MIRJANA Di MEDJUGORJE:

 

LA MADONNA PREPARA PER IL MONDO UN FUTURO DI PACE

 

INTERVISTA A MIRJANA

PADRE LIVIO: Un cordiale saluto a tutti gli ascolta­tori di Radio Maria da Medjugorje. Oggi abbiamo ai nostri microfoni, per la prima volta in una diret­ta, la veggente Mirjana, che gentilmente ha accon­sentito a rispondere alle nostre domande, dando la disponibilità di tutto il tempo necessario. [1]

[1] Mirlana Dragicevic è nata il 18 Marzo del 1965 a Sarajevo. Suo padre, Jozo, era tecnico radiologico all'o­spedale di quella città e la madre, Milena, operaia. Ha fatto i suoi studi e si è laureata in agraria a Sarajevo. Si è, quindi, sposata ed è venuta ad abitare stabilmente a Medjugorje. Ha due bambine. Il 25 Dicembre 1982 ha ricevuto il decimo segreto e da allora non ha più le apparizioni giornaliere, ma il 18 Marzo di ogni anno. Da qualche tempo Mirjana ha anche un'apparizione il 2 di ogni mese, durante la quale prega con la Madonna per i non credenti.

 

Ci troviamo nella casa di Vicka, dove abbiamo gli apparecchi necessari per la diretta e, anche Vicka è qui con noi, ma questa volta soltanto come ascoltatrice. Da qualche tempo sentivo dentro di me la necessità di ascoltare Mirjana, non soltanto perché desse la sua personale testimonianza sulle apparizioni della Regina della pace, ma anche per sentire dalla sua viva voce come si svolgerà l'in­carico che ha ricevuto dalla Madonna di svelare i dieci segreti. Sono trascorsi ormai più di vent'anni dal gior­no delle prime apparizioni e la tematica dei segre­ti è più viva che mai. Tre dei sei veggenti, Mirjana, Ivanka e Jakov; che non hanno più le apparizioni quotidiane, hanno ricevuto dalla Madonna dieci segreti, mentre gli altri tre, Vicka, Marija e Ivan, che hanno a tutt'oggi le apparizioni quotidiane, ne hanno ricevuti nove. Naturalmente i segreti sono segreti e di essi si sa soltanto quel poco che la Madonna ha voluto farci conoscere. Mirjana rive­ste un ruolo particolare perché la Madonna le ha affidato l'incarico di rivelarli nel modo che vedre­mo. Ecco, Mirjana, vorrei dare subito a te la parola per rivolgere un saluto agli ascoltatori di Radio Maria.

MIRJANA:         Io vi voglio salutare tutti e provare ades­so con Padre Livio ad avvicinarvi a Medjugorje e a tutto ciò che la Madonna vuole per noi. Speriamo che il Signore ci aiuti in questo lavoro. [2]

[2] Mirjana parla un ottimo italiano e anche il nostro lavoro di trascrizione risulta assai facilitato.

 

PADRE LIVIO: Lo speriamo di cuore. Ho voluto prepararmi alla trasmissione recitando il rosario perché la Madonna ci aiuti a dire le cose per la sua gloria.

 

La prima apparizione

PADRE LIVIO: Ecco, Mirjana, fin'ora gli ascoltato­ri di Radio Maria hanno sentito parlare del primo giorno delle apparizioni da Vicka, Marija e Jacov, i quali però non erano presenti in quel primo momento in cui tu e Ivanka avete avuto il primo incontro con la Madonna. Allora sentiamo da te, che eri protagonista in quel momento, come è avvenuto questo primo incontro. [3]

[3] Vedi al riguardo i libri editi dalla Shalom: "La Madonna ci insegna a pregare" (intervista con Marja); "Vicka parla ai giovani e alle famiglie" e "La sofferenza e la gioia" (interviste con Vicka); "La mia giovinezza con la Madonna" (intervista con Jakov).

 

MIRJANA: Ecco, provo a spiegare che cosa è suc­cesso in quel primo giorno. Era San Giovanni, un santo giorno. [4]

[4] Era il 24 Giugno 1981, festa di San Giovanni Battista, un santo venerato in tutta la Chiesa, ma in modo particolare nella zona. Forse non sarà inutile ricordare che il Battista è il profeta che richiama alla conversione, che èuna tematica fondamentale dei messaggi della Regina della pace. Tuttavia l'anniversario delle apparizioni è celebrato per volontà della Madonna il 25 Giugno, in quanto solo in quel secondo giorno erano presenti i sei veggenti. La Madonna ritiene il 24 Giugno un giorno di preparazione.

 

In paese non si lavorava e Ivanka, che era venu­ta per le vacanze estive da Mostar, ed io che ero venuta da Sarajevo, abbiamo voluto stare un po' da sole, come due ragazzine di quattordici, quindici anni, e abbiamo passeggiato sotto la collina, oggi conosciuta come "Collina delle apparizioni" e abbiamo parlato di cose di cui possono parlare delle ragazzine di quella età. Improvvisamente Ivanka mi ha detto...

PADRE LIVIO: Scusa Mirjana, se mi permetto: sic­come è uscita in questi giorni una rivista, che in Italia è molto diffusa, che racconta una vecchia storiella, secondo la quale tu e Ivanka eravate usci­te fuori dal villaggio per andare a fumare, vorrei sapere se è stato proprio così.

MIRJANA: Ma queste sono cose terribili; io le pren­do sempre con il sorriso quando sento cose così. Noi abbiamo soltanto parlato perché io non vede­vo l'ora di dirle tutto ciò che mi era successo e lei voleva dire a me tutto quello che era successo a lei, proprio come due ragazzine. [5]

[5] Forse non sarà male ricordare che in un paese dove il fumo è diffuso, anche fra le donne, perché fino a qual­che anno fa vi era la coltivazione intensiva del tabacco, proprio i veggenti, e in particolare le ragazze in que­stione, non fumano affatto.

 

"Penso che la Madonna sia sulla collina"

MIRJANA: Ad un certo punto Ivanka mi ha detto: "Io penso che la Madonna sia sulla collina". Solo così. [6]

[6] È stato dunque lvanka la prima a vedere e a ricono­scere la Madonna.

 

Ma io vi devo innanzi tutto provare a spiegare che io non avevo mai sentito prima la possibilità che la Madonna potesse venire sulla terra, perché noi siamo cresciuti nel comunismo, i genitori ci dicevano il meno possibile, la nostra vita cristiana era confinata in casa, perché solo una volta alla settimana potevi andare alla Messa. Allora i geni­tori non ci dicevano tante cose, ma solo quello che era necessario sapere. Per questo quando Ivanka ha detto: "Io penso che la Madonna sia sulla collina" io non ho guar­dato e le ho detto: "Sì, la Madonna non ha altro da fare, per cui è venuta a vedere che cosa facciamo noi L’ho lasciata perché ero arrabbiata, perché mi hanno insegnato che con il nome di Dio e della Madonna non si scherza, non lo si mette così sulla bocca. Quando però ero vicino alle prime case ho sen­tito dentro di me che dovevo tornare indietro e che dovevo vedere che cosa succedeva lì. E quando sono tornata, ho visto Ivanka sempre in quel posto e lei mi ha detto: "Guarda adesso per favore". Ho guardato e ho visto una Signora con un vestito lungo, grigio, come se tenesse un bambino in braccio. [7]

[7] Vicka nella sua testimonianza specifica che il bambi­no non lo si vedeva chiaramente, ma tuttavia si poteva intuire la sua presenza in braccio alla Madonna.

 

Tutto era strano perché sulla collina non andava nessuno. Non era come adesso che c'è una stradi­na che i pellegrini hanno fatto con i loro piedi. Vi erano solo sassi e cespugli spinosi. Ma, soprattut­to, non ci si andava con un bambino piccolo in braccio. Noi due abbiamo solo guardato, perché in un attimo ho provato dentro di me tutte le emozio­ni che esistono. [8]

[8] Si tratta di un misto di sorpresa, di santo timore e nel medesimo tempo di attrazione e di gioia quando ci si trova improvvisamente di fronte al soprannaturale.

 

Non potevo né muovermi né dire qualcosa. In quel momento passava Ivan e lui...

 

“Ho sentito che era la Madonna”

PADRE LIVIO: Scusa, Mirjana, guardando anche tu con Ivanka, ti sei resa conto che era la Madonna?

MIRJANA: Ho sentito che era la Madonna.

PADRE LIVIO: Hai "sentito" ?

MIRJANA:         Ho sentito tutte le emozioni insieme. Non capivo: forse, pensavo, sono morta e sono con la Madonna. Non lo so spiegare bene, ma tutto quello che esiste dentro di me, tutte le emozioni io le ho sentite insieme. [9]

[9] Mirjana, come d'altra parte appare dall'intervista, è una persona intelligente, matura e in possesso di un bagaglio culturale di livello universitario. Tuttavia ha una emotività molto spiccata, come dimostra il suo rifiuto di vedere l'inferno e di raccontare la visione in cui le è apparso il demonio.

Io parlo di secondi. In quel momento passava Ivan, perché lui doveva percorrere quella strada per andare a casa sua e portava delle mele in mano. Io scherzando dico che, siccome gli uomini sono coraggiosi, lui ha buttato tutto per terra ed è scap­pato. [10]

[10] Mirjana è in diretta radiofonica e, per ragioni di tempo, procede molto sinteticamente, raccontando l'es­senziale e non i particolari. Per esempio, non fa riferi­mento alla presenza di Milka, la sorella di Marija, che anch 'essa in quel primo giorno ha visto la Madonna. Ivan fugge, gettando a terra le mele, dopo che anche lui ha visto la Madonna sulla collina. 

 

PADRE LIVIO: Dici che gli uomini sono poco corag­giosi?

MIRJANA: Si vede come sono coraggiosi! Dopo è venuta Vicka, che sempre prendo in giro, perché in certi momenti si fa molto coraggiosa, ma quel­la volta, quando ha visto, si è tolta le scarpe e ed scappata verso il paese scalza per essere più veloce.

PADRE LIVIO: Scusa Mirjana, sembra quasi che il soprannaturale in un primo momento spaventi.

MIRJANA: Guarda, Padre, se succedesse adesso non mi spaventerebbe. Non dico "adesso" perché ho avuto le apparizioni, ma "adesso" perché conosco un po', mentre allora eravamo dei bambini. Per noi la Madonna era in cielo e la pregavamo. Se ti inse­gnano così e nessuno ti dice che è possibile vede­re la Madonna se questa è la volontà del Signore, quando improvvisamente la vedi non riesci a capire. [11]

[11] I veggenti di Medjugorje al tempo della prima appa­rizione non sapevano nulla di Lourdes, di Fatima o di altre apparizioni. Il regime comunista permetteva alla Chiesa di sopravvivere in ciò che vi era di essenziale per la fede. Ma anche questo rientra nei disegni della Provvidenza. Il fatto che i ragazzi non ritenessero nep­pure possibile che la Madonna potesse apparire sulla terra, rende il loro racconto ancora più credibile.

 

Quando Vicka è scappata, io ho detto a Ivanka: "Chissà che cosa succede; forse è meglio che anche noi scappiamo". Non avevo neppure finito di dirlo che anche noi due eravamo già a casa. E io ho detto ai miei nonni e ai miei zii…

 

La Madonna guarda noi

PADRE LIVIO: Scusa Mirjana, per te è tutto chiaro, ma io vorrei sapere qualche particolare. Quando voi guardavate la Madonna, lei guardava voi? [12]

[12] sembra un particolare minore, ma invece è impor­tante. In quello sguardo verso i ragazzi vi è già l'elezio­ne. Da quel momento fino ad oggi essi sono i suoi stru­menti e i suoi testimoni.

 

MIRJANA: Sì, sì! Solo che noi non abbiamo visto molto bene la sua faccia perché eravamo sulla strada e la Madonna era sulla collina, ma guarda­va noi.

PADRE LIVIO: Guardava voi!

MIRJANA: Eh, guardava noi! Quando sono tornata alla casa dei miei zii

PADRE LIVIO: Quindi siete andati via, lasciando lì la Madonna?

MIRJANA: Sì, siamo scappati, non andati! [13]

[13] Sarà la prima e l'ultima volta. Come si può consta­tare nella Bibbia e nella vita dei santi, il soprannaturale, al suo primo manifestarsi, provoca nella nostra natura umana, fragile e molto carnale, una reazione di iniziale turbamento.

 

Io ho detto alla mia nonna di aver visto la Madonna, e mia nonna mi ha detto: "Ma prendi il rosario e prega e lascia la Madonna in paradiso, dov'è". [14]

[14] Le famiglie dei veggenti di Medjugorje, come del resto l'intero villaggio, hanno reagito alla notizia dell'apparizione col silenzio e la preghiera, rendendosi subito conto che i ragazzi non mentivano. Fra gli abitanti di Medjugorje, nonostante le intimidazioni di carattere politico, c'è stata una apertura del cuore assai maggio­re che a Lourdes e a Fatima.

 

Io non ho continuato a spiegare più nulla. Solo sentivo dentro di me il desiderio di stare da sola e pregare. Sono andata in camera e tutta la notte ho prega­to perché il sonno non veniva e avevo pace solo quando pregavo. Ho trascorso tutta la notte a recitare rosari e rosari. Parlavo col Signore e chiedevo aiuto. Il giorno dopo ho aiutato i miei zii come tutti i giorni...

PADRE LIVIO: La tua famiglia era a Sarajevo?

MIRJANA: I miei genitori e mio fratello erano a Sarajevo.

PADRE LIVIO: Qui c'erano i tuoi zii e i tuoi nonni?

MIRJANA: Sì, i miei zii e mia nonna. Solo Jakov e Marija hanno detto: "Come siete fortunati! Anche noi vogliamo vedere la Madonna". Non ho visto altra gente perché ho lavorato con gli zii. [15]

[15] Jakov, con i suoi dieci anni, era il più giovane dei veggenti ed è cugino di Mirjana. Allora si recava spesso alla casa di Marija.

 

"Ho sentito che dovevo andare... Il secondo giorno"

MIRJANA: Quando avevo visto la Madonna il gior­no prima, avevo sentito dentro di me che dovevo andare sulla collina. Così verso le cinque, cinque e mezzo, ho chiesto ai miei zii se potevo andare, per­ché sentivo dentro di me che dovevo andare. Loro sono venuti con me perché sentivano la responsa­bilità di ciò che poteva succedermi.

PADRE LIVIO: Comportamento veramente eccezio­nale!

MIRJANA: E quando sono arrivata sotto la collina ho trovato diversa gente, perché ognuno di noi era venuto con qualcuno che sentiva la responsabilità. In questo secondo giorno, era il 25 Giugno, noi siamo andati per la prima volta vicino alla Madonna e sono così incominciate le apparizioni di tutti i giorni. [16]

[16] Mirjana sottolinea la vicinanza alla Madonna. Mi sembra un'osservazione di grande finezza e sensibilità dal punto di vista spirituale.

 

PADRE LIVIO: Senti Mirjana: come hanno reagito le vostre famiglie? Sai perché ti faccio questa domanda? Perché a Lourdes e specialmente a Fatima le famiglie hanno reagito in un modo piut­tosto negativo. La mamma di Lucia picchiava la bambina, accusandola di essere una bugiarda. Mi pare che i vostri parenti siano stati un po' più dolci con voi, o mi sbaglio?

MIRJANA: Guarda, io parlerò della mia famiglia. Mia zia ha chiamato subito i miei genitori a Sarajevo e ha detto a mia mamma: "Guarda a Mirjana è successo così...  Mia madre ha preso una sedia per sedersi, perché pensava che mi fosse successo qualcosa di male e che non stessi bene. "Lei dice che vede la Madonna", raccontava "E’ normale?", domandava mia madre. "Sembra ugua­le a prima, diceva mia zia, Non mi sembra che non sia normale". Mia madre alla fine ha detto: "Le è successo qualcosa, perché su queste cose lei non scherza e non dice mai bugie". [17]

[17] Fin dall'inizio la credibilità dei ragazzi è stato il fatto più convincente sia per le famiglie, sia per gli abitanti di Medjugorje, come per i pellegrini che hanno incomincia­to ad affluire. Persino il Vescovo Zanic in quei primi tempi disse in Chiesa che i ragazzi non mentivano.

 

Mia mamma e mio papà sono venuti subito e mi sono stati vicini. L’unico desiderio di mio papà era che io tornassi a casa quando tutto sarebbe finito. Sono stata veramente aiutata dal Signore ad avere dei genitori come quelli che ho, perché con tutti i problemi che abbiamo avuto a Sarajevo con i poliziotti, che ci dicevano che avremmo perso il lavo­ro e la casa, mia mamma e mio papà mi hanno detto: "Tu dì la verità e non ti preoccupare. Il Signore provvede". Li ho avuti vicini e sempre mi hanno aiutato. Così ho potuto pensare solo alla Madonna. [18]

[18] Nei primi anni delle apparizioni le intimidazioni del regine comunista hanno riguardato non solo i ragazzi e le loro famiglie, ma l'intera parrocchia. Il primo parroco, Padre ]ozo, è rimasto in prigione un anno e mezzo per aver creduto alle apparizioni. Il potere politico, però, dovette rendersi conto ben presto che si trattava di un fenomeno esclusivamente religioso e finì per tollerano, sia pure con molte limitazioni.

 

Una fede normale

PADRE LIVIO: Senti, Mirjana, un altra cosa: tu prima di avere questa esperienza, quale rapporto avevi con la religione? Eri una ragazza molto reli­giosa, nel senso che ti dedicavi molto alla preghie­ra e alla vita spirituale, oppure eri una ragazza nor­male? MIRJANA: Ero una ragazza normale. Io quando dico che sono normale, Jacov mi prende in giro dicen­domi: "Ma chi ti dice che sei normale?"

PADRE LIVIO: Naturalmente stai parlando di Jacov il veggente, che è tuo cugino.

MIRJANA:         Ero una ragazza con una fede normale. Nelle nostre case alla sera si diceva il rosario, i sette Pater, Ave e Gloria, si faceva il digiuno il venerdì di quaresima, alla domenica si andava alla santa Messa. Si rispettava molto la domenica...

PADRE LIVIO: Però non si parlava di apparizioni.

MIRJANA: Ancora no. C'era paura perché i genitori pensavano che io, che allora ero ancora una bam­bina, cominciassi a dire qualcosa a scuola e che li avrebbero chiamati per chiederne il motivo. Sarajevo era una città con molte fedi: comuni­sti, mussulmani, ortodossi, oltre che cattolici. Per questo motivo doveva esserci il silenzio sulla fede. A Natale dovevi andare a scuola. Così era a Sarajevo e a Natale siamo andati a scuola. 19]

[19] Mirjana ha avuto le apparizioni quotidiane fino al Natale del 1982. Dopo il tempo di vacanza a Medjugorje, è ritornata a Sarajevo con la sua famiglia, dove ha avuto le apparizioni in un ambiente assai più difficile di quel­lo degli altri veggenti. Ed è probabilmente per questa sua esperienza che la Madonna da qualche anno le appare ogni due del mese per pregare insieme a lei per i non credenti.

PADRE LIVIO: Anche il giorno di Natale?

MIRJANA: Proprio, anche il giorno di Natale ero obbligata ad andare a scuola.

PADRE LIVIO: Proprio come a Cuba fino a qualche anno fa. Ecco, tu sei rimasta a Medjugorje ancora per qualche settimana prima di ritornare a Sarajevo?

MIRJANA: Sono rimasta tutta l'estate.

 

L'accoglienza dei parrocchiani

PADRE LIVIO: Senti Mirjana, ti voglio fare una domanda che non ho mai fatto a nessun veggente. Se facciamo uno studio comparato fra le varie apparizioni, emerge un altro aspetto tipico di Medjugorje: mentre cioè a Lourdes e a Fatima la maggioranza della gente del posto non ha accolto la Madonna, qui, invece, quasi la totalità del vil­laggio ha subito creduto nelle apparizioni, o mi sbaglio?

MIRJANA: Anch'io ho pensato a questo e sono molto grata ai nostri parrocchiani, perché senza di loro non so come sarebbe andata. Forse la Madonna qui ha fatto capire alle gente, ai parroc­chiani, che lei è veramente fra noi, perché noi ne avevamo bisogno, essendoci qui a quei tempi il comunismo. I poliziotti hanno vietato subito di andare sulla collina e noi ogni giorno avevamo le apparizioni in posti diversi. In tutto questo ci aiu­tavano i parrocchiani ed erano pronti a fare tutto il possibile per noi, perché loro pensavano di farlo per la Madonna. [20]

[20] Per gli albori di Medjugorje vedi le interviste di Vicka, raccolte nel libro: “Vicka parla ai giovani e alle famiglie”; terza parte, Editrice Shalom.

 

PADRE LIVIO: Persino il momento dell'apparizione non era affatto tranquillo. Siccome la polizia vi precedeva sul posto delle apparizioni là sul Podbrdo, voi dovevate andare in altri posti ed ave­vate bisogno della protezione della gente del vil­laggio.

MIRJANA:         Sì, per nasconderci e tutto il resto, perché non era tanto facile. [21]

[21] La fedeltà dei parrocchiani alle apparizioni della Madonna non era facile. Non sono mancate intimidazio­ni di vario genere, non solo ai veggenti e alle loro fami­glie, ma anche all'intera popolazione, in particolare ai più zelanti. Questa risposta generosa e pressoché cora­le è stata indubbiamente un dono di grazia, ma anche un merito.

 

La forza della fede contro il regime

PADRE LIVIO: Avete trascorso quasi una decina di anni del tempo delle apparizioni durante il regime comunista, il cui pugno di ferro anch'io ho fatto in tempo a vedere, essendo venuto a Medjugorje per la prima volta nel marzo del 1985. Questo è stato indubbiamente un periodo di prova per voi. Prova nel senso che avete incontrato molte difficoltà.

MIRJANA: Guarda, padre, le prove non sono state solo per questi dieci anni, ma per quarant'anni. Come già ho detto, anche prima delle apparizioni qui in tutte le case si diceva il rosario, si faceva il digiuno e Dio era al primo posto. A causa del comunismo la gente ha dovuto fare una scelta fra Dio e la Madonna e tutto il resto, compresa la pos­sibilità di lavoro. Ma qui tutti hanno scelto per il Signore e la Madonna ed erano pronti a morire per il Signore.

PADRE LIVIO: Quindi c'era già una preparazione.

MIRJANA: C'era già una fede fortissima e non c'era bisogno di apparizioni per suscitare la fede. Qui già tutti credevamo. [22]

[22] Effettivamente la Madonna stessa avrebbe detto che ha scelto Mediugorie perché vi erano abbastanza cre­denti. Naturalmente l'obbiettivo della Madonna era di far fare alla parrocchia un cammino di fede e di conversio­ne affinché i pellegrini, venendo dalle varie parrocchie del mondo, potessero a loro volta convertirsi. Era però necessaria una base sana su cui costruire e la Madonna l'ha forgiata nel tempo della persecuzione comunista

 

Il ritorno a Saralevo e la fine delle apparizioni quotidiane

PADRE LIVIO: Andiamo avanti. Quando, dopo le vacanze, hai lasciato Medjugorje e sei ritornata a Sarajevo, come hai vissuto là il tuo incontro quoti­diano con la Madonna?

MIRJANA: La partenza è stata difficile, perché io pensavo che a Sarajevo non avrei visto la Madonna e ho detto ai miei genitori che non volevo andare. Loro erano dispiaciuti, ma poi la Madonna mi ha fatto capire che potevo andare. Così sono andata in pace e ho avuto le apparizioni sempre allo stesso orario di prima, come gli altri veggenti. [23].

[23] una delle caratteristiche delle apparizioni di Mediugorie è che esse non sono legate a un luogo, ma al veggente. La Madonna appare in contemporanea ad ogni veggente in qualsiasi parte del mondo egli si trovi.  

 

PADRE LIVIO: Ecco un fatto che ti riguarda in modo particolare è che tu sei stata la prima che ha avuto i dieci segreti e ha così concluso il ciclo, diciamo così, delle apparizioni quotidiane fin dal Natale del 1982. Come hai vissuto questo nuovo capitolo della tua vita, quando la Madonna ti ha detto: "Anche tu, d'ora in poi farai un cammino normale di fede"? Come hai vissuto questo conge­do dalle apparizioni quotidiane?

MIRJANA: La Madonna mi ha detto che dal Natale del 1982 non avrei più avuto le apparizioni tutti i giorni, ma una volta all'anno, ogni 18 Marzo, fin­ché sarò in vita e mi ha anche detto che ci saranno delle apparizioni eccezionali. [24]

[24] Mirjana non lega questa data col fatto che il 18 marzo sia anche il giorno del suo compleanno. La Madonna al riguardo non ha detto nulla. Forse fra le apparizioni eccezionali si possono includere anche quel­le del due di ogni mese. Tuttavia va evidenziata l'asso­luta libertà con la quale la Madonna fa le sue scelte e prende le sue decisioni. La Madonna è veramente impre­vedibile!

 

Quando ero con lei, quando mi ha detto tutto questo, non ci ho pensato tanto, perché in quel momento ero con la Madonna. Ma quando è anda­ta via, ho riflettuto nella preghiera sulle sue parole e mi sono detta: "Ma questo non è possibile! Come può pensare che io possa vivere dopo? Come potrò vivere senza vederla? Per me era una cosa impos­sibile. Forse per difendere me stessa mi sono detta: "No, questo è impossibile!". Il giorno dopo e l'al­tro ancora, mi inginocchiavo e pregavo, perché per me era un dolore che non posso spiegare...

PADRE  LIVIO: Quello di non poter vedere la Madonna tutti i giorni?

MIRJANA: Sì. Piangevo e poi pregavo continuamen­te. Nella preghiera Dio mi ha fatto capire che que­sta era la sua volontà e che lui aveva scelto noi sei e che ognuno di noi doveva fare il suo compito. Allora, ho capito che Dio vuole che questo (cioè andare avanti in un cammino di fede senza appari­zioni quotidiane) sia il mio compito. "Allora, dice­vo a me stessa, io devo accettare questo, devo accettare la volontà del Signore". Ma ci è voluto tempo e anche adesso mi fa male.

 

Solo la preghiera mi aiuta a capire...

PADRE LIVIO: Chiedo scusa, ma non vorrei farti emozionare di nuovo ricordando che anche adesso, nelle foto che riportano le tue apparizioni annuali più recenti, si vede che hai le lacrime agli occhi. Ciò significa che anche adesso, quando vedi la Madonna il 18 Marzo o il 2 di ogni mese, dopo l'apparizione ti commuovi molto e ti viene da piangere.

MIRJANA:         Sì, anche adesso, quando dal 1987 prego la Madonna ogni due del mese per i non credenti, mi dispiace tanto per i pellegrini, che vogliono stare con me e pregare, perché si spaventano quan­do mi vedono piangere. Ma io dopo l'apparizione non ho la forza e vado in camera due o tre ore per riprendermi con la pre­ghiera, perché solo la preghiera mi aiuta a capire che la Madonna deve ritornare in cielo e io devo rimanere, perché ho due figli e, come tutte le mamme, io do la mia vita per loro. Ma quando sono con la Madonna neanche loro esistono e potete pensare quale grande dolore sia vedere la Madonna e dopo cinque minuti non vederla più! Solo quella preghiera che recito dopo l'appari­zione mi aiuta a capire questo. Non posso spiega­re alla gente, subito dopo l'apparizione, perché ho pianto e che non è per quello che la Madonna ha detto. Sono molto emozionata, mi emoziono molto e quando vedo la Madonna, quando vedo quell'a­more che lei ha per tutti noi, quando vedo tutto quello che fa per noi, non posso rimanere... Sono così di carattere e mi arrivano le lacrime. Che posso farci? Dico sempre dentro di me che sono stupida, dico tante cose, mi propongo di non piangere per­ché la gente si spaventa, di stare tranquilla, ma questa cosa è più forte di me. [25]

[25] Questa testimonianza di Mirlana è molto toccante, ma ha un suo fondamento logico. La Madonna, infatti, porta il cielo sulla terra e che cosa potrebbe affascinare di più il cuore dell'uomo? Anche molti mistici hanno testimoniato che dopo l'esperienza del soprannaturale è difficile vivere in questo mondo. Tutto questo in fondo non fa che confermare che siamo fatti per Dio.

 

Il motivo delle lacrime

PADRE LIVIO: Per noi queste tue lacrime sono un segno dell'autenticità dell'apparizione.

MIRJANA: Mi dispiace per quei poverini che si spa­ventano e che devono aspettare che io abbia termi­nata la preghiera per spiegare loro che non vi è nulla di grave e che io sono così.

PADRE LIVIO: Una cosa del genere mi è successa assistendo ad una apparizione di Ivanka il giorno dell'anniversario. Ivanka, dopo l'apparizione, si è ritirata nella sua stanza in un pianto dirotto, pas­sandomi proprio davanti. Noi tutti pensavamo che fosse a causa di un segreto che la Madonna le aveva spiegato durante l'appanzione e che, se non ho capito male quanto Ivanka ha riferito, era qualcosa di spaventoso. Il giorno dopo però Ivanka ha detto ad una sua amica che le lacrime erano dovute al dispiacere che non avrebbe visto la Madonna per un altro anno.

MIRJANA: Ecco, vedi? Il dispiacere è perché l'ap­parizione è finita e la Madonna va via. Perché è bello stare con la Madonna e penso che sia come stare in paradiso. Quando sto con la Madonna, penso che quei sentimenti siano quelli che si provano in paradiso. Allora tu vedi che lei è andata via e che tu devi continuare qui. È molto doloroso, molto. [26]

[26] Questa stupenda testimonianza di Mirjana forse aiuta a mettere il cuore in pace tutti coloro che temono che in paradiso ci si possa annoiare. In paradiso c'è la gioia, ha detto in un suo messaggio la Regina della pace. Ma si tratta di una gioia che è al di sopra di ogni umana comprensione. "Il naufragar m'è dolce in questo mare", direbbe il Leopardi. D'altra parte l'apostolo Pietro, quando si trovava sul Tabor, non voleva forse costruire tre tende perché l'esperienza paradisiaca della trasfigurazione non cessasse?

 

Come è la Madonna

PADRE LIVIO: Che cosa si potrebbe dire della figu­ra esteriore della Madonna?

MIRJANA: Si può dire, ad esempio, che ha un vesti­to grigio con un velo bianco, capelli neri e lunghi, gli occhi azzurri. È bellissima. Ma con queste parole non vi ho detto niente perché si tratta di una bellezza che viene da dentro e che si vede sul viso della Madonna. Per questo ogni nostra parola è povera. Io ricordo che, quando Jakov aveva solo dieci anni, abbiamo chiesto alla Madonna: "Come è possibile che tu sia così bella". Lei, con un sorriso bellissimo, ha detto: "Sono bella perché amo. Anche voi, figli miei, se volete essere belli, amate!". E quando la Madonna è andata dopo quella apparizione, il piccolo Jakov ha detto: "Io penso che la Madonna non dica la verità". E noi: "Come puoi pensare che la Madonna non dica la verità?". "Ma guarda - ha risposto lui - qualcuno di noi veg­genti può amare per tutta la vita, ma mai sarà bello come la Madonna". Lui non aveva capito di quale bellezza parlava la Madonna, che è quella che si trasmette a partire dal di dentro. [27]

[27] La bellezza vera è quella che ha come sua sorgen­te l'anima e si diffonde poi sul volto, nella luce degli occhi, nel sorriso e in tutti gli atteggiamenti della per­sona. Essendo Maria la "piena di grazia" è nello stesso tempo anche la creatura più bella che mai sia apparsa sulle terra.

 

PADRE LIVIO: È una bellezza divina.

MIRJANA: È una bellezza che non va via con gli anni e che rimane per sempre. PADRE LIVIO: Senti, Mirjana, come ti guarda la Madonna?

MIRJANA: Come una mamma che guarda i suoi figli, così mi guarda.

PADRE LIVIO: Non giudica?

MIRJANA: La Madonna non giudica mai e ci inse­gna a non giudicare mai. [28]

[28] Si tratta del "non giudicate" e del "non condanna­te" del vangelo. Non giudicare non significa non valuta­re le azioni sotto il profilo morale, ma nel non sostituir­ci a Dio nel giudicare le coscienze

 

La Madonna ci accetta per come siamo

PADRE LIVIO: E se voi non vi sentite proprio a posto, ve lo fa capire?

MIRJANA: Ecco, vedi la Madonna non ha bisogno di dirmi: "Tu puoi chiedermi questo o chiedermi quello; tu hai fatto questo o non hai fatto questo". Tutto questo tu lo senti dentro di te. Potrei vedere la Madonna anche per cento anni, ma io sarò sempre cosciente che lei è la Madre di nostro Signore, mentre io sono una che cammina sulla terra e una peccatrice. Sono sempre coscien­te di questo e non ho bisogno che la Madonna mi dica: "Io vedo questo dentro di te". La Madonna ha un grande, grandissimo rispet­to. Alcuni pensano che, siccome vedo la Madonna da molti anni, allora c'è un rapporto molto... No, no la Madonna è sempre la Madonna, è la Madre di nostro Signore, e io sono una donna della terra e questo tu lo sai sempre dentro di te... [29]

[29] Mirjana da una parte sottolinea che la Madonna guarda come una madre guarda a una figlia, ma dall'altra coglie la grande distanza che c'è fra la nostra mise­ria e la sublime santità di Maria. Non ha forse anche l'a­postolo Pietro esclamato: "Allontanati da me Signore, perché sono un peccatore".

 

PADRE LIVIO: Tuttavia la Madonna, dal trono della sua sublime santità, non ci guarda dall'alto in basso e tanto meno con disprezzo.

MIRJANA: No, la Madonna ci guarda con tanto amore, con i suoi occhi, come una mamma guarda i suoi figli.

PADRE LIVIO: Mi ha molto colpito una frase di Santa Bernadetta, la veggente di Lourdes, la quale diceva la Madonna guarda "come una persona guarda a un'altra persona", cioè con grandissimo rispetto.

MIRJANA: Sì certamente. Io, però, la sento in modo particolare come una mamma che vuole così tanto bene ai suoi figli che è pronta a fare tutto per loro. Così io sento dentro di me mentre vedo la Madonna e guardo i suoi occhi che sono pieni di amore per i suoi figli.

PADRE LIVIO: Sì, penso che proprio questo sia uno dei messaggi fondamentali di Medjugorje: la Madonna che si manifesta soprattutto come Madre. Difatti tutti i messaggi incominciano con le parole: "Cari figli".

MIRJANA:         Sì, è vero ed è bellissimo. Questo signi­fica che la Madonna ci accetta così come siamo.

PADRE LIVIO: Questo atteggiamento della Madon­na è anche molto in sintonia con la Chiesa, che durante il Concilio ecumenico vaticano secondo ha proclamato, per la bocca del Papa Paolo VI, la Vergine Maria Madre della Chiesa. [30]

[30] Per tutta questa tematica della Madonna come Madre, vedi il mio libro: "Perché credo a Mediugorie" più avanti; Ed. Sugarco.

 

MIRJANA: Si tratta naturalmente della Chiesa viva, formata da tutti noi e non quella fatta di muri.

 

Il rapporto con la Madonna dopo il Natale 1982

PADRE LIVIO: Le tue apparizioni quotidiane sono terminate il Natale del 1982. Dopo quella data quale è stato il tuo rapporto con la Madonna per quanto riguarda le apparizioni?

MIRJANA: Ho avuto le apparizioni soltanto una volta all'anno, il 18 Marzo.

PADRE LIVIO: E le avrai per tutta la vita in questa data?

MIRJANA: Per tutta la vita.

PADRE LIVIO: Ti risulta che anche Jacov avrà l'ap­parizione annuale per tutta la vita il giorno di Natale?

MIRJANA:         Sì, per tutta la vita e anche Ivanka il giorno dell'anniversario (25 Giugno).

PADRE LIVIO: Quindi per tutta la vostra vita conti­nueranno le apparizioni. È una cosa lunga.

MIRJANA: Speriamo, ma può finire anche domani. Non sappiamo quale progetto Dio abbia su di noi.

PADRE LIVIO: Sicuramente grandi progetti. Progetti di misericordia per tutto il mondo attraverso di voi e questa parrocchia. Allora quando è incominciato questo nuovo incontro del due di ogni mese? Descrivilo bene, perché mi pare particolarmente significativo. [31]

[31]  C'è il pericolo, da parte di un'opinione pubblica ali­mentata dai massa media che hanno sempre bisogno di nuove notizie, di provare una certa stanchezza nei con­fronti di Medjugorje. Ci si chiede, con una certa velata insofferenza, perché mai la Madonna appaia per così tanto tempo. Anche molti fedeli della "Gospa" nel coso di questi anni si sono stancati e si sono dimenticati di Medjugorje. Questi due decenni e oltre sono serviti alla Madonna per chiamare molte persone, ma anche per vagliarne la fedeltà. A molti sfugge che un evento così straordinario, unico nella storia bimillenaria del cristia­nesimo, ha bisogno di essere interpretato nel giusto modo. Mai la Madonna si era fatta Madre, Guida e Maestra per un'intera generazione come in questo nostro tempo di grazia. A un simile stupe facente inter­vento della divina Misericordia non può che corrispon­dere un grande bisogno e un mortale pericolo per l'u­manità. In realtà, all'inizio di questo nuovo millennio, l'umanità, come ha affermato Giovanni Paolo secondo, si trova davanti la bivio della vita e della morte. Può tra­sformare la terra in un giardino o in un cumulo di mace­rie. Questi ragazzi sono al centro di una mirabile epifa­nia dell'amore misericordioso che salverà la nostra gene­razione dalla furia distruttiva del drago.

 

L'apparizione del due del mese

MIRJANA: Questa apparizione, che ho ogni due del mese, io la chiamo "preghiera per i non credenti". La Madonna non dice mai "non credenti", ma lei, che è la Madre di tutti, li chiama "quelli che non hanno ancora conosciuto l'amore del Signore". Lei chiama così i non credenti. [32]

[32] In questa espressione c'è molto rispetto, ma anche un invito alla testimonianza rivolto a noi che abbiamo conosciuto questo amore. Mi chiedo se non esistano dei credenti, o almeno che si credono tali, che forse non hanno mai sperimentato questo amore e che in realtà sono "non credenti" essi pure. Come afferma l'apostolo Giovanni, si crede innanzi tutto all'amore di Dio: "Noi abbiamo creduto all'amore che Dio ha per noi". In que­sto tempo di grande turbamenti, in cui il nome di Dio è usato per coprire le ideologie dell'odio e della violenza, la testimonianza del Dio dell'amore è fondamentale. Solo il Dio dell'amore e della pace è il vero Dio, mentre gli altri sono "idoli" costruiti dalle passioni degli uomi­ni

 

Questa per me è un'esperienza molto importan­te e io sono contenta di avere la possibilità di par­larne a così tanti ascoltatori. Se tutti incominciano a fare ciò che la Madonna vuole per i non creden­ti, noi asciughiamo le lacrime dal suo viso, perché innanzi tutto lei vuole che sentiamo amore per loro e che li sentiamo come nostri fratelli e sorelle, i quali non sono così fortunati come noi nel cono­scere l'amore del Signore. E quando abbiamo que­sti sentimenti, allora si prega volentieri per loro. Non dobbiamo giudicarli, non importunarli con prediche, ma semplicemente amarli, pregare per loro e dare il nostro esempio. La Madonna vuole salvare tutti e non sarai contenta finché ognuno di noi non diverrà un bouquet di fiori che lei vuole donare a suo Figlio. [33]

[33] È interessante osservare come nelle apparizioni di Fatima e di Medjugorje, dove c'è la visione dell'inferno, la Madonna esprima in modo particolare la sua volontà di salvare tutte le anime. Nella preghiera insegnata ai pastorelli di Fatima la santa Vergine ci invita a pregare Gesù perché porti in cielo "tutte le anime, specialmente le più bisognose della sua misericordia". A Medjugorje la Madonna afferma esplicitamente che lei desidera, col nostro aiuto, salvare tutte le anime e presentarle a Dio". D'altra parte come potrebbe una madre rassegnar­si a perdere anche uno solo dei suoi figli? Lei, come afferma in un suo messaggio, versa lacrime di sangue per ogni suo figlio che si perde nel peccato.

 

PADRE LIVIO: Tutto questo è molto bello. Ma come avviene l'incontro del due del mese e da quando è incominciato?

MIRJANA: È dal 2 Agosto 1987 che ricevo questa apparizione.

PADRE LIVIO: Il 2 Agosto è una ricorrenza piena di significato. Ma si tratta di un'apparizione vera, oppure è qualcosa diverso, come ad esempio una locuzione interiore?

MIRJANA: È uguale a tutte le altre apparizioni. La Madonna qualche volta dà un messaggio e qualche volta no. Qualche volta c'è solo la preghiera. Io mi preparo in modo uguale come alle altre apparizio­ni.

PADRE LIVIO: Scusa, Mirjana, se insisto un po' sui particolari. In questa apparizione del due del mese tu vai in estasi come nelle altre apparizioni?

MIRJANA: Si, come il 18 Marzo. [34]

[34] Queste domande sono dovute al fatto che in qual­che parte era stato pubblicato che si trattasse soltanto di locuzioni interiori per quanto riguarda il due del mese.

 

PADRE LIVIO: Quindi, come nelle altre apparizioni, quando tu parli non si sente la tua voce?

MIRJANA: È proprio tutto uguale alle altre nostre apparizioni, per come ho visto nelle riprese del 18 Marzo e del due del mese. [35]

[35] nelle apparizioni di Medjugorje, salvo i primi giorni, vi è un fenomeno che ha incuriosito anche molti studio­si. I veggenti parlano con la Madonna, ma non si sente la loro voce. Inoltre, sono avulsi dal mondo esterno. L'apparizione, oltre che un momento santo, è già in se stessa un grande segno di credibilità. Vedi per questo il mio libro: "Perché credo a Medjugorje" più avanti.

 

PADRE LIVIO: Quindi, giusto dire che, oltre all'ap­parizione annuale, tu hai anche un'apparizione mensile.

MIRJANA: Si, ma c'è una differenza. Le apparizioni del 18 Marzo dureranno per tutta la vita, mentre quelle del due del mese non lo so. Possono smet­tere anche il mese prossimo, perché la Madonna non mi ha detto fino a quando le avrò. [36]

[36] Contribuisce molto alla credibilità delle apparizioni questa regale libertà di Maria e la totale e sottomessa disponibilità dei veggenti, i quali devono rassegnarsi a non vedere la Madonna, quando lei così decide.

 

Le apparizioni annuali del 18 marzo

PADRE LIVIO: Il 18 Marzo è il giorno del tuo com­pleanno. È per questo che la Madonna lo ha scel­to?

MIRJANA: Sai questa domanda non è molto bella e qualche volta mi fa arrabbiare il fatto che la gente pensi che la Madonna viene ogni 18 marzo perché è il mio compleanno. È’ terribile per me quando mi dicono: "Ecco la Madonna è venuta per il tuo com­pleanno". Ma la Madonna non mi ha mai detto "Buon compleanno". Quando incominceranno a realizzarsi molte cose, allora, si comprenderanno queste date che la Madonna ha dato e il fatto che sia il mio compleanno non c'entra. [37]

[37] Mirjana rimanda agli avvenimenti futuri per com­prendere la ragione della scelta di certe date. Questo significa che anche la scelta della data può avere un grande significato nel piano di Maria. Per esempio la data del 25 come giorno dell'anniversario e del messag­gio mensile ha certamente un riferimento ai giorni bene­detti del 25 Marzo e del 25 Dicembre e forse anche del 25 Gennaio. Anche le date possono essere un segno del cielo, per chi ha occhi per vedere e orecchi per sentire. Tuttavia bisogna evitare pericolosi eccessi di speculazio­ne che rischiano di sfociare nella superstizione.

 

Per la Madonna, come ripeto sempre a tutti i pellegrini, io sono uguale a tutti gli altri. Per la Madonna non esistono figli privilegiati; una mamma ha per tutti i suoi figli un uguale amore. La Madonna ha scelto me è tramite me comunica dei messaggi, ma ha anche scelto ognuno di voi, perché ciò che faccio io con i messaggi è di invi­tare voi ad essere suoi apostoli, per diffondere ovunque i messaggi che il Signore dà a noi. Dunque siamo tutti uguali, tutti scelti, importanti e privilegiati. [38]

[38] Questa riflessione è di pura ispirazione evangelica. I veggenti di Medjugorje sono autenticamente umili. Sanno benissimo che la Madonna ha scelto loro non perché erano migliori degli altri. Anche le famiglie del vil­laggio hanno accettato con umiltà e obbedienza le scel­te della Madonna, anche se forse qualche genitore avrebbe gradito che fossero i suoi figli ad essere scelti. Nella casa del Padre ci sono molte mansioni, afferma Gesù. La salvezza delle anime avviene attraverso la pre­ghiera e il sacrificio e su questa strada tutti siamo chia­mati a cooperare.

 

Sacerdoti, figli prediletti

Se qualcuno è privilegiato per la Madonna, questi sono i sacerdoti, perché in questi ultimi tempi lei mi parla proprio dei sacerdoti. Io sono stata tante volte in Italia e ho visto una grande dif­ferenza rispetto a qui nel modo di trattare i sacer­doti. Qui da noi, quando un sacerdote entra in casa, noi tutti ci alziamo, nessuno incomincia a parlare prima che parli, nessuno si siede per primo, perché noi sappiamo che, tramite il sacerdote, il Signore Gesù entra nella nostra casa. La Madonna dice sempre: "I sacerdoti non hanno bisogno del vostro giudizio e delle vostre critiche, ma hanno bisogno del vostro amore e delle vostre preghiere". Dio alla fine giudica tutti: noi saremo giudicati per il nostro comportamento con i sacerdoti e i sacerdoti per ciò che hanno fatto come sacerdoti. La Madonna dice che se noi per­diamo il rispetto per i sacerdoti, perdiamo poi il rispetto anche per la Chiesa e per nostro Signore. Se pensiamo che il nostro sacerdote faccia ciò che non dovrebbe fare, non perdiamo tempo a par­lare in giro di questo. Preghiamo per lui e chiedia­mo al Signore che lo aiuti a capire. Allora, se qual­cuno è privilegiato, questi sono i sacerdoti. [39]

[39] Una delle caratteristiche dei messaggi di Medjugorje è l'amore della Madonna per la Chiesa, in particolare per il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti. La Madonna ha racco­mandato spesso il gruppo di preghiera di Ivan di prega­re per loro. La Madonna non critica mai la Chiesa gerar­chica nei messaggi di Medjugorie. Questo deve far riflet­tere, specie in paragone ad altri messaggi di dubbia pro­venienza dove la critica alla Chiesa gerarchica sembra essere il motivo dominante.

 

La Madonna dice sempre: "I sacerdoti rappre­sentano mio Figlio". Anche per quanto riguarda la benedizione lei dice durante le apparizioni: "Io vi dò la mia benedizione materna, ma la benedizione più importante che potete ricevere sulla terra è quella che vi danno i sacerdoti, perché, tramite loro, mio Figlio vi benedice". Allora se qualcuno è privilegiato, sono solo i sacerdoti.

PADRE LIVIO: Certamente i sacerdoti sono i figli prediletti della Madonna, perché rappresentano suo Figlio Gesù. Permettimi, però, un riferimento che ti riguarda personalmente: mi pare che la Madonna in un suo messaggio ti abbia chiamata sua "serva". È vero?

MIRJANA: Siamo tutti servi del Signore e della Madonna.

PADRE LIVIO: Lo so bene. Però io quella volta che ho letto il messaggio sono rimasto molto colpito quando la Madonna, rivolgendosi a te, ha detto:"Questa mia serva".

MIRJANA: A me è piaciuto moltissimo questo. Mi sono sentita molto orgogliosa che la Madonna mi chiamasse così, perché significa che posso servire la Madonna, che posso servire. Io ho pensato così, ma non so che cosa la Madonna abbia pensato. Quando poi mi sono messa a pregare, ho pensato dentro di me: "Vedi, allora la Madonna pensa che posso servirla. Voglio dunque fare tutto ciò che lei vuole da me". Ero orgogliosissima. [40]

[40] Dio, nella sua misericordia, ci invita a collaborare nell'opera della redenzione e della salvezza delle anime. Siamo tutti chiamati a questo servizio, a incominciare dalla Vergine Maria, la serva del Signore. La Madonna a Medjugorje ha detto in più occasioni che tutti siamo importanti e che lei ha bisogno dell'aiuto di ognuno di noi. In questa luce la nostra vita ha una grande impor­tanza, perché ovunque siamo e qualunque cosa faccia­mo, possiamo essere i servi di Maria. Tuttavia, dopo che l'avremo servita, ricordiamoci che siamo "servi inutili" e che altri forse avrebbero fatto meglio di noi.

 

La preghiera della Madonna

PADRE LIVIO: Ritorniamo all'apparizione di ogni due del mese. Hai detto che preghi con la Madonna per i non credenti, o meglio, per coloro che non conoscono l'amore di Dio. Ma come avviene la preghiera? Come pregate insieme?

MIRJANA: È sempre la Madonna che prega. La Madonna guida la preghiera e sono sempre pre­ghiere rivolte a Gesù.

PADRE LIVIO: Sono preghiera spontanee che fa lei?

MIRJANA: Si, che fa la Madonna.

PADRE LIVIO: La Madonna fa delle preghiere spon­tanee a Gesù e tu le ripeti? MIRJANA: Le ripeto come penso io, come posso capire durante la preghiera. [41]

[41] Mirjana molto acutamente si rende conto che la pre­ghiera della Madonna è troppo grande per noi e che tutto ciò che possiamo fare è di ripetere quel poco che comprendiamo, quasi balbettando come bambini.

 

Avviene come quando la Madonna dà il mes­saggio. Lei non lo spiega a noi veggenti e anche noi dobbiamo pregare per essere capaci di capirlo. Io lo capisco in un modo e quello in un altro. Ma io penso che la Madonna voglia far capire, e dare un esempio con questo, quanto sia importante adesso pregare per i nostri fratelli che non hanno ancora conosciuto l'amore del Signore. Infatti, se non ci fossero i non credenti, non ci sarebbero le guerre, le separazioni, i suicidi, le droghe, gli abor­ti. Se noi preghiamo per loro, noi preghiamo per noi e per il nostro futuro. Chi di noi, infatti, potrebbe dire di essere credente fino in fondo? [42]

[42] Si tratta, quindi, di una preghiera perché il cuore dell'uomo sia liberato dal male che distrugge le persone e la società e si apra all'amore di Dio.

 

PADRE LIVIO: Questo tipo di preghiera mi pare una novità, per quanto riguarda le apparizioni mariane, almeno quelle più note. Per esempio a Lourdes e a Fatima la Madonna ha chiesto preghiere e sacrifi­ci per i "poveri peccatori", come lei li chiama. Questa richiesta di preghiere per "coloro che non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio", sembra particolarmente appropriata per questo nostro mondo, dove molti vacillano nella fede, o l'hanno persa o non l'hannomai avuta.

MIRJANA:         Anch'io, quando prego come fa la Madonna, cerco di capire il perché di quelle sue espressioni. Tuttavia, si tratta solo di miei pensieri e di mie considerazioni. Quello che è importante è che ognuno di noi preghi per quelle persone e mediante la preghiera capirà che cosa Dio vuole da loro. [43]

[43] Si tratta infine di preghiere che chiedono la grazia della conversione per chi non conosce Dio e il suo amore e vive una vita nell'ignoranza e nel peccato.

 

PADRE LIVIO: Mentre tu riferivi le parole della Madonna sui sacerdoti ho fatto una mia considera­zione e cioè che nei suoi messaggi, qui a Medjugorje, la Madonna non si permette mai di criticare, neppure minimamente, la Chiesa, ma al contrario manifesta verso di essa una grande amore materno, oltre che un grande rispetto.

MIRJANA: La Madonna parla sempre bene e, come ho detto, sempre ci insegna che i sacerdoti rappre­sentano Gesù e che noi dobbiamo solo rispettarli, dar loro amore e pregare per loro.

PADRE LIVIO: Invita anche a pregare per il Papa?

MIRJANA: Per tutti i sacerdoti, per il Santo Padre e per i nostri vescovi, perché loro rappresentano Gesù e rappresentano la nostra Chiesa.

 

Racconto solo le mie esperienze con la Madonna

PADRE LIVIO: Ecco, prima di toccare gli argomenti che riguardano i segreti, sui quali hai la possibilità di dirci qualcosa di più rispetto agli altri veggenti, vorrei sentire raccontare da te, perché fin'ora l'ab­biamo ascoltata solo da Vicka, l'esperienza che tu hai avuto quando ti si è presentato il demonio sotto la forma di un giovane, proprio prima dell'appari­zione della Madonna.

MIRJANA: Mai io veramente non parlo mai di que­sto. (Cade la linea telefonica della diretta).

PADRE LIVIO: Ecco, Mirjana, non appena si parla di satana cade la linea.

MIRJANA: Vedi? Anche la Madonna non vuole che ci fissiamo troppo su satana.

PADRE LIVIO: Racconta quell'esperienza, sia pure brevemente. Te la senti? MIRJANA: No, no, no. Io racconto solo le mie espe­rienze con la Madonna. [44]

[44] Miriana, quando era a Saralevo e si preparava a una apparizione della Madonna, ha visto un giovane che, incominciando a parlare, tentava di dissuaderla dal seguire la Madonna e i suoi messaggi. Ad un certo punto, fissandolo, Miriana ha visto che i suoi occhi roteavano. Allora è fuggita via. Quando, poco dopo èapparsa la Madonna, le ha detto: "Vedi, Miriana, non sempre satana si presenta sotto sembianze brutte, ma a volte anche sotto un bell'aspetto, per potervi così ingan­nare". Mirjana ha una particolare sensibilità, per cui non vuole parlare del demonio e neppure ha voluto vedere l'inferno. Anche suo cugino Jakov, che suo malgrado è stato portato fisicamente a vedere l'inferno, ha molta riluttanza a parlare di questo argomento. (Vedi il libro­ intervista di Jakov: "La mia giovinezza con la Madonna'; Editrice Shalom). La Madonna nei messaggi di Me~ugorie parla di satana oltre cinquanta volte. Lo fa per metterci in guardia dalle sue insidie e per aiutarci a scoprire la sua azione perversa e pericolosa. Tuttavia, i nostri occhi devono essere rivolti non al maligno, ma alla Madonna e al Signore ed è nella loro luce che ci ren­diamo conto della sua azione subdola e malvagia.

 

Il Paradiso, il Purgatorio, l'inferno

PADRE LIVIO: Senti Mirjana, mi pare giusto che anche tu ci racconti della visione del paradiso, del purgatorio e dell'inferno che avete avuto voi veg­genti nei primi tempi delle apparizioni. Anche tu hai avuto quelle visioni?

MIRJANA: Sì, ma non come Vicka e Jakov [45]

[45] Vicka e Jakov, oltre che aver visto il paradiso, il pur­gatorio e l'inferno in visione, vi sono stati portati con il proprio corpo dalla Madonna stessa. lì fatto è ampia mente riportato nei libri citati, contenenti le interviste di Vicka e di Jakov. 

 

PADRE LIVIO: Come l'ha avuta tu?

MIRJANA: L’ho avuta come in una proiezione di un film.

PADRE LIVIO: Durante l'apparizione?

MIRJANA:         Si. È durato solo due o tre secondi. Ero sola a Sarajevo e ho chiesto alla Madonna se era possibile non vedere l'inferno e lei mi ha accon­tentato in quel mio desiderio.

PADRE LIVIO: Non hai voluto vedere l'inferno?

MIRJANA:         No. Ho visto il paradiso e il purgatorio. È durato due o tre secondi soltanto, perché la Madonna voleva che si vedesse che esistono e che cosa sono. [46]

[46] La Madonna ha mostrato ai veggenti di Medjugorje l'eternità e in particolare ha portato due di essi, Vicka e Jacov, nell'aldilà col proprio corpo, proprio perché al riguardo oggi c'è molto scetticismo e molti pensano erroneamente che con la morte finisce tutto.

 

PADRE LIVIO: Perché non volevi vedere l'inferno?

MIRJANA: Non lo so, ma mi emoziono molto e le sofferenze mi fanno male tantissimo. Quando ho visto quanto si soffre in purgatorio ho pensato: "Chissà come sarà nell'inferno" e ho detto alla Madonna: "Se è possibile, che io non lo veda!".

PADRE LIVIO: Senti, Mirjana, è vero quello che ho letto, e cioè che tu hai chiesto alla Madonna per­ché c'è l'inferno? Perché c'è questo dolore eterno?

MIRJANA: Sì, l'ho chiesto. Era tanto tempo fa e ora non mi ricordo esattamente le parole. Però in sostanza ho chiesto alla Madonna: "Perché il Signore, che ci vuole così tanto bene e che è nostro Padre, ci manda all'inferno per sempre se non siamo stati buoni? Come è possibile questo?

PADRE LIVIO: Hai detto così alla Madonna? Io non avrei osato. MIRJANA: Ecco! La Madonna mi ha risposto che non è il Signore che ci manda all'inferno, ma che siamo noi che lo scegliamo. Il Signore ci ha dato la libertà di scegliere e chi va all'inferno ci va per­ché l'ha scelto. [47]

[47] L'inferno, quindi, non è una deficienza della divina misericordia, ma è il rifiuto della medesima da parte nostra. Dio offre a ogni uomo la grazia della salvezza, ma noi possiamo coscientemente e liberamente rifiutar­la. Corrispondendo alla grazia o rifiutandola, l'uomo decide del suo destino eterno. La vita è tremendamente seria, perché l'uomo col suo libero arbitrio si gioca tutto e per sempre.

 

La nostra responsabilità

PADRE LIVIO: Mi ha molto colpito nei messaggi della Regina della pace la sottolineatura della nostra responsabilità personale. Una volta la Madonna ha persino detto: "Avete il libero arbi­trio: dunque fatene uso".

MIRJANA: È vero. Anch'io dico ai pellegrini: "Vi ho detto tutto quello che Dio vuole da noi attraverso la Madonna e voi potete dire: Io credo o non credo alle apparizioni di Medjugorje. Però quando andrai davanti al Signore non potrai dire: non sapevo, perché sai tutto. Adesso dipende dalla tua volontà, perché sei libero di scegliere. O accetti e fai quel­lo che il Signore vuole da te, o ti chiudi e ti rifiuti di farlo". [48]

[48] Il problema della responsabilità personale non può certo essere frettolosamente liquidato con l'affermazio­ne, in sé teologicamente vera, che le apparizioni private non obbligano a un atto di fede divina. Infatti le appa­rizioni sono comunque una grande grazia del Signore e chi ha avuto questa grazia dovrà rispondere a Dio, come del resto di tutte le grazie. La Regina della pace stessa, rivolgendosi ai parrocchiani, ha detto che un giorno risponderanno personalmente a lei di come avranno messo in pratica i messaggi.

 

PADRE LIVIO: Il libero arbitrio è un dono immenso e tremendo nel medesimo tempo.

MIRJANA: Sarebbe più facile se qualcuno ci spin­gesse sempre.

PADRE LIVIO: Comunque Dio non si arrende mai e fa di tutto per salvarci.

MIRJANA: Ci ha inviato sua Madre per oltre venti anni, perché noi facciamo ciò che lui desidera. Ma alla fine dipende sempre da noi accogliere o no l'invito.

PADRE LIVIO: Sì, è vero e ti ringrazio che sei entra­ta in un argomento che mi sta tanto a cuore. Queste apparizioni della Madonna sono uniche nella sto­ria della Chiesa. Non era mai accaduto che una generazione intera avesse come madre e maestra la Madonna stessa con questa sua presenza straordi­nana. Anche tu avrai certamente riflettuto sul significato di questo evento che è uno dei più grandiosi e significativi in duemila anni di storia del cristianesimo.

MIRJANA: Sì, è la prima volta che ci sono appari­zioni come queste. Solo che la mia situazione è diversa dalla vostra. Io so il perché e allora non devo tanto pensare. [49]

[49] Non vi è dubbio che, se la Madonna è stata con noi per così tanto tempo, irradiando nel mondo la sua luce, e prendendo per mano la Chiesa mediante un Papa a lei totalmente consacrato, è certamente a causa di un biso­gno particolare del mondo e della Chiesa. La gravità del momento ha richiesto un intervento speciale del Cielo. La Madonna ha detto che "queste sono le sue ultime apparizioni sulla terra". I veggenti interpretano questa affermazione nel senso che in futuro non ci saranno mai più apparizioni come quelle di Mediugorie, per così tanto tempo e con così tanti messaggi. Siamo a un bivio della storia dell'umanità. L'umanità, dice Giovanni Paolo secondo, ha davanti a sé due possibilità: trasformare la terra in un giardino o in un cumulo di rovine. La Madonna è venuta ad aiutarci a prendere la via della vita e della pace.

 

Con noi per così tanti anni

PADRE LIVIO: Il tuo compito è quello di trasmette­re il messaggio, senza mescolarlo con i tuoi pen­sieri al riguardo.

MIRJANA: Sì, io so il perché di così tanti anni. [50]

[50] Mirjana afferma, conoscendo i dieci segreti, di sape­re perché la Madonna sta per così tanto tempo in mezzo a noi. Molti, anche fra le persone ragguardevoli, invece di chiedersi il perché di un intervento celeste così straor­dinario, sollevano le sopracciglia in segno di meraviglia e scuotono la testa come si fa per le cose che vanno al di là delle nostre limitate vedute. Se ci fosse una lettu­ra e una comprensione soprannaturale dei segni dei tempi, come ad esempio quella che emerge dalla con­sacrazione del millennio alla Madonna, fatta dal Santo Padre durante il Giubileo, non ci si meraviglierebbe di un evento di grazia così straordinario come quello di Mediugorie.

 

PADRE LIVIO: Tu dunque lo sai il perché?

MIRJANA: Il perché lo vedrete anche voi quando verrà il tempo.

PADRE LIVIO: Ho capito. Adesso però, prima di entrare in quell'argomento, che evidentemente sta a cuore a tutti e che riguarda il futuro, potresti sin­tetizzare il messaggio fondamentale che viene da Medjugorje?

MIRJANA: Posso dirlo secondo me.

PADRE LIVIO: Certamente, secondo il tuo pensiero.

MIRJANA:         Come penso io, la pace, la vera pace, è quella dentro di noi. E quella pace che io chiamo Gesù. Se noi abbiamo la vera pace, allora Gesù è dentro di noi e noi abbiamo tutto. Se non abbiamo la vera pace, che per me è Gesù, non abbiamo niente. Questa per me è una cosa importantissima.

PADRE LIVIO: La pace divina è il sommo bene.

MIRJANA: Gesù per me è la pace. La vera unica pace è quella che hai quando hai Gesù dentro di te. Per me Gesù è la pace. Lui mi dà tutto. [51]

[51] Si tratta di espressioni che indicano una esperienza profonda e autentica e che nel medesimo tempo affon­dano le loro radici nel Nuovo Testamento. È San Paolo che afferma che Gesù è la nostra pace e la Regina della pace è venuta a ricordarcelo.

 

La vera pace si ottiene con la preghiera

PADRE LIVIO: Come conseguire la vera pace?

MIRJANA: Con la preghiera: il rosario tutti i giorni, il digiuno il mercoledì e il venerdì, la confessione almeno una volta al mese, perché la Madonna dice che non c'è un uomo sulla terra che non abbia bisogno di confessarsi una volta al mese, e con la santa Messa, ma non solo alla domenica. [52]

[52] Fin dai primi tempi delle apparizioni la parrocchia di Medjugorje ha partecipato alla santa messa quotidiana, preceduta dai misteri gaudiosi e dolorosi del rosario e conclusa da quelli gloriosi.

 

PADRE LIVIO: Fede, preghiera, conversione, digiu­no, confessione, rosario e santa Messa: tutto que­sto è orientato ad avere la pace del cuore.

MIRJANA: Ecco, con queste cose che il Signore ci chiede, noi riceviamo la pace e riceviamo tutto. [53]

[53] La pace, nel senso biblico del termine, è la pienez­za dei beni spirituali ai quali Dio, col suo amore provvi­dente, aggiunge anche quelli temporali.

 

PADRE LIVIO: Si potrebbe dire che la Madonna è qui come una profetessa, cioè come un'inviata da Dio per riportare gli uomini a lui.

PADRE LIVIO: Questo è il suo compito di Serva del Signore.

MIRJANA: Lei ha detto in un messaggio: "Voglio presentarvi tutti, come un bellissimo bouquet di fiori, a mio Figlio".

 

La Madonna vuole salvare le anime e presentarle a Dio

PADRE LIVIO: Senti Mirjana: a Fatima la Madonna diceva che molte anime si perdono perché non c'è nessuno che prega e che si sacrifica per loro e quindi invitava alla preghiera e al sacrificio per salvarle. Qui a Medjugorje, invece, la Madonna pare sot­tolineare in un modo ancora più forte l'universalità del suo amore materno, affermando che vuole sal­vare tutte le anime e presentarle a Dio. Secondo te riuscirà la Madonna in questo intento?

MIRJANA: Ma è per questo che ho detto che la Madonna è mamma. Lei vuole tutto dai suoi figli e niente per metà. Se una mamma ha sette figli e ve n'è solo uno che non va per la strada giusta, lei non è contenta. Così anche la Madonna: se c'è anche un solo non cre­dente, lei non è contenta. Ognuno di noi sei veg­genti ha una missione, il suo compito, e lei in quel compito ha messo tutto. Ad esempio, Vicka e Jakov devono pregare per i malati, io per quelli che non hanno ancora conosciuto l'amore di Dio, Ivan per i giovani e per i sacerdoti, Maria per le anime del purgatorio e Ivanka per la famiglia. Allora tutto ciò che è importante la Madonna lo ha dato a ognuno di noi. [54]

[54] Tutto questo non fa che sottolineare l'importanza della preghiera di intercessione. Gesù e Maria intercedo­no per noi presso il Padre, ma alla loro intercessione si deve unire quella di tutta la Chiesa e in particolare di certe anime che Dio chiama per questo compito.

 

Le anime si salvano con l'amore

PADRE LIVIO: La Madonna, a volte, ha espressioni molto severe sulla situazione del mondo. Ha detto che vogliamo costruire un mondo senza Dio e per questo siamo infelici. Ha anche detto che per un mondo senza Dio non c’è né futuro né vita eterna. Allora mi chiedo: in questo mondo dove regna il peccato, come dice la Madonna, e dove si diffonde l'incredulità e l'odio, come farà la Madonna a sal­vare tutte le anime?

MIRJANA: Con l'amore. Semplicemente con l'amo­re. [55]

[55] La visione del mondo che offre la Regina della pace non è mai catastrofica e non indulge alle tinte fosche, perché la Madonna ha una grande grazia nel porgere e illumina le situazioni più oscure con il suo sorriso di madre. Tuttavia, lei ben vede la dimensione del male che affligge mondo e l'azione del maligno che vuole la nostra rovina. Tuttavia, anche quando con espressioni molto incisive descrive la gravità della situazione, offre sempre una prospettiva di consolazione e di speranza.

 

PADRE LIVIO: Ma anche con il nostro contributo.

MIRJANA: Ha bisogno di noi. "Aiutatemi ad aiutarvi".

PADRE LIVIO: "Aiutatemi ad aiutarvi", ha detto una volta.

MIRJANA: Una mamma ha i~isogno dei suoi figli e così anche la Madonna. Torniamo così al nostro discorso dell'inizio, che cioè non ci sono figli pri­vilegiati. La Madonna ha scelto noi sei, ma poi anche voi altri siete suoi apostoli. Lei vi ha invita­to a venire qui ad aprire il cuore, a ricevere i mes­saggi e dopo a coinvolgere tante altre persone. Tutto questo per me è un lavoro di mamma che combatte per i suoi figli e che vuole salvare ogni suo figlio. [56]

[56] È affermazione comune dei veggenti che chi va a Medjugorie è stato chiamato dalla Madonna. È lei stes­sa che lo dice, in modo particolare al termine di ogni messaggio, quando afferma "Grazie per aver risposto alla mia chiamata". Essere chiamato è d'altra parte l'e­sperienza che fa ogni pellegrino che si reca a Mediugorie e li apre il cuore alla grazia. Tuttavia, devono sentirsi chiamati anche tutti coloro che desiderano andarci, ma per motivi vari non possono. L'importante è credere e accogliere i messaggi della Regina della pace.

 

PADRE LIVIO: Ha creato un esercito della preghiera e del sacrificio per salvare tutti. MIRJANA: Io quando per esempio prego a casa e penso a tutti i pellegrini che sono venuti dall'America e dall'Asia, per non parlare di quelli dell'Europa, mi chiedo: "Chi ha detto loro di veni­re qui?". Chi ha detto in America che in questo piccolo posto appare la Madonna? È la Madonna quella che ci mette nel cuore il desiderio di venire, di vedere e di cambiare. Per questo, in ogni pelle­grino che viene, vedo la battaglia che la Madonna sta combattendo. Vedo come lei è pronta, come mamma, a combattere su tutti i fronti. [57]

[57] Medjugorje è un villaggio sperduto, assolutamente tagliato fuori dalle grandi vie di comunicazione. Tuttavia vi convengono pellegrini da ogni parte mondo, anche le più remote. In alcune occasioni il vangelo serale viene letto da decine di sacerdoti in lingue diverse. Nessuna parrocchia del mondo e nessun santuario è così inter­nazionale come Medjugorie. Eppure sono proibiti i pel­legrinaggi ufficiali. Il che significa che i pellegrini vi arri­vano senza il supporto delle grandi organizzazioni cat­toliche. È un "fai da te" commovente, che costa sacrifi­cio e abnegazione. Ma la chiamata della Madonna è più forte di ogni ostacolo.

 

PADRE LIVIO: Sta preparando il suo esercito dell'a­more.

MIRJANA: Lei vuole dare la pace, l'amore e la gioia. Lei vuole dare Gesù, suo Figlio, perché noi potremmo avere tutto, anche tutte le cose materia­li che si possono avere sulla terra, ma se non hai quella pace che Gesù ti dona, non hai niente. Se non hai Gesù, vorrai sempre più cose materiali e poi non saprai più neppure che cosa vuoi e alla fine ti perdi.

PADRE LIVIO: Purtroppo è la strada che non pochi percorrono.

MIRJANA: Questo volevo dire: che la Madonna combatte proprio per salvare i suoi figli.

 

L'importanza dell'esempio

PADRE LIVIO: E chiede aiuto a noi perché combat­tiamo con lei.

MIRJANA: La Madonna, per quanto riguarda i non credenti, non ci dice di assalirli con le parole o di forzarli, ma semplicemente di amarli e di pregare per loro, dando il nostro buon esempio. Noi che siamo cattolici spesso non ci rendiamo conto di quanto grande sia la nostra responsabilità nei con­fronti dei non credenti. Mi ricordo di un fatto che mi è accaduto quan­do ero a scuola a Sarajevo. È un fatto che mi ha toccato moltissimo e che non mi scorderò mai. Tutti i miei compagni sapevano che ero una cre­dente e un giorno, dopo che tornavo dalla polizia, prima di entrare in classe mi sono ritirata in un angolo per sfogarmi un po' e per piangere, perché non era facile tutto quello che trovavo sulla mia strada. Mentre piangevo è passato uno che era in classe con me e mi ha detto: "Dov'è adesso il tuo Signore?". Questo mi ha così colpito da ripetermi sempre dentro di me: "Non mi vedranno mai più piange­re". Infatti, devono vederci gioiosi, vedere come noi cristiani affrontiamo i momenti difficili e come viviamo con il Signore tutto quello che accade nella nostra vita. Noi non dobbiamo chie­dere a Dio "perché?" e "perché a me?". Infatti, se abbiamo una croce, vuol dire che il Signore ci ha scelto e lui ci dà la forza per portare quella croce.

PADRE LIVIO: Non sono dunque le nostre parole che ottengono la conversione di chi non crede.

MIRJANA: No, ma è il nostro comportamento e il nostro esempio. Non dico che non dobbiamo par­lare, ma, se parliamo senza aver prima pregato, le nostre parole saranno vuote e otterremo il contra­rio. Se noi invece prima preghiamo, allora Gesù parlerà tramite noi e lui ci aiuterà. [58]

[58] La nostra parola è efficace quando è accompagnata dal buon esempio e dalla preghiera. Senza la grazia che tocca i cuori i nostri discorsi rischiano di essere contro­producenti. Inoltre, le parole devono essere vere e dette al momento giusto e col tono giusto.

 

"Non ti preoccupare, la Madonna ti aiuterà"

PADRE LIVIO: La parola in certi momenti è neces­sana, ma deve nascere dal cuore.

MIRJANA: Deve nascere dalla preghiera.

PADRE LIVIO: Questo è il modo col quale noi pos­siamo...

MIRJANA: ... cambiare tutti. Sono sicura che ogni persona, nel suo profondo, cerca il Signore, solo che noi dobbiamo aiutarla. Prima dobbiamo capire che cosa vuole il Signore da questa persona e poi dobbiamo aiutar­la a capire il Signore.

PADRE LIVIO: Si, infatti, tutti gli uomini sono creati per Dio e portano nel loro cuore il desiderio di Dio. Bisogna far emergere questo desiderio dal fondo del loro cuore e portarlo alla luce. "Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te", afferma Sant'Agostino.

MIRJANA: Anche loro, quando avranno scoperto Dio, si sentiranno diversi. A me fanno molta pena e non comprendo come i non credenti possano vivere quella vita. Soffro per loro e prego con tutto il cuore perché Dio li aiuti a comprendere il suo amore. [59]

[59] Alcuni pensano, erroneamente, che i non credenti "si godano la vita". In realtà il male fa male e la loro vita ha tutte le durezze della condizione umana, aggravate dal peccato e dalla lontananza da Dio. Santa Caterina da Siena chiama i peccatori "martiri dell'inferno". In effetti la vita senza Dio è un anticipo dell'inferno e pregare per la conversione dei peccatori è senza dubbio il più gran­de atto di carità che si possa compiere.

 

PADRE LIVIO: Dobbiamo, quindi, stare attenti a non guardare, con il disprezzo del fariseo, i peccatori e i non credenti.

MIRJANA: Dobbiamo guardarli con grande amore, come nostri fratelli che hanno bisogno del nostro aiuto.

PADRE LIVIO: Questo anche nella famiglie, dove c'è chi crede e chi non crede.

MIRJANA: A me accade di accogliere tanti pellegri­ni e vedo che in famiglia quelli che non vogliono pregare di solito sono i mariti. Siccome noi donne siamo abituate veramente a sopportare tutto, allora dico sempre: "Mettiti in un angolo e prega, non forzare nessuno, non predicare, non criticare, ma semplicemente metti la vita di tuo marito e dei tuoi figli nelle mani della Madonna. Prega e dà il tuo esempio e non ti preoccupare, perché la Madonna ti aiuterà." [6o]

[6o] Eccellente consiglio, che, specialmente in Italia, vale anche per i mariti.

 

"Provo a fare della mia famiglia, una famiglia come vuole la Madonna"

PADRE  LIVIO: Tu, comunque, hai avuto dalla Madonna un compito speciale, come d'altra parte ognuno di voi sei veggenti, nel senso che hai una particolare responsabilità per quanto riguarda la rivelazione del futuro. Come concili tutto questo con la tua vita di sposa e di madre?

MIRJANA: Provo per prima cosa a fare della mia famiglia, una famiglia come vuole la Madonna. Ci provo, perché solo Dio sa quanto ci siamo riusciti.

PADRE LIVIO: In questo senso l'esempio di voi veg­genti è particolarmente importante.

MIRJANA: Provo a mettere i messaggi nella nostra vita, proviamo a pregare insieme, insegno ai bam­bini a pregare, a fare digiuno, ad andare pian piano alla santa messa insieme, perché la Madonna dice sempre che i genitori hanno una grande responsa­bilità nei confronti dei figli e che i genitori sono quelli che devono mettere le radici della fede nei loro figli. Ricordo un bellissimo esempio della mia fami­glia, perché i bambini vedono molto di più di quanto noi non pensiamo. Riguarda la mia bambi­ na, Maria, che adesso ha undici anni, ma, allora, ne aveva due e mezzo e io non le avevo detto nulla delle apparizioni, perché pensavo che a quell'età non potesse capire. Un giorno era con una sua amica in camera, anche lei della medesima età e ho sentito che questa sua amica che diceva: "Mia mamma guida la macchina". Ma la mia Maria ha risposto: "Che cosa vuoi che sia, la mia mamma parla con la Madonna". Allora, vedi che senza che le avessi detto qualcosa, lei aveva capito. Proprio per questo è molto importante che i genitori, anche quando i bambini hanno pochi mesi, incomincino a pregare davanti a loro e incomincino a far vede­re che Dio è al primo posto. [61]

[61] anche gli psicologi e i pedagoghi concordano nel­l'affermare che fin dalla più tenera età i bambini ricevo­no quegli orientamenti che saranno poi fondamentali per tutta la vita. L'educazione alla fede incomincia molto presto, soprattutto attraverso l'esempio, i gesti e i com­portamenti della famiglia. Anche le preghiere vanno insegnate quando i bambini imparano a parlare. L'uomo non è un animale e fin dall'inizio ha dentro di sé un forte orientamento a Dio, mentre già con l'uso della ragione, affermava il grande filosofo Emmanueì l’Aounier, si pone gli interrogativi fondamentali sulla vita.

 

PADRE LIVIO: Le tu due bambine adesso sono gran­di: come ti vedono? MIRJANA: Per loro io sono la mamma e noi ci sfor­ziamo di far vivere loro una vita normale. Ringrazio il Signore per aver trovato un marito che mi aiuta: posso parlare con i pellegrini perché lui mi dà subito il cambio con le bambine. Mio mari­to ha capito tutto, e allora ricevo da lui tutto il suo aiuto. [62]

[62] I veggenti, anche ora che sono sposati, devono por­tare avanti la loro missione di testimoni della "Gospa" e questo impegno va armonizzato con quello della fami­glia. Tuttavia, questa situazione, a ben guardare, li rende più liberi e indipendenti nel servire la Madonna di quan­to non lo sarebbero nella vita religiosa, che, per sua natura, è soggetta a molte ovvie restrizioni richieste dalla Chiesa stessa. Naturalmente è fondamentale che l'altra parte si renda partecipe della missione e aiuti a svolgerla.

 

PADRE LIVIO: Effettivamente ho notato che, nono­stante che per te le apparizioni quotidiane siano finite prima e nonostante ti sia sposata e sia dive­nuta mamma, tuttavia la tua missione, anche verso i pellegrini, hai saputo portarla avanti con molto impegno e continuità.

MIRJANA: Sì, perché ho trovato la collaborazione del marito che ha ben compreso la situazione. Avendo lui capito, io non ho problemi e ho il conforto in casa.

 

I dieci segreti

PADRE LIVIO: Ecco Mirjana, passiamo al capitolo riguardante i dieci segreti. Ti dico con sincerità che non sono una persona curiosa, ma vorrei sapere tutto quello che è lecito sapere e che la Madonna vuole che si sappia. Essendo Direttore di Radio Maria sento al riguardo una precisa responsabilità.

MIRJANA: Padre Livio, dimmi la verità, da quando abbiamo cominciato questo nostro colloquio, tu aspetti questo momento. Hai già detto dall'inizio che questa è la cosa che ti interessa di più. [63]

[63] Mirjana è preoccupata di non dire qualcosa che possa anche minimamente svelare i segreti e molto sag­giamente erige le linee di difesa molto avanti. Il mio obbiettivo non è certo quello di farle dire qualcosa di più del lecito, ma solo quello che è bene che la gente sappia.

 

PADRE LIVIO: C'è un motivo personale che mi spin­ge ad avere al riguardo delle informazioni molto esatte. Da quanto ho letto, mi pare che questi segreti verranno resi noti al mondo mediante un sacerdote che tu hai scelto tre giorni prima che si realizzino. Allora, mi sono posto questo problema: se al tempo della rivelazione dei segreti io sarò ancora Direttore di Radio Maria, dovrò ogni volta  informare la gente di quanto svelerà il sacerdote che tu hai scelto? Eccoti dunque messe con molta chiarezza le carte in tavola.

MIRJANA: Anche a me piace mettere le carte in tavola e ti dico subito che potrai informare tutti gli ascoltatori di Radio Maria. Non ci sono problemi per questo. [64]

[64] Mirjana, dunque, è perfettamente d'accordo che, quando il sacerdote da lei prescelto renderà noti i segre­ti, questo venga diffuso da Radio Maria.

 

PADRE LIVIO: Va benissimo. Allora, Mirjana, tu hai avuto i dieci segreti già dal Natale 1982, quando sono terminate le apparizioni?.

MIRJANA: Forse è meglio che ti dica subito tutto quello che posso dire.

PADRE LIVIO: Dì pure tutto quello che puoi dire e poi io ti chiederò alcuni chiarimenti.

MIRJANA: Ecco io ho dovuto scegliere un sacerdo­te a cui dire i dieci segreti e ho scelto il padre fran­cescano Petar Ljubicié. Devo dire che cosa succe­derà e dove dieci giorni prima che accada. Dobbiamo trascorrere sette giorni nel digiuno e nella preghiera e tre giorni prima egli dovrà dirlo a tutti e non potrà scegliere se dire o non dire. Egli ha accettato che dirà tutto a tutti tre giorni prima, così si vedrà che è una cosa del Signore. La Madonna dice sempre: "Non parlate dei segreti, ma pregate e chi sente me come Madre e Dio come Padre, non abbia paura di niente". [65]

[65] Mirjana ha la preoccupazione di non spaventare ed è la stessa preoccupazione della Madonna, che in un suo messaggio ha affermato: "Chi prega non ha paura del futuro". Non deve sfuggire che in tutto questo si manifesta la divina misericordia in quanto si verrà a sapere tre giorni prima che cosa succederà e anche il luogo. Se fosse qualcosa di bello (come il terzo segreto) ci sarebbe da lodare Dio. Ma anche se fosse un fatto catastrofico ci sarebbe ugualmente da ringraziare il Signore che ci ha dato la possibilità di metterci in salvo.

 

Tutti noi parliamo sempre di che cosa succederà nel futuro, ma chi di noi potrà dire se sarà vivo domani? Nessuno! Quello che la Madonna ci inse­gna è di non preoccuparci del futuro, ma di essere pronti in quel momento ad andare incontro al Signore e non invece perdere tempo a parlare dei segreti e di cose di questo genere. [66]

[66] Mirjana giustamente stigmatizza la curiosità di chi, per prurito di orecchi, va in cerca di profezie catastrofiche e non è preoccupato di cambiare vita, in modo tale da essere sempre pronto quando il Signore passa e bussa.

 

Padre Petar, che adesso si trova in Germania, quando viene a Medjugorje, scherza con me e dice: "Vieni a confessarti e dimmi almeno un segreto adesso..." [67]

[67] Padre Petar è un vero figlio di San Francesco, nel quale vi è semplicità e perfetta letizia. Inoltre ama scher­zare, il che, dato il compito che gli spetta, non guasta affatto.

 

Perché tutti sono curiosi, ma si deve capire che cosa è veramente importante. L’importante è che noi in ogni momento siamo pronti ad andare dal Signore e tutto quello che suc­cede, se succede, sarà la volontà del Signore, che noi non possiamo cambiare. Possiamo cambiare solo noi stessi! [68]

[68] Mirjana giustamente insiste sul “Vegliate e prega­te”; che è una dimensione fondamentale della vita cri­stiana. L'uomo è mortale e nessuno sa quando il Signore verrà. Segreti o non segreti, la nostra vita è appesa al filo sottile della volontà di Dio.

 

Chi prega non ha paura del futuro

PADRE LIVIO: Anche la Madonna insiste sul fatto che chi prega non ha paura del futuro. Il vero pro­blema è quando ci allontaniamo dal suo cuore e da quello di Gesù.

MIRJANA: Certo, perché tuo padre e tua madre non ti possono fare nulla di male. Vicini a loro siamo al sicuro.

PADRE LIVIO: Ho letto un articolo recente su una rivista cattolica italiana che irrideva i segreti dicendo che, sommando tutti quelli dei sei veg­genti, sarebbero cinquantasette e la buttava nel ridicolo. Che cosa puoi rispondere?

MIRJANA: Anche noi sappiamo la matematica, ma dei segreti non parliamo perché sono segreti. [69]

[69] Mirjana è laureata, ma non lo fa pesare e in più si esprime in un ottimo italiano. Esempio di umiltà da cui qualche giornalista avrebbe qualcosa da imparare.

 

PADRE LIVIO: Nessuno sa i segreti degli altri veg­genti?

MIRJANA: Non parliamo di quello.

PADRE LIVIO: Non ne avete parlato fra di voi?

MIRJANA: Mai ne parliamo. Noi diffondiamo i mes­saggi della Madonna e quello he il Signore vuole che diciamo alla gente. Ma i segreti sono segreti e noi veggenti tra di noi non parliamo dei segreti. [70]

[70] Tre veggenti: Mirjana, Ivanka e Jakov hanno dieci segreti. Gli altri tre: Marjia, Ivan e Vicka, che hanno ancora le apparizioni quotidiane, ne hanno nove. I veg­genti non parlano fra di loro dei segreti e quindi se ne deduce che neppure loro sanno se i segreti che hanno sono uguali o sono diversi. Non si può affatto esclude­re che siano uguali per tutti. Ma potrebbero essere in parte uguali e in parte diversi. Alcuni si chiedono se potrebbe significare qualcosa il fatto che Jakov abbia ricevuto il decimo segreto, in Florida, negli Stati Uniti, mentre si trovava insieme a Mirjana, il giorno 12 Settembre 1998.

 

PADRE LIVIO: Quindi tu non sai quali sono i nove segreti di Vicka e Vicka non sa quali siano i tuoi dieci segreti?

MIRJANA: Ecco non parliamo di questo. Questa è una cosa che è come se fosse dentro di me e so che di questa cosa non si parla. [71].

 [71] La tenacia con cui i veggenti di Medjugorje hanno custodito i segreti, non parlandone mai neppure fra di loro, ed evitando anche la più piccola confidenza con qualsiasi persona, anche di famiglia, è indice di grande serietà e di credibilità delle appadzioni.

 

PADRE LIVIO: Vicka è qui presente. Tu Vicka puoi confermare che non conosci i dieci segreti di Mirjana?

VICKA: Non ho mai avuto nessun bisogno di sape­re quello che la Madonna ha detto a Mirjana. Credo che lo stesso lo ha detto anche a me e che i segreti sono uguali. [72] [72] Vicka qui fa due affermazioni: innanzi tutto dice che lei non ha mai avuto la curiosità di sapere quali sono i segreti di Mirjana; poi afferma che, secondo la sua opi­nione, i segreti sono uguali per tutti i veggenti. Mirjana avrebbe però il compito delicato di rivelarli a un sacer­dote che ha scelto, il quale tre giorni prima che si rea­lizzino li renderà noti al mondo.

 

A proposito del terzo segreto

PADRE LIVIO: Adesso vediamo che cosa si può dire quanto al contenuto almeno di alcuni segreti. Mi pare che si possa dire qualcosa del terzo e del set­timo segreto. Del terzo segreto che cosa ci puoi dire?

MIRJANA: Ci sarà un segno sulla collina delle appa­rizioni, come un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è qui presente come nostra mamma.

PADRE LIVIO: Come sarà questo segno?

MIRJANA: Bellissimo! [73]

[73] Anche gli altri veggenti, quando parlano del segno, fanno questa affermazione piena di entusiasmo. La Madonna ha già mostrato a tutti e sei il segno che lascerà sulla montagna delle prime apparizioni.

 

PADRE LIVIO: Senti Mirjana, non voglio apparirti curioso e tanto meno indurti a dire qualcosa che non vorresti. Però, mi pare giusto che gli ascolta­tori di Radio Maria possano sapere quello che la Madonna desidera o permette che si sappia. Per quanto riguarda il segno ti faccio una domanda precisa, però, se vuoi, evita pure di rispondere. Sarà un segno che ha un significato spirituale?

MIRJANA: Sarà un segno ben visibile, che non si poteva essere fatto con mani umane; una cosa del Signore che rimane.

PADRE LIVIO: È una cosa del Signore. Mi pare una affermazione piena di significato. Ma è una cosa che viene dal Signore, perché solo il Signore è onnipotente e la può fare, o perché il segno ha un significato spirituale e trascendente? Se il segno è una rosa, a me non dice niente. Se, invece, è una croce, allora mi dice molto.

MIRJANA: Non posso dire niente di più. Ho detto tutto quello che si poteva dire. PADRE LIVIO: Comunque, hai detto tante belle cose.

MIRJANA: Sarà un dono per tutti noi, che non si può fare con mani umane e che è una cosa del Signore. [74]

[74] La finalità del segno è di rendere testimonianza alla verità delle apparizioni. Sarà quindi un invito per gli esi­tanti e gli increduli, ma anche un argomento e forse un richiamo per la stessa Chiesa. Non bisogna dimenticare che il segno si colloca nel contesto dei segreti e degli avvenimenti che essi racchiudono. Saranno momenti in cui vigilare in modo particolare perché non venga a mancare l'olio alla lampada della fede.

 

PADRE LIVIO: Ho chiesto a Vicka se io vedrò que­sto segno. Lei mi ha risposto che non sono così tanto vecchio. Allora voi sapete la data del segno?

MIRJANA: Sì, so la data.

PADRE LIVIO: Dunque sai, esattamente la data e in che cosa consiste. Tu, Vicka, sai la data?

VICKA: Sì, anch'io so la data

 

e del settimo segreto

PADRE LIVIO: Adesso passiamo al settimo segreto. Che cosa è lecito sapere del settimo segreto?

MIRJANA: Ho pregato la Madonna se fosse possibi­le che almeno una parte di quel segreto si cam­biasse. Lei ha risposto che dovevamo pregare. Abbiamo pregato moltissimo e lei ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è la volontà del Signore che si debba realizzare.

PADRE LIVIO: Allora, se il settimo segreto è stato mitigato, significa che è un castigo. [75]

[75] Castigo non vuole dire necessariamente qualcosa che Dio manda, ma anche qualcosa che Dio permette a causa della durezza del nostro cuore. La guerra ad esem­pio è opera dell'uomo, che invece di seguire la legge divina dell'amore, segue quella satanica dell'odio. Essa viene chiamata dalla Madonna a Fatima "castigo" di Dio, perché Dio abbandona l'uomo impenitente all'opera delle sue mani, proponendosi però di ricavare un bene da questo male che noi ci affliggiamo.

 

MIRJANA: Non posso dire nulla.

PADRE LIVIO: Non potrà né essere ulteriormente mitigato e neppure abolito?

MIRJANA: No.

PADRE LIVIO: Tu, Vicka, sei d'accordo?

VICKA: La Madonna ha detto che il settimo segre­to, come ha già detto Mirjana, è stato in parte can­cellato con le nostre preghiere. Ma, siccome Mirjana sa più di me di queste cose, lei adesso risponde direttamente.

PADRE LIVIO: Insisto su questo punto perché qual­cuno dice in giro che, se si prega, si può...

MIRJANA: Non è possibile che venga abolito del tutto. E’ stata tolta una parte e basta.

PADRE LIVIO: Insomma, è stato mitigato e ora si realizzerà necessariamente. [76].

[76] Dio conosce il futuro che accadrà senza che sia vio­lata la nostra libertà. Egli è fuori del tempo e vede nel presente le nostre libere azioni future.

 

MIRJANA: Questo è quello che la Madonna ha detto a me. Non chiedo più queste cose perché non è possibile. Questa è la volontà del Signore e si deve fare. [77]

[77] Mirjana ribadisce che ormai il segreto, per volontà di Dio, si realizzerà così com'è.

 

I dieci segreti riguardano il mondo

PADRE LIVIO: Di questi dieci segreti c'è qualcuno che riguarda te personalmente o riguardano tutto il mondo?

MIRJANA: Io non ho segreti che riguardano me per­sonalmente.

PADRE LIVIO: Quindi riguardano...

MIRJANA: Tutto il mondo.

PADRE LIVIO: Il mondo o la Chiesa?

 MIRJANA: Io non voglio essere così precisa, perché i segreti sono segreti. Dico solo che i segreti riguardano il mondo.

PADRE LIVIO: Ti faccio questa domanda per analo­gia col terzo segreto di Fatima. Esso riguardava certamente i disastri della guerra che sarebbe venuta, ma anche la persecuzione alla Chiesa e infine l'attentato al Santo Padre.

MIRJANA: Non voglio essere precisa. Quando la Madonna lo vuole, dirò tutto. Adesso sto zitta.

PADRE LIVIO: Dobbiamo però dire che, nonostante i vent'anni che abbiamo alle spalle, il più deve ancora venire per quanto riguarda Medjugorje. Si direbbe che la Madonna ci ha preparato per momenti particolarmente impegnativi. Infatti i segreti riguardano il mondo in generale.

MIRJANA: Sì. [78]

[78] Come Fatima, anche Mediugorie ha una valenza mondiale. Le apparizioni a Kibeho, in Ruanda, riguardavano la tragedia che si è consumata in quella zona, con oltre un milione di morti. Per quanto grave, si trattava tuttavia di un avvenimento circoscritto. Fatima e Medjugorie riguardano il futuro della stessa umanità, che mette in pericolo la sua sopravvivenza, a causa del­l'incredulità, dell'odio e della guerra.  

 

PADRE LIVIO: Tuttavia siamo certi che almeno il terzo è positivo.

MIRJANA: .

PADRE LIVIO: Tutti gli altri sono negativi?

MIRJANA: Non posso dire nulla. Lei ha detto quel­lo. Io sto zitta.

PADRE LIVIO: D'accordo, l'ho detto io, non tu.

MIRJANA: Come dice Gesù: "Tu hai detto questo". Lo dico anch' io: "Tu hai detto questo". Quello che potevo dire dei segreti, io l'ho detto.

PADRE LIVIO: Sì, ma bisogna che abbiamo le idee chiare e ordinate su quelle cose che è lecito sape­re. Abbi un po' di pazienza se ti chiedo ancora qualche chiarimento. Tu di ogni segreto sai quan­do accadrà?

MIRJANA: Sì, ma veramente non voglio parlare dei segreti perché è la volontà della Madonna di non parlare.

PADRE LIVIO: Tu non dire quello che non si può, ma almeno dì qualcosa su quello che si può. Sai di ognuno quando accadrà. Sai anche dove?

MIRIANA: Anche dove.

PADRE LIVIO: Ho capito: sai dove e quando. [79]

[79] Naturalmente sa anche che cosa accadrà, diversa­mente come farebbe Padre Petar a comunicarla al mondo?

 

MIRJANA: Sì.

PADRE LIVIO: Queste due parole, dove e quando, sono molto importanti. Adesso vediamo come  avviene il procedimento attraverso il quale i segre­ti vengono resi noti. La Madonna ti dirà qualcosa al momento debito? I dieci segreti verranno rivelati secondo l'ordine progressivo, cioè il primo, il secondo, il terzo e così via?

MIRJANA: Non posso dire nulla di più.

PADRE LIVIO: Non insisto. Che cosa puoi dire su una diceria che circola, secondo la quale tu avresti scritto i dieci segreti?'

MIRJANA: Guarda, Padre, se noi vogliamo prose­guire l'intervista su cose importanti, cioè sulla Madonna e i suoi messaggi, io rispondo volentieri, ma dei segreti non parlo, perché sono segreti. Ci hanno provato tutti, dai sacerdoti ai comunisti, soprattutto con Jakov che aveva solo nove anni e mezzo, ma non sono mai riusciti a capire o a sape­re qualche cosa. Lasciamo perciò questo argomen­to. Se succederà, sarà la volontà del Signore e que­sto l'abbiamo chiarito. L'importante è che la nostra anima sia pronta e preparata per trovare il Signore allora non dovremo preoccuparci né per il futuro e né per null'altro. [80]

[80] Ciò che colpisce non è solo la custodia ermetica che i veggenti di Medjugorie hanno messo intorno ai segre­ti, dei quali in vent'anni non si è mai saputo nulla se non quello che la Madonna ha permesso fosse rivelato, ma soprattutto la serenità con cui ne parlano. La ragio­ne di fondo Mirjana la indica nella volontà del Signore che guida la storia, anche nei suoi momenti più difficili, predisponendo ogni cosa per il nostro maggior bene. E’ San Tommaso d'Aquino che afferma che Dio permette il male per ricavarne un bene.

 

PADRE LIVIO: Quindi dobbiamo rimanere su quelle informazioni che tu ci hai dato all'inizio?

MIRJANA: Ecco, e basta

 

Il cuore di Maria e Gesù trionferà

PADRE LIVIO: Sinceramente c'è quanto basta per meditare a lungo.

MIRJANA:         Quello è quanto la Madonna vuole che sappiamo.

PADRE LIVIO: Per quanto mi riguarda, obbedisco più che volentieri. L'ultima cosa che non ho anco­ra chiarito e alla quale neppure Vicka ha saputo rispondermi, e che perciò devo chiedere a te, è questa: la rivelazione dei dieci segreti, per bocca di Padre Petar, avverrà rendendo noto un segreto per volta, o tutti insieme in una sola volta? Non è una cosa da poco, perché se avverrà per dieci volte successive, rischieremo un infarto. Neanche que­sto ci puoi dire?

MIRJANA: Non posso.

PADRE LIVIO: Però tu lo sai?

MIRJANA: Si.

PADRE LIVIO: Benissimo. Ecco, lasciamo dunque questo argomento e chiudiamo la parentesi. Credo che sappiamo tutto quello che è necessario sapere.

MIRJANA: Che possiamo sapere! [81]

[81] Mi pare importante sottolineare la sicurezza di Mirjana. Ella non ha nessuna esitazione e nessun dub­bio che quanto ha detto la Madonna certamente si realizzerà. Anche i tre veggenti di Fatima avevano la mede­sima sicurezza riguardo al segno che la Madonna aveva promesso di dare per l'ultima apparizione del 13 ottobre. Si tratta indubbiamente di una certezza interiore che è frutto di un dono speciale di grazia.  

 

PADRE LIVIO: Per quanto mi riguarda non voglio saperne di più, neanche mi fosse concesso. Preferisco aspettare con fiducia le sorprese di Dio. Non voglio neppure sapere se sarò vivo io. Mi basta sapere che lo sappia Dio. Ma ora vorrei cercare di capire il significato teologico e spirituale di tutto questo. Se colloco i dieci segreti nel contesto dei messaggi della Madonna, mi pare di poter dire che essi, anche se a prima vista possono costituire per noi un motivo di preoccupazione, in realtà sono una manifestazione della divina misericordia. Infatti, la Madonna in molti messaggi dice di essere venuta per costruire con noi il nuovo mondo della pace. Quindi l'approdo finale, cioè il punto di arrivo di tutto il piano della Regina della pace, è un golfo di luce, cioè un mondo migliore, più fra­terno e più vicino a Dio.

MIRJANA: Sì, si. Sono sicura che alla fine vedremo questa luce. Vedremo il trionfo del cuore della Madonna e di Gesù. [82]

[82] Medjugorje, lungi dall'essere un messaggio apoca­littico di sciagura, è in ultima istanza un messaggio di speranza. D'altra parte la stessa Apocalisse è nata come parola di consolazione per sostenere il popolo di Dio nel momento della prova. La Madonna è venuta come Regina della pace per portare la pace divina in un mondo minacciato dai demoni dell'odio e della guerra.

 

Il messaggio del 1991

PADRE LIVIO: Mi pare molto importante riflettere su un messaggio del 1991, quando la Madonna ha chiesto una novena per poter realizzare a Medjugorje quello che ha iniziato a Fatima. [83]

[83] "Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera, ora come non mai, da quando il mio piano ha incominciato a realizzarsi. Satana è forte e vuole intralciare i miei pro­getti di pace e di gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso. Perciò, vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancora più intensamente. Vi invi­to a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, per­ché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio rea­lizzare secondo i segreti iniziati a Fatima. Vi invito, cari figli, a comprendere l'importanza della mia venuta e la serietà della situazione. Voglio salvare tutte le anime e offrirle a Dio. Perciò preghiamo perché tutto quello che ho incominciato si realizzi completamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata" 25 Agosto.

 

MIRJANA: Certamente.

PADRE LIVIO: Da quel messaggio appare chiaro che la Madonna ha iniziato a Fatima un piano il cui esito finale è il ritorno del mondo a Dio, o come lei dice, "il trionfo del suo Cuore immacolato" e un tempo di pace per tutta l'umanità.

MIRJANA: A me sembra, ma dico solo quello che  penso io perché non me lo ha detto la Madonna, che Medjugorje venga come mano prolungata di Fatima e che la Madonna porti a termine qui, quel­lo che ha incominciato a Fatima. Ma questa è una mia opinione.

PADRE LIVIO: In base a che cosa sei arrivata a que­sta conclusione?

MIRJANA: Guardando un po' tutto quello che è suc­cesso.

PADRE LIVIO: Sto scrivendo un libro, il cui sottoti­tolo è il seguente: "Da Fatima a Medjugorje: il piano di Maria per la salvezza del mondo". Ti pare un sottotitolo giusto?

MIRJANA: Molto!

PADRE LIVIO: Molto?

MIRJANA: Molto!

PADRE LIVIO: Noi viviamo in un tempo di partico­lare manifestazione della divina misericordia e quindi anche questo capitolo dei segreti a me sem­bra come il passaggio degli Ebrei attraverso il mar Rosso, cioè un passaggio difficile verso un appro­do di luce.

MIRJANA: Sì, ma io non lo chiamerei difficile, per­ché quando si accoglie la volontà del Signore, quando si accetta e quando si sa che Dio è tuo Padre, che ti vuole bene, anche tutte quelle croci che trovi sulla strada della tua vita le prendi con amore.

PADRE LIVIO: È proprio così.

MIRJANA: E non ti sono difficili, perché sai che, se le porti, aiuti il Signore con quelle croci.

 

"Dobbiamo essere pronti"

PADRE LIVIO: Bene, Mirjana, allora la Madonna non vuole che pensiamo troppo ai segreti, ma lei certamente ci sta preparando spiritualmente a dei momenti in cui ci vorrà tanta fede e tanta forza.

MIRJANA: Ma ogni giorno ci vuole tanta fede tanta forza.

PADRE LIVIO: Ci vuole un "vigilate e pregate" quo­tidiano.

MIRJANA: Si.

PADRE LIVIO: Mi sembra importante sottolineare l'importanza di "svegliarci dal sonno stanco delle nostre anime", come dice la Madonna. Infatti, dopo vent'anni di apparizioni, ci siamo come abi­tuati e ogni volta aspettiamo il messaggio del mese successivo nella speranza che ci dica qualcosa di nuovo da raccontare in giro. Poi, quando arriverà il momento difficile o quello della prova, rischiamo di farci trovare addormentati come gli apostoli nel Getzemani. Mi pare che dobbiamo andare incontro al futuro con un atteggiamento spirituale di grande preparazione.

MIRJANA: Ma io credo che dobbiamo essere pronti ogni secondo.

PADRE LIVIO: Indubbiamente la vigilanza continua è un aspetto fondamentale della vita di ogni cri­stiano.

MIRJANA: Non solo dobbiamo essere pronti in futu­ro e affrontare il futuro con una grande prepara­zione, ma io tu, i nostri amici e tutti dobbiamo essere ogni momento preparati, perché non sappia­mo quando...

PADRE LIVIO: Perché non sappiamo qual è il giorno e l'ora...

MIRJANA: Che Dio chiamerà me! (84]

[84] Come appare evidente Mirlana riconduce l'atteggia­mento che dobbiamo tenere nei confronti dei segreti all'invito evangelico della vigilanza continua, affinché quando il Signore verrà noi non abbiamo essere come quelle vergini stolte che, alla venuta dello sposo, non avevano più l'olio nelle loro lampade.

 

PADRE LIVIO: Non c'è dubbio che vi è anche, e io direi soprattutto, una chiamata personale.

MIRJANA: Ma se tutti saremo pronti ad ogni istante, sarà una chiamata bellissima. [85]

[85] Non solo quindi non dobbiamo avere paura degli avvenimenti futuri, ma neppure della morte perché, se vissuto nella fede, sarà un incontro col Signore.

 

PADRE LIVIO: Bisogna vivere ogni giorno in intima unione con Dio.

MIRJANA: Proprio così.

PADRE LIVIO: Questo è il modo giusto per vivere la vita da parte di ogni cristiano. Senti Mirjana, te lo chiedo per rasserenare i genitori in ascolto, le tue figlie vedranno il tempo di primavera?

MIRJANA: Ecco di nuovo. Tutti i sacerdoti sono uguali.

PADRE LIVIO: In Italia per la verità il proverbio è che tutte le donne... sono uguali.

MIRJANA: Anche le donne hanno la testa dura, ma i sacerdoti lo stesso. Quante domande da Padre Jozo e tanti altri! Un po' sono abituata anche a quello.

PADRE LIVIO: Hai ragione, è una domanda alla quale è giusto opporre il più assoluto silenzio. Ritorno ancora un momento su un interrogativo che mi sono posto e che mi riguarda anche perso­nalmente. Tu dici che noi a 'Radio Maria potremo comunque rendere noto ciò che Padre Petar dirà pubblicamente, quando sarà giunto il momento? [86]

[86] Il fatto che i segreti siano manifestati al mondo tre giorni prima, potrebbe essere un dono di misericordia. Di qui la necessità di diffondere la notizia. Un atto di codardia e di prudenza carnale, che inducesse a tenere nascosta la notizia, potrebbe comportare grosse respon­sabilità morali.

 

MIRJANA: Sì, certamente. Anche secondo me Radio Maria ce l'ha data il Signore perché vuole avere una radio così. Allora dobbiamo usare tutto quello che il Signore ci ha dato per far conoscere la volontà del Signore, per dirlo alla gente, per fare conoscere ad essa delle cose. Così usiamo anche Radio Maria.

PADRE LIVIO: Sto pensando a che cosa si potrà fare. Diremo a Padre Petar di dire ai nostri microfoni quello che deve dire.

MIRJANA: Ma io penso che Padre Petar sarà guida­to dal Signore e lui capirà subito tutto quello che deve fare.

 

Chi prega non ha paura del futuro

PADRE LIVIO: A tempo opportuno si prenderanno la decisioni opportune, secondo coscienza e pruden­za. Piuttosto vorrei sottolineare il fatto che tu comunque in tutta questa tematica dei segreti mi sei sembrata preoccupata di non creare paura nella gente.

MIRJANA: Ma perché non c'è di che avere paura. Non capisco perché si dovrebbe avere paura. Io voglio solo dire ai tutti i miei fratelli e sorelle che la paura non serve. La paura l'hanno solo quelli che non hanno il Signore al primo posto nel cuore. [87]

[87] Mirjana non minimizza la portata dei segreti, ma dice che chi è unito al Signore non deve avere paura di nulla. D'altra parte è la stessa Regina della pace a dire: "Chi prega non ha paura del futuro".

 

PADRE LIVIO: Sotto le sue ali siamo comunque al sicuro.

MIRJANA: Se al primo posto nel tuo cuore ci sono il Signore e la Madonna, di che cosa dovresti avere paura? Spiegami?

PADRE LIVIO: Hai perfettamente ragione. Difatti anch'io, quando ho le mie paure esistenziali, mi  raccolgo nella preghiera e dopo un po' scompaio­no come la nebbia al sole.

MIRJANA: Per questo, non voglio che la gente pensi che deve avere paura.

PADRE LIVIO: Molto chiaro!

MIRJANA: La paura non esiste se Dio e la Madonna sono al primo posto nel tuo cuore. [88]

[88] Uno dei messaggi fondamentali del vangelo è pro­prio questo: “Non abbiate paura”

 

PADRE LIVIO: Comunque tu confermi che quanto sai sui segreti accadrà necessariamente?

MIRJANA: Ecco vedi? Pian piano siamo ritornati ai segreti.

PADRE LIVIO: Mirjana, renditi conto che circolano tante voci, a volte fra loro contraddittorie. Per que­sto ho bisogno di informazioni precise da parte tua.

MIRJANA: Confermo.

PADRE LIVIO: Confermi?

MIRJANA: Confermo.

PADRE LIVIO: Sento talvolta dire, riguardo ai segre­ti, che se preghiamo, potranno essere modificati. Invece tu dici che quanto è stato stabilito accadrà.

MIRJANA: Sì.

 

Fatima-Medujgorje nel piano della Madonna

PADRE LIVIO: Questo mi interessava. Ora comple­tiamo il discorso su Fatima. Tu dici, e io sono d'ac­cordo con te, che a Fatima è incominciato un inter­vento di Maria...

MIRJANA: No. Io ho detto che questo è quanto io penso. [89]

[89] È da sottolineare la precisione molto puntigliosa con la quale Mirjana, ma anche tutti gli altri veggenti, distinguono fra il messaggio della Madonna e quella che potrebbe essere una loro interpretazione o riflessione personali.

 

PADRE LIVIO: Sì è la tua interpretazione, alla quale anche un messaggio della Madonna fa riferimento, secondo cui vi è un legame fra Fatima e Medjugorje e un piano di Maria per la salvezza del mondo.

MIRJANA: Sì.

PADRE LIVIO: Però vedo nel medesimo tempo che la Madonna è preoccupata perché la nostra gene­razione si illude di costruire un mondo senza Dio. [90]

[90] "Cari figli, vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un mondo nuovo senza Dio, solamente con le vostre forze; ed è per questo che non siete con­tenti e non avete la gioia nel cuore" - 25 Gennaio 1997.

 

MIRJANA: Penso che con questo avvertimento la Madonna ci voglia mettere in guardia, come se volesse dirci: "Dove state andando? Aspettate, fer­matevi! Che cosa volete dalla vostra vita? Volete una vita vera o volete quella vita falsa che si crea con il materialismo e con tutte le cose terrene? Costruire un mondo completamente senza il Signore penso sia impossibile. [91]

[91] L'osservazione di Mirjana è molto saggia. Su questa terra il male e il bene, la zizzania e il buon grano saran­no sempre mescolati. Riuscire a realizzare un mondo completamente senza Dio significherebbe anticipare l'in­ferno qui su questa terra. Alla Madonna basta che il bene sia così forte da prevalere sul male.

 

PADRE LIVIO: Il tuo giudizio sulla situazione del mondo volge al pessimismo o è pieno di speranza?

MIRJANA: Ah, è pieno di speranza.

PADRE LIVIO: Il Santo Padre, l'otto Ottobre del 2000, anno del grande Giubileo, ha consacrato il nuovo millennio alla Madonna. In quella preghie­ra di consacrazione il Papa afferma che l'umanità è giunta a un bivio. Ha davanti a sé la via della vita  e quella della morte. Potrebbe trasformare la terra in un cumulo di rovine o in un giardino. Si rivolge alla Vergine perché ci aiuti a prendere la via della vita e della pace. Che cosa pensi di questa pro­spettiva del Santo Padre?

MIRJANA: Quello che ha detto il Santo Padre è vera­mente giusto ed è la risposta al perché la Madonna è rimasta qui con noi già da vent'anni. [92]

[92] È chiaro che un intervento così straordinario della Madonna si può spiegare soltanto con momento parti­colarmente difficile e insidioso della storia umana. Soprattutto dopo l'attacco agli Stati Uniti dell'undici set­tembre ci rendiamo conto che l'umanità corre pericoli gravissimi in quanto si trova a fronteggiare un terrori­smo nuovo, alimentato da un odio cieco e distruttore, che può usare armi di distruzione di massa.

 

PADRE LIVIO: Esatto!

MIRJANA: La Madonna ci indica la via che dobbia­mo scegliere se vogliamo vivere. Ma io sono otti­mista perché la Madonna non solo è qui con noi da vent'anni, ma lei riuscirà a far sì che non noi sce­gliamo, come dice il Santo Padre, la via sbagliata. Ma vorrei anche aggiungere che noi e il mondo intero siamo molto, molto fortunati ad avere que­sto Papa. Prego tutti i giorni perché Dio gli dia lunga vita e lo lasci ancora con noi, perché è inna­morato della Madonna.

 

Molto più che una coincidenza?

PADRE LIVIO: Senti Mirjana vorrei un tuo pensiero su questa che non mi sembra una coincidenza casuale. Il Papa è stato colpito con un colpo di pistola mortale proprio il 13 Maggio del 1981, giorno anniversario della apparizione della Madonna a Fatima. Si è trattato di un vero miracolo se non è morto e lo stesso santo Padre ha riconosciuto di aver avuto una grande grazia portando la pallottola a Fatima, per ringraziare la Madonna di averlo sal­vato. Il mese successivo sono incominciate le appari­zioni di Medjugorje, con le quali la Madonna in un certo senso si è affiancata al suo Papa, quello che lei ha salvato, per oltre vent'anni di pontificato. Non vedi in tutto questo un disegno divino?

MIRJANA: Questo veramente non lo so. So solo che sono fortunata a vivere in un tempo con un Santo Padre così. [93]

[93] È risaputo che il Santo Padre ha più volte manife­stato privatamente molto rispetto per Mediugorie e non di rado ha pubblicamente invocato Maria Regina della Pace, chiedendo a tutta la Chiesa di pregare e di digiu­nare per la pace. La Chiesa, però, pur vigilando sulle apparizioni e sulla parrocchia di Medjugorje, non può che attendere la conclusione di tutti gli eventi, prima di esprimere un giudizio ufficiale sulla loro origine sopran­naturale.

 

PADRE LIVIO: Non è certo un caso che proprio in questo tempo ci sia un Papa "Totus tuus".

MIRJANA: Anche noi, però, siamo "Tutti suoi". 

PADRE LIVIO: Mi chiedo se ci sarà questo Papa quando verranno resi noti i segreti.

MIRJANA:         Ecco, siamo di nuovo ritornati sui segre­ti! Non posso dirlo, ma non è importante. L’importante è ciò che ha detto il Santo Padre, e cioè che prendiamo la via giusta. Quella e la cosa più importante.

PADRE LIVIO: La prenderemo la via giusta?

MIRJANA: La Madonna è con noi. Lei è come un vigile che sta al bivio e che ci indirizza tutti sulla via giusta.

 

Apriamo il nostro cuore alla Madonna

PADRE LIVIO: Non bisogna dimenticare che la Madonna è venuta qui come Regina della pace. Regina è sinonimo di vittoria. È venuta per schiacciare la testa al serpente e per vincere le forze del male.

MIRJANA: Il messaggio più importante, come abbiamo detto, è quello della pace, perché la Madonna è venuta a portarci suo Figlio Gesù, che è la vera pace dentro di noi e lei ci riuscirà, perché o fa con tanto amore e allora non può perdere. [94]

[94] A pensarci bene, tutta la tematica dei segreti, fini­sce per portarci versi orizzonti di luce che la Madonna, col nostro aiuto, realizzerà senza alcuna ombra di dub­bio.

 

PADRE LIVIO: Mi pare che non si potrebbe conclu­dere con una prospettiva più incoraggiante la nostra conversazione. Ora ti pregherei di dare un messaggio agli ascoltatori di Radio Maria, ai malati, alle persone sole, ai sacerdoti, ai giovani...

MIRJANA: Lo dirò per tutti insieme perché siamo tutti fratelli e sorelle e tutti figli della Madonna. Io voglio dire che parlare di Medjugorje a una radio, oppure leggere libri e giornali, è molto diverso che venire a Medjugorje e vivere Medjugorje. Io voglio invitare i nostri fratelli e sorelle che vengono qui ad aprire il cuore e a lasciare che la Madonna faccia di loro degli apostoli. Nel messaggio del due settembre dello scorso anno la Madonna ha detto a me e ai pellegrini che erano con me: "Cari figli, io vi ho invitato, aprite il vostro cuore affinché io possa fare di voi dei miei apo­stoli". Allora io voglio invitare tutti ad aprire il cuore, e a lasciarvi entrare la Madonna, perché possa farci suoi apostoli, in modo tale che possa mostrare la strada giusta anche ai nostri fratelli e sorelle che non conoscono l'amore del Signore e così portarli alla salvezza. Ecco, questo è quello che voglio dire a tutti gli ascoltatori. Vi ricorderò tutti nelle mie preghiere e anche voi pregate per noi veggenti, perché anche noi abbiamo bisogno di tante preghiere perché possia­mo fare tutto quello che la Madonna vuole da noi.

PADRE LIVIO: Ti ringrazio di cuore Mirjana. Sei stata esauriente e ci hai arricchito moltissimo con la tua splendida testimonianza. Ti dico grazie da parte di tutta la famiglia di Radio Maria per la tua disponibilità e per profondità spirituale di quanto ci hai detto.

MIRIANA: Grazie a te, padre, per tutto quello che ci dai tramite Radio Maria, per tutto quello che fai per la Madonna e per tutta la gente che può rice­vere le parole della Madonna e sentire il suo amore.

PADRE LIVIO: Vogliamo terminare pregando un Padre nostro, un Ave Maria e un Gloria al Padre?

MIRIANA: Certo volentieri. Ecco, io pregherò in croato e voi in italiano.

PADRE LIVIO: Ancora un grazie di cuore a Mirjana per questa bellissima testimonianza, veramente luminosa.

MIRJANA: Anch'io ringrazio tutti gli ascoltatori che hanno aperto il cuore e hanno ascoltato tutto quel­lo che la Madonna vuole da noi, perché veramen­te il suo messaggio entri nel cuore e comprendano tutto ciò che la Madonna vuole. E vi aspetto a Medjugorje.

Medjugorje, 8 Agosto 2001, h. 14.00-15.30 Nota: L'intervista è stata data in lingua italiana. La dizione orale è stata leggermente modificata nel testo scritto, alfine di rendere meglio il senso di alcune espressioni.

 

 

I capitoli che seguono sono tratti dal libro:

Perché credo a Medjugorje

di Padre Livio Fanzaga

SUGARCO EDITORE.

 

PACE, PACE, PACE”

"UN MONDO SENZA PACE"

Nelle varie presentazioni dei messaggi princi­pali della Madonna a Medjugorje, la pace è buon ultimo, dopo la fede, la preghiera, il digiuno e la conversione. In realtà in questo elenco sintetico ad uso catechistico vi è una logica molto sapiente. Il cammino di fede infatti, alimentato dalla preghie­ra e dalla rinuncia, porta alla conversione e al ritor­no a Dio. L’esito finale è la pace divina nel cuore che, almeno per chi l'ha sperimentata, è uno dei doni più grandi che il Creatore possa concedere su questa terra. Nei primi anni che andavo a Medjugorje non avevo afferrato lo spessore del messaggio riguar­dante la pace, anche perché, come mi resi conto più tardi, la Madonna dava a questa espressione un significato diverso da come viene usato comune­mente. Fu in una particolare occasione, mentre assistevo Vicka nell'accoglienza dei pellegrini su quella scaletta della sua casa ormai nota in tutto il mondo, che ebbi il presentimento della grandezza del messaggio della pace. Un pellegrino americano chiese a Vicka quale secondo lei, fosse il più importante dei messaggi. Con mia grande sorpresa Vicka rispose che quello che lei sentiva di più, come sua esperienza perso­nale, era il messaggio della pace. Così dicendo si era messa una mano al cuore e con un largo sorri­so indicava tutta la dolcezza di cui il cuore umano è ricolmo quando è in pace con Dio. Compresi in quella occasione che la pace di cui parliamo noi uomini è soltanto il riverbero di una realtà assai più profonda, che solo Dio può donare a chi gli apre il cuore. Che cosa sia la pace a cui la Madonna ci invita molti lo hanno sperimentato nel sacramento della riconciliazione. È il perdono di Dio che scende come balsamo di guarigione sulle ferite e sui rimorsi di una vita dilaniata dal male. Nelle lunghe file di pellegrini che sostano davanti ai confessio­nali tu vedi i cercatori di quella pace che il mondo non può dare e che neppure conosce. La vedi scor­rere lungo le guance con le lacrime del pentimen­to, per poi trasfigurare i volti con quelle della gioia. L'assoluzione che libera dal male il cuore contrito permette di gustare già su questa terra la pace divina del paradiso. Non si può negare che negli ultimi decenni gli uomini abbiano moltiplicato gli sforzi per evitare al mondo l'esperienza di una nuova guerra mon­diale che, con le micidiali armi a disposizione, avrebbe distrutto la terra e tutti i suoi abitanti. Si è passati dagli anni dell'equilibrio del terrore a quelli dei trattati internazionali per il disarmo atomico. Ma, mentre gli uomini si illudevano di aver conse­guito "pace e sicurezza", la Regina della pace è apparsa in lacrime già il secondo giorno delle apparizioni implorando: "Pace, pace, pace e solo pace". Poi, sempre in lacrime, ha aggiunto per ben due volte: "La pace deve regnare tra Dio e l'uomo e tra gli uomini". Forse, non si è abbastanza meditato sul fatto che, mentre gli uomini pensavano di aver pacificato il mondo, la Madonna a Medjugorje si è pre­sentata come Regina della pace in "un mondo senza pace". Questa espressione ricorre spesso nei messaggi. La Madre di Dio non guarda i trattati di carta, ma i cuori degli uomini, nei quali però non abita la pace divina. Quali basi può avere una pace quando nel cuore dell'uomo ci sono la superbia, l'egoismo, l'indif­ferenza, la cupidigia, la prepotenza e la violenza? Potrà un mondo che si consegna nelle mani del maligno vivere tranquillo? Colui che è mentitore e omicida fin dal principio non porterà forse il mondo prima alla disperazione e poi alla distru­zione? Maria a Medjugorje ci ha messo in guardia dalle illusioni e dai falsi ottimismi. I trattati inter­nazionali da soli non garantiscono il futuro dei popoli. Senza il cambiamento dei cuori l'odio cieco diventa una forza di distruzione inarrestabi­le. I tre anni e mezzo di guerra nelle terre dove sta apparendo la Regina della pace hanno dimostrato a quali limiti impensabili di ferocia possa arrivare il cuore umano. La guerra civile sembra in questi ultimi anni aver sostituito quella fra le potenze. Essa è ancora più feroce, come dimostrano le orrende stragi che si compiono in numerose parti del mondo, dal Ruanda all'Algeria. Senza il ritorno dell'umanità al Dio dell'amore la pace è impossibile. La pace è il frutto di tutti i messaggi che la Madonna ha dato a Medjugorje. Lei vede il mondo così com'è, nella sua verità davanti a Dio. È un mondo orgoglioso che presume di costruire se stesso senza Dio e che cerca nella ricchezza e nella potenza le ragioni di vivere e di operare. Per que­sto mondo inquieto non ci sono né futuro né sal­vezza eterna (25.01.1997). Perché l'umanità entri in un tempo di pace che il cuore di Maria "attende con impazienza" (25.06.1995) è necessario percorrere la via della conversione e del ritorno a Dio. Infatti, solo quan­do gli uomini avranno fatto la pace con Dio, ritor­nando ad essere suoi figli, potranno riconoscersi fra loro come fratelli. Qualsiasi tentativo di realiz­zare la pace senza Dio è votato all'insuccesso. Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano i costruttori. "Cari figli - avverte la Madonna alcuni mesi prima che divampi la guerra - oggi vi invito a decidervi per Dio, perché l'allontanamento da Dio ha come frutto la mancanza di pace nei vostri cuori. Solo Dio è pace. Per questo avvicinatevi a lui tramite la vostra preghiera personale e dopo vivrete la pace nei vostri cuori. Così la pace dei vostri cuori potrà scorrere come un fiume in tutto il mondo. Non parlate di pace, ma praticatela!" (25.02.199]). Chi non si ricorda con quale accoratezza Maria ci ha spronati alla preghiera e al digiuno durante gli anni del tremendo conflitto? "Solo con la pre­ghiera e il digiuno si può fermare la guerra" (25.04.1992), affermava in uno dei momenti più tor­bidi del conflitto, quando satana cercava di "sedur­re quante più anime possibile". Mi ricordo che proprio in quei mesi un gruppo di alcune centinaia di italiani cercava di arrivare fino a Sarajevo, cir­condata dalle milizie contrapposte, per testimonia­re la pace. Serviva questa marcia?, mi chiedevo, quando gli organizzatori mi sollecitavano a farla conosce­re attraverso i microfoni di Radio Malia. Rimasi esitante finché non scambiai alcune parole con mons. Tonino Bello, uno degli organizzatori della marcia insieme a mons. Bettazzi. Eravamo nel cuore dell'inverno. Questi uomini avevano deciso di procedere in mezzo al gelo, alla fame, alla mise­ria e al pericolo, per portare il messaggio della pace e della gioia a Sarajevo. Mons. Bello mi colpì molto, perché mentre col­loquiavo con lui in preascolto, non mi sembrava neanche un vescovo tanto il suo modo di presen­tarsi era schivo e dimesso. Era già sofferente, minato da un tumore che di lì a non molto lo avrebbe portato in cielo. Parlava con l'umiltà ma nel medesimo tempo col fervore e lo zelo di un vero servo del Signore. Io avevo preparato una mia obiezione: "Monsignore, volevo dirgli, mi pare che più delle marce serva la preghiera". Ma poi non gli dissi nulla. Lo invitai a parlare senza paura della marcia per la pace attraverso i microfoni di Radio Maria. Avevo compreso che lui, molto più di noi, viveva il messaggio di Maria di essere "gioiosi portatori di pace in questo mondo senza pace" (25.06.1995). Capii che in quel gesto, che conteneva il rischio della vita, vi era la forma più alta della preghiera e del digiuno. La Madonna ha guidato la parrocchia nel tene­broso periodo della guerra, chiedendo preghiere, digiuno, sacrifici e slanci di amore. Lei stessa alla fine ha ringraziato, per l'aiuto ricevuto al fine di schiacciare la testa al serpente dell'odio e della pulizia etnica: "Cari figli, oggi vi ringrazio per le vostre preghiere. Voi tutti mi avete aiutata affinché questa guerra finisca il più presto possibile. lo vi sono vicina e prego per ognuno di voi e vi suppli­co: pregate, pregate, pregate. Solo attraverso la preghiera possiamo vincere il male e proteggere tutto quello che satana desidera distruggere nella vostra vita" (25.02.1994). Perché è con la preghiera che si è potuto porre fine alla guerra? La ragione profonda è da ricerca­re nella radice stessa della guerra, la quale risiede in un cuore che vede nel fratello un avversario. Perché lo sguardo cambi e il nemico divenga un amico è necessario che nel cuore entri l'amore del Padre celeste. Allora colui che tu volevi annienta­re diviene un fratello da abbracciare. Ma questo è possibile solo se nella preghiera si fa l'esperienza dell'amore col quale Dio ama infinitamente e senza eccezione tutti gli uomini. Un mondo senza Dio e senza preghiera è inevi­tabilmente un mondo senza amore e senza pace. Per questo mondo non c'è futuro se non lo spettro dell'autodistruzione. Ma se l'uomo torna a Dio e sperimenta la sua pace, allora il futuro vedrà la civiltà dell' amore.

"DIO MI PERMETTE DI REALIZZARE CON LUI QUE­STA OASI DI PACE"

La mia impressione è che noi cristiani non abbiamo ancora compreso in tutto il suo immenso valore il messaggio evangelico della pace. Quando si parla di pace andiamo quasi istintivamente col pensiero a quelle parti del mondo dove c'è la guer­ra. Quasi mai ci soffermiamo a meditare sul nostro cuore, che sovente non è in pace né con se stesso, né con il prossimo, né con Dio. Un uomo in pace ti colpisce al solo sguardo. Vedi nei suoi occhi la luce, la tranquillità dell'animo e l'umile accoglien­za. È sereno, disponibile, ottimista e persino gioio­so. Le bufere della vita increspano le onde alla superficie, ma non turbano la pace profonda. Non c e nulla di più grande della pace di Dio. Essa è l'inizio del paradiso. La Madonna per descriverci la vita divina dice che in cielo ci sono la pace e la gioia. Queste due espressioni sono spesso usate insieme nei suoi messaggi. Ebbene, il suo desidero e il suo programma sono che la pace e la gioia di Dio si riversino nei nostri cuori fino a colmarli, per poter così donarli a coloro che ne sono privi (25.10.1997). In questo suo intento Maria si colloca nel solco profondo del messaggio evangelico. Quando è risuonato per la prima volta nei cieli l'annuncio divino della pace? Non è forse nella notte di Natale, quando Gesù è venuto nel mondo? E il primo saluto di Cristo risorto, vincitore del male, non è forse stato quello della pace rivolto agli apo­stoli rinchiusi nel cenacolo? La pace divina è il frutto della Redenzione. È l'annuncio fondamen­tale del Natale e della Pasqua. Maria a Medjugorje ci vuole dare qualcosa di essenziale, senza cui non si può vivere. Se a Lourdes si è presentata come l'Immacolata Concezione e a Fatima come la Madonna del Rosario, a Medjugorje il nome di Maria è "Regina della pace". Così si è chiamata fin dall'inizio e già il terzo giorno delle apparizioni aveva dato in pian­to il suo messaggio principale. Più volte ripeterà che questo è il programma che ha ricevuto da Dio, specialmente in occasione della festa di Natale: "Cari figli, vi chiamo alla pace! Vivete la pace nel vostro cuore e nel vostro ambiente, affinché tutti possano conoscere la pace che non viene da voi, ma da Dio... Celebrate la nascita di Gesù con la mia pace, la pace con la quale sono venuta come vostra madre, Regina della pace" (25.12.1988). Il vero problema è quello di capire, anzi di spe­rimentare che cosa sia la pace divina. Essa è il cuore colmo dell'amore di Dio. Quando ci manca l'amore siamo inquieti. Non siamo in pace e la cerchiamo. Quando l'amore ci sazia, e questo è possibile solo con l'amore divino, allora ci sentiamo in pace e trabocchiamo di gioia. Il paradiso è già presente in noi come caparra, secondo l'espressione di san Paolo. Tutti i messaggi della Madre di Dio a Medjugorje sono finalizzati a questo obiettivo. La fede, la preghiera, la penitenza, la conversione e l'inizio del cammino di santità ci portano a gusta­re fin da questa vita la pace e la gioia divine. Questo è quanto il cuore umano desidera e che invano cercherebbe altrove. Tutti coloro che si sono lasciati guidare dalla Madonna sanno che la vera felicità non è una chimera e che è possibile sperimentarla già in questa vita, anche portando ogni giorno la nostra croce. Per realizzare il suo piano di "far regnare la pace su tutta la terra" (25.12.1990), la Madonna vuole costruire a Medjugoije "un'oasi di pace". Questa espressione ha colpito molto i seguaci della Gospa, anche se non subito è stata compresa in tutta la sua profondità. È nata perfino una famiglia religiosa che porta questo nome. Non facciamoci illusioni. Prima delle apparizioni Medjugorje non era meglio di tante altre parrocchie della cristia­nità. Anch'essa era parte di questo mondo inquie­to e senza pace. Dio ha misteriosamente eletto questo pezzetto di terra per farne un'oasi di pace da dove potesse irradiare in tutto il mondo la pace divina. La Madonna annuncia questo progetto celeste, chia­mando i parrocchiani alla collaborazione: "Cari figli, Dio mi permette di realizzare con lui questa oasi di pace. Desidero invitarvi a conservarla in modo che sia sempre pura. Ci sono quelli che con la loro indifferenza annientano la pace e la pre­ghiera. Vi invito a testimoniare e ad aiutare, con la vostra vita, a conservare la pace" (03.07.1986). Con infinita pazienza la Regina della pace pone mano al suo progetto. E’ necessario innanzi tutto che ci sia la riconciliazione con Dio. Un'invito insistente alla confessione acquista così il suo vero valore. Si tratta innanzi tutto di ritrovare l'amicizia divina, diversamente ogni sforzo è inutile: "Non potete, figlioli, realizzare la pace, se non siete in pace con Gesù. Perciò vi invito alla confessione, affinché Gesù sia la vostra verità e pace" (25.01.1995). La Madonna è certamente riuscita nel corso degli anni a incidere nei cuori e a costruire quanto desiderava, sia pure con i limiti relativi alla condi­zione umana. Infatti chi arriva a Medjugorje respi­ra veramente, anche se non ne è consapevole, un clima di pace, che difficilmente si sperimenta altrove. Questo accadeva anche i primi anni, quan­ do il regime comunista controllava e non di raro cercava di infastidire la popolazione. Mi sono chiesto più volte che cosa abbia Medjugorje di straordinario. All'apparenza nulla. Eppure, appena uno vi arriva entra in un'atmosfe­ra spirituale di grande serenità, come se la Madonna avvolgesse col suo manto tutta la grande conca racchiusa da una cerchia di monti. Lo stes­so nome di Medjugorje significa "in mezzo ai monti". La Madonna ha voluto fare di questo vil­laggio un bellissimo fiore ricolmo di Dio, affinché tutti coloro che vi arrivano possano sentire il pro­fumo della pace celeste. Ho notato che molti pellegrini desiderano ritor­narvi. Alcuni sono andati in pellegrinaggio a Medjugorje decine e decine di volte. Raramente questo succede con altri santuari. In che cosa con­siste il richiamo segreto, al quale è difficile resi­stere? È senza dubbio la presenza di quella pace divina che il cuore umano desidera, anche se il più delle volte non se ne rende conto. La gente è con­tenta di stare a Medjugorje. Quando è ritornata alle proprie case ne parla con nostalgia. Là ha speri­mentato qualcosa che altrove difficilmente si può trovare. La Regina della pace in questo luogo lascia in modo particolare il profumo della beati­tudine celeste. Anche entrando nelle famiglie avverti questo clima. Gli slavi, in generale, e i croati, in partico­lare, hanno un temperamento piuttosto infiamma­bile e combattivo. La Madonna li ha saputi perfe­zionare nel corso degli anni. Nei primi tempi delle apparizioni aveva avvertito i veggenti che satana tentava di insinuarsi fra di loro. E mirabile come questi sei ragazzi così diversi si siano conservati un gruppo compatto e affiatato. La Madonna, quando è stato necessario, è intervenuta per pre­servare la parrocchia dalle divisioni e dalle conte­se seminate dal demonio: "Cari figli, ammonisce, oggi vi prego di smettere con i pettegolezzi e di pregare per l'unità della parrocchia, perché io e mio Figlio abbiamo un progetto speciale per que­sta parrocchia" (12.04.1984). Numerosi poi sono i richiami alla riconciliazio­ne nelle famiglie e al perdono reciproco. Non fac­ciamoci illusioni: anche a Medjugorje non manca­no coloro che, come dice la Madonna, "con la loro indifferenza annientano la pace e la preghiera Non c'è campo di grano dove il nemico non semi­ni la sua zizzania. La Madonna avverte del perico­lo: "Cari figli - dice -, sapete che vi ho promesso un'oasi di pace, ma sapete che accanto all'oasi esi­ste il deserto, dove satana sta in agguato e cerca di tentare ciascuno di voi" (07.08.1986). Ciononostante si può dire che il piano di Maria di costruire in anticipo a Medjugorje un angolo di quella che sarà la futura civiltà dell'amore si è attuato. A ben pensarci il vero fascino di Medjugorje, che non verrà meno neppure con la cessazione delle apparizioni, risiede proprio in questo progetto divino. Nel tempo della guerra, che infuriava proprio in Bosnia-Erzegovina, Medjugorje non ha perso la sua caratteristica di "oasi della pace". Non sono mai mancati i pellegrini, ma soprattutto non e mai mancata la preghiera. In occasione di alcune festi­vità ho visto posteggiati centinaia di automezzi, provenienti da ogni parte d'Europa, in particolare dall'Italia, carichi di aiuti per le popolazioni più colpite, a qualsiasi gruppo etnico appartenessero. Mai come in quegli anni la preghiera si è intima­mente congiunta alla carità. In quel periodo così difficile la veggente che più di tutti è rimasta sul posto è stata Vicka. La guerra è una dura necessità, alla quale non è pos­sibile sottrarsi. Anche i tre fratelli di Vicka hanno dovuto rispondere alla chiamata alle armi. Ho spesso parlato con loro per conoscere da vicino la situazione. Mi ha sempre molto colpito la serietà del loro atteggiamento. Si trattava in sostanza di fare quanto necessario per difendere i propri vil­laggi e la propria terra, senza inutili violenze e desiderando quanto prima una generale pacifica­zione. Negli oltre tre anni del durissimo conflitto Vicka si è distinta per la sua infaticabile presenza non solo nell'accoglienza dei pellegrini, ma anche e soprattutto nell'assistenza ai feriti e ai malati, nella distribuzione degli aiuti e nel conforto ai sol­dati. Si prodigava perché andassero al fronte dei combattenti riconciliati con Dio, dopo aver ricevu­to i sacramenti della confessione e della comunio­ne. Nel tempo di guerra Medjugorje è apparsa come un miracolo di preghiera e di carità che la Regina della pace ha posto dinanzi agli occhi del mondo. Ha dato un segno della sua presenza che solo i ciechi non hanno voluto vedere. La vicina città di Mostar, distante solo venti chilometri in linea d'aria, è stata quasi interamente distrutta. In particolare la cattedrale e il convento francescano sono stati sventrati dalle bombe. I serbi dalle alture intorno a Mostar tenevano puntati i cannoni e i lanciarazzi contro la chiesa dai due campanili. Non c'era da farsi illusioni. Chi può contare le chiese cattoliche distrutte sistemati­camente in quegli anni? Fobiettivo dell'esercito serbo era di ridurre Medjugorje a un cumulo di macerie. Non bisogna dimenticare che la Croazia aveva proclamato la sua indipendenza, staccandosi dalla federazione jugoslava, proprio il 25 giugno 1991, decimo anniversano delle apparizioni. Colpire e distruggere questo simbolo religioso era per i serbi un obietti­vo prioritario per fiaccare il morale dei croati. Mi ricordo che in quel periodo molti che mi interrogavano sull'andamento della guerra in Bosnia, mi chiedevano notizie su Medjugorje, meravigliandosi molto che non fosse stata ancora colpita. Vi era una specie di muta attesa nell'opi­nione pubblica internazionale. "Vediamo se scen­de dalla croce", dicevano i nemici di Gesù, facen­dosi beffe di lui. "Vediamo se la Madonna salverà Medjugorje", insinuavano i nemici irriducibili delle apparizioni, forse più numerosi di quanto non si pensi. Una mattina mi recai come al solito in edicola per acquistare i giornali per il mio programma giornaliero di commento alla stampa. Con mia meraviglia e dolore vidi che i giornali riportavano con evidenza la notizia che Medjugorje era stata bombardata.  Perfino  il  giornale  cattolico "Avvenire", che per ragioni prudenziali non tocca­va quasi mai questo argomento, pubblicava la noti­zia in prima pagina. Ritenevo l'avvenimento pos­sibile, perché le vie di Dio non sono le nostre, ma nel mio intimo non lo ritenevo credibile. Presi il telefono e chiamai la famiglia di Vicka. Miracolosamente presi subito la linea, nonostante la quasi impossibilità di comunicare telefonicamente in quel tempo di guerra. Mi rispose la mamma che misi in diretta a Radio Maria. La tran­quillità della sua voce, anche se parlava croato, persuase il nostro pubblico che la situazione non doveva essere così catastrofica. Le chiesi notizie sui bombardamenti. Quella mattina l'Italia medju­gorjana, frastornata dalle notizie dei giornali e dei telegiornali, seppe che effettivamente il bombarda­mento c'era stato. Alcuni ordigni serbi, sparati dalle colline a ridosso di Mostar, avevano sorvola­to i due campanili ed erano scoppiati in un campo, uccidendo una povera mucca. Satana non aveva ottenuto di più. Ancora oggi si può vedere una grossa bomba caduta vicino alla chiesa e rimasta inesplosa. Maria aveva protetto l'oasi di pace che lei e suo Figlio avevano costruito.

"VI INVITO AD AIUTARE TUTTI CON LA VOSTRA PACE"

La pace divina del cuore è lo sbocco di tutti i messaggi di Medjugorje. Chi la possiede speri­menta già durante il pellegrinaggio terreno la bea­titudine del cielo. La Madonna, che ci vuole por­tare tutti in paradiso con lei, desidera che ne sen­tiamo il profumo già qui sulla terra, affinché non si smarrisca più la strada che conduce nel cuore dell'amore trinitario. Il progetto di Maria è che gli uomini gustino già in questa vita la pace e la gioia che Dio desidera riversare nei loro cuori. Sarebbe fuorviante presentare Medjugorje come un messaggio minaccioso. Più volte ho sen­tito i veggenti affermare che la Madonna non è venuta per impaurirci. Alcuni fanno impropria­mente riferimento ai "segreti" per presentare un futuro in chiave apocalittica. In realtà, la Madonna è venuta come Regina della pace e i suoi sono pro­getti di bontà per il mondo intero. Medjugorje è un disegno sublime dell'amore misericordioso di Dio come forse mai si è manife­stato nella storia cristiana. Non a caso si è andato realizzando in concomitanza con un pontificato di chiara impronta mariana, fra i più significativi che la Chiesa conosca. Non devono ingannare la pic­colezza dei mezzi e l'irrilevanza sul piano monda­ no dei protagonisti. Dio ha sempre compiuto opere grandi, che hanno cambiato l'umanità, con stru­menti poco visibili al mondo. La Madonna non ha mai nascosto la grandiosità del piano, nel quale ognuno di noi ha un posto importante (25.01.1987), e ci invita "a costruire con lei il mondo nuovo della pace" (25.12.1992). Potrebbe un progetto essere più ambizioso? Nessuno più di Maria è consapevole della situa­zione difficile del mondo nel quale "c’è molta mancanza di pace". Ma proprio perché è Madre e ci ama, non ci vuole lasciare in questa situazione in cui gli uomini sono senza Dio, senza amore, senza gioia, senza futuro e senza salvezza eterna. Nella prima fase del suo piano la Madonna ha incominciato a costruire  un oasi della pace dove gli uomini, attraverso il risveglio della fede, il fervore della preghiera e il cambiamento di vita incominciassero a gustare la dolcezza della pace divina del cuore. Successivamente ha ricolmato della sua tenerezza di Madre i pellegrini prove­nienti da ogni parte del mondo, affinché sperimen­tassero in quest'oasi celeste quanto è buono e soave il Signore. Infine con coloro che ormai sono suoi e sono ripieni del suo amore materno vuole portare la soavità dell'amore di Dio a tutti gli uomini. Quante volte, specialmente in questi ultimi anni,abbiamo ascoltato il suo accorato richiamo! "Cari figli, io vi amo e desidero guidarvi tutti verso la pace che solo Dio può dare e che arricchi­sce ogni cuore. Vi invito a diventare i portatori e i testimoni della mia pace in questo mondo senza pace" (25.07.1990). "Vi invito a diventare apostoli dell'amore e della bontà. In questo mondo senza pace testimoniate Dio e il suo amore e Dio vi benedirà e vi darà quello che gli chiedete" (25.01.1993). "Figlioli, desidero che diventiate por­tatori di pace e della gioia di Dio nel mondo di oggi senza pace" (25.10.1997). Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Se aiuteremo la Regina della pace ad attuare il suo piano, donando ai fratelli inquieti e disperati la pace, la gioia e l'amore che Dio riversa nei nostri cuori, non c'è dubbio che verrà presto sulla terra un tempo di pace che il cuore di Maria "attende con impazienza" (25.06.1995). Se corrisponderemo, un grande sogno potrebbe diventare presto una realtà!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I capitoli che seguono sono tratti dal libro

 

 "Dies Irae – I giorni dell'Anticristo;

 

di Padre Livio Fanzaga

 SUGARCO EDITORE.

 Il testo si può acquistare nelle librerie cattoliche pres­so i santuari o si può ordinare e ricevere comodamen­te a casa propria telefonando all 'Editrice Shalom e citando il codice n. 2759.

 

SONO ARRIVATI I TEMPI DELLA FINE?

Giunti al termine di questo grande affresco, ricco di suggestioni e di insegnamenti, è opportu­no concludere offrendo al cristiano esigente un quadro dottrinale sicuro, che lo aiuti a fare opera di sapiente discernimento in un momento in cui messaggi di incerta provenienza e di dubbia dottri­na rischiano di sviarlo. Si tratta di evitare da una parte un atteggiamen­to facilone, che non si cura della prospettiva di attesa che caratterizza la fede cristiana e dall'altra di mantenere un atteggiamento di fiducia rispetto al futuro, senza cadere in angosciosi catastrofismi, tipici soprattutto delle sette. Molto abbiamo già detto riguardo alla visione cattolica sulla fine del mondo. Ora però ci proponiamo di sintetizzarne gli ele­menti certi, così come emergono dalla riflessione della Chiesa sulla Parola di Dio. La meditazione sui tempi della fine è sempre stata viva nella Chiesa, la quale su questo argo­mento ha proposto fin dagli inizi una dottrina sicu­ra, al fine di aiutare i credenti a guardare al futuro con gli occhi della fede.

SONO INCOMINCIATI GLI ULTIMI TEMPI?

Innanzitutto è necessario comprendere in quale tappa della storia ci troviamo a vivere. Noi cristiani dobbiamo imparare a guardare al passato con gli occhi della fede, in modo tale da vedere la storia del mondo e dell'uomo come l'at­tuazione del progetto di Dio. Il mondo, ripete Paolo più volte nelle sue lette­re, è stato creato non solo per mezzo del Verbo, ma in vista del Verbo. Schematizzando potremmo dire che la creazio­ne del mondo e dell'uomo è in vista dell'incarna­zione. Questa a sua volta è in vista della redenzio­ne dell'uomo e della sua glorificazione in Cristo. Il compimento della storia vedrà Cristo giudice consegnare il mondo redento al Padre, perché Dio sia tutto in tutti (1Cor 15,28). Nella prospettiva di fede la storia del mondo e dell'uomo vede lo snodarsi di un grande progetto di amore, più forte degli smarrimenti, delle devia­zioni e delle perversioni a cui si abbandona la libertà umana. Questa visione ottimistica, che contempla la grazia sovrabbondare sul peccato, va fermamente conservata nello sguardo del credente sulla realtà, anche se la potenza del male a volte sembra invin­cibile e la possibilità della rovina eterna è unaminaccia concreta che incombe sulla vita di ognu­no. Nello svolgimento del meraviglioso progetto di Dio noi ci troviamo nell'ultima tappa. Essa va dall'Ascensione al cielo di Cristo fino al suo ritorno nella gloria, quando verrà a giudica­re i vivi e i morti, ponendo fine alla storia umana. Compiuta l'opera della redenzione da parte di Gesù Cristo, ora è incominciato il tempo in cui i frutti della redenzione vengono distribuiti agli uomini. Proprio perché si tratta dell'ultima fase della storia della salvezza, possiamo correttamente dire che viviamo gli ultimi tempi. Essi abbracciano l'arco di tempo che va dalla prima alla seconda venuta di Cristo. Dopo questa tappa, non ce ne sarà un'altra, per­ché con la venuta di Cristo nella gloria il tempo finirà e incomincerà l'eternità. Sarà un'eternità nella gioia di Dio per chi l'avrà accettato in questa vita, mentre chi l'avrà rifiutato senza pentirsi verrà inghiottito dalla morte eterna. Messo in luce questo dato indiscutibile della fede, e cioè che noi stiamo vivendo l'ultima fase della storia umana, dobbiamo cercare di cogliere tutte le caratteristiche di questo periodo nel quale Dio ci ha chiamato all'esistenza.

CRISTO È IL SIGNORE DEGLI ULTIMI TEMPI

Una delle caratteristiche più importanti dell'ul­tima tappa della storia umana è il fatto che essa ha Cristo come Capo e come Signore. Prima del compimento della redenzione il mondo, per divina permissione, era sotto il giogo di colui che Gesù nel Vangelo chiama il "principe di questo mondo", cioè satana. Ottenuto il consenso dell'uomo fin dal paradi­so terrestre, il serpente ha tenuto ben stretto il mondo nelle sue spire, trascinando l'umanità, con­senziente al male, nelle tenebre e nell'ombra di morte. L’incarnazione segna l'inizio del grande duello, che si concluderà con la vittoria di Cristo risorto. Incomincia dunque una nuova fase della storia umana nella quale Cristo è il "Signore". Egli detiene tutto il potere non solo nei cieli, ma anche sulla terra. Egli è al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione, perché il Padre tutto ha sottomesso ai suoi piedi (Ef 1,21-22). Cristo risorto è il Signore del cosmo e della sto­ria. Dovremmo dare tutto il significato che merita all'acclamazione liturgica: "Tuo il Regno, tua la potenza e la gloria nei secoli" A volte la potenza del male ci induce a pensare il contrario. Spesso i cristiani, nel momento della prova, sembrano dubitare non solo della potenza, ma persino della presenza di Cristo. In realtà il mondo è suo e sua è la chiave del cuore umano. Quella di Satana è solo una falsa forza. Nulla può resistere alla grazia di Cristo. Egli lascia che il male intessa le sue trame, ma poi le usa per confonderlo. Quando Dio dice "basta!" per il male è finita. Uno dei più nitidi insegnamenti dell'Apocalisse è la supremazia assoluta di Cristo sulle potenze demoniache. I singoli, i gruppi, le nazioni, l'umanità intera sono sotto l'influsso della sua grazia che realizza tutto ciò che vuole. Naturalmente rispetta la libertà umana, ma la sua onnipotenza si manifesta proprio nel raggiun­gere i fini che si prefigge nel pieno rispetto delle libere scelte degli uomini. San Tommaso d'Aquino sintetizza stupenda­mente tutto questo, affermando che la volontà di Dio si realizza sempre. 

TEMPI DI MISERICORDIA E DI PERDONO

Un altro aspetto fondamentale dell'ultima tappa della storia dell'umanità è che su di essa si river­sano i fiumi di acqua viva dell'amore di Dio. Con l'Ascensione al cielo di Cristo viene effu­so sul mondo lo Spirito Santo. Non si tratta di un evento limitato all'inizio della storia della Chiesa, ma di una Pentecoste per­manente che si estende fino alla fine del mondo, quando Cristo consegnerà il Regno al Padre e Dio sarà tutto in tutti. Come all'inizio della sua missione Cristo vide i cieli aprirsi e scendere su di lui lo Spirito, così all'inizio della missione della Chiesa i cieli si aprono e Dio riversa il suo infinito amore median­te il dono dello Spirito Santo. Si tratta di una effusione che continua attraver­so i sacramenti della Chiesa e che non cesserà, perché l'amore di Dio per il mondo è irrevocabile. Questa prospettiva deve essere sempre tenuta presente, soprattutto di fronte agli scenari apoca­littici che sono tipici di molte sedicenti rivelazioni private riguardo alla fine dei tempi. Non poche parlano di tremendi castighi, di nuovi diluvi di fuoco, di ecatombi atomiche ecc. Nessuno nega che Dio permetta quei castighi che l'uomo si infligge con le sue proprie mani, come ad esempio la guerra e quelle situazioni sof­ferte di vita che sono causate dai disordini morali. Anche i cataclismi naturali possono essere visti in questa luce. Tuttavia, non si può dimenticare che quello che viviamo è il tempo della misericordia e del perdo­no e che eventuali castighi in ultima analisi hanno lo scopo di purificare l'umanità e di ricondurla a Dio. Egli, nella sua sapienza e nel suo amore, lascia che l'uomo gusti il calice amaro del male, perché si liberi dall'inganno della seduzione e ritorni al Padre celeste che lo ama. Non pochi cristiani si dimenticano che il vero diluvio del tempo presente è quello della carità di Dio che avvolge l'intero mondo nelle acque dissetanti del suo amore. In cielo abbiamo il Verbo Incarnato, Dio e uomo, nostro amico e fratello, che continuamente intercede per noi e per il mondo. Come si possono alimentare prospettive terrifi­canti riguardo al futuro se il mondo è amato da un amore infinito, perenne e fedele e Cristo stesso lo regge con scettro di ferro?

LA PRESENZA DEL MALE

Il cristiano non può assolutamente dimenticare un dato fondamentale della sua fede: questo mondo è stato redento a caro prezzo e su di esso risplende il sole della divina misericordia. Questa prospettiva di fede necessariamente otti­mistica non chiude gli occhi di fronte alla presen­za del male. I testi del Nuovo Testamento sono tutti concor­di nell'affermare che, benché questo mondo sia stato strappato al Maligno, tuttavia Satana conser­va, per permissione divina, la capacità di operare e di nuocere. Infatti, il Regno di Cristo non è ancora realiz­zato con potenza e gloria grande (Lc 21,27), come avverrà con la seconda venuta. Le potenze demoniache continuano a insidiar­lo, come afferma Paolo nel celebre brano della seconda lettera ai Tessalonicesi, dove allude al mistero di iniquità che è in azione (Tess 2,7). Esse sono state vinte dalla Pasqua di Cristo, ma non cessano di insidiare, sedurre e perseguitare i credenti. I testi e le immagini del Nuovo Testamento sul­l'azione di Satana non lasciano certo tranquilli. Pietro lo raffigura come un leone ruggente, alla continua ricerca di qualcuno da divorare (1Pt 5,8). Giovanni lo paragona a un enorme drago rosso, che, precipitato dal cielo, si avventa contro la donna, il Figlio da lei nato e la sua discendenza, cioè contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù (Apoc 12,1-17). Ne consegue che il tempo che viviamo è di atte­sa, di vigilanza e di lotta. A questo riguardo il cristiano deve evitare due atteggiamenti fra loro opposti, ma che non corri­spondono alla visione di fede. Il primo è quello di chi non tiene conto di que­sta forza perversa e pervertitrice, che è stata sog­giogata da Cristo e alla quale è stato sottratto il potere sul mondo, ma che Dio, nella sua sapienza, lascia ancora agire, finché alla fine della storia verrà rinchiuso nello stagno di fuoco e di zolfo Apoc 20,10). Negare l'azione di Satana nell'ultima tappa della storia che stiamo vivendo, significa allonta­narsi radicalmente dalle prospettive del Nuovo Testamento e del Magistero della Chiesa. L’atteggiamento opposto ed ugualmente errato è quello di chi esaspera la potenza e l'azione del Maligno, come se il mondo non fosse sotto il pote­re di Cristo e il cristiano non lo potesse vincere con la testimonianza della fede. A questo riguardo anche gli scenari più foschi che ci vengono descritti dalla Parola di Dio, soprattutto laddove si descrivono i combattimenti degli ultimi tempi, si concludono tutti con la vitto­ria di Cristo e dei credenti. Il cristiano, quindi, non sottovaluta i travagli, le lotte, le seduzioni e le tentazioni che contraddi­stinguono il suo cammino e quello della Chiesa in questo mondo, ma sa che Cristo ha già vinto e che il futuro è nelle sue mani.

LA VENUTA GLORIOSA DI CRISTO

Lultima tappa della storia umana, che è quella che stiamo vivendo, si concluderà con la venuta di Cristo nella gloria. Si tratta di un dato di fede di fondamentale importanza. Non è un caso che la Bibbia si concluda con l'affermazione di Cristo che la sua venuta è immi­nente. Colui che attesta queste cose dice: Sì, verrò presto! Amen. Vieni, Signore Gesù" (Apoc 22,20). Come la nostra vita individuale si conclude con il giudizio particolare, così il cammino dell'uma­nità sarà concluso con la venuta di Cristo giudice che, come dice il Credo, verrà a giudicare i vivi e i morti. La venuta di Cristo concluderà la storia del mondo. A questo riguardo occorre segnalare che non mancano sedicenti rivelazioni private che par­lano di venute intermedie, in genere inserite in contesti millenaristici. La visione di fede prevede soltanto due venute di Cristo: la prima nell'umiltà della carne e la seconda in potenza e gloria, che coincide con la fine del mondo. Prevedere una venuta di Cristo intermedia, che inaugura un tempo particolare di pace e di prospe­rità, prima della venuta finale, significa uscire dalla prospettiva della fede così come è esposta autorevolmente nel Catechismo della Chiesa catto­lica (nn. 673-677). Per quanto riguarda la seconda venuta di Cristo occorre ribadire che, secondo la prospettiva del Nuovo Testamento, essa incombe continuamente, anche se non spetta a noi conoscere i tempi e i mo­menti che il Padre ha riservato alla sua scelta (At 1,7). Il cristiano sa che il futuro è nelle mani di Dio e che egli non ne può disporre. Per la storia umana è come per la vita personale: il futuro non ci appar­tiene. A questo riguardo l'avvertimento di Gesù è perentorio: State pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà (Mt 24,44). Paolo, d'altra parte, in più occasioni ribadisce l'imprevedibilità del momento scelto dal Signore. Anche allora circolavano sedicenti rivelazioni private, come avviene ora; qualcuno pretendeva di conoscere il giorno e l'ora. Vale  anche  oggi  l'invito  dell'apostolo: Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà: pace e sicu­rezza, allora, all'improvviso li colpirà la rovina, come le doglie di una donna incinta; e nessuno scamperà (lTess 5,1-3). Parole che rivelano i travagli dei momenti della fine, ma che ribadiscono il carattere improvviso e sconosciuto del momento della venuta del Signore. Il cristiano deve, quindi, diffidare quando sup­poste rivelazioni private datano la venuta di Cristo nella gloria e la fine del mondo. Non si vuole assolutamente negare la possibi­lità che Dio riveli il futuro ai suoi santi e ad anime privilegiate. La profezia di Fatima riguardante gli avveni­menti che sarebbero accaduti in questo secolo ha trovato credito nella Chiesa. Ma un conto è la rivelazione di avvenimenti futuri, che non è mai mancata nella storia della Chiesa; e un conto è la rivelazione del giorno della venuta del Signore, che Cristo stesso ha voluto fosse sconosciuta agli uomini: Ecco, allora, se qualcuno vi dirà: ecco, il Cristo è qui, ecco è là, non ci credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi Profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.... Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre (Mc 13,21-32). Ciò non toglie che il cristiano debba discernere i segni dei tempi e fare le sue riflessioni. Ma poi di fronte all'interrogativo: "siamo dunque alla fine dei tempi?", la sua risposta non può che essere quella di Paolo VI: Non lo sapremo mai!

IL RICONOSCIMENTO DI ISRAELE

La riflessione sulla seconda venuta di Cristo è molto intensa in tutte le pagine del Nuovo Testamento. Ad essa dobbiamo un affresco che descrive il pellegrinaggio della Chiesa in questa fase ultima della storia, come i travagli che essa dovrà affron­tare nel momento conclusivo di questa tappa, quando le forze del male scateneranno l'ultima e più tremenda offensiva. Ma è a Paolo che dobbiamo una meditazione di grande spessore teologico, grazie alla quale pos­siamo in un certo senso cogliere nella storia un segno che la seconda venuta di Cristo è sul punto di realizzarsi. Infatti, secondo l'apostolo, la venuta del Messia glorioso è sospesa in ogni momento della storia al riconoscimento di lui da parte di tutto Israele. L’intero capitolo undicesimo della Lettera ai Romani è una profonda riflessione sul ruolo di Israele nella storia della salvezza. Secondo Paolo il popolo eletto ha una funzione da svolgere proprio in vista della fine dei tempi: Se, infatti, il loro rifiuto ha segnato la riconcilia­zione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione se non una resurrezione dai morti? (Rom 11,15). Una parte del popolo eletto, osserva Paolo con rincrescimento, si è indurita nell'incredulità verso Gesù. Tuttavia questo rifiuto nel disegno miseri­cordioso di Dio ha ottenuto la grazia della reden­zione. Ora, se la negazione ha fruttato al mondo la sal­vezza, l'accoglimento che cosa significa se non che il mondo entra nella gloria di Cristo risorto? In altre parole, il riconoscimento di Cristo come il Messia e il Signore da parte del popolo ebraico significa che la storia umana è pervenuta alla con­clusione. Si tratta di un convincimento di fede ben radicato nella prima comunità cristiana. Pietro, ancora prima di Paolo, lo adombra nel suo discorso agli Ebrei di Gerusalemme dopo la Pentecoste: Pentitevi dunque e cambiate vita per­ché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destina­to come Messia, cioè Gesù. Egli dev'essere accol­to in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti (At 3,19-21). C'è da chiedersi da dove abbia origine questa convinzione di fede della Chiesa apostolica, secondo la quale la seconda venuta di Cristo èstrettamente legata alla conversione di tutto Israele. Il ragionevole pensare che la fonte originaria sia la parola stessa di Gesù. Infatti un accenno ben preciso in questo senso lo troviamo nei Vangeli, quando Gesù, meditando sul rifiuto di Gerusalemme, preannuncia la distru­zione del tempio, a sua volta segno profetico dei dolori della fine dei tempi: Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto racco­gliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pul­cini sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! (Mt 23,37-39). Possiamo quindi concludere che nella visione cattolica della fine dei tempi la venuta di Cristo nella gloria è strettamente legata alla sua accetta­zione da parte di Israele. È lecito, dunque, affermare che prima della conversione di Israele non ci sarà la fine del mondo? A questo riguardo così si esprime il Catechismo della Chiesa cattolica: "La partecipa­zione totale degli Ebrei alla salvezza messianica, a seguito della partecipazione totale dei pagani (Rom 11, 25), permetterà al popolo di Dio di arrivare alla piena maturità di Cristo, nella quale Dio sarà tutto in tutti" (n. 674). Questo significa che non è possibile ipotizzare la conclusione della storia con la venuta di Cristo giudice senza la sua accettazione da parte dell'in­tero Israele. Il sì di Maria ha reso possibile la prima venuta nell'umiltà della carne. Il sì di Israele renderà possibile la seconda venuta con potenza e gloria.  

I TEMPI DELLA FINE

Abbiamo chiamato "ultimi tempi" la fase della storia umana che stiamo vivendo e che comprende l'arco di tempo che va dall'Ascensione alla paru­sia. Non sappiamo quanto durerà questa fase defi­nitiva della storia, nella quale agli uomini è offer­ta la grazia della salvezza. Teniamo presente che la tappa precedente, quella dell'attesa, dopo la caduta originaria e la cacciata dei progenitori dal paradiso terrestre, è durata un periodo di tempo lunghissimo, computa­bile a centinaia di migliaia di anni. Dio non ha le nostre frette e davanti a lui un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. D'altra parte, soggiunge Pietro, il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come cer­tuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiamo modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allo­ra i cieli con fragore passeranno, gli elementi con­sumati dal calore si dissolveranno e la terrà con quanto c'è in essa sarà distrutta (2Pt 3,8-10). È certo quindi che questo mondo finirà, come d'altra parte la scienza ci assicura almeno per quanto riguarda il nostro pianeta. Non sappiamo quando. Ma, come vedete, il clima di attesa e di vigilanza può avere dinnanzi a sé tempi interminabili. Le misure di Dio non sono le nostre. Uattesa della prima venuta è stata lunghissima. Come si può escludere che l'attesa della secon­da venuta si protragga ancora di più? La rivelazione divina, che esclude qualsiasi indicazione sul giorno e sull'ora, non si limita a subordinare la venuta del Signore alla conversione di tutto Israele, ma la colloca in un contesto ben preciso. È la stessa parola di Cristo a designare scenari inquietanti. I tempi della fine, cioè i giorni che precedono immediatamente la seconda venuta, saranno carat­terizzati da una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. Al riguardo Gesù si chiede: Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (Lc 18,8). Frase misteriosa, il cui senso immediato non può assolutamente sfuggirci. Solo un "piccolo gregge" persevererà nella fede fino alla fine e attenderà la venuta del Signore, mentre la maggior parte degli uomini, compresi molti credenti, avrà perso la fede. In un altro contesto Gesù all'eclissi della fede aggiunge il raffreddamento della carità. Infatti non è possibile smarrire l'una senza perdere anche l'al­tra. Parlando dei "dolori" della fine così si esprime: "Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti si raffredderà, ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato" (Mt 24, 11). Gesù, come vedete, colloca la fine del mondo in un contesto di grande apostasia dalla fede. In un mondo in cui il Vangelo del Regno è stato annunziato in ogni parte della terra (cfr. Mt 24,14) si consumerà il rifiuto del cristianesimo da parte di molti che vi avevano aderito. È in questo clima di tradimento che si colloca la venuta di Cristo giudice.

L’ULTIMA PROVA DELLA CHIESA

Sulla scia della parola di Cristo gli apostoli, in particolare Paolo e Giovanni, precisano ulterior­mente le caratteristiche dell'ultima e più grave prova che la Chiesa dovrà affrontare, prima di incontrare il suo Signore. Il testo più sconvolgente al riguardo è quello della 20 lettera ai Tessalonicesi: "Ora vi Preghiamo fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra quasi che il gior­no del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infat­ti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà essere rivela­to l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manife­stazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è neces­sario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rilevato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzo­gneri e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina, perché non hanno accolto l'a­more della verità per essere salvi" (2,1-12). Secondo Paolo la grande apostasia della fine dei tempi sarà causata da un personaggio che si presenta come il nemico di Dio per eccellenza e che fa da strumento all'azione di Satana, che gli comunica un potere sovrumano, un po' come lo spirito del Cristo si comunica ai cristiani. È contrassegnato da tre nomi. È "l'uomo dell'empietà", "il figlio della perdi­zione", cioè l'uomo destinato a perdersi, e "l'av­versario di Dio". Appare chiaramente come un essere personale, che si manifesterà nei tempi della fine, mentre Satana, di cui è lo strumento, agisce fin da ora nel "mistero", esercitando contro i credenti un potere persecutorio e seduttore, come d'altra parte affer­ma Giovanni nell'Apocalisse quando evoca la bestia simile a una pantera e quella simile a un agnello (cfr Apoc 13,1-18). Paolo attribuisce il ritardo della parusìa a qual­che cosa o a qualcuno che impedisce la manifestazione dell'Anticristo, la quale deve precedere la parusia stessa. Non sappiamo di che cosa si tratti, nonostante le moltissime ipotesi al riguardo. È importante sottolineare che comunque il mistero dell'iniquità è già all'opera ed è da questa sua attività che viene suscitata l'apostasia. Una volta tolto l'ostacolo, l'Anticristo entrerà in scena e agirà apertamente. Nel momento culminante della sua ascesa ci sarà l'avvento di Cristo giudice che lo annienterà. Non dobbiamo pensare che questo scenario sia esclusivo dei tempi della fine. In quel momento ci sarà la massima "impostu­ra religiosa" e quindi l'avvento della persona stes­sa dell'Anticristo. Tuttavia nel corso di tutta la storia della Chiesa il mistero dell'iniquità non cesserà di agire con le armi della persecuzione e della seduzione. Al riguardo è assai istruttivo un testo di Giovanni: Figlioli, questa è l'ultima ora. Come avete udito che deve venire l'Anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi. Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? UAnticristo è colui che nega il Padre e il Figlio (lGv 2,18-22). Par di comprendere che l'intero arco di tempo che va dalla prima alla seconda venuta di Cristo sarà sottoposto alla seduzione e alla persecuzione. Ogni generazione avrà a che fare con le innu­merevoli "epifanie" del mistero di iniquità. I falsi cristi e i falsi profeti, come i persecutori, accom­pagneranno l'intero pellegrinaggio della Chiesa. È Gesù stesso a profetizzarlo: Un servo non è grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Gv 15,20). Ogni epoca quindi può fare da sfondo a situa­zioni e a personaggi che sono come l'anticipo del dramma dei tempi della fine. A questo riguardo è molto istruttivo il libro dell'Apocalisse. Esso da una parte descrive lo scenario in cui si colloca la grande prova finale e in questo senso èun libro rivolto al futuro. Ma nel medesimo tempo, medita su eventi già trascorsi e vissuti dalla comunità cristiana, come le persecuzioni di Nerone e Domiziano. Questi avvenimenti sono visti come la profezia del dramma finale. La medesima prospettiva la troviamo nei Vangeli. Gesù certamente tratteggia lo scenario dei tempi della fine nel suo discorso escatologico.Tuttavia egli vede nell'imminente distruzione di Gerusalemme come una anticipazione profetica dei dolori della fine. Che cosa comportano queste indicazioni? Esse sono un invito per ogni generazione cristiana a vegliare e a pregare. Solo l'ultima generazione vedrà i tempi del­l'Anticristo e della prova suprema, ma tutte le altre avranno ugualmente a che fare con il mistero di iniquità e le sue manifestazioni. I cristiani non sono del mondo ed ogni genera­zione dovrà sopportarne l'odio. C'è forse qualche momento della storia passata della Chiesa in cui Satana, l'Anticristo per eccel­lenza, non abbia tentato di sedurla e di annientala? In un certo senso ogni generazione ha i suoi anti­cristi, anche se vanno visti come precursori e anti­cipatori della prova finale, quando si manifesterà l'uomo iniquo per eccellenza.

LA MASSIMA IMPOSTURA

Finora abbiamo seguito molto da vicino i testi biblici, su cui, nel corso dei secoli, si è esercitata la riflessione della Chiesa. È opportuno ora vedere quale lettura ne dà il Catechismo della Chiesa cattolica, che su questo punto offre spunti di grande interesse. Le parole chiave del Nuovo Testamento che descrivono l'azione satanica contro la Chiesa in tutto il corso della sua storia, ma in modo speciale nei tempi della fine, sono "la persecuzione" e la "seduzione A questi due aspetti dell'attività del dragone rosso corrispondono le due bestie dell'Apocalisse. Il Catechismo della Chiesa cattolica dà un contri­buto importante per approfondire questi due ele­menti. In che cosa consiste la seduzione che troverà la massima espressione all'apparizione dell'Anticri­sto? Sappiamo che il Nuovo Testamento a questo riguardo fa riferimento ai falsi profeti, che presen­tano la menzogna sotto forma di verità, negando in modo particolare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio (1 Gv 2,22). Il Catechismo della Chiesa cattolica, con una terminologia originale, parla di impostura religio­ sa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'AntiCristo, cioè di uno pseudo - messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne (n. 675). Il significato di questo testo è ampiamente approfondito dal romanzo di Benson e questo è certamente un merito non piccolo dell'Autore. Si tratta di un rifiuto radicale non solo della Chiesa e di Cristo, ma di Dio stesso.  L’uomo si pone al posto di Dio, arbitro della propria vita, del bene e del male, del suo destino. L’uomo, cioè, vuole costruire un mondo senza Dio risolvendo tutti i problemi fondamentali del­l'esistenza con le proprie forze. In questo contesto l'Anticristo è colui che incarna lo spirito e il progetto di un mondo che, eliminato Dio, deifica se stesso e pone se stesso come assoluto. C'è da chiedersi quali radici bibliche abbia que­sta interpretazione della seduzione finale a cui la Chiesa sarà sottoposta. Naturalmente, al primo posto stanno i testi di Paolo, che descrive i tempi della fine come quelli in cui il mondo penserà di essere riuscito a darsi pace e sicurezza (1 Tess 5,3), grazie all'uomo iniquo che per questi successi, ottenuti con la forza di Satana, si siederà nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio (2Tess 2,4). Sullo sfondo, però, c'è un preciso accostamen­to fra le prove che Cristo stesso ha dovuto subire e quelle che la Chiesa dovrà necessariamente affron­tare nel corso della sua storia, in modo particolare negli ultimi tempi. I Vangeli ci riferiscono che fin dall'inizio il ten­tatore ha cercato di indirizzare Cristo sulle vie di un falso messianismo, basato sulla capacità di cambiare le pietre in pane, di incantare le folle con la potenza ctei miracolo e di dominare il mondo con gli strumenti del potere politico. Questa tentazione che Cristo ha respinto, abbracciando la croce, verrà riproposta alla Chiesa nel corso del suo pellegrinaggio e in modo parti­colare nei tempi finali. Quanti resisteranno al potere d'incanto di que­sto messianismo secolarizzato, che già il papa Pio XI aveva giudicato intrinsecamente perverso? Molti saranno certamente sedotti, perdendo la fede e lasciandosi raffreddare nella carità sopran­naturale. Non si può negare che "l'impostura religiosa" di cui parla il Catechismo della Chiesa cattolica sia una caratteristica distintiva del nostro tempo. Gli ultimi secoli hanno visto il montare della religione umanitaria e il tentativo dell'uomo di realizzare la salvezza attraverso forme politiche di messianismo secolarizzato. Fillusione di costruire il "paradiso in terra", senza Dio e con le proprie forze, è dura a morire. Tramontati i messianismi di marca politica, ne sor­gono altri, non meno subdoli, che illudono l'uomo di essere in grado di divenire il padrone del mondo e della vita. D'altra parte per la prima volta nélla storia del­l'umanità l'ateismo è divenuto un fenomeno di massa e gli uomini pensano di costruire l'avvenire con le proprie risorse, senza curarsi di Dio e della legge morale. Quanti abbandonano la fede e l'impostazione cristiana della vita, nell'illusione di trovare nel mondo la soluzione dei problemi della propria esi­stenza! Siamo dunque nel clima caratteristico dei tempi della fine? Impossibile dirlo. Infatti quella del nostro tempo, potrebbe essere una manifestazione rilevante della seduzione anti­cristica, ma come si potrà essere certi che ci tro­viamo di fronte "alla massima impostura religio­sa", quella appunto dell 'Anticristo? In fondo non è poi così importante sapere se l'ora della venuta del Figlio dell'uomo è ormai giunta. Nessuno potrà esserne certo se non nel momen­to in cui apparirà come una folgore che viene da oriente e brilla fino a occidente (Mt 24,27). Soltano quando lo vedremo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria e gli angeli con una grande tromba raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, solo allora avremo la cer­tezza che l'ora è giunta. Prima saranno necessari il discernimento della fede e la forza della testimonianza fino al martirio. Molti nel passato, a incominciare dai primi cristia­ni, hanno pensato che la loro prova fosse quella finale; ma così non è stato. Nessuno potra mai sapere con certezza se la tri­bolazione che una generazione è chiamata a vive­re è quella finale.

LA PASSIONE DELLA CHIESA

Il Catechismo della Chiesa cattolica offre spun­ti di riflessione molto convincenti anche per quan­to riguarda l'altro aspetto della prova finale della Chiesa, che è appunto la persecuzione. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una dimensione che accompagna il popolo di Dio lungo tutto il corso del suo pellegrinaggio terreno. Gesù non lascia nessuna speranza alle prospettive di un cristianesimo ben adagiato nel mondo. Al riguardo afferma: Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sina­goghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome (Lc 1,12). La prospettiva del martirio, nel senso profondo di testimonianza fino al dono della vita, fa parte dell'esistenza cristiana normale. Tuttavia questa possibilità diverrà molto con­creta per tutta la Chiesa nei tempi della fine. Le teorie millenaristiche hanno stimolato la riflessione della Chiesa per quanto riguarda l'ulti­mo tratto del suo cammino su questa terra. Non sarà una marcia trionfale, come appunto il millenarismo sembra insinuare, ma piuttosto il cammino della croce, che avrà il suo epilogo sul Calvario. In questo la Chiesa è chiamata a far rivivere in se stessa il mistero pasquale di Cristo. A questo riguardo il Catechismo della Chiesa cattolica si esprime in termini impressionanti: La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest'ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Resurrezione (n.677). Il Catechismo parte da un presupposto teologi­co indiscutibile. La Chiesa è il prolungamento nella storia del mistero di Cristo e le membra del corpo mistico sono chiamate a far rivivere in se stesse l'esisten­za di colui che ne è il Capo. La vita pubblica di Gesù è stata contrassegnata dalla predicazione, dalla testimonianza, dalla ten­tazione e dalla persecuzione. Così sarà il percorso della Chiesa sulle strade della storia. Tuttavia la conclusione della vita di Gesù ha visto il suo ingresso nel mistero dell'immane sof­ferenza, fino alla morte in croce, nell'ignominia e nell' abbandono. Quando tutto sembrava finito e le forze del male assaporavano la vittoria definitiva, ecco l'in­tervento dell'onnipotenza divina che sconfigge il potere delle tenebre ed eleva nel fulgore della glo­ria colui che il mondo aveva sperato di eliminare. Allo stesso modo la Chiesa nella fase conclusi­va del suo pellegrinaggio sarà chiamata a rivivere in se stessa la Passione di Cristo, per approdare poi alla gloria della parusìa. Come Cristo essa farà l'esperienza dell'ango­scia del Getzemani, sarà tradita, abbandonata da tanti dei suoi, schiaffeggiata, derisa, flagellata e infine condannata a morte e crocifissa. Quando il mondo penserà di aver raggiunto lo scopo di eliminarla dalla faccia della terra, quando si appresterà a cantare vittoria, in quel momento apparirà sulle nubi del cielo il vero padrone del mondo, che introdurrà la Chiesa nella gloria divi­na della Resurrezione. Contrariamente alle prospettive del millenari­smo e a una certa mentalità trionfalista il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo stori­co della Chiesa, secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male, che farà discendere dal cielo la sua Sposa (CCCn. 677). Infatti il mondo seguirà il dragone e le due bestie e ad essi presterà adorazione: Allora la terra intera, presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e adorarono la bestia... L’adorarono tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto fin dalla fondazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello immolato" (Apoc 13,3-8). Non poche "rivelazioni private" danno un'inter­pretazione letterale al Regno dei mille anni di cui parla l'Apocalisse. Perfino autori come Soloviev e Maria Valtorta adottano uno schema apocalittico che pone la manifestazione dell'Anticristo prima del Regno dei mille anni, al termine dei quali collocano l'ul­timo scatenamento delle forze del male e quindi la parusia. La Chiesa non ha mai adottato questa prospet­tiva e, come abbiamo ampiamente illustrato, pone l'Anticristo nel contesto della massima impostura religiosa che precederà i tempi della fine e la venuta di Cristo nella gloria. Come va dunque interpretato il Regno dei mille anni, ampiamente illustrato nell'Apocalisse? "Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo, con la chiave dell'Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il dia­volo, satana, e lo incatenò per mille anni. (...) Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e quanti non avevano ado­rato la bestia. (...) Essi ripresero vita e regnarono con Cristo mille anni' (Apoc 20,1-6). Questo testo, interpretato lette­ralmente, ha portato fuori dalla prospettiva della fede più di un autore. In realtà qui Giovanni ha appena finito di descrivere la grande persecuzione della Chiesa, prima con Nerone e poi con Domiziano. Egli incoraggia i cristiani dicendo loro che, dopo la persecuzione, Dio concederà un periodo di pace e di rinnovamento della Chiesa. Anche la resurrezione dei martiri va intesa sim­bolicamente, come il persistere della loro presenza spirituale nel cammino di ripresa della Chiesa. Questa interpretazione è assolutamente corretta sotto il profilo teologico. Il pellegrinaggio della Chiesa ha momenti in cui il dragone infierisce con la seduzione e la per­secuzione e altri in cui Dio concede pace e tran­quillità. Questo avviene per la verità anche sul piano individuale. Guai a noi se Dio permettesse al demonio di attaccarci continuamente! Questo, però, non significa che la tentazione sia scomparsa dall'orizzonte della nostra vita, ma semplicemente che la sapienza di Dio ne dosa l'in­tensita e la pericolosità. Allo stesso modo il "mistero di iniquità" opera contro la Chiesa negli ambiti della permissione divina, che prevede per il popolo di Dio in cammi­no l'alternarsi di momenti di grande prova con altri di serenità. Tuttavia non vi è dubbio che alla fine vi sarà uno scatenarsi incontenibile del potere delle tene­bre, come mai era accaduto prima. È il momento della massima impostura e dell'Anticristo, della battaglia finale e del trionfo di Dio sulla rivolta del male: Quando i mille anni saranno compiuti (cioè dopo un tempo di pace che Dio ha concesso alla sua Chiesa), satana verrà liberato dal suo carcere (cioè Dio gli permetterà di scatenare l'attacco finale) e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra, Gog e Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero sarà come la sabbia del mare. Marciarono su tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e Il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli (Apoc 20,7-10). Questo celebre testo, completato con quello di Paolo nella 20 lettera ai Tessalonicesi, manda un messaggio molto preciso. Quando la "massima impostura" sembrerà avere il sopravvento e la distruzione della Chiesa apparirà imminente e inevitabile, quando il miste­ro di iniquità si manifesterà nell'Anticristo, perché ormai non è più trattenuto, quando la Chiesa avrà bevuto fino all'ultima goccia il calice della Passione del suo Signore, allora il trionfo di Dio sulle forze del male prenderà la forma dell'ultimo Giudizio, quello universale, mentre la Chiesa scenderà dal cielo, pronta come una sposa adorna per il suo sposo (cfr Apoc 20,11-21,1-2). Possiamo naturalmente chiederci: si stanno pre­parando i tempi della grande persecuzione e dello scatenamento delle forze del male? A questo riguardo non si può dare una risposta certa. Ogni epoca vede dispiegarsi contro la Chiesa l'opera di seduzione e di persecuzione da parte del mistero di iniquità. In alcuni momenti è particolarmente intensa, in altri invece il mondo sembra voler ritornare a Dio. Per ogni generazione, come per ogni persona, l'unica cosa veramente importante è uscirne con la palma della vittoria, perché in fondo questo è ciò che conta.

LE FORZE DELL'INFERNO NON PREVARRANNO

Ciò che noi sappiamo sui tempi della fine, per­ché Dio ce lo ha rivelato, è quanto abbiamo sinte­ticamente esposto partendo dai testi biblici e dal­l'interpretazione che la Chiesa ha dato ad essi, soprattutto nel Catechismo della Chiesa cattolica, che riassume al riguardo una riflessione bimillena­ria. Nessuna "rivelazione privata" potrà né modifi­care né sostituire quanto è ormai una dottrina con­solidata del Magistero. Anche eventuali nuovi particolari apportati dalle "rivelazioni private" non potranno certo avere la forza e l'autorevolezza dell'insegnamento ufficiale. Al cristiano, per potersi convenientemente orientare, basta questo: arrischiarsi su altri terreni può essere fuorviante. Sulla fine dei tempi non mancano "rivelazioni private" anche di santi, come Santa Ildegonda (1186), Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179) e Santa Brigida (1303-1383). La Chiesa, riconoscendo la santità delle perso­ne, non si esprime sulla natura delle "rivelazioni private", purché si conservino nell'ambito della retta dottrina. Anche noi le possiamo prendere in considerazione, purché compatibili con il quadro della fede. A questo riguardo però è necessaria un'opera di prudente discernimento. Certe supposte rivelazioni da parte di Gesù o della Madonna, che circolano' in ambiente cattoli­co, lasciano al riguardo piuttosto perplessi. Alimentano fra il popolo semplice la leggenda dell'Anticristo che siederebbe addirittura sulla cat­tedra di Pietro o negli immediati dintorni. Anche il tema della corruzione della Chiesa ètalmente esasperato che ci chiediamo se queste sedicenti rivelazioni prodotte in ambito cattolico non riecheggino piuttosto motivi cari alle sette di tutte le epoche. Non vi è dubbio che i testi biblici alludano alla perdita della fede e al raffreddamento della carità nei tempi che precedono la fine e che quindi molti saranno i seguaci dell'Anticristo che avranno tra­dito la Chiesa. Ma né la persecuzione né la seduzione potran­no intaccare la sede di Pietro e il collegio aposto­lico a lui unito, anche se potrà esserci la defezione di qualche singolo membro. La promessa di Cristo: Le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa, conserva tutto il suo valore fino alla fine della storia.

SONO GIUNTI I TEMPI DELLA FINE?

Dopo questa schematica esposizione della dot­trina cattolica sulla fine dei tempi è lecito porsi la domanda che non pochi, al mutar di millennio, spontaneamente si pongono: "Sono arrivati i tempi della fine?". A questo riguardo occorre innanzitutto tener presente un dato certo della dottrina della fede e cioè che la venuta del Messia glorioso è sospesa in ogni momento della storia al riconoscimento di lui da parte di "tutto Israele" (CCC n. 674). Prima del riconoscimento di Cristo da parte del popolo ebraico non si può parlare di fine del mondo. Resta certamente un compito fondamentale per ogni generazione cristiana smascherare l'impostu­ra religiosa ordita instancabilmente dal mistero di iniquità. Ogni epoca in fondo vive in anticipo, sia pure con minor intensità, il dramma della fine. Il nostro tempo ha visto una grande tribolazio­ne e sta vivendo una "grande impostura". Il vero problema è come uscirne vittoriosi e for­tificati. Il     Magistero ecclesiastico, che guida la navicel­la di Pietro fra i marosi della storia, ci invita a guardare al futuro con gli occhi della speranza. Secondo un concetto caro al Santo Padre, la Chiesa si trova ancora soltanto agli inizi della evangelizzazione del mondo. Lungi dall'accarezzare scenari foschi, il papa indica come meta immediata del cammino della Chiesa la celebrazione del grande Giubileo, avve­nimento di intensa letizia per il compleanno due volte millenario di Cristo. Il popolo di Dio è invitato a camminare verso il futuro con spirito penitenziale, unito alla fiducia e a sentimenti di riconoscenza. Non si vede come le profezie di sventura e di grandi tribolazioni possano essere compatibili con questo clima. Quando i tempi tremendi della massima impo­stura e della grande tribolazione saranno venuti, Dio non mancherà di dare la luce del discernimen­to a chi avrà posto a capo della sua Chiesa.

 

 

 

IL SEGRETO

DI FATIMA

 

PRIMA E SECONDA PARTE DEL "SEGRETO"

nella redazione fattane da Suor Lucia nella "terza memoria" del 31 agosto 1941, destinata al vesco­vo di Leiria-Fatima (testo originale) (traduzione) Dovrò, perciò parlare un po' del segreto e rispondere al primo punto interrogativo. Cos'è il segreto. Mi pare di poterlo dire, perché dal Cielo ne ho già il permesso. I rappresentanti di Dio in terra mi hanno pure autorizzata, varie volte in varie lettere, una delle quali credo sia conserva­ta dall'Ecc. V Rev.ma, quella del P. Giuseppe Bernardo Gonçalves, nella quale mi ordina di scri­vere al Santo Padre. Uno dei punti che mi indica, è la rivelazione del segreto. Qualcosa ho detto, ma per non allungare troppo quello scritto, che doveva essere breve, mi limitai all'indispensabile lasciando a Dio l'opportunità d'un momento più favorevole. Ho già esposto nel secondo scritto, il dubbio che mi tormentò dal 13 giugno al 13 luglio, e che in quest'apparizione svanì. Bene. Il segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per rivelare. "La prima dunque, fu la visione dell'inferno. La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolo­re e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momen­to. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima ci aveva prevenuti con la promessa di por­tarci in Cielo (nella prima apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore. In seguito, alzammo gli occhi alla Madonna che ci disse con bontà e tristezza: "Avete visto l'infer­no dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozio­ne al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si sal­veranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra anco­ra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e perse­cuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionfera. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si con­vertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace".

TERZA PARTE DEL "SEGRETO" (testo originale) (traduzione)

"La terza parte del segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di Iria-Fatima. Scrivo in atto di obbedienza a Voi mio Dio, che me lo comandate per mezzo di sua Ecc.za Re~a il Signor Vescovo di Leiria e della Vostra e mia Santissima Madre. Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l'Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: "qualcosa di simile a come si vedono le per­sone in uno specchio quando vi passano davanti" un Vescovo vestito di Bianco "abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre". Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacil­lante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammi­no; giunto alla cima del monte, prostrato in ginoc­chio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo mori­rono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, reli­giosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due brac­ci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali rac­coglievano il sangue dei Martiri e con esso irriga­vano le anime che si avvicinavano a Dio".

 

 

 

 

ATTO DI CONSACRAZIONE A MARIA

Testo utilizzato dal Papa Giovanni Paolo II in occasione della celebrazione del Giubileo dei vescovi, la domenica 8 ottobre 2000

 

"Donna, ecco il tuo figlio!" (Gv 19, 26) dopo l'Anno Giubilare in cui Tu, o Madre, ci hai nuovamente offerto Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo purissimo, il Verbo fatto carne, il Redentore del mondo, risuona particolarmente dolce per noi questa sua parola che a Te ci rinvia, facendoti nostra Madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Affidando a Te l'apostolo Giovanni, e con lui i figli della Chiesa, anzi gli uomini tutti, Cristo non attenuava, ma piuttosto ribadiva, il suo ruolo esclusivo di Salvatore del mondo. Tu sei splendore che nulla toglie alla luce di Cristo, perché esisti in Lui e per Lui. Tutto in Te è "fiat": Tu sei l'Immacolata, sei trasparenza e pienezza di grazia. Ecco, dunque, i tuoi figli, raccolti intorno a Te, all'alba del nuovo Millennio. La Chiesa oggi con la voce del Successore di Pietro, a cui s’unisce quella di tanti Pastori di ogni parte del mondo, cerca rifugio sotto la tua protezione materna ed implora con fiducia la tua intercessione di fronte alle sfide che il futuro nasconde. Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende, chiedendoti d'accompagnarci nel nostro cammino. Siamo uomini e donne di un'epoca straordinaria, tanto esaltante quanto ricca di contraddizioni. L'umanità possiede oggi strumenti d'inaudita potenza: può fare di questo mondo un giardino, o ridurlo a un ammasso di macerie. Ha acquistato straordinarie capacità d'intervento sulle sorgenti stesse della vita: può usarne per il bene, dentro l'alveo della legge morale, o può cedere all'orgoglio miope di una scienza che non accetta confini, fino a calpestare il rispetto dovuto ad ogni essere umano. Oggi come mai nel passato, l'umanità è a un bivio. E, ancora una volta, la salvezza è tutta e solo, o Vergine Santa, nel tuo figlio Gesù. Per questo, Madre, come l'Apostolo Giovanni, noi vogliamo prenderti nella nostra casa (cf Gv 19, 27), per imparare da Te a conformarci al tuo Figlio. "Donna, ecco i tuoi figli!". Siamo qui, davanti a Te, per affidare alla tua premura materna noi stessi, la Chiesa, il mondo intero. Implora per noi il Figlio tuo diletto, perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo, lo Spirito di verità che è sorgente di vita. Accoglilo per noi e con noi, come nella prima comunità di Gerusalemme, stretta intorno a Te nel giorno di Pentecoste (cfAt 1,14). Lo Spirito apra i cuori alla giustizia e all'amore, induca le persone e le nazioni alla reciproca comprensione e ad una ferma volontà di pace. Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli: i bimbi non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia. Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanti sono soli e senza speranza. O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del mondo, assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita riserva a ciascuno e fa' che, grazie all'impegno di tutti, le tenebre non prevalgano sulla luce. A Te, aurora della salvezza, consegniamo il nostro cammino nel nuovo Millennio, perché sotto la tua guida tutti gli uomini scoprano Cristo, luce del mondo ed unico Salvatore, che regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

(Trascrizione del libro da http://www.preghiereagesuemaria.it)