dovete venire a Medjugorje.

PADRE LIVIO: Sarà probabilmente un segno biblico. Una nube luminosa, ad esempio. La Madonna ama i riferimenti biblici. Ma lasciamo perdere. Ho sen­tito dire che i segreti, almeno alcuni, che ha Mirjana, riguarderebbero il futuro del mondo. Si tratterebbe di avvenimenti che accadranno neces­sariamente. Tu ne sai qualcosa?  [107]

          (107) Personalmente non ho ancora avuto l'occasione di fare su questo argomento un'intervista registrata a Mirjana. In diverse occasioni lei ha comunque affermato, come testimoniano numerose interviste stampate, che la Madonna le ha chiesto di scegliere un sacerdote al quale, a suo tempo, dovrà rivelare i segreti. La veggen­te lo ha scelto nella persona di Padre Petar Ljubicic, francescano. Dieci giorni prima che il segreto si realizzi, Mirjana dovrà dire a Padre Petar cosa e dove accadrà. Quindi dovranno digiunare ambedue per sette giorni. Tre giorni prima dell'avvenimento Padre Petar dovrà rivelar­lo pubblicamente. A quanto pare questo procedimento si ripeterà per tutti e dieci i segreti, perché la loro sca­denza avverrebbe in momenti successivi.

Se questo accadrà, come sembra certo, si porranno pro­blemi di non poco conto, specialmente oggi con la potenza amplificatrice a livello universale dei mass media. Qualcosa del genere, però, era accaduto anche a Fatima. La Madonna aveva promesso per il 13 Ottobre un grande miracolo. La gente accorreva e fremeva. Gli avversari delle apparizioni erano pronti a denunciare la macchinazione clericale. I familiari dei veggenti temeva­no per la vita dei ragazzi se il miracolo non si fosse rea­lizzato. Solo i tre bambini erano tranquilli e certissimi che la Madonna avrebbe mantenuto la sua promessa.

Tutto fa pensare che, dopo questo tempo di grazia, ci sarà un tempo di prova. Sarà la prova della verità delle apparizioni, ma anche un estremo appello rivolto a colo­ro che non hanno voluto accogliere l'invito. Se è proprio il Cielo a lanciare questo segnale dal piccolo villaggio dell'Erzegovina, non sarà possibile a nessuno fare "spal­lucce" e "lavarsene le mani".

 

JAKOV: Non so. Non posso dire niente.

PADRE LEVIO: Tu sai solo ciò che la Madonna ha detto a te.

JAKOV: Non posso dire se è vero o non è vero quel­lo che Mirjana ha detto. Non posso dire niente di questo.

PADRE LIVEO: Potresti dire se alcuni dei tuoi segre­ti riguardano te personalmente?

JAKOV: Non posso dire neanche questo.

PADRE LIVEO: Neanche questo? Sei più ermetico di Bernadette. Lei almeno rivelò che la Madonna le aveva dato tre segreti personali, che tuttavia non rivelò mai a nessuno. Un Vescovo una volta cerca­va di carpirle qualche cosa al riguardo, ma Bernadette lo redarguì dicendo: "Ma Eccellenza!" Come dire: "Lei che è Vescovo, non sa che i segre­ti di Dio vanno mantenuti?".

Ai giovani

PADRE LIVIO: Ma soffermiamoci un momento sui giovani. Non so se a te la Madonna ha dato qual­che messaggio al riguardo. A Vicka in un messag­gio ha detto che i giovani si trovano in una situa­zione molto molto difficile. Che ne pensi tu di questo messaggio?

JAKOV: Ma sicuramente, perché penso che i giova­ni si trovano in momenti molto difficili.

PADRE LIVIO: Per quale motivo secondo te?

JAKOV: Perché tutto ciò che il mondo offre è un pericolo. Tutte le nuove tecnologie che oggi esco­no rappresentano un pericolo. I giovani cercano la felicità. Alcuni la cercano nella droga. Altri la cer­cano in altre cose che però sono ugualmente peri­colose.

PADRE LIVIO: Sempre in quel messaggio dato a Vicka la Madonna ha detto che satana approfitta del vostro tempo libero.

JAKOV: Sicuramente anche delle nostre debolezze quando siamo deboli, quando cerchiamo le altre gioie e le altre felicità nelle cose pericolose. Lì satana è certamente presente e ci vuole distruggere nella nostra debolezza. Per questo la Madonna chiede il nostro aiuto invitandoci a pregare per i giovani.

PADRE LIVIO: Certo.

JAKOV: Affinché possano conoscere quell'unica pace e quell'unica gioia che viene soltanto da Dio.

PADRE LIVIO: Senti, a tanti giovani che sono lonta­ni da Dio, a tanti giovani che, per esempio, vanno al sabato sera in discoteca e arrivano a casa al mat­tino della domenica, restando poi a letto fino alla sera senza mai andare alla Messa, che vengono a casa scontenti e sentono la nausea e il vuoto della vita, tu a questi giovani che cosa diresti?

JAKOV: Ma potrei raccontare loro la mia esperien­za, così come ho fatto qui questa sera: cioè che l'u­nica gioia e l'unica pace che esistono al mondo vengono solo da Dio. Però vorrei richiamare anche i genitori alle loro responsabilità, perché se un giovane di quindici, sedici o diciassette anni resta fuori tutta la notte e poi lo lasciano a dormire tutto il giorno, questo dipende anche dai genitori. Tante cose dipendono dall'educazione dei genitori.

PADRE LIVIO: Non c'è dubbio. Ma senti: se uno dei tuoi figli, un domani che avesse diciotto anni, uscisse il sabato sera e rientrasse la domenica mat­tina, tu che cosa faresti?

JAKOV: Non lo lascerei mai!

PADRE LIVEO: No? Che cosa faresti? Lo sbatteresti fuori casa?

JAKOV: Ah sì!

PADRE LIVIO: Insomma, quando è necessario ci vuole il polso fermo dei genitori.

JAKOV: Ma sicuramente. Con i miei figli ad esem­pio io ho incominciato a far conoscere loro i valo­ri della vita e non credo che cadranno in questa tentazione. Però, chissà che cosa potrà succedere nella vita. Non possiamo mai essere sicuri. Però se uno dei miei figli insistesse su quella strada, andrei a cercare un altro aiuto, fino a lasciarlo fuori casa se fosse necessario, perché lui deve capire che quello che tu gli chiedi è giusto.

PADRE LIVIO: Il metodo di suor Elvira insomma.

JAKOV: Anche. [108]

          [108] Suor Elvira ha fondato a Medjugorje e in diverse parti del mondo delle comunità giovanili maschili e fem­minili; per il recupero dei tossicodipendenti. Le sue comunità, basate sulla fede e l'amicizia cristiana, rico­struiscono centinaia di vite distrutte, restituendo alla società e alla Chiesa degli uomini veri e dei cristiani seri. Suor Elvira consiglia ai genitori di usare il metodo forte, quando i figli non vogliono ascoltare altre ragioni e sono in balìa della droga e degli spacciatori. Una volta poi che i ragazzi sono entrati in comunità, è ben difficile che la lascino.

Scopriamo la bellezza della vita

PADRE LIVIO: Senti, Jakov, la Madonna invita i gio­vani a scoprire la grandezza e la bellezza della vita. Come possiamo fare per aiutarli?

JAKOV: Possiamo aiutarli come ho detto prima con la nostra testimonianza, ma anche con la preghie­ra. Con la preghiera possiamo fare tutto. Pregare per i nostri giovani, essere di esempio ai nostri gio­vani, affinché anche loro possano vedere in noi quella bellezza di Dio.

PADRE LIVIO: Qui in Italia c'è un fenomeno strano. Da noi molti giovani hanno paura di sposarsi, non escono di casa e rimangono nella famiglia di ori­gine fino a quarant'anni. Tu, invece, hai solo ven­totto anni e hai già una famiglia con tre bambini. Come mai, a tuo parere, c'è una così grande incer­tezza?

JAKOV: Penso che oggi, purtroppo, due persone hanno paura di legarsi veramente, di condividere anche i momenti difficili, oltre ai momenti di gioia. Hanno proprio paura! Oggi purtroppo met­tiamo le condizioni su tutto. Per esempio, faccia­mo un figlio quando abbiamo la casa, quando abbiamo trovato il lavoro, quando abbiamo viag­giato: allora vogliamo un figlio. Non quando Dio lo vuole. Per noi tutto deve essere programmato. Ma questa non è vita! Non dobbiamo avere paura di legarci insieme, di formare nuove famiglie e di formare nuovi cristiani.

La vocazione matrimoniale

JAKOV: Ho tre figli e darei tutto per loro. Sono feli­cissimo e dico sempre grazie a Dio perché mi ha dato questi figli.

PADRE LIVIO: Si vede che sei felice di essere padre. Ma senti, secondo te la famiglia può essere una via di santità?

JAKOV: Ah, sicuramente. C'è un sacramento anche qui.

PADRE LIVIO: Non possiamo dimenticare che il matrimonio è un sacramento!

JAKOV: E la famiglia deve essere una famiglia veramente santa, che può aiutare tante altre fami­glie nel mondo.

PADRE LIVIO: È vero che da ragazzino per un certo tempo hai avuto l'idea di andare in seminario?

JAKOV: Ma no!

PADRE LIVIO: Eppure l'ho sentito dire da qualche parte. Forse da qualcuno per il quale un veggente deve per forza abbracciare la vita religiosa.

JAKOV: Hanno detto tante cose che non sono vere. Non ho mai sentito il desiderio di andare in con­vento perché...

PADRE LIVIO: Non sentivi la vocazione?

JAKOV: Non avevo la vocazione. Mi sono sposato a ventidue anni e...

PADRE LIVIO: Però hai vissuto il compito di costrui­re una famiglia come una vocazione.

JAKOV: Sì, sicuramente.

PADRE LIVIO: Come un progetto di Dio.

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: Attraverso il quale si può diventare santi.

JAKOV: Anche. Tanti non riescono a capire e dico­no: "Ah, voi che siete veggenti vi siete sposati: dovevate scegliere la vita religiosa". Non riescono a capire che il matrimonio è un sacramento. Oggi molte famiglie sono in crisi e forse è un progetto della Madonna per essere di esempio verso queste famiglie.

PADRE LIVIO: Lo penso anch'io.

JAKOV: Per portare a Dio queste altre famiglie.

PADRE LIVIO: Infatti su sei veggenti cinque siete sposati e avete tutti una bella famiglia.

JAKOV: Proprio così.

PADRE LIVIO: E avete tutti tanti bambini.

JAKOV: Sì.

PADRE LIVIO: È un incoraggiamento che la Madon­na ha voluto dare a tanti giovani.

JAKOV: Sicuramente. Noi crediamo questo. [109]

          [109] L'esempio di Bernadette e di Suor Lucia di Fatima condizionano spesso i nostri giudizi sui veggenti di Medjugorje. In realtà le vie di Dio non sono le nostre vie e i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Oltre ai moti­vi di grande valore spirituale che Jakov ha richiamato, ricordando che il matrimonio è un sacramento e una via di santità, ce ne sono altri di carattere pratico che vanno tenuti presenti.

Infatti i veggenti nella loro famiglie sono persone che godono di una sufficiente libertà per poter rispondere ai piani della Madonna. Cosa che sarebbe piuttosto pro­blematica in una istituzione religiosa. Dio sa quello che fa e a lui preme che le persone che ha scelto possano essere totalmente disponibili per i suoi progetti.

Ai malati

PADRE LIVIO: Dopo i giovani direi di rivolgere un pensiero ai malati.

JAKOV: Ai malati posso dire quello che la Madonna dice sempre: di pregare, di avere fiducia e di credere. È necessario che preghino per capire il valore della loro malattia.

PADRE LIVIO: È molto importante per poterla sop­portare.

JAKOV: Non chiedersi perché mai Dio abbia dato questo castigo, ma credere che si tratta di un pro­getto di Dio, un progetto che Dio ha su ognuno di noi e che lui ci aiuta.

PADRE LIVIO: Quindi vedere la punto di vista soprannaturale.

JAKOV: Sì, Dio ci aiuta anche a capire la nostra malattia.

PADRE LIVIO: Vederla nella luce di Dio è una gra­zia.

JAKOV: Poi, però, non è sbagliato pregare per la nostra guarigione.

PADRE LIVIO: Anche nei Vangeli i malati chiedono a Gesù la guarigione.

JAKOV: Non bisogna dire: "Ho pregato per un anno e Dio non mi ha aiutato. Che cosa devo fare ades­so?" Noi dobbiamo solo pregare e credere.

PADRE LIVIO: Quindi si può chiedere la guarigione, ma innanzi tutto bisogna comprendere il progetto di Dio.

JAKOV: E dire sempre, sia fatta la volontà di Dio e non la nostra.

Ai sacerdoti

PADRE LIVIO: Che cosa diresti ai sacerdoti?

JAKOV: La Madonna una volta ha dato un bel mes­saggio ai sacerdoti, dicendo che devono protegge­re la fede del popolo. Personalmente auguro ai sacerdoti di essere sempre di esempio per gli altri e che tutti i cristiani possano vedere Gesù nel sacerdote.

PADRE LIVIO: Il sacerdote è veramente un altro Gesù.

JAKOV: E che Dio ci dia tanti e santi sacerdoti.

PADRE LIVIO: E alle suore che diresti?

JAKOV: La stessa cosa anche alle consacrate.

PADRE LIVIO: E agli ascoltatori di Radio Maria che cosa diresti?

JAKOV: Li saluti tutti. Posso dire loro una sola cosa, di accettare i messaggi della Madonna e donare completamente a lei il loro cuore. Solo così la Madonna può lavorare attraverso di noi.

PADRE LIVIO: Questo senza apparizioni è stato l'anno più lungo della tua vita?

JAKOV: Eh si. Però la Madonna è sempre con me.

Al papa

PADRE LIVIO: Se tu potessi parlare con il Papa, che cosa gli diresti?

JAKOV: Non so se sarei in grado di dirgli qualcosa, perché nella mia vita ho avuto due desideri: incon­trare Madre Teresa e incontrare il Papa. Questo pensiero mi emoziona molto. Ho avuto occasione di incontrare il Papa in una udienza generale. Sono momenti molto emozionanti. Se mi capitasse di parlargli, penso che mi verrebbe qualcosa di spontaneo.

La prossima apparizione

PADRE LIVIO: Quando riceverai la prossima appari­zione della Madonna.

JAKOV: A Natale. [110]

          [110] Nell'apparizione del Natale 1999 la Madonna ha dato a Jakov il seguente messaggio: "Cari figli, oggi anniversario della nascita di mio Figlio, quando il mio cuore è pieno di una gioia che non si può misurare, con amore invito tutti a una completa apertura e completo abbandono a Dio. Gettate fuori tutte le tenebre dal vostro cuore, permettete alla luce e all'amore di Dio di entrare nel vostro cuore e di rimanervi per sempre. Siate portatori della luce di Dio e del suo amore a tutti gli uomini, così che tutti in voi e attraverso voi possa­no sentire e sperimentare la vera luce e il vero amore che solo Dio può dare. Vi benedico con la mia benedi­zione materna".

 

PADRE LIVIO: Aspetti con ansia questo giorno?

JAKOV: Ah, sicuramente. Questo è stato l'anno più lungo.

                                    Erba, sede di Radio Maria, 24 Settembre 1999.

Nota: L'intervista è stata rilasciata in lingua italiana.

La dizione orale  è stata leggermente modificata nel testo scritto.

I VEGGENTI SONO CREDIBILI ?

Ho avuto l'opportunità di conoscere i veggenti di Medjugorje quando erano ancora dei ragazzi. Ora sono ormai uomini e donne for­mati, ognuno con una sua propria famiglia, eccetto Vicka che vive nella sua famiglia di origine, dedicando la sua giornata all'accoglienza dei pellegrini. Non vi è dubbio che il segno più eloquente della presenza della Madonna a Medjugorje siano proprio questi sei giovani ai quali ha chiesto molto, affidando loro una missione che per sua natura richiede una grande generosità. Qualsiasi persona di buon senso dovrebbe chiedersi come fanno sei ragazzi, fra loro diversi e ognuno con una vita propria, nono­stante una cordialità di fondo che li unisce, a testimoniare per un tempo così lungo l'appari­zione quotidiana della Madre di Dio, senza mai una contraddizione, senza smarrimenti e senza ripensamenti. A suo tempo furono fatti esperimenti scientifici, da parte di equipes di medici di chiara fama, che portarono all'esclusione di qualsiasi forma di allucinazione e confermarono l'inspiegabilità, sotto il profilo puramente scientifico, dei fenomeni legati alle apparizio­ni. Sembra che in un'occasione la Madonna abbia detto che tali sperimentazioni non erano necessarie. Effettivamente basta la semplice osservazione della normalità psicologica dei ragazzi, del loro equilibrio e di una progressiva maturazione umana e spirituale nel tempo per concludere che si tratta di testimoni del tutto attendibili.

Un proverbio inglese afferma che per conoscere bene una persona bisogna mangiar­vi insieme un quintale di sale. Mi chiedo quan­ti sacchi di sale gli abitanti di Medjugorje abbiano consumato insieme a questi ragazzi. Non ho mai sentito una persona del posto dubi­tare di loro. Eppure quante mamme e quanti padri avrebbero desiderato che fosse un loro figlio o una loro figlia ad essere scelti come testimoni della Vergine Maria! In quale paese del mondo non ci sono rivalità, piccole gelosie e contrasti di interesse? Tuttavia nessuno a Medjugorje ha mai messo in dubbio che la Madonna abbia scelto questi sei e non altri. Fra i ragazzi e le ragazze di Medjugorje non ci sono mai stati altri candidati veggenti. Pericoli di questo genere sono caso mai venuti da fuori.

Bisogna dare atto soprattutto alle famiglie di Bijakovici, la frazione di Medjugorje da dove sono originari i veggenti, di aver accetta­to disciplinatamente le scelte della Gospa, come lì viene chiamata la Madonna, senza mormorazioni e senza mai metterle in discus­sione. Satana, per tessere i suoi tortuosi intri­ghi, ha dovuto sempre ricorrere a gente estra­nea, trovando impermeabile la gente del posto.

Il tempo che passa è un grande galantuo­mo. Se qualcosa non va, prima o poi viene alla luce. La verità ha le gambe lunghe e questo lo si vede esaminando con animo sereno un periodo che ormai si avvicina ai venti anni di apparizioni quotidiane. Si tratta fra l'altro del­l'età più difficile della vita, quella dell'adole­scenza e della giovinezza, dai quindici ai trent'anni. Età tempestosa soggetta alle evolu­zioni più imprevedibili. Chi ha dei figli sa molto bene che cosa significhi.

Eppure i ragazzi di Medjugorje hanno per­corso questo lungo cammino senza appanna­menti o eclissi di fede e senza sbandamenti morali. Chi conosce bene i fatti sa quali pesi abbiano dovuto sopportare fin dall'inizio, quando il regime comunista li perseguitava in vari modi, pedinandoli, impedendo la salita alla montagna delle apparizioni e perfino cer­cando di farli passare per dei malati mentali. Si trattava in fondo solo di ragazzi. Pensavano fosse sufficiente intimidirli. Una volta ho assi­stito a un blitz della polizia segreta che portò via Vicka e Marija per un interrogatorio. Il clima dei primi anni era denso di minacce. L’incontro quotidiano con la Madre celeste è sempre stata la vera forza che li ha sostenuti.

A questo si aggiunga l'ostilità del vescovo del luogo, il cui atteggiamento, comunque lo si voglia valutare, ha rappresentato e rappresenta tuttora una croce pesante da portare. Una delle veggenti una volta mi ha detto, quasi piangen­do: "Il vescovo afferma che io sono una bugiar­da". Conficcata nel fianco di Medjugorje resta una spina costituita dall'atteggiamento ostile di alcuni ambienti ecclesiastici e solo Dio sa per­ché nella sua sapiente regia ha voluto che la parrocchia, e in primo luogo i veggenti, portas­sero questa croce.

Sono stati anni di navigazione fra le onde di un oceano piuttosto agitato. Ma tutto questo è nulla di fronte alla fatica quotidiana dell'ac­coglienza dei pellegrini. Fin dai primi giorni delle apparizioni accorrevano a migliaia da tutta la Croazia e oltre. Poi incominciò la piena inarrestabile dei visitatori da ogni parte del mondo. A partire dalle prime ore del mattino le case dei veggenti erano assediate da ogni gene­re di persone che pregavano, interrogavano, piangevano e soprattutto speravano che la Madonna si chinasse sulle loro necessità.

A partire dal 1985 ho trascorso tutte le mie vacanze, un mese all'anno, a Medjugorje per aiutare alcuni veggenti nell'accoglienza dei pellegrini. Dal mattino alla sera questi ragazzi, e in modo particolare Vicka e Marija, accoglie­vano i gruppi, testimoniavano i messaggi, ascoltavano le raccomandazioni, pregavano insieme alla gente. Le lingue si mescolavano, le mani si intrecciavano, i biglietti di richieste per la Madonna si accumulavano, i malati sup­plicavano, i più esagitati, in primo luogo natu­ralmente gli italiani, quasi assalivano le case dei veggenti. Mi chiedo come le famiglie abbiano potuto resistere in mezzo a questo assedio incessante.

Poi, verso sera, quando la gente sciamava verso la chiesa, ecco finalmente il momento della preghiera e dell'apparizione. Una sosta corroborante senza la quale non si sarebbe

potuto andare avanti. Ma poi ecco la cena da preparare, gli amici, i parenti e i conoscenti invitati a tavola da servire, i piatti da lavare e infine, quasi sempre, il gruppo di preghiera fino a notte inoltrata.

Quale giovane avrebbe potuto resistere a questo tipo di vita? Quale l'avrebbe affrontata? Chi non avrebbe perso il suo equilibrio psico­logico? Eppure a distanza di anni ti trovi di fronte delle persone serene, calme ed equili­brate, certe di quel che dicono, umanamente comprensive, consapevoli della loro missione. Hanno i loro limiti e i loro difetti, per fortuna, ma sono semplici, limpidi e umili. Sono i sei ragazzi il segno primo e più prezioso della pre­senza della Madonna a Medjugorje.

 

I COMPONENTI DEL GRUPPO

Il primo giorno, il 24 giugno 1981, videro la Madonna in quattro: Ivanka, Mirijana, Vicka e Ivan. La vide anche Milka, la sorella di Marija, ma il giorno successivo ai primi quat­tro si aggiunsero Marija e Jakov; mentre Milka era al lavoro, e il gruppo tu così completo. La Madonna considera il 24, festa di San Giovanni Battista, un giorno di preparazione, mentre l'anniversario delle apparizioni va considerato il 25 giugno. A partire dal 1987 la Madonna ha incominciato a dare i messaggi ogni 25 del mese, quasi a sottolineare il particolare signifi­cato di questo giorno che ricorda le grandi festività dell'Annunciazione e del Natale. La Madre di Dio è apparsa sulla collina del Podbrdo ai cui piedi sorgono le case di Bijakovici, mentre i veggenti si trovavano sulla strada che ora molti pellegrini percorrono per recarsi al "Campo della vita" dei ragazzi di suor Elvira. La Madonna faceva loro cenno di avvicinarsi, ma essi erano paralizzati dal timo­re e dalla gioia insieme. Nei giorni successivi. Le apparizioni si spostarono verso il luogo attuale della montagna e, nonostante la pietraia e i fitti cespugli di pungentissime spine, gli incontri con la Madonna avvenivano a distanza ravvicinata, mentre un numero crescente di persone, contate a migliaia, faceva ressa intor­no. Da quel 25 giugno il gruppo dei veggenti è rimasto immutato, anche se soltanto tre di loro hanno le apparizioni ogni giorno. Infatti, Mirijana dal Natale del 1982 ha cessato di avere le apparizioni quotidiane e incontra la Madonna ogni 18 marzo, giorno del suo compleanno. A sua volta Ivanka incontra la Madonna ogni 25 giugno, essendo le visioni quotidiane terminate per lei il 7 maggio 1985. Jakov ha cessato le apparizioni quotidiane il 12 settembre 1998 e avrà l'apparizione della Madonna ogni Natale. Va comunque osservato che la Gospa si muove molto liberamente con i veggenti, nel senso che queste indicazioni non sono per lei vincolanti. A Vicka, ad esempio, ha chiesto per sei volte una pausa nelle apparizioni (quattro di quaranta e due di quarantacinque giorni), come sacrificio da offrire. Ho notato che i sei ragazzi scelti dalla Madonna, pur avendo fra loro contatti piuttosto rari ed essendo ormai disseminati in diverse parti del mondo, si sentono un gruppo compat­to. Hanno molto rispetto l'uno per l'altro e mai li ho colti in contraddizione. Sono perfettamen­te consapevoli di vivere la medesima esperien­za, anche se ognuno ha un suo modo personale di testimoniarla. A volte sono stati accostati ai sei veggenti delle persone del luogo con carismi di altra natura, come le locuzioni interiori. Si tratta di fenomeni fra loro molto diversi e che vanno le apparizioni quotidiane e incontra la Madonna         tenuti distinti. La Chiesa d'altra parte si pronuncia sulle apparizioni, mentre non prende in esame la provenienza delle locuzioni interiori.

Non sono mancati neppure dei visionari che venivano da fuori, i quali pretendevano di unirsi ai ragazzi. Uno dei pericoli in cui posso­no incorrere i pellegrini ignari è che qualche personaggio di prestigio presenti come prove­nienti dalla Madonna di Medjugorje dei messaggi che attinge da ben altre fonti o da altri supposti veggenti, che nulla hanno a che fare con i sei ragazzi destinatari delle apparizioni. Una mancanza di chiarezza su questo punto da parte di chi sul posto ha il dovere di vigilare potrebbe nuocere alla causa stessa di Medjugorje.

La Madonna ha costantemente protetto i suoi sei "angeli", come li chiamava nei primi tempi, e ha sempre impedito i tentativi abil­mente studiati da satana, l'infaticabile falsario, di alterare il gruppo, aggiungendo o sostituen­do i componenti. La Chiesa poi fin dall'inizio ha fatto chiarezza, in quanto il vescovo prima e la commissione della Conferenza episcopale croata poi, hanno limitato l'ambito della loro indagine alle testimonianze del gruppo formato dalla Madre di Dio il 25 giugno del 1981.

Su questo punto occorre avere idee molto chiare. Per il suo grande piano Maria ha scelto una parrocchia concreta e sei ragazzi che vi abi­tano. Queste sono le sue decisioni, che vanno rispettate, come d'altra parte dimostra di fare la gente del posto. Qualsiasi tentativo di cambiare le carte in tavola va ascritto all'eterno inganna­tore che opera, come sempre, attraverso le ambizioni umane.

 

LA MISSIONE DEI SEI VEGGENTI

Frequentando i veggenti di Medjugorje ho potuto constatare la loro grande gioia, perdu­rante nel tempo, per essere stati scelti da Maria. Chi non lo sarebbe? Si rendono conto di aver ricevuto una grande grazia, ma nel medesimo tempo di portare sulle loro spalle una grossa responsabilità. Come a La Salette, a Lourdes e a Fatima, la Madre di Dio ha mostrato di sce­gliere i poveri, i piccoli i semplici per i grandi compiti. Il contesto sociale e familiare di queste apparizioni è molto simile. Si tratta di famiglie contadine di località poverissime, dove però è ancora viva una fede salda e sincera.

Ora la situazione sociale a Medjugorje è migliorata. L’afflusso dei pellegrini e la loro accoglienza nelle case ha portato un certo benessere. L’attività edilizia ha dato valore ai terreni. La maggior parte delle famiglie, com­prese quelle dei veggenti, ha restaurato o costruito la propria abitazione. Casa e lavoro fanno parte del pane quotidiano che ogni cri­stiano chiede al Padre celeste.

La parrocchia ha notevolmente potenziato le sue strutture di accoglienza, grazie alle offer­te dei pellegrini. Tuttavia il quadro d'insieme non è quello della ricchezza, ma di una vita dignitosa, dove l'unico lavoro a disposizione è legato ai pellegrinaggi.

All'inizio la situazione era molto diversa. Il contesto era quello di un duro lavoro contadino e di una grigia e stentata povertà. La Madonna ama scegliere in questi ambienti i suoi più pre­ziosi collaboratori. Lei stessa era una piccola fanciulla di uno sconosciuto villaggio quando Dio le manifestò la sua predilezione. Rimane un mistero nascosto nel cuore di Maria perché il suo sguardo si sia posato su questa parrocchia e proprio su questi ragazzi.

Noi siamo portati a pensare che particolari doni si debbano meritare e che i loro destinata­ri siano dei prediletti. Quando riceviamo delle grazie o dei carismi speciali ci domandiamo: "Ma che cosa ho fatto io per meritarlo?". Da quel momento ci guardiamo con altri occhi, cercando di scoprire meriti che non sapevamo di avere. In realtà Dio sceglie i suoi strumenti con sovrana libertà e in non poche occasioni prendendoli dalla spazzatura.

Grazie di questo tipo sono immeritate e il vero problema è quello di corrispondere con fedeltà e umiltà, nella consapevolezza che altri al nostro posto potrebbero fare meglio di noi. D'altra parte la Madonna stessa ha sottolineato in più occasioni che ognuno di noi ha un posto importante nel piano di Dio per la salvezza del mondo.

Alla domanda dei veggenti perché abbia scelto proprio loro, la Madonna ha risposto facendo loro capire che non erano né migliori né peggiori degli altri. Anche per quanto riguar­da l'elezione dei parrocchiani la Vergine ha voluto sottolineare che li aveva scelti così come erano (24.05.1984), cioè con i loro aspetti posi­tivi e negativi. In queste risposte sembra quasi affiorare il criterio della normalità. I ragazzi prescelti da Maria non erano neppure fra i più fervorosi sul piano della pratica religiosa. Molti altri frequentavano la chiesa più di loro.  D'altra parte è noto che Bernadette era stata esclusa dalla prima comunione per caren­ze nella conoscenza del catechismo.

Sappiamo anche in quale modo sbrigativo i pastorelli di Fatima pregassero il rosario prima delle apparizioni. A La Salette la situazione è ancora più precaria, perché i due veggenti non recitano neppure le preghiere del mattino e della sera.

Chi riceve un compito riceve anche le gra­zie necessarie per adempierlo. La Madonna vede i cuori e sa trarre il meglio da ognuno di noi. Ai ragazzi di Medjugorje ha affidato una missione la cui ampiezza e importanza non si sono ancora pienamente manifestate. Non è mai accaduto in apparizioni pubbliche che la Vergine abbia chiesto un impegno così intenso e prolungato, tale da assorbire l'intera vita di una persona. Al passaggio cruciale del millen­nio saranno quasi due decenni che la Madonna chiede ai ragazzi di incontrarsi con lei ogni giorno e di testimoniare la sua presenza e il suo messaggio davanti al mondo.

Si tratta di un compito che esige fedeltà, coraggio, spirito di sacrificio, costanza e perseveranza. Ci chiediamo se questa straordinaria missione affidata a dei giovanissimi venga adempiuta bene. A questo riguardo la risposta è adulte, hanno risposto nel migliore dei modi. Dio non pretende da loro che pervengano a tappe forzate alle vette della santità. I due pastorelli di La Salette non saranno mai elevati agli onori degli altari. La loro vita è stata piut­tosto travagliata. Essi però hanno perfettamente compiuto la loro missione nella più grande fedeltà, rimanendo leali fino alla fine alla loro testimonianza sul messaggio ricevuto.

Anche i santi hanno i loro difetti. Figuriamoci dei ragazzi ancora agli inizi del cammino spirituale. In questo tipo di missione contano due virtù fondamentali: l'umiltà e la fedeltà. La prima è la consapevolezza evangeli­ca di essere dei servi inutili e difettosi. La seconda è il coraggio della testimonianza del dono ricevuto, senza mai rinnegano. I veggenti di Medjugoije, come li conosco io, pur con i loro limiti e difetti, sono umili e fedeli. Lo sa soltanto Dio quanto siano santi. Questo d'altra parte è vero per tutti. La santità è un lungo cam­mino che siamo chiamati a percorrere fino all'ultimo istante della vita.

Mi ha molto impressionato quanto i biogra­fi raccontano di santa Giovanna d'Arco. Dopo che aveva evitato il rogo firmando un docu­mento di abiura, d'altra parte sollecitato dal collegio ecclesiastico che la giudicava, “le voci” interiori dalle quali era guidata la ammo­nirono che se non avesse testimoniato la mis­sione che Dio le aveva affidato si sarebbe per­duta eternamente.

La Madonna può essere ben contenta degli adolescenti che si è scelta tanto tempo fa. Ormai sono persone adulte, padri e madri di famiglia, ma ogni giorno essi la accolgono e le rendono testimonianza davanti a un mondo spesso distratto, incredulo e irridente.

Qualcuno si chiede perché mai cinque dei sei testimoni delle apparizioni si siano sposati, mentre nessuno si è completamente consacrato a Dio secondo le vie ordinarie della Chiesa. Solo Vicka non si è sposata, dedicandosi a tempo pieno alla testimonianza dei messaggi, ma per quanto riguarda il suo futuro si affida completamente alla volontà di Dio, senza fare previsioni.

A questo riguardo va precisato che fin dai pnmi tempi delle apparizioni, ai veggenti che chiedevano consigli sulla scelta del proprio stato la Madonna ha risposto che sarebbe stato bene consacrarsi al Signore completamente, ma che tuttavia essi erano liberi di scegliere. Effettivamente Ivan andò in seminario, non riu­scendo però a progredire a causa delle lacune negli studi. Marija a sua volta ha desiderato a lungo entrare in un convento, senza mai però avere la certezza interiore sulla via che Dio le indicava. Alla fine cinque su sei hanno scelto per il matrimonio, che è, non dimentichiamolo, una via ordinaria di santità, che oggi in modo parti­colare ha bisogno di testimoni. È un orienta­mento certamente previsto dal cielo e che, a ben pensarci, permette ai veggenti quella disponibi­lità ai piani di Maria di cui non potrebbero godere nelle rigide strutture della vita consacra­ta. Alla Madonna preme che i ragazzi da lei pre­scelti siano testimoni della sua presenza di fronte alla Chiesa e al mondo e la loro attuale situazione è probabilmente la più adatta allo scopo.

 

"TUTTO CIO’  CHE IL MONDO DI OGGI VI OFFRE È PASSEGGERO"

Non vi è dubbio che le apparizioni di Medjugorje abbiano uno speciale richiamo per i giovani. Diversamente da altri santuari maria­ni qui la presenza della gioventù balza subito agli occhi. Arrivano da ogni parte del mondo, spesso come cani affamati in cerca di qualche brandello di Assoluto. Non pochi rimangono a Medjugorje per alcuni mesi, come quei malati che hanno bisogno di tempo per recuperare le energie e riprendere il cammino.

Certo, molti fra loro sono credenti, ma si tratta di una fede incerta e vacillante, che ha bisogno di un incontro vivo, quasi di toccare Dio con mano, per divenire una forza che aiuta ad affrontare il futuro. Altri sono semplice­mente degli sconfitti della vita, della quale hanno sperimentato sulla propria pelle l'ama­rezza e il vuoto, e sono alla ricerca disperata delle ragioni per vivere e per credere.

Ho constatato a Medjugorje lo straordina­rio fascino di Maria sui giovani. Sembra quasi

che la vedano e che sentano la bellezza e la tenerezza del suo volto di Madre. Alcuni dei canti mariani più belli sono nati dal desiderio dei giovani di cantare le lodi della Regina della pace. Qui innumerevoli vite sono radicalmente cambiate. Molti genitori, con loro grande sor­presa, hanno visto tornare a casa i figli profon­damente trasformati.

I giovani sono una presenza costante, dis­seminata lungo tutto il corso dell'anno. Medjugorje è molto ospitale. Anche i più sban­dati possono trovare una famiglia dove allog­giare. Non mancano strutture di accoglienza, dove avere un punto di riferimento per un cam­mino spirituale.

La settimana che precede il compleanno della Madonna, che qui viene celebrato per suo desiderio il 5 agosto, vede migliaia di giovani confluire da ogni parte del mondo per celebra­re insieme il festival della gioventù sotto il manto della Regina della pace.

Si tratta di esperienze indimenticabili che segnano l'esistenza. Spesse volte un pellegrinaggio a Medjugorje ha inciso di più nel cuore di un giovane di tanti anni di catechesi in par­rocchia. La presenza di Maria è viva e i giova­ni capiscono che il cristianesimo è qualcosa di

concreto che incide nella vita e la rende gran­de. Non pochi di loro hanno sentito la chiama­ta per una consacrazione totale al servizio di Dio e della Chiesa.

Il fascino innegabile che Medjugorje eser­cita sui giovani trova la sua spiegazione nella sollecitudine particolare della Regina della pace per la gioventù. Non bisogna dimenticare che, diversamente da tante altre apparizioni mariane, qui Maria non ha scelto dei bambini, ma dei ragazzi che stavano affrontando gli anni difficili della crescita. Con l'eccezione di Jakov che al tempo della prima apparizione aveva soltanto dieci anni, tutti gli altri avevano fra i quindici e i diciassette anni.

La Madonna li ha scelti proprio nel momento in cui i loro coetanei nel mondo spesso abbandonano Dio e la Chiesa per per­correre strade piene di insidie e di pericoli mortali. Maria attraverso di loro ha voluto divenire la Madre e la guida dei giovani di tutto il mondo, spesso abbandonati a se stessi, senza padre e senza madre e privi di veri maestri di vita. I sei veggenti di Medjugorje sono un segno della preoccupazione materna di Maria per una generazione che corre il rischio di per­dere la fiaccola della fede tramandata dai

padri.

Alcuni  messaggi  particolari  della Madonna per i giovani li ho potuti ascoltare dalla voce di Vicka e di Ivan. Quest'ultimo conduce un gruppo di preghiera formato da suoi coetanei che la Regina della pace guida fin dai primi anni delle apparizioni e che lei stessa ha plasmato attraverso un lungo cammino. Ivan conserva tutti i messaggi con i quali la Vergine ha accompagnato il gruppo e un gior­no attraverso di essi potremo comprendere meglio la sua divina sapienza nell'insegnare ai giovani il cammino della fede.

Forse le parole più note della Madonna riguardanti la gioventù sono quelle che Vicka inserisce nella sua efficace sintesi dei messag­gi che abitualmente rivolge ai pellegrini. La Gospa esordisce affermando che i giovani oggi "si trovano in una situazione molto difficile". Che cosa significa? La Madonna non lo dice esplicitamente, ma noi possiamo farcene un'i­dea dall'insieme dei suoi insegnamenti.

Innanzi tutto la Madre di Dio è molto preoccupata per la crisi della famiglia. In molti casi i genitori hanno abdicato al loro dovere di insegnare la fede e i figli si allontanano senza aver conosciuto Dio e la via del bene. Più grave ancora è la situazione dei giovani nelle fami­glie divise, i quali affrontano gli anni decisivi della vita senza la guida dei genitori, abbando­nati a se stessi sul piano affettivo e morale.

La Madonna vede i giovani e le famiglie come un unico problema pastorale. Infatti, dopo aver dedicato un anno alla preghiera per i giovani, ne ha chiesto un altro per i giovani e le famiglie insieme. Maria ha ben presente che la famiglia gioca un ruolo decisivo nella vita di un giovane, sia nel bene come nel male. La crisi di molte famiglie nel mondo attuale pone i giovani in una situazione di gravissima diffi­coltà ed è la causa prima dei loro smarrimenti.

Tuttavia non pochi giovani, che pure hanno ricevuto una buona educazione religiosa dai loro genitori, finiscono per trovarsi in diffi­coltà a causa della situazione generale della società. La Regina della pace in più occasioni afferma che nel mondo in cui viviamo "domi­na il peccato" e che l'umanità "cammina nelle tenebre", illudendosi di costruire "un futuro senza Dio". Il risultato è che gli uomini si smarriscono lungo la via del male, sono scon­tenti e senza pace.

In questo vuoto di valori e di ideali come possono i giovani scoprire "la grandezza e la bellezza della vita"? Non c'è affatto da mera­vigliarsi se buona parte della gioventù contem­poranea non sa che cosa fare della propria esi­stenza e cerca di colmare la voragine di vuoto con gli "idoli" del momento.

"Cari giovani - dice la Madonna rivolgen­dosi direttamente a loro, nel succitato messag­gio dato attraverso Vicka, - tutto ciò che il mondo odierno vi offre è passeggero". Maria qui mette il dito sulla piaga e chiama a rappor­to l'intera nostra generazione. Infatti che cosa offriamo ai nostri giovani? Questo interrogati­vo va rivolto sia alle famiglie come alla società.

Non vi è dubbio che la nostra preoccupa­zione primaria sia quella di non far mancare nulla ai nostri figli sul piano materiale. Nutriamo i loro corpi, ma non le loro anime. Raramente sentono da noi le parole che entra­no nel cuore. La società consumistica aggrava questa situazione, seducendoli con l'inganno diabolico della felicità a portata di mano. Usciti di casa, che cosa cercano i nostri ragaz­zi? I più si perdono dietro il denaro e il diverti­mento. Non pochi distruggono se stessi alla ricerca di paradisi artificiali. Gran parte dei nostri figli sono dei morti che camminano.

L'assenza di Dio li ha privati della vita, della gioia e della speranza.

La Madonna vuole innanzi tutto aiutare i giovani a prendere coscienza dell'inganno satanico. Le cose effimere passano. Esse non possono dare un senso alla vita e rendere feli­ci. "Chi beve di quest'acqua avrà ancora sete dice Gesù col suo stile incisivo che non ammette repliche. Non è con le luci fallaci del mondo che l'uomo può saziare il suo cuore affamato di eternità. I giovani più di qualsiasi altro sono pronti a rincorrere le false felicità che la società esibisce, per poi perire di fame e di inedia.

 

"SATANA VUOLE UTILIZZARE IL VOSTRO TEMPO LIBERO A SUO  VANTAGGIO"

Dietro le cose effimere che il mondo offre si nasconde l'azione ingannatrice del serpente. Maria è una madre, anzi a Medjugorje è in modo tutto speciale la Madre dei giovani. Non c'è quindi da meravigliarsi se entra nel concre­to per indicare ai suoi figli i pericoli che corrono. "Satana - avverte - vuole utilizzare il vostro tempo libero a suo vantaggio". Mi ha sempre molto colpito questa allusione così pertinente a una precisa situazione di vita in cui si trovano i nostri ragazzi.

Infatti, finché un giovane è impegnato nello studio o nel lavoro è ben difficile che subisca delle gravi deviazioni. L'opera della seduzione incomincia col tempo libero, il quale non è in se stesso qualcosa di negativo, ma l'eterno ingannatore vi scorge un'opportu­nità per dispiegare la sua opera di seduzione. Che cosa fanno i nostri giovani nel loro tempo libero? Una volta la Madonna ha invitato tutti ad andare nella natura. C'è quindi anche un modo positivo di impiegare i momenti di libertà, ritemprando noi stessi nel fisico e nello spirito.

Il tempo libero però diviene un'opportu­nità satanica quando viene utilizzato per danneggiare il corpo e l'anima. Tutto ciò che è dia­bolico ha l'apparenza di bene, ma in realtà ci impoverisce, ci svuota e ci distrugge. Non è difficile identificare nelle discoteche, nella droga, nel sesso libero e nel denaro facile gli strumenti con cui satana si impadronisce della vita dei nostri ragazzi per portarla alla rovina.

Vorrei soffermarmi un momento sulla discoteca, riguardo alla quale non mancano purtroppo voci che ne minimizzano gli effetti negativi. Come consolidate statistiche dimo­strano, la discoteca è il luogo in cui molti ragazzi si drogano, incominciando quell'opera di demolizione di se stessi che li porta a diven­tare dei cadaveri ambulanti. Ma anche quando non induce alla droga, la discoteca manifesta ugualmente la sua opera deleteria con la musi­ca che stordisce, con l'alcol che ubriaca e il sesso degradato a istinto.

Fa riflettere il fatto che per un terzo dei giova­ni italiani la discoteca è la ragione stessa di vita, che dà senso alla loro settimana e senza la quale non potrebbero vivere. L’inganno satani­co è perfetto in quanto colui che è "omicida e menzognero fin dal principio" ha rinchiuso gran parte della nostra gioventù in queste immense camere a gas, illudendola di trovarsi in paradiso. Non è un caso che molte discote­che portino proprio questo nome. Ma non vi è dubbio che nei paradisi satanici si avverte ben presto l'odore di zolfo del vuoto, della scon­tentezza e della disperazione.

Come si fa a non vedere la trappola del demonio nello spettacolo funereo di questi gio­vani che tornano a casa inebetiti all'alba della domenica per stramazzare come zombi sul letto, incapaci di vedere il sole nel giorno del Signore e di condividere con la famiglia la gioia dello stare insieme? Il giorno della luce per loro è divenuto il giorno del buio; il giorno della vita si è cambiato in giorno della morte; il giorno del Signore si è trasformato nel gior­no del maligno.

Mi pare opportuno segnalare in modo più circostanziato un altro inganno col quale sata­na si impadronisce dei nostri figli, utilizzando il loro tempo libero. Vorrei alludere al sesso libero. A questo riguardo vi è nella predicazio­ne e nella catechesi ordinaria di molti uomini di Chiesa un silenzio che stupisce, come se la lussuria non fosse uno dei sette vizi capitali. Non vi è dubbio che attraverso i disordini ses­suali satana porta alla degradazione gran parte della nostra gioventù, impedendo ad essa di scoprire la bellezza del disegno di Dio sull'a­more e sulla sessualità e quindi sul matrimonio e la famiglia.

La Madonna a Medjugorje non ha manca­to di dare ai sei veggenti e attraverso di loro a tutti i giovani dei richiami ben precisi, che li aiutino a non farsi sedurre da una società sprofondata nella più miserabile immoralità che la storia del mondo conosca. Nel cammino

dell'umanità sono sempre esistiti i disordini sessuali, anche i più gravi, ma mai si era giun­ti all'esaltazione del sesso libero come nel nostro tempo, inneggiando all'immoralità e irridendo la virtù con la potenza sfacciata degli odierni mezzi di comunicazione. Ieri il male si nascondeva, oggi si esibisce. Scomparsa la ver­gogna, imperversa ovunque la sfrontatezza. La turpitudine e l'oscenità sono i maestri osannati della nostra gioventù.

Mi ha molto impressionato l'immagine con cui la Madonna ha caratterizzato l'inferno. Infatti oltre alle persone che, entrando nel fuoco, si trasformano in orribili animali, ciò che ha colpito di più i veggenti è la figura di una giovane donna dai capelli lunghi e biondi, indubbiamente simbolo di chi commette i pec­cati di lussuria. La veggente Marija al riguardo così si esprime: "Infine abbiamo visto l'infer­no. Abbiamo visto come un grande fuoco e al centro una ragazza giovane e molto bella che èentrata in questo fuoco e poi è uscita diventan­do simile a una bestia...".

Vicka, che con Jakov è stata portata fisica­mente dalla Madonna a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l'inferno, usa un linguaggio assai più colorito, ma identico nella sostanza: Sembrano tutti diavoli. Soffrono. Dio ce ne preservi e basta... Non ho riconosciuto nessuno. Solo che ho visto di nuovo quella donnac­cia bionda e con le corna. Lei soffre in mezzo a quel fuoco; e i diavoli intorno a lei. Orribile e basta". La prima volta Vicka aveva visto que­sta "donnaccia" quando, qualche tempo prima, la Madonna aveva mostrato l'inferno in visio­ne a lei, Marija e Jakov. Mirijana a sua volta è stata protagonista di una esperienza assai singolare, che io però non ho udito dalla sua bocca, ma da quella di Vicka, la quale l'ha raccontata più volte ai pel­legrini. Mentre si stava preparando all'appari­zione della Madonna ecco che improvvisamen­te le è comparso un giovane dall'aspetto attraente, il quale cercava di persuaderla a non seguire la Madonna e i suoi messaggi, ma al contrario la spingeva a godersi la vita nel mondo. Mirjana faticava a sostenere il suo sguardo, ma poi reagiva respingendolo con molta decisione. Poco dopo le appariva la Madonna la quale le spiegava come satana cer­chi di attirarci a sé presentandosi sotto appa­renze seducenti.

A prima vista potrebbe sembrare un rac­conto d'altri tempi, scarsamente credibile all'uomo d'oggi. In realtà attraverso questo episodio la Madonna dimostra di conoscere molto bene i pericoli in cui incorrono i nostri giovani. Con molta facilità essi sono trascinati sulla via del male dalle cattive compagnie, lasciandosi facilmente persuadere dai coetanei a seguire la via facile e larga, lungo la quale invano cercano la libertà e la felicità.

Di fronte a questa imponente opera di seduzione dispiegata dal mondo contempora­neo, dietro la quale opera la forza e l'astuzia del nemico, come reagire? Quali armi usare per vincere la battaglia e riportare la gioventù a Dio? La preghiera, l'esempio, l'amore.

La Madonna non si limita a renderci con­sapevoli della difficile situazione dei giovani nel mondo contemporaneo e a mettere in guar­dia dai pericoli che incontrano. Nei suoi messaggi ci suggerisce anche i mezzi per preveni­re i loro sbandamenti e per aiutarli a ritrovare il cammino quando si sono persi.

Il punto focale è la famiglia. I responsabili della formazione dei figli sono innanzi tutto i genitori. Sono loro che devono educare alla fede e alla preghiera, fin da quando i bambini sono piccoli: "Cari figli - esorta la Madonna -, oggi vi invito a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, spronate anche i più piccoli alla preghiera e che i bambini si rechi­no alla santa Messa" (14.03.1985). La famiglia anche se poi il cammino di fede trova il suo sbocco naturale nella parrocchia.

Ci sarebbe molto da riflettere su questo punto. Infatti se nelle famiglie si pregasse tutti insieme, genitori e figli, e se ogni giorno si leg­gesse qualche versetto della Bibbia, i nostri figli avrebbero il loro nutrimento spirituale quotidiano, senza il quale la fede si indebolisce e muore. In realtà nella maggior parte delle famiglie, anche in quelle cristiane, ci si preoccupa di tante cose come la salute, lo studio, i vestiti e i divertimenti dei nostri ragazzi, ma mancano l'educazione alla preghiera, la forma­zione alla virtù e alla vita cristiana. I nostri ragazzi crescono pasciuti e vuoti, perché non viene dato loro il nutrimento spirituale.

La Madonna ricorda ai genitori tre doveri fondamentali nei confronti dei figli: l'insegna­mento, l'esempio e il dialogo. L’insegnamento riguarda innanzi tutto la preghiera. I genitori devono insegnare ai figli a pregare e devono pregare insieme a loro. Sappiamo quanto la Madonna abbia insistito su questo punto, fino a minacciare di non dare più messaggi se non si fosse accolto l'invito a pregare in famiglia.

Inoltre i genitori devono insegnare la fede, attingendo alla sorgente stessa della fede che è la parola di Dio: "Figlioli, mettete la Sacra Scrittura in un posto visibile nelle vostre famiglie, leggetela e vivetela. Insegnate ai vostri figli, perché se voi non siete un esempio per loro i figli si allontanano nell'assenza di Dio" (25.08.1996).

Qui la Regina della pace tocca un punto molto dolente. Non è possibile educare i figli alla fede se i genitori non sono impegnati in prima persona in un cammino di fede. Come si può pretendere che i figli siano dei cristiani ferventi quando i genitori sono cristiani indolenti? Come possono i figli pregare se i genito­ri non pregano? Come possono i figli aprirsi a Dio se i genitori lo hanno messo al bando nella loro vita? Come possono i figli apprezzare la vita spirituale se i genitori sono preoccupati solo di quella materiale?

d  In primo luogo sono i genitori che devono nutrire la loro fede leggendo la Bibbia e vivend­ola. Dopo di che sono in grado di comunica­re ai figli qualcosa di vivo, che inevitabilmen­te li interessa e li attira. La Madonna fa un'af­fermazione che da sola vale un trattato di peda­gogia: "Se voi non siete un'esempio per loro, i figli si allontanano nell'assenza di Dio". È qui fotografata con un'esattezza impressionante la crisi della fede del nostro tempo. Avendo la generazione di mezza età tradito i grandi valo­ri della fede, lasciandosi trascinare dal consu­mismo, la nostra gioventù si è allontanata da casa senza Dio. La preghiera, l'insegnamento, l'esempio e infine il dialogo. La Madonna lo ha sottolinea­to in modo particolare in alcuni messaggi dati al gruppo di Ivan, il quale, fra i veggenti, è forse quello che, nell'esposizione dei messaggi ai pellegrini, insiste di più sui problemi dei gio­vani e della famiglia. Mi ricordo di un messag­gio dato dopo un incontro di preghiera sulla montagna in cui la Madonna invitava i genito­ri e i figli a dialogare insieme in famiglia. In quel messaggio la Regina della pace sollecita­va in modo particolare i genitori ad ascoltare le esperienze di vita dei propri figli, per poterli consigliare e confortare.

Anche in questo caso la Madonna, nella sua sublime sapienza di madre, tocca un punto doloroso della vita delle nostre famiglie, dove c'è poco dialogo e perfino estraneità fra i genitori e i figli.  In questo modo le nostre case divengono degli alberghi dove ognuno fa la sua vita, incurante degli altri. È chiaro che il primo dialogo deve avveni­re fra i genitori stessi che devono costruire giorno dopo giorno la loro vita di coppia. Se i genitori sono affiatati, il loro dialogo con i figli è più facile e fruttuoso. Quando alla sera la famiglia si trova a tavola insieme, è bello scam­biarsi reciprocamente le esperienze della gior­nata, consigliandosi e aiutandosi a vicenda e poi terminare con la preghiera e il rendimento di grazie a Dio. In questo modo la famiglia diviene una comunità dove ci sono la gioia, la pace e la fede.

Purtroppo la realtà della maggior parte delle famiglie è ben diversa. La vita spirituale è spenta, il dialogo è morto e i figli sono lonta­ni. Che cosa fare? È necessario che chi ha ricevuto la grazia della conversione inizi con molta umiltà, silenzio e perseveranza il suo cammino spirituale. La conversione di una persona è una grande grazia per tutta la famiglia. A volte può essere persino un figlio, toccato da Dio, a richiamare i genitori sul cammino di fede.

Oggi molte famiglie vanno ricostruite e molti giovani riportati sulla retta via. È possi­bile? La Madonna afferma che è possibile solo "con la preghiera e l'amore". I genitori che soffrono per i figli lontani da Dio non sono disar­mati. Non devono dimenticare che Dio è il Signore dei cuori e che la sua grazia può richiamare in vita persone spiritualmente morte. Se satana è forte, la Madonna lo è infi­nitamente di più e con l'aiuto della nostra pre­ghiera può riportare i nostri figli sulla via della salvezza: "Satana è forte - dice - e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per quelli che stanno sotto il suo influsso, per­ché si salvino" (25.02.1988). "Sapete, cari figli, che con il vostro aiuto posso fare tutto e costringere satana a non indurre al male" (04.09.1986).

Quando i nostri giovani sono lontani, sulla via del peccato, teniamoli costantemente sotto la protezione della preghiera. La grazia opera già silenziosamente nella loro vita senza che se ne accorgano. Accanto alla preghiera è necessario 'l'amore". Dobbiamo avere lo sguardo della compassione divina su tanti poveri giova­ni sedotti dall'inganno diabolico e prigionieri del peccato. Sono persone malate spiritual­mente, che vanno curate con tutte le risorse della carità cristiana.

A volte l'amore deve necessariamente essere forte ed esigente. L’importante è che sia amore. A Medjugorje tutti conoscono il "Campo della vita", dove vivono un centinaio di giovani di diverse nazionalità sotto la guida ferma e sapiente di suor Elvira. Erano vite distrutte dalla droga e senza speranza alcuna di salvezza. Una mano ferma li ha messi in ginoc­chio, anche se non avevano la fede, una regola ferrea di vita ha ridato il vigore perduto della giovinezza, l'amore di una comunità ha fatto rifiorire la speranza.

Anche i nostri figli perduti possono essere ritrovati nell'abbraccio della fede. La preghie­ra, l'amore e la grazia possono compiere que­sto miracolo. Dalle famiglie nuove formate dai giovani consacrati a Maria nascerà la civiltà dell'amore.